Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
Stupendo il tuo post, Monia.
Grazie... ma non era finito: quella era solo la prima parte.
A proposito di Ingres, neppure lui è rimasto immune dal fascino della Venere di Tiziano, alla quale ha dedicato più di un dipinto; anzitutto, questa copia... che più copiata non si può:



Jean-Auguste-Dominique Ingres, Venere sdraiata (copia da Tiziano), 1822
Baltimora, Walters Art Museum


E poi la celeberrima Odalisca, che pure si ispira all'opera di Tiziano, non solo nella postura ma anche nell'ambientazione:


Jean-Auguste-Dominique Ingres, La grande odalisca, 1814
Parigi, Museo del Louvre


In realtà, La "Venere di Urbino" è stata fonte di ispirazione (e di scopiazzature) per tantissimi artisti, perché è difficile rimanere indifferenti di fronte ad un'opera simile. E non mi ha stupito leggere che De Sade (uno che con i nudi femminili aveva una certa familiarità) quando la vide ne rimase turbato. Avendo avuto io stessa la fortuna di osservare questo sublime quadro dal vero, credo che le ragioni del suo forte impatto sullo spettatore siano essenzialmente due: il fatto che la nudità della Venere è esibita in tutta la sua sensuale bellezza e il fatto che lei non se ne vergogna, guardando dritto in faccia l'osservatore. La mano che le copre il pube pare appoggiata lì casualmente, come potrebbe essere appoggiata da qualsiasi altra parte, piuttosto che essere stata messa lì a bella posta... a coprire "le vergogne".


Paul Gauguin, La moglie del Re, 1896
Mosca, Pushkin Museum


Probabilmente, non è un caso il fatto che lo scrittore Mark Twain, dopo averla ammirata agli Uffizi durante un viaggio in Italia, nella sua opera A Tramp Abroad (1880) disse che la "Venere" di Urbino è «il quadro più indecente, il più vile, il più osceno che il mondo possiede». Twain, da bravo bigottone qual era, ipotizzò che «venne dipinta per un bagnio (bagno) e che probabilmente venne respinta poiché era una sciocchezza troppo forte», aggiungendo - nel tentativo assai poco riuscito di fare dell'umorismo - che «in verità, è una sciocchezza troppo forte per qualsiasi posto se non per una galleria d'arte pubblica». Se lo dice lui...


Lorenzo Bartolini, Venere (copia da Tiziano), c. 1830
Montpellier, Museo Fabre