I dipendenti della Borsalino di Alessandria


Il 18 dicembre scorso, proprio pochi giorni prima di Natale, la Borsalino - leggendario marchio italiano di cappelli prodotti artigianalmente, ha dichiarato fallimento. La celebre fabbrica alessandrina è stata costretta a chiudere dopo 160 anni di onorato servizio, per una serie di speculazioni sbagliate (qui).

Vera e propria icona di stile che ha attraversato la società per molte generazioni, il cappello Borsalino è stato indossato da personaggi immortali: Al Capone e Humphrey Bogart, Alain Delon e Jean-Paul Belmondo (nel film Borsalino), Federico Fellini e Francois Mitterand, John Belushi e Michael Jackson... solo per citare alcuni personaggi noti. Robert Redford scrisse addirittura una lettera a un ererde della famiglia Borsalino per avere il copricapo che indossava Mastroianni in 8 e 1/2: "Dear Vittorio, you may remember me…my name is Robert Redford...". Il 'borsalino' è finito persino nel dizionario Treccani: "marchio registrato di un cappello floscio di feltro, per uomo, con cupola a tronco di cono e tesa di media larghezza, prodotto dalla fabbrica Borsalino".

Il fondatore, Giuseppe Borsalino (u siur Pipen, come veniva chiamato da tutti), forse non si aspettava tutto questo. Ma per avere la qualifica di Maestro Cappellaio aveva lavorato per 7 anni nel cappellificio Berteil in Rue du Temple a Parigi; poi era tornato in Italia e nel 1857 aveva aperto il suo primo laboratorio in un cortile di via Schiavina ad Alessandria insieme al fratello Lazzaro. Ma non bastava. U siur Pipen guardava all'estero, soprattutto all'Inghilterra: Denton, Stockport, Manchester, con quelle diavolo di macchine che avevano rivoluzionato il mestiere dei cappellai. Nel 1897 il maestro visita la fabbrica di Battersby a Londra. Qui "senza farsi vedere intinge il suo fazzoletto nella vasca della 'catramatura' e porta così in Italia il segreto inglese per la fabbricazione delle perfette bombette. La leggenda dice così. La storia ha fatto il resto.

Fino alla chiusura - come informa il sito web dell'azienda - la Borsalino aveva dieci punti vendita monomarca di proprietà in Italia e uno a Parigi, oltre ad essere presente nelle boutique e negli stores di tutto il mondo: da Saks Fifth Avenue a Harrod's, da Galeries Lafayette a Printemps. Luoghi prestigiosi, perché per produrre un cappello Borsalino occorrono cinquanta passaggi produttivi e una media di sette settimane di lavoro: un processo rigoroso tramandato di generazione in generazione, dove si alternano macchine e mano dell'artigiano.

Ma a questo fallimento la città di Alessandria non ci sta e ha lanciato un tam tam attraverso i social network al grido di "#saveBorsalino". per cercare di salvare l'azienda e le 130 persone che vi lavorano. Obiettivo: fare rumore, mostrando il proprio orgoglio di vivere nella città che inventò i cappelli Borsalino e invitando i cittadini a manifestare davanti allo storico negozio alessandrino... esortando, chi ce l'ha, ad indossare lo storico cappello (qui).