Sapete che domani andrete in contro alla morte, non avete nessuna possibilità di scamparla, se fosse vero, come passeresti gli ultimi momenti della tua vita ?
Sapete che domani andrete in contro alla morte, non avete nessuna possibilità di scamparla, se fosse vero, come passeresti gli ultimi momenti della tua vita ?
Con la mia famiglia, riservando una mezz'oretta a un Notaio per non lasciare troppi casini
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Con le persone che amo, senza alcun dubbio.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
io non riesco concepirla la morte , eppure l'ho sfiorata un paio di volte e mi sono visto "dall'esterno" , sto cercando di mettermi nei panni di un amico che è ricoverato come malato terminale in una clinica e provo capire il suo stato d'animo
Niente moglie, niente genitori (ovviamente, vista la mia età), niente figli, niente fratelli o sorelle (a meno che non consideriate un fratellastro che non vedo e non sento dalla morte di mio padre avvenuta nel 1984).
Ho solo due nipoti figli del fratello di mia moglie, incontrati, più per caso, al suo funerale, e non sento e non vedo da allora... Insomma sono SOLO
E' vero, ho amici, amici quelli con la A maiuscola, quindi : trascorrerei con loro, in armonia, le mie ultime ore
P�nta rh�i h?s potam�s
arecata � il 2� nick-name di Blasel
Per me 24 ore sono pure troppe, sarebbe un imbarazzo per tutti. Mio bisnonno è morto tre mesi prima di compiere 90 anni, e un'ora prima stava mescolando la polenta. Capito che era arrivato il suo momento ha chiamato i suoi familiari, dicendo che stava per morire, si è steso sul letto circondato da tutti loro e se n'è andato sereno, con tanto di frammenti di proiettile in testa a ricordo della grande guerra, quando l'avevano già messo nel mucchio dei morti.
Ecco, io per me non pretendo tanto, oltretutto potrei tranquillamente non avere accanto