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Discussione: La lentezza dell’instaurarsi del Regno di Dio.

  1. #61
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Era un esempio, anche perché dio calza a pennello in quanto ad assoluto. Quanto all'autorità, è nelle definizioni del dizionario e puoi avere fede anche in pinco pallino che dice che i neri sono inferiori, senza un riscontro esistente.

    Il dubbio del credente in una divinità e ti pone però in una situazione meno elastica, genericamente parlando.
    Se sei cattolico ad esempio e cominci a titubare, a rimettere in discussione qualcosa, che sia dio o certe sue caratteristiche, dogmi, precetti...'nzomma...
    Il pacchetto lo vedo poco discutibile.

    Poi illustra pure meglio.
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  2. #62
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    Era un esempio, anche perché dio calza a pennello in quanto ad assoluto.
    non ho capito; prova a riformulare in termini categorici, come legge, individuando categorie inclusive ed esclusive; vedrai che la cosa non ha senso;

    Quanto all'autorità, è nelle definizioni del dizionario e puoi avere fede anche in pinco pallino che dice che i neri sono inferiori, senza un riscontro esistente.
    definizione di che ? non c'è alcuna correlazione necessaria tra fede ed obbedienza ad una determinata autorità; è come dire che se uno è convinto del necessario rispetto della legge lo faccia per incondizionata soggezione all'autorità, senza eccezioni o facoltà di obiettare; oramai, questa cosa non c'è più nemmeno nella chiesa cattolica, anche se formulata in modo ambiguo;

    Il dubbio del credente in una divinità e ti pone però in una situazione meno elastica, genericamente parlando.
    Se sei cattolico ad esempio e cominci a titubare, a rimettere in discussione qualcosa, che sia dio o certe sue caratteristiche, dogmi, precetti...'nzomma...
    Il pacchetto lo vedo poco discutibile.

    Poi illustra pure meglio.
    hmmm... no; il dubbio è essenziale per il valore della fede stessa, per una questione meramente strutturalistica del pensiero: senza opzione dubitativa non avrebbe alcun senso la nozione stessa di fede, che deve contemplare e rapportarsi esattamente all'ipotesi opposta come più verosimile;
    se argomenti così, resti nella logica clericale, senza nemmeno accorgertene; ti pare di affermare confutazioni mentre entri un vicolo cieco, e non te ne accorgi solo perché gli interlocutori non hanno la preparazione per fartelo notare.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #63
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    Per quanto riguarda dio, se hai fede sei convinto davvero che esista, così come ciò che avrebbe rivelato e ciò che è indimostrabile come la trinità o l'incarnazione. Come virtù teologale è appunto credere a dio in ciò che dice, compresa la chiesa poiché è verità. Da cui poi dovrebbe scaturire il fare la,volontà di dio e della chiesa. Se sei incerto più che fede direi che si tratta di altro. Correggimi se sbaglio.

    Io non ho parlato di obbedienza o soggezione, ho solo detto una definizione sintetica,che trovi pure nel dizionario, credere all'autorità altrui. Boh, ci può stare tutto, dal credere ai rettiliani, ai neri inferiori, al fare un'azione vera e propria perché lo dice pinco pallino e viene ritenuto appunto autorevole.

    Ma poi il dubbio te lo devi levare o no? Se rimetti in discussione qualcosa, hai sempre fede? Sei sempre cattolico, protestante, cristiano, musulmano...?
    Quanto è negoziabile il contenuto della religione o di una dottrina?
    Non sto dicendo che i credenti non hanno dubbi o il dubbio non faccia parte del processo mentale, ma quanto te li puoi permettere e senza incorrere in errori.
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  4. #64
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    Per quanto riguarda dio, se hai fede sei convinto davvero che esista,
    certo, ma si tratta, appunto, di fede, che è una categoria distinta dalla superstizione; la fede riguarda qualcosa di indimostrabile per definizione, come la creazione intelligente; anche l'ateismo in senso stretto è fede, perché postula qualcosa di indimostrabile, credendolo vero; diversa è la confutazione degli argomenti che il credente può addurre a pretesa riprova della stessa creazione intelligente, che possono essere smontati, ma certamente non dimostrare l'inesistenza di un dio;

    così come ciò che avrebbe rivelato e ciò che è indimostrabile come la trinità o l'incarnazione. Come virtù teologale è appunto credere a dio in ciò che dice, compresa la chiesa poiché è verità. Da cui poi dovrebbe scaturire il fare la,volontà di dio e della chiesa.
    aridalli... questa è la configurazione del cattolicesimo, che è un'eccezione, non rappresenta certo "la religione" come categoria concettuale; e le altre fedi e religioni ? è come se tu conoscessi i leoni ed estendessi a tutti i felini quel prototipo giudicando come pazza e incosciente matta una persona che tiene tre micini in casa

