Originariamente Scritto da
axeUgene
ti resta da spiegare il caso dei non credenti non ignari che di loro sponte non violino la legge - cioè, adottino comportamenti materialmente compatibili - e questo è assolutamente probabile, visto che tra i credenti la stessa interpretazione della legge è tanto diversa, e in buona fede;
il santo è certamente un credente in buona fede, ma lo è certamente anche il kamikaze che dirotta un 747 contro le torri gemelle, convinto di essere nel giusto, come i milioni di criminali che nella storia erano convinti di compiere la volontà divina;
ora, secondo la tua logica, avresti un Dio più severo nei confronti di una brava persona che segue una sua morale assolutamente congruente con quella del bravo credente, ma che non creda in un Aldilà, nella resurrezione e in un dio antropomorfo, e si comporti bene senza promesse di premi o castighi, e più ben disposto nei confronti di un criminale che aderisca ad una delle tante interpretazioni della legge ?
è questa la questione di necessità alla base delle parole del papa, e non da oggi; ovviamente, è un argomento delicatissimo da trattare per quell'autorità, date le implicazioni logiche che la cosa comporta, e che non sfuggono a chi sia appena capace di ragionare; anche perché in ultima analisi la stessa dottrina che il papa ha come riferimento postula la fede come un sentimento e una grazia divina che, per quanto si argomenti scolasticamente sulla ragione, resta pur sempre un dono fatto all'individuo, un imprescindibile grazia divina, che non si esaurisce certamente nelle rivelazioni; visto che tendi a confondere, anche in questo caso ti sto descrivendo la dottrina prevalente in tutta la Cristianità, beninteso, non credenze mie;
questa può essere anche un'idea; ma, fosse fondata, dovresti avere una riprova di efficacia di quel timore, e cioè che effettivamente tra i sedicenti credenti quel timore produca meno male e tentazione; la vedo difficile; la tentazione di sottomettere, annichilire, coartare e convertire gli infedeli è evidentemente frutto di una fede incrollabile;
se il credere fosse di per sé una condizione che implica necessariamente una persona più "giusta" agli occhi di Dio, non avresti questo problema.