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Discussione: La settimana di 28 ore

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  1. #1
    abstract L'avatar di Yele
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    La settimana di 28 ore

    Germania, via alla settimana di 28 ore

    Chi ha un contratto «full time» potrà scegliere se ridurre la settimana lavorativa a 28 ore per un periodo da 6 a 24 mesi (con possibilità di proroga successiva), tornando poi al lavoro alle stesse condizioni di prima

    Un accordo storico e controverso, ma comunque destinato ad avere ripercussioni sia sull’economia che sulle relazioni industriali dell’eurozona. IG Metall, il sindacato dei metalmeccanici e l’organizzazione degli industriali tedeschi hanno firmato un’intesa pilota, che prevede un aumento annuale dei salari del 3,5% spalmato su 27 mesi, ma soprattutto introduce la possibilità per i dipendenti di ridurre da 35 a 28 ore la settimana lavorativa per un massimo di due anni.

    La vera rivoluzione dell’accordo è tuttavia quella dell’orario, che Rainer Dulger, presidente di Gesamtmetall, l’associazione degli industriali, ha definito «la prima pietra di un sistema di lavoro flessibile per il XXI secolo». In cambio della possibilità per un dipendente di lavorare 28 ore la settimana invece di 35 per un periodo compreso tra 6 e 24 mesi, i datori di lavoro potranno infatti impiegare chi è disponibile fino a 40 ore settimanali. In questo modo potranno incrementare la produzione in periodi di forte aumento della domanda. I sindacati avevano chiesto che chi sceglieva le 28 ore non subisse alcuna riduzione di paga, ma su questo gli imprenditori non hanno ceduto. In compenso, per alcune categorie come i dipendenti con figli piccoli o familiari anziani, ci sarà la possibilità di godere di ferie supplementari. L’intesa vale fino al 2020.


    http://www.corriere.it/economia/18_f...bfb87dc9.shtml

  2. #2
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Io 28 ore le lavoro in due giorni e mezzo.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #3
    abstract L'avatar di Yele
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Io 28 ore le lavoro in due giorni e mezzo.
    eh non va bene eh

  4. #4
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Quando lavori per n datori di lavoro succede...
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    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  5. #5
    abstract L'avatar di Yele
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Quando lavori per n datori di lavoro succede...
    sì, capisco che il tuo è un lavoro particolare...
    comunque penso che il problema della disoccupazione si risolverebbe meglio se la legge stabilisse un salario minimo orario tale da consentire di vivere, lavorando un numero limitato di ore.
    In questo modo ognuno potrebbe scegliere se lavorare poco o tanto, a seconda delle necessità. Ad esempio chi ha degli impegni familiari, che siano figli, genitori anziani, disabili ecc. potrebbe modulare l'impegno.
    Perchè bisognerebbe ricordarsi sempre che il tempo dedicato alla cura di altre persone, per lo Stato, è denaro. Tanto denaro che non viene speso per un'assistenza di altro tipo, e quindi è recuperato e allo stesso tempo è benessere per i cittadini più in difficoltà.

    Inoltre, se le persone potessero vivere lavorando massimo 30 ore a settimana, si creerebbe un 20% in più di posti di lavoro, che è tanto.

  6. #6
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Yele Visualizza Messaggio
    sì, capisco che il tuo è un lavoro particolare...
    comunque penso che il problema della disoccupazione si risolverebbe meglio se la legge stabilisse un salario minimo orario tale da consentire di vivere, lavorando un numero limitato di ore.
    In questo modo ognuno potrebbe scegliere se lavorare poco o tanto, a seconda delle necessità. Ad esempio chi ha degli impegni familiari, che siano figli, genitori anziani, disabili ecc. potrebbe modulare l'impegno.
    purtroppo, questa è una formula che comporta un aggravio di costi fissi, per definizione; che è una cosa forse sostenibile a fronte di certi vantaggi sociali, e finché c'è personale già formato; cioè, il costo aggiuntivo è quasi solo di tipo organizzativo e burocratico;
    in via teorica, quanto più sono elevati la specializzazione ed il livello formativo, tanto maggiore sarà il decremento di utilità in ragione delle minori ore di impiego di quel fattore-lavoro; cioè, se impiego due ingegneri part-time, per fare il lavoro di uno, il costo di formazione-base e specializzazione in quella mansione incidono il doppio sul costo del prodotto;

    questo non significa che si tratti necessariamente di una scelta inopportuna; ma bisogna aver ben presenti i costi, chi li paga e quanto è sostenibile che li paghi a fronte del risultato.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
    abstract L'avatar di Yele
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    però i vantaggi organizzativi sono vantaggi anche economici.
    Devi mettere nei costi tutti i costi, anche quelli sociali, quelli apparentemente esterni al lavoro, che però ci sono e producono economie indirette anche verso gli imprenditori... ad esempio, se uno ha più tempo libero e più soldi, poi spende di più... ecc.

  8. #8
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Yele Visualizza Messaggio
    però i vantaggi organizzativi sono vantaggi anche economici.
    Devi mettere nei costi tutti i costi, anche quelli sociali, quelli apparentemente esterni al lavoro, che però ci sono e producono economie indirette anche verso gli imprenditori... ad esempio, se uno ha più tempo libero e più soldi, poi spende di più... ecc.
    la prospettiva del singolo imprenditore non tiene conto delle esternalità più di tanto; non lo farebbe nemmeno fossero tutti Adriano Olivetti;

    immaginati a capo di 40 dipendenti, che devono diventare 60, a fronte dello stesso output; hai immediatamente un costo maggiore di gestione del personale, oltre ad altri costi fissi di natura operativa; difficile pensarla in termini esternali; se non è lo stato a compensare la perdita, è come una tassa;

    se lo fanno i metalmeccanici tedeschi è perché lo consente il settore - disponibilità di personale formato, valore aggiunto del lavoro relativamente basso, quindi un basso costo-opportunità del non impiegare intensivamente ogni lavoratore; forse le previsioni di ciclo economico del settore, e perché c'è sicuramente una contropartita offerta dallo stato in qualche modo dal lato fiscale, di cui si dovrebbe tener conto in termini di minor gettito/servizi, o maggiore tassazione altrove, a compensare;

    la regola è che se vuoi tener conto delle esternalità, costi sociali, ambientali, ecc... - che va benissimo - devi sempre coprire in termini di fiscalità/servizi, anche implicita, o indebitamento;
    la vera differenza la fa l'eventualità che una scelta di questo tipo produca effetti strutturali in termini di investimento in infrastrutture o in condizioni sociali; per esempio, le 35 ore in Francia hanno incrementato la natalità, ma durante un ciclo positivo;

    nota che questa è stata esattamente la strategia statale italiana fino ai primi '90 che ha portato al debito che paghiamo ora; e cioè assumere più del necessario, sussidiare o tollerare l'evasione, in modo tale da avere molti più posti di lavoro, ma strutturalmente drogati;
    in Germania lo fanno - molto moderatamente - perché hanno un surplus commerciale da spendere - come chiedono loro i partner UE - e bisogno di un po' di inflazione, data la massa di fondi pensionistici che hanno rendimenti negativi; ma sono politiche da paese ricco e molto avanti in termini di organizzazione economica, livello di capitalizzazione media delle imprese, ecc...
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
    abstract L'avatar di Yele
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    la prospettiva del singolo imprenditore non tiene conto delle esternalità più di tanto;
    ne tiene conto se conviene. Non si tratta di "drogare", si tratta di creare una società in cui c'è più gente che poi compra/spende.
    Ci sarebbe tutta una serie di ricadute che convengono anche agli imprenditori, perché una società che sta meglio, porta maggior benessere a tutti, proprio a tutti.
    Ad esempio hai menzionato la natalità, che non è una cosa secondaria.

  10. #10
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    ne tiene conto se conviene. Non si tratta di "drogare", si tratta di creare una società in cui c'è più gente che poi compra/spende.
    questo è quello che è accaduto in Italia tra il 1976 e il 1992, e proseguito in tono minore fino al 2006;
    si sono create opportunità "drogate", perché quell'occupazione e la spesa implicita nella diseconomia che ciò comportava sono andate ad alimentare un motore inefficiente e a rinviare il problema, scaricandolo sulle spalle delle generazioni successive;
    ti faccio un esempio che dovresti aver presente: sussidiare o nazionalizzare il settore automobilistico ha conservato e creato posti di lavoro e offerto la possibilità di spendere; l'Alfa Romeo, un marchio prestigioso, ha seguito la trafila ed è finita nel calderone inefficiente del gruppo Fiat, assorbendo tante di quelle risorse pubbliche che avrebbero garantito stipendi da favola agli addetti, se erogate direttamente;
    il risultato è stato quello di mettere benzina in un serbatoio bucato e trovarsi a secco in mezzo all'autostrada; valeva la pena, per garantire alla proprietà quel privilegio di sottrarsi al mercato, visto che poi quest'ultimo viene sempre a vedere il bluff, le auto mediocri non si vendono e nel frattempo si sono perdute capacità competitive ?
    la ricetta che indichi fa comprare e spendere ora, ma impoverisce dopo, se pensata in questa modalità di alimentare una spesa corrente;
    Ci sarebbe tutta una serie di ricadute che convengono anche agli imprenditori, perché una società che sta meglio, porta maggior benessere a tutti, proprio a tutti.
    Ad esempio hai menzionato la natalità, che non è una cosa secondaria.
    guarda, gli imprenditori non devono ragionare in termini di benessere collettivo, se non quando pagano coscienziosamente le tasse;
    il loro lavoro è quello di studiare il modo di migliorare la produzione per avere maggior profitto, con le tasse e le regolamentazioni del lavoro ad agire da briglie che indirizzano quella propensione ambiziosa;
    sia chiaro: io sono assolutamente favorevole alle redistribuzioni di reddito e alle politiche sociali; ma queste vanno effettuate in modalità propria e politicamente esplicita, sotto forma di tassazione e piani definiti di investimento e assetto, che abbiano un loro fine strutturale trasparente, democraticamente scelto e sostenibile;

    se tu chiedi ai settori produttivi di snaturare le loro ratio economiche correnti, compensandole per motivi sociali, ottieni il doppio effetto perverso tipico dell'Italia degli ultimi 40 anni, e cioè:
    a) crei uno spazio opaco di sottogoverno in cui le burocrazie e i poteri forti mediano secondo loro ratio e interessi corporativi gli interventi che usano risorse pubbliche - vedi caso Alitalia - per fini loro;
    b) impedisci e rinvii l'adozione di misure strutturali nei settori coinvolti, al prezzo di abbandonarli davvero al mercato selvaggio nel momento in cui questo seleziona; è un po' come se tu garantissi un supplemento di 5 punti a ciascun esame universitario, garantendo un 22 a chi non avrebbe la sufficienza; ti servono laureati così ? forse, se pensi comunque di volerli sottomansionare, e farli sentire tutti hidalgos;

    purtroppo, è molto diffusa l'illusione di un keynesismo da blog, semplificato a mo' di bacchetta magica;
    l'intervento statale sui meccanismi economici dell'impresa - non la tassazione e le politiche proprie di equità, beninteso - ha un senso solo per sbloccare strozzature e avvitamenti eccezionali del mercato, che questo avrebbe difficoltà ad assorbire in tempi accettabili per l'esistenza della popolazione interessata; ed è efficace solo in contesti potenzialmente forti, in grado di avviare cicli potenti; l'esperienza storica ci dice questo;

    quando lo strumento interventista è stato usato diversamente, come in Italia, Germania e satelliti tra le due guerre, oppure nei paesi del socialismo reale, si è sempre trattato di un anestetico del conflitto sociale usato da burocrazie e poteri autocratici per garantirsi il consenso;

    non ci sono scorciatoie per creare benessere sociale; bisogna trovare un equilibrio esplicito di spesa e tasse, e questo comporta un prezzo in termini di consenso; puoi tassare le imprese, ma se non vuoi farle scappare o chiudere devi scontentare le burocrazie, gli interessi e le corporazioni che sono proliferate il quel modo "keynesiano";
    se un pincopalla 30enne si attrezza per fare il consulente o altro e guadagnare 1000 euro al mese - sopravvivere in un'economia matura e al ribasso - non gli puoi chiedere 5mila e più euro anni tra contributi minimi e adempimenti fiscali, perché non stai facendo equità; stai solo blindando una politica di classe e corporativa perché non vuoi scontentare pensionati di lusso che hanno acquisito diritti drogati e corporazioni che lucrano su una fiscalità troppo complessa per essere gestita serenamente a costo zero, cosa che dovrebbe essere normale per tutti i livelli di attività autonome semplici, piccole società, ecc...

    vuoi ridurre l'evasione ? fai dei gran culi a chi viene beccato; e per fare questo devi scorporare il sistema penale dei reati da colletti bianchi, con pene davvero dissuasive ma non vincolate funzionalmente a quelle dei reati contro la persona, perché è ovvio che se parti dalla strage, per corruzione o evasione difficilmente rischi più di tanto.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #11
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    guarda, gli imprenditori non devono ragionare in termini di benessere collettivo, se non quando pagano coscienziosamente le tasse;
    il loro lavoro è quello di studiare il modo di migliorare la produzione per avere maggior profitto, con le tasse e le regolamentazioni del lavoro ad agire da briglie che indirizzano quella propensione ambiziosa;
    quindi Ford era un coglione quando pensava che doveva fare in modo che i suoi dipendenti avessero abbastanza soldi per comprare ciò che fabbricavano ?

    Guarda, io sono ignorantissima in economia, ma sono convinta che senza la piccola e media borghesia, una società nel XXI secolo vada a farsi fottere.
    Aumentando la tecnologia, è matematico che il lavoro cali. Quindi se non lo redistribuisci, l'unico risultato che ottieni è una marea di poveri, che non servono a nessuno, a nessuno.
    Se fallisce tutto, falliscono anche i ricchi.

  12. #12
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Germania e Italia: Due pianeti differenti.
    amate i vostri nemici

  13. #13
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    Non mi sembra che abbiano concesso la settimana lavorativa a 28 ore, ma semplicemente previsto un partime, a salario ridotto, per certe situazioni ben specifiche e per periodi definiti, anche se relativamente lungni, tuttavia non dilatabili all'infinito.
    Dove starebbe l'iniziativa strutturale rivoluzionaria io non lo vedo.
    Poi in un contesto dove il salario medio e' superiore al nostro del 30% e il potere di acquisto comparabile, con una disoccupazione bassa, il che significa doppio stipendio in famiglia, dove quella riduzione di stipendio te la ripaghi con minori spese, non mi sembra motivato l'eco dato alla notizia.

  14. #14
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    I sindacati avevano chiesto che chi sceglieva le 28 ore non subisse alcuna riduzione di paga, ma su questo gli imprenditori non hanno ceduto.
    Il nodo fondamentale
    Per resto karl riduce, aumento l'orario di kranz, sotto occupato, che lo rimpiazza.

    i datori di lavoro potranno infatti impiegare chi è disponibile fino a 40 ore settimanali. In questo modo potranno incrementare la produzione in periodi di forte aumento della domanda.
    Alla fine un risparmio per il datore di lavoro, una temporanea riduzione di personale, immediatamente compensabile, se necessario.
    Ultima modifica di meogatto; 08-02-2018 alle 19:17

  15. #15
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    Il nodo fondamentale
    Per resto karl riduce, aumento l'orario di kranz, sotto occupato, che lo rimpiazza.


    Alla fine un risparmio per il datore di lavoro, una temporanea riduzione di personale, immediatamente compensabile, se necessario.
    non è proprio così, dato che il lavoratore ad orario ridotto non viene meno in conto personale, e la riduzione del suo costo complessivo non è proporzionale alle ore in meno da retribuire;
    ad ogni modo, si tratta di un compromesso di tipo politico reso possibile da circostanze particolari e favorevoli; laddove la regola è che i fattori di produzione vanno utilizzati nella misura più intensiva possibile, e la regola vale sempre di più al crescere delle qualifiche.
    c'� del lardo in Garfagnana

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