    Se sei incerto più che fede direi che si tratta di altro. Correggimi se sbaglio.
    sbagli, proprio perché la fede per definizione investe una nozione impossibile da verificare, la cui incertezza costitutiva è un tratto essenziale; non avrebbe alcun senso la fede in qualcosa di accertabile, anche in prospettiva;

    Io non ho parlato di obbedienza o soggezione, ho solo detto una definizione sintetica,che trovi pure nel dizionario, credere all'autorità altrui. Boh, ci può stare tutto, dal credere ai rettiliani, ai neri inferiori, al fare un'azione vera e propria perché lo dice pinco pallino e viene ritenuto appunto autorevole.

    Ma poi il dubbio te lo devi levare o no? Se rimetti in discussione qualcosa, hai sempre fede? Sei sempre cattolico, protestante, cristiano, musulmano...?
    Quanto è negoziabile il contenuto della religione o di una dottrina?
    in teoria, non c'è limite, Cattolicesimo escluso, proprio perché nell'articolo di fede pesa la soggezione - abbastanza annacquata, ma c'è - ad un'autorità;
    in tutte le altre grandi religioni non esiste qualcuno che possa escludere rielaborazioni di qualsiasi tipo; le classificazioni si fanno per comodità e descrittività storica, e allora stabilisci che un cristiano sia quello che crede nella natura divina e resurrezione di Gesù, perché le relative chiese sottoscrivono il principio;

    ma lo scarto dottrinario storico tra chiese è talmente rilevante - e su questioni essenziali - che non sarebbe affatto inverosimile una chiesa cristiana che postulasse altro e fosse talmente popolare da imporsi come parte del credo;

    Non sto dicendo che i credenti non hanno dubbi o il dubbio non faccia parte del processo mentale, ma quanto te li puoi permettere e senza incorrere in errori.
    errori rispetto a cosa ? un eretico che fondi una chiesa nuova è in errore per quella vecchia; ma non è che lo puoi escludere dalla categoria "fede";

    ripeto: il Cattolicesimo è un'eccezione, perché si tratta di un club che ha ancora una parvenza di regola eteronoma di appartenenza, per cui il fedele galleggia in uno status di ambiguità che dipende dall'espressione esplicita del dissenso; cioè, l'autorità non esclude mai del tutto, e se scomunica è solo previa esplicita manifestazione del rigetto dell'autorità come facoltà di principio; ma nelle altre fedi e confessioni non c'è nessuno che possa negare l'autodeterminazione del fedele come appartenente ad una fede, se non come mera opinione.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #65
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    Axe secondo me ogni tanto parti e su esempi che l'interlocutore fa, tu ci costruisci intenzioni e castelli. Magari colpa mia o di chi altro scrive che non mette tutti i puntini sulle i o tutte le specificazioni del caso e dà adito a fraintendimenti.

    Non ho capito del tutto il mio errore sulla fede. Chiaro che se hai fede in qualcosa di inaccertabile non puoi accertarlo, ma sei sicuro che c'è o che e sia giusto ecc...e la fede è convinzione. Nel momento che i dubbi ci sono, la sicurezza manca, possiamo sempre parlare esattamente di fede?

    Per gli errori era inteso ed implicito a monte un sistema di riferimento giudicante , es. per il cattolico la chiesa che ti dice dov'è lo sbaglio.
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  6. #66
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    Axe secondo me ogni tanto parti e su esempi che l'interlocutore fa, tu ci costruisci intenzioni e castelli. Magari colpa mia o di chi altro scrive che non mette tutti i puntini sulle i o tutte le specificazioni del caso e dà adito a fraintendimenti.
    non sono puntini sulle "i", ma fraintendimenti concettuali essenziali per l'argomento; hai sballato completamente tutte le categorie concettuali cui ti riferisci, fede, religione, dottrina, e le relative relazioni funzionali col soggetto;

    ripeto: prova a formulare ciò che intendi in termini categorici - la fede, la religione, ecc... è questo, ed esclude quest'altro... - e vedrai chiaramente dov'è l'errore;

    Non ho capito del tutto il mio errore sulla fede. Chiaro che se hai fede in qualcosa di inaccertabile non puoi accertarlo
    si può avere propriamente fede solo su qualcosa di inaccertabile per definizione;

    , ma sei sicuro che c'è
    no, appunto; qui fraintendi, forse per l'atteggiamento del credente che si dice "sicuro"; la fede, proprio perché riguarda l'inaccertabile, esclude ciò che propriamente si può ritenere "sicuro", altrimenti non avrebbe senso il termine stesso di fede; è una sicurezza retorica, poiché la fede stessa non sarebbe necessaria senza il dubbio;

    o che e sia giusto ecc...e la fede è convinzione.
    il "giusto" è un'asserzione autoritativa di valore, che può appoggiarsi sulla fede, come può non farlo; se tu ritieni indesiderabile una tortura gratuita su un animale non c'è un motivo di utilità particolare a spiegare questo tuo valore; mettendo da parte il fatto che ora c'è una legge, se io volessi infliggere una tortura ad un gatto, senza che nessuno mi veda o ne sia turbato, perché mai non dovrei ?
    Nel momento che i dubbi ci sono, la sicurezza manca, possiamo sempre parlare esattamente di fede?
    certo; è solo in quel momento che c'è la fede, a prescindere dal fatto che il dubbio sia o meno manifesto; se si potesse escludere il dubbio, non ci sarebbe alcuna necessità della fede;

    Per gli errori era inteso ed implicito a monte un sistema di riferimento giudicante , es. per il cattolico la chiesa che ti dice dov'è lo sbaglio.
    a parte il fatto che il sistema Chiesa cattolica è molto complesso e diverso da quello che sembri credere, nel senso che, se all'autorità l'autorità si deve obbedienza, il giudizio definitivo non è di sua pertinenza, malgrado le scomuniche, ecc... tutto il resto è infinitamente più sfumato e rimesso al sentimento personale di valutazione, anche nell'ambito di religioni istituzionalizzate; anche se ci sono dottrina e precettistica, non c'è un sistema che si attribuisce la facoltà di escludere il dissidente o l'eretico; cioè, io potrei definirmi cristiano evangelico, ebreo, oppure musulmano, mangiare maiale e bere alcol, non pregare, postulare tesi bizzarre, ecc... ma nessuna autorità se non me stesso avrebbe comunque facoltà di eradicare la mia identità religiosa come io la definisco;
    persino la Chiesa cattolica è mantiene una sorta di ambiguità sulla cosa, perché se ti scomunica, tu chiedi lo "sbattezzo", per loro resti comunque cattolica, in una sorta di limbo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #67
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    Axe tu per ogni volta che qualcuno scrive mezza riga pretenderesti un trattato intero, il dialogo sui massimi sistemi del mondo, l'elenco di tutte le casistiche e le eccezioni

    Il contenuto della fede non si può dimostrare, ma chi ha fede, nonostante l' indimostrabilità, l'inaccertabilità, non può avere dubbi, in teoria...ed in pratica nella migliore delle ipotesi. Dovrebbe avere dentro di sé la convinzione che ciò che crede c'è o sia giusto, indipenfentemente dal fatto di non poterlo dimostrare. Sbaglio?
    Chi non fosse sicuro dell'esistenza di dio o cominciasse a vacillare, tanto per restare su questo esempio, avrebbe fede? Dubbio ed inaccertabilità non sono sinonimi. Può essere la seconda a far venire al limite dei dubbi.
    Nella realtà dei fatti insicurezze e dubbi faranno parte del bagaglio.

    Che poi la chiesa sia più articolata ok, ho fatto prima solo un banale esempio alla tua domanda su chi o cosa giudica errore.

    Poi per quanto rifrulla in testa ad ognuno ti potresti anche credere Gesù
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  8. #68
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    Axe tu per ogni volta che qualcuno scrive mezza riga pretenderesti un trattato intero, il dialogo sui massimi sistemi del mondo, l'elenco di tutte le casistiche e le eccezioni
    eh... se hai la pretesa di liquidare in due righe proprio i massimi sistemi, ci sta; peraltro, io ho scritto poche righe, in cui ripeto cose che avevo già scritto, abbastanza elementari e facili, che puoi verificare senza sforzo tu stessa;

    Il contenuto della fede non si può dimostrare, ma chi ha fede, nonostante l' indimostrabilità, l'inaccertabilità, non può avere dubbi, in teoria...ed in pratica nella migliore delle ipotesi. Dovrebbe avere dentro di sé la convinzione che ciò che crede c'è o sia giusto, indipenfentemente dal fatto di non poterlo dimostrare. Sbaglio?
    Chi non fosse sicuro dell'esistenza di dio o cominciasse a vacillare, tanto per restare su questo esempio, avrebbe fede? Dubbio ed inaccertabilità non sono sinonimi. Può essere la seconda a far venire al limite dei dubbi.
    Nella realtà dei fatti insicurezze e dubbi faranno parte del bagaglio.
    la fede è il sentimento di chi ritiene possibile una cosa razionalmente alquanto improbabile - che suscita, appunto, fondati dubbi - e non si arrende; se tu vai in aeroporto diverse ore in anticipo, non ti appoggi sulla fede; se la sveglia non suona e sei in ritardo, benché sui viali sai esserci traffico e ad un certo punto chiudano gli imbarchi, provi lo stesso, invece di rinunciare; nella tua mente predisponi uno scenario positivo; molte persone fanno cose volendo ignorare ciò che la razionalità ritiene sforzi destinati ad essere vani; vedi Hawking;
    se l'oggetto di fede non fosse più che dubbio, non avrebbe alcun senso quel sentimento; e tanto più la circostanza è dubbia, tanto maggiore sarà la fede di chi la crede possibile;

    Poi per quanto rifrulla in testa ad ognuno ti potresti anche credere Gesù
    con me sfondi una porta aperta, dato che non credo in dii antropomorfi, nella vita eterna e, fondamentalmente, in niente di ciò che vi si apparenta normalmente agganciandolo a circostanze soprannaturali o indimostrabili, ecc...

    ma la tua pretesa di far coincidere la fede alla superstizione è filosoficamente pisserina, triviale; ora, alcuni credenti possono esprimere idee ingenue o confuse, contraddittorie; ma, in via ordinaria, i relativi sistemi di idee non sono affatto così ingenui come li racconta un credente poco avvertito; cioè, non è che un credente sia necessariamente un troglodita superstizioso; a volte lo è; ma spesso lo è anche chi pensi di confutare con argomenti altrettanto ingenui, stile anni '50.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #69
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    Dove o dove ho detto che avrei liquidato qualcosa in due righe e dove avrei detto esplicitamente di fede e superstizione che coincidono? Ho fatto esempi ma come casi.

    Da una definizione sintetica di fede e speranza e qualche discorso successivo tu hai dedotto intenzioni, pensieri o idee che io avrei, implicite o esplicite.

    La fede sarà anche riporre possibilità in qualcosa di improbabile e non arrendersi e può essere una parte del fenomeno fede. In ambito religioso, non so quanto possa reggere, nel cattolicesimo non dovresti in teoria avere "fondati dubbi" sulla trinità o la resurrezione, perché per quanto indimostrabili, improbabili, sarebbero fatti, verità incontrovertibili e ci dovresti credere davvero con sicurezza. Almeno questa dovrebbe essere la meta della fede da quel che ho recepito io.
    Nella realtà avverrà che nelle teste della gente ci sia più ciò che dici tu, si persevera nella credenza verso eventi particolari e circostanze dubbie, con in più qualche paura ed insicurezza.





    La t
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  10. #70
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    Beh, alla fine un regno di dio e' un assetto sociale ideale dove non si pongono vili problemi quali vitto, alloggio e autorealizzazione.
    Tanto i puri spiriti senza necessita' fisiche un assetto lo trovano.
    Salvo i soliti cospiratori che anche li ci dicono non mancanno a seminare fake news

  11. #71
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    Dove o dove ho detto che avrei liquidato qualcosa in due righe e dove avrei detto esplicitamente di fede e superstizione che coincidono? Ho fatto esempi ma come casi.

    Da una definizione sintetica di fede e speranza e qualche discorso successivo tu hai dedotto intenzioni, pensieri o idee che io avrei, implicite o esplicite.
    si evince facilmente; potrei andare a mettere a sistema tante cose che scrivi, e sarebbe faticoso;

    La fede sarà anche riporre possibilità in qualcosa di improbabile e non arrendersi e può essere una parte del fenomeno fede. In ambito religioso, non so quanto possa reggere, nel cattolicesimo non dovresti in teoria avere "fondati dubbi" sulla trinità o la resurrezione, perché per quanto indimostrabili, improbabili, sarebbero fatti, verità incontrovertibili e ci dovresti credere davvero con sicurezza. Almeno questa dovrebbe essere la meta della fede da quel che ho recepito io.
    Nella realtà avverrà che nelle teste della gente ci sia più ciò che dici tu, si persevera nella credenza verso eventi particolari e circostanze dubbie, con in più qualche paura ed insicurezza.
    appunto, tu hai recepito una vulgata di religiosità "bassa", che è un po' una parodia, per come vengono declinati i concetti, anche da chi ci crede;
    tuttavia, le questioni in ballo quando si parla di queste cose sono infinitamente più complesse, e spesso paradossali, data la natura dell'argomento;

    non è che quattro frasi si può fare strame di 30 secoli di filosofia; cioè, se lo fa una persona priva della capacità critica, me ne faccio una ragione; se lo fa una persona che si pone come raziocinante e dotata di cultura del metodo, un po' meno.
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #72
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quindi, un fattore di degrado primario sarebbe la crescita demografica; ché, ecologisti quanto ti pare, ma prima o poi è quella che condizione la vita sul pianeta in modo squilibrato, per circostanze materiali, non morali;

    :
    Certo, ma la crescita demografica ha avuto come stile prima il nazionalismo e poi l'imperialismo, con annessi e connessi di cui uno è la religione in forma singola come religione nazionale poi come religione in forma democratica e plurale ma con dietro sempre l'autorità civile.
    Noi italiani siamo più liberi degli altri stati europei perché non si sa cosa vogliamo, noi gente comune, ma la gente che tira le fila e fattelo dire da uno che ha avuto i bisnonni nello Stato Pontificio, non sono più fila religiose ma laiche. Certo la religione può fare opinione o mucchio quando è selvaggio, ma oggi, caro axe, non si decide più secondo Dio a meno che non ci sia un pericolo, allora c'è bisogno del diverso.
    E' per questo che Gesù non può essere schierato dalla parte delle chiese che pur perseguitate hanno perseguitato e che creano nemici. Gesù invitava a ragionare e capire bene qual'era veramente il nostro nemico.
    Comunque, e questa è cattiva, gli organi internazionali hanno cominciato a contare i morti di fame, e se i morti di fame sono superiori a quelli che nascono in famiglie benestanti 1) il pericolo demografico si allontana; 2) muoiono i cosiddetti inutili o potenziali rivoluzionari e nascono figli già inquadrati e cicciottelli pronti per la società dei consumi.
    Ringrazio Dio che non sono mai diventato un potente con tanta responsabilità, altrimenti avrei ragionato come sopra.
    Ultima modifica di crepuscolo; 22-03-2018 alle 22:22

  13. #73
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Certo, ma la crescita demografica ha avuto come stile prima il nazionalismo e poi l'imperialismo, con annessi e connessi di cui uno è la religione in forma singola come religione nazionale poi come religione in forma democratica e plurale ma con dietro sempre l'autorità civile.
    questa è un'invenzione tua; la crescita demografica si impenna negli ultimi 50 anni, e nazionalismo, imperialismo e religione non c'entrano; è un fenomeno che storicamente dipende da una certa fase della ricchezza, quella agricola; la tendenza si riduce con la ricchezza maggiore e i consumi da ceto medio, cioè con una maggior speranza di emancipazione;
    nel 1967 in Cina sono morte di fame 11 milioni di persone; oggi sarebbe impensabile;

    Noi italiani siamo più liberi degli altri stati europei perché non si sa cosa vogliamo, noi gente comune, ma la gente che tira le fila e fattelo dire da uno che ha avuto i bisnonni nello Stato Pontificio, non sono più fila religiose ma laiche. Certo la religione può fare opinione o mucchio quando è selvaggio, ma oggi, caro axe, non si decide più secondo Dio a meno che non ci sia un pericolo, allora c'è bisogno del diverso.
    E' per questo che Gesù non può essere schierato dalla parte delle chiese che pur perseguitate hanno perseguitato e che creano nemici. Gesù invitava a ragionare e capire bene qual'era veramente il nostro nemico.
    Comunque, e questa è cattiva, gli organi internazionali hanno cominciato a contare i morti di fame, e se i morti di fame sono superiori a quelli che nascono in famiglie benestanti 1) il pericolo demografico si allontana; 2) muoiono i cosiddetti inutili o potenziali rivoluzionari e nascono figli già inquadrati e cicciottelli pronti per la società dei consumi.
    Ringrazio Dio che non sono mai diventato un potente con tanta responsabilità, altrimenti avrei ragionato come sopra.
    non ho capito il senso del tuo discorso;
    se si vuole giudicare il degrado del mondo, servono i dati, sul reddito, le aspettative di vita, la libertà, l'istruzione; con le impressioni personali si va poco lontano;

    a me pare che se proprio ci si deve preoccupare di un dato pericoloso si deve guardare alla crescita demografica, perché questa induce inevitabilmente conflitti per le risorse, acqua prima di tutte, e il difficile controllo sul consumo di quelle non rigenerabili.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #74
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    questa è un'invenzione tua; la crescita demografica si impenna negli ultimi 50 anni, e nazionalismo, imperialismo e religione non c'entrano
    Me sarò pure sbaiato.
    La mia era un'ipotesi maturata l'altro giorno quando ho sentito in Tv un lungo e dettagliato elenco con numeri ed un di cui riferito ai bambini di morti per fame, malnutrizione, malattie, guerre, sete per aridità, deforestazione, inquinamento, ecc. Allora mi chiedevo come possa succedere e chi può decidere una cosa del genere visto che esistono le Nazioni Unite.
    Quello che non ho capito è se sulla crescita dovuta alle nascite meno le morti saranno state considerate quelle morti che naturali non sono, ah, mi sono dimenticato i virus e le pandemie
    Forse diciamo la stessa cosa in due teste diverse
    Ultima modifica di crepuscolo; 22-03-2018 alle 23:18

  15. #75
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Me sarò pure sbaiato.
    La mia era un'ipotesi maturata l'altro giorno quando ho sentito in Tv un lungo e dettagliato elenco con numeri ed un di cui riferito ai bambini di morti per fame, malnutrizione, malattie, guerre, sete per aridità, deforestazione, inquinamento, ecc. Allora mi chiedevo come possa succedere e chi può decidere una cosa del genere visto che esistono le Nazioni Unite.
    Quello che non ho capito è se sulla crescita dovuta alle nascite meno le morti saranno state considerate quelle morti che naturali non sono, ah, mi sono dimenticato i virus e le pandemie
    le malattie contagiose sono più virulente e statisticamente probabili man mano che la popolazione aumenta;
    per il resto, non capisco il senso;
    ti basta confrontare i dati di 50 anni fa con quelli di oggi e vedere se un bambino che nasce in India o in Brasile o in Mongolia oggi ha più reddito, possibilità di cure, istruzione, maggiore aspettativa di vita, ecc... o un adulto dello stesso paese, anche quanto a libertà, rischio di essere vittima di guerra, ecc...

    il dato incontrovertibile però è che sullo stesso pianeta un conto è sfamare 3 mld, un conto 7, un altro ancora 15, dato che le risorse sono limitate; e, per ora, 4/5 delle persone consumano solo una frazione dello standard occidentale, e inquinano di meno; quindi, posto il limite delle risorse, o si postula estrema povertà per tutti, o imponente decrescita demografica; altrimenti, ci penserà la natura, o le guerre; ma la causa è che siamo troppi.
    c'� del lardo in Garfagnana

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