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Risultati da 1 a 15 di 75

Discussione: La musica nella storia dell'arte

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Monia
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    La musica nella storia dell'arte

    Fra i tanti pittori che mi piacciono, l'olandese Jan Vermeer (Delft, 1632 – 1675) occupa uno dei primi posti. Le ragioni sono varie, ma tra queste è imprescindibile il fatto che ha dedicato buona parte della sua produzione a celebrare la musica nei suoi quadri. Come, ad esempio, in questo:




    J.V., The Guitar Player, 1672
    London, Kenwood House


    Questo quadro, realizzato tre anni prima della morte del pittore, è pieno di luce ed esprime gioia e allegria. Eppure, fu dipinto in un periodo cupissimo della vita di Vermeer, che non riusciva a vendere le sue tele ed era oberato di debiti. Il 1672 fu un annus horribilis per tutta l'Olanda, che versava in piena crisi economica ed era alle prese con guerre ed invasioni. E il commercio di quadri, genere effimero, fu tra quelli che ne risentì maggiormente.

    La famiglia Vermeer non navigava nell'oro e fino a quel momento aveva potuto contare sul sostanzioso aiuto economico della suocera del pittore, Maria Thins, la quale possedeva terreni coltivabili che fruttavano parecchio denaro. Ma il governo olandese, nel tentativo di contrastare le invasioni nemiche, aveva aperto le dighe e tutti i terreni - compresi quelli della Thins - erano diventati inservibili. I debiti della famiglia si accumularono e resero angosciosi gli ultimi anni di Vermeer... al punto - come scrisse sua moglie in una lettera - da portarlo ad una morte precoce, a soli 43 anni.

    Dopo la morte del marito, la vedova Vermeer si trovò a dover fronteggiare da sola una pesante 'eredità': 11 figli da sfamare (ne avevano avuti 14, ma tre erano morti prima del padre) e un sacco di debiti da pagare. Fra questi, i conti del fornaio Hendrick van Buyten, al quale cedette due dipinti di Vermeer: la "Donna che scrive una lettera alla presenza della domestica" e, appunto, la "Suonatrice di chitarra".

    Nel dipinto è ritratta una ragazza riccamente vestita (l'abito, che compare in altre tele di V., apparteneva alla moglie del pittore) mentre, seduta in una stanza in penombra, suona una chitarra barocca decorata con intarsi. La maestria dell'artista si rivela soprattutto nelle corde dello strumento, che risultano più sfuocate in prossimità della mano della ragazza, quasi a suggerirne la vibrazione al tocco. Lo sguardo della suonatrice è rivolto verso sinistra e fa pensare che in quella direzione si trovi un ascoltatore o un maestro di musica. La ragazza sorride con evidente allegria e la sua gioia di vivere è in qualche modo rafforzata dal quadro alle sue spalle, che riprende una rasserenante veduta campestre: potrebbe trattarsi, secondo alcuni, del "Paesaggio con gentiluomo e cani" di Pieter Jansz van Asch, che potrebbe essere stato in casa di Vermeer almeno fino alla sua morte. All’epoca, infatti, era usanza tra i pittori olandesi di scambiarsi quadri da tenere in mostra in casa, allo scopo di venderli.

  2. #2
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Impressione III, di Kandinskij

    La cantante mondana, di Boldini

    I tre musici, Picasso

    E tutta la musica dei dipinti di Chagall.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  3. #3
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Il suonatore di liuto di Caravaggio. Visto peraltro questo autunno al Museo del Violino di Cremona, nell'ambito di una mostra su Caravaggio e Monteverdi.

    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  4. #4
    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Il suonatore di liuto di Caravaggio. Visto peraltro questo autunno al Museo del Violino di Cremona, nell'ambito di una mostra su Caravaggio e Monteverdi.
    La partitura disegnata da Caravaggio sulla copia dell'Ermitage è il madrigale di Jakob Arcadelt, “O felic’occhi miei”, titolo quanto mai adatto a chi ammira il quadro.
    Ma si può anche ascoltarne la maliconica armonia polifonica che accompagna il ricordo di un amore ormai lontano, come quello che cantava Tenco: "E lontano, lontano nel tempo, qualche cosa negli occhi di un altro, ti farà ripensare ai miei occhi, i miei occhi che t'amavano tanto".


    O felici occhi miei,
    felici voi, che sete
    cari al mio sol perche sembianze havete
    de gli occhi che gli fur si dolci e rei.
    voi ben voi sete voi felici, et io
    io no, che per quetar vostro desio,
    corr' a mirar l’onde mi struggo poi.





  5. #5
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Bellissimo!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  6. #6
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Sì, molto fine.

  7. #7
    Opinionista L'avatar di Monia
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    I post sono come le ciliegie...
    A proposito di musica e di madrigali, c'è un altro quadro di Caravaggio che ha fatto sudare sette camicie ai critici:




    Caravaggio, I musici. Concerto, 1595


    Questo quadro, conservato oggi al MOMA di New York, fu commissionato a Caravaggio dal cardinale Francesco Maria Del Monte, suo mecenate, e raffigura tre giovani musicisti vestiti all'antica mentre si apprestano a suonare in un ambiente piuttosto angusto; alle loro spalle, seminascosto, un amorino alato è intento a staccare un grappolo d'uva. Uno dei tre concertisti - il cantore, che nel dipinto è quasi completamente di spalle - tiene in mano un libro con il testo del madrigale che si apprestano a cantare.

    Proprio quel testo ha attirato l'attenzione del musicologo Domenico Antonio D'Alessandro, docente del Conservatorio Lorenzo Pirosi di Campobasso, che ha dedicato trent'anni di appassionata ricerca alla decifrazione del madrigale, illeggibile nella copia conservata al MOMA. Poi la svolta, quando D'Alessandro ha avuto modo di osservare un'altra copia del quadro, appartenente ad una collezione privata svizzera, dove il testo appare molto più chiaro ed ha permesso la decifrazione del testo:




    Si tratta del madrigale a sei voci del musicista napoletano Pompeo Stabile, composto sul testo Ben può di sua ruina di Jacopo Sannazaro. Il sonetto allude al rovinoso volo di Icaro che, sordo agli ammonimenti del padre, muore precipitando in mare quando il sole scioglie le sue ali di cera. Secondo D'Alessandro il madrigale rappresenterebbe un monito rivolto dal cardinale del Monte a Caravaggio, suo protetto: una sorta di raccomandazione a mitigare il suo carattere irruento.

    L'importante scoperta di D'Alessandro è recente e, per sottolinearne l'importanza, a luglio dello scorso anno il quadro è stato prestato dal MOMA ed è tornato in Italia, dove è stato esposto fino al 23 luglio 2017 a Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli. Qui la notizia riportata da "Il Mattino":

    https://www.ilmattino.it/napoli/cult...o-2517691.html


    Il testo completo del madrigale e la musica, però, non sono riuscita a trovarli; per questi, ci vorrebbe Kurono...
    Ultima modifica di Monia; 18-02-2018 alle 13:40

  8. #8
    Citazione Originariamente Scritto da Monia Visualizza Messaggio
    Il testo completo del madrigale e la musica, però, non sono riuscita a trovarli; per questi, ci vorrebbe Kurono...
    E' il sonetto LXXIX, dalle "Rime" di Iacopo Sannazzaro:

    Icaro cadde qui: queste onde il sanno,
    che in grembo accolser quelle audaci penne:
    qui finìo il corso, e qui 'l gran caso avvenne,
    che darà invidia agli altri che verranno.

    Avventuroso e ben gradito affanno,
    poi che morendo eterna fama ottenne:
    felice chi in tal fato a morte venne,
    che sì bel pregio ricompensi il danno.

    Ben può di sua ruina esser contento;
    s'al ciel volando a guisa di colomba,
    per troppo ardir fu esanimato e spento:

    ed or del nome suo tutto rimbomba
    un mar sì spazïoso, un elemento:
    chi ebbe al mondo mai sì larga tomba?


    Una interpretazione della partitura di Pompeo Stabile, registrazione amatoriale, invece si può ascoltare qui: Ben può di sua ruina esser contento

  9. #9
    Opinionista L'avatar di Monia
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    Grazie, o sommo, ero certa che saresti riuscito a venirne a capo...

    A proposito di Caravaggio e di musica, mi viene in mente quest'altro suo celebre dipinto...




    Caravaggio, Riposo durante la fuga in Egitto, c. 1596-97
    Roma, Galleria Doria-Pamphilj

    Si tratta di un "quadro da stanza", cioè un'opera realizzata destinata ad essere ornamento di una dimora privata, e rappresenta un anziano Giuseppe insieme alla Madonna col bambino. Molto bella la valenza simbolica del paesaggio che fa da sfondo al dipinto: gli elementi naturali accanto all'anziano Giuseppe rimandano all'aridità e alla siccità, mentre la natura è decisamente più rigogliosa a destra, dove si trovano la Vergine e il Bambino. Anche ai piedi della Madonna Caravaggio ha posto delle piante dal significato simbolico: l'alloro (che allude alla verginità di Maria), il cardo e la spina della rosa (la Passione) e il tasso barbasso (la Resurrezione).

    Molto bella e aggraziata anche la postura dell'angelo musicista, che indossa una veste leggera sotto la quale si intravedono le forme del corpo nudo. La figura dell'angelo è il perno della raffigurazione e divide in due parti distinte la scena: da una parte il vecchio e stanco Giuseppe, seduto e a piedi nudi, regge la partitura affinché l'angelo apparso possa leggerla e suonare; dall'altra, la Vergine Maria addormentata, abbraccia e protegge teneramente il Bambino. La scena sarebbe un richiamo al "Cantico dei Cantici": Io dormo, ma il mio cuore veglia (Ct. 5:2), e Ponimi come un sigillo sopra il tuo cuore (Ct. 8:6 ).

    Non a caso, nello spartito tenuto in mano da Giuseppe durante l'esecuzione dell'angelo con violino e archetto, è stata identificata la partitura di un motivo del compositore fiammingo Noel Bauldewijn, basato sul testo del Cantico dei Cantici e intitolato Quam pulchra es:

    Quam pulchra es et quam decora carissima in deliciis.
    Statura tua adsimilata est palmae et ubera tua botris.
    Caput tuum ut Carmelus
    […] Collum tuum sicut turris eburnea. […]
    Veni dilecte mi egrediamur in agrum.
    vinea si flores fructus parturiunt si floruerunt mala punica
    ibi dabo tibi ubera mea.




  10. #10
    La banda (e il bandito)

    La banda: due suonatori di viola da gamba, un contrabbasso pizzicato da un tipo in palandrana rosso tiziano, flauto, tromba, violino: in mezzo un buffone e davanti un cane dallo sguardo allucinato e perso nel vuoto, effetto collaterale della musica rinascimentale.
    Dietro, gente che mangia, beve, preoccupata solo per il vino che sta per finire e bisogna procurare.
    Una banda davvero scalcagnata ma molto importante per la storia dell'Arte e la Storia tout court: il contrabbasso lo suona Tiziano Vecellio e il suonatore di viola in primo piano è l'autore del colorito quadretto: 70 metri quadri in tutto, che l'arredatore - l'architetto Andrea Palladio - aveva voluto per la parete di fondo del refettorio benedettino di San Giorgio in Maggiore.


    Osservando con attenzione, si possono notare delle righe orizzontali che attraversano il dipinto, una passa sulla testa del cane, un'altra attraversa il polso di Tiziano e incide il verde inconfondibile e unico di Veronese sulla spalla del gentiluomo subito dietro.
    Il ché ci porta al bandito: fu un generale di vent'anni, occhi turchini e giacca uguale, figlio d'un temporale, che affettò (voce del verbo "fare a fette") il dipinto del Veronese per portarselo via nei suoi appartamenti, evidentemente dotati di pareti di metratura superiore ai 70 mq.
    Il dipinto rubato dal cittadino generale è ancora li', a occupare un'intera parete del Louvre: ci siamo passati davanti tutti, anche se guardavamo alla parete opposta della sala dove sta appeso solingo un quadretto di pochi centimetri reso famoso anche lui da un furto. Il ladro della Gioconda dovette restituire il maltolto, Napoleone no: aveva provveduto infatti ad eliminare anche il legittimo proprietario, la gloriosa Repubblica Veneta, che avrebbe potuto reclamarne la restituzione.

    Due foto che ho fatto al Louvre l'anno scorso, siamo nella stessa sala ma tutti quanti stavano voltati da una parte sola.



  11. #11
    Opinionista L'avatar di Monia
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    Citazione Originariamente Scritto da Kurono Toriga Visualizza Messaggio
    ... e davanti un cane dallo sguardo allucinato e perso nel vuoto, effetto collaterale della musica rinascimentale.
    Questa me la devi spiegare... come puoi definire lo sguardo allucinato del quadrupede come "effetto collaterale della (sublime, n.d.r.) musica rinascimentale"?
    Beccati questa:




    Poi, è ovvio che la Gioconda attiri gli sguardi. Come recita il famoso detto: "Tira più il sorriso della Gioconda che un carro di buoi"...
    In quella stanza del Louvre ci sono stata anch'io, ma... ehm... confesso che quel quadrone neppure l'ho notato, troppo emozionata per guardare altri che Lei, cercando uno spicchio di spazio libero per ammirarla almeno da lontano tra il mare di teste e di smartphone che la fotografavano da ogni angolo. E comunque, trascinato dall'eloquenza della gustosa descrizione del quadro gigante, ti sei scordato - temo - di riportare il titolo del dipinto di Veronese.

    La Gioconda ha confuso anche te?

  12. #12
    Citazione Originariamente Scritto da Monia Visualizza Messaggio
    E comunque, trascinato dall'eloquenza della gustosa descrizione del quadro gigante, ti sei scordato - temo - di riportare il titolo del dipinto di Veronese.
    Ho preferito lasciarlo intendere ("preoccupata solo per il vino che sta per finire e bisogna procurare") e poi non volevo che qualcuno fosse ingannato dal titolo e pensasse che gli sposi fossero i due cani in primo piano; il che in effetti spiegherebbe lo sguardo allucinato dello sposo, meglio che i fastidiosi ultrasuoni di flauti e viole.

    Citazione Originariamente Scritto da Monia Visualizza Messaggio
    "Tira più il sorriso della Gioconda che un carro di buoi"...
    No, è solo perché è diventata una icona pop (icona, senza la f davanti, eh...)

  13. #13
    Opinionista L'avatar di Monia
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    Citazione Originariamente Scritto da Kurono Toriga Visualizza Messaggio
    Ho preferito lasciarlo intendere ("preoccupata solo per il vino che sta per finire e bisogna procurare") e poi non volevo che qualcuno fosse ingannato dal titolo e pensasse che gli sposi fossero i due cani in primo piano; il che in effetti spiegherebbe lo sguardo allucinato dello sposo, meglio che i fastidiosi ultrasuoni di flauti e viole.
    Di bene in meglio... non solo ti scagli contro il sacro vincolo del matrimonio in un forum manifestamente cattolico, ma insisti nella (barbarica n.d.r.) denigrazione della musica rinascimentale, etichettando come "fastidiosi ultrasuoni" le celestiali note di flauti e viole! Ascolta, ascolta cosa sono capaci di produrre questi leggiadri strumenti...




    Quanto alla "icona pop senza la f davanti" si starà rivoltando di rabbia nello stanzone ormai vuoto del Louvre, poveretta...
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  14. #14
    Opinionista L'avatar di Monia
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    PS. L'immagine allegata del post precedente è, evidentemente, un errore al quale non so come rimediare: non si può togliere neppure con il tasto "modifica"... aiuto!

  15. #15
    Citazione Originariamente Scritto da Monia Visualizza Messaggio
    Di bene in meglio... non solo ti scagli contro il sacro vincolo del matrimonio in un forum manifestamente cattolico, ma insisti nella (barbarica n.d.r.) denigrazione della musica rinascimentale, etichettando come "fastidiosi ultrasuoni" le celestiali note di flauti e viole! Ascolta, ascolta cosa sono capaci di produrre questi leggiadri strumenti...
    Taci, per favore... ho dovuto censurare il titolo anche per quello, ti pare un miracolo divino - al massimo di vino - trasformare l'acqua in vino perché gli avvinazzati commensali se lo erano scolato tutto? e se avevano finito le canne e Gesù trasformava le sigarette in canne? le "Nozze di Canna", maddài...
    Speriamo che non ti sentano... quelli che "Evitare il fumo, l'alcool, ma anche altre droghe" sono compassionevoli, ma non con tutti e ho l'impressione che noi siamo dalla parte sbagliata di quel "ma".
    Quanto alla musica rinascimentale i fastidiosi ultrasuoni sono ovviamente riferiti all'orecchio del cane, che è una bestia (non so se venera anche la Madonna o i santi, ma il suo padrone di sicuro) e percepisce frequenze che noi umani non possiamo neppure immaginare: alle nostre orecchie - specie grazie alla nostra, scusa, mia veneranda età - gli ultrasuoni non arrivano e la musica rinascimentale non risulta fastidiosa, solo noiosa.

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