Originariamente Scritto da
Kurono Toriga
Il tuo commercialista non è poi tanto bene informato: in realtà le pensioni dal 2018 verranno accreditate non il secondo giorno lavorativo del mese ma il primo giorno "bancabile" che è sempre il primo giorno lavorativo del mese tranne che in gennaio perché il 2 faranno le chiusure annuali o qualcosa di simile.
Così infatti si legge nel paludato stile della Gazzetta Ufficiale che riporta la legge di Bilancio 2018:
" A decorrere dal mese di gennaio 2018, al fine di
razionalizzare e uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle
prestazioni previdenziali corrisposte dall'INPS, i trattamenti
pensionistici, gli assegni, le pensioni e le indennita' di
accompagnamento erogati agli invalidi civili, nonche' le rendite
vitalizie dell'INAIL sono posti in pagamento il primo giorno di
ciascun mese o il giorno successivo se il primo e' festivo o non
bancabile, con un unico mandato di pagamento ove non esistano cause
ostative, fatta eccezione per il mese di gennaio in cui il pagamento
avviene il secondo giorno bancabile"
Nel 2018 le pensioni verranno quindi accreditate in questi giorni:
mercoledì 3 Gennaio,
giovedì 1 Febbraio,
giovedì 1 Marzo,
martedì 3 Aprile, (il 2 è il lunedì dell'Angelo)
mercoledì 2 Maggio,
venerdì 1 Giugno,
lunedì 2 Luglio,
mercoledì 1 Agosto,
sabato 1 Settembre,
lunedì 1 Ottobre,
venerdì 2 Novembre,
sabato 1 Dicembre.
Quindi il danno economico che subisce il pensionato dalla nuova normativa è limitato a 1 giorno di valuta in un anno.
Considerato che gli interessi attivi di un conto corrente bancario oscillano dallo 0% allo 0,01%, il danno subito dalla traslazione della pensione media di 1.000€ è quantificabile con questo semplice calcolo: 1000€ X 0,01% = 0,1€ che diviso per 360 giorni fanno circa 0,0003€ all'anno (se campi altri 100 anni la cosa ti costerà in tutto 3 centesimi di interessi, così fa un po' meno schifo, direi).
Perfino Giuliano Amato che prende 40.000€ al mese di pensione viene "danneggiato" di soli 0,12€ all'anno.
In complesso chi ci guadagna è l'INPS, non tanto per i 4.500€ complessivi che "lima" ai suoi 16 milioni di pensionati (distribuisce 290 miliardi, non è che 4.500€ facciano granché), quanto col fatto che risparmia molti più soldi grazie a questa armonizzazione dei pagamenti con gli standard bancari.