Dalla Brhadaranyaka Upanisad, testo indù:

E ancor oggi colui che sa di essere il Brahman, diventa questo universo e neppure gli dèi possono impedirglielo, poiché egli diventa intima parte di loro. Quindi chi venera come distinta [da sé] una divinità, pensando: - Essa è una cosa e io sono un’altra. -, costui non ha verace sapienza, ma è per gli dèi come una bestia. Come invero molte bestie servono l’uomo, così di ogni singolo uomo si servono gli dèi. Quando vien portato via un solo animale è cosa spiacevole; che dire [se ne vengono portati via] molti? Ecco perché agli dèi dispiace che gli uomini sappiano ciò. (I, 4:8-10)

Per Brahman io intendo lo Spirito santo. Chi è consapevole di essere prima di tutto spirito non venera gli dèi e ciò dispiace loro.

E chi venera Cristo? Gesù non chiese di essere venerato, ma di essere ricordato ed eventualmente di chiedere al Padre in nome suo. Per la verità neppure la Madonna e i santi chiesero di essere venerati, ma la Madonna nelle apparizioni chiede di recitare tanti rosari… Se non è venerazione recitare rosari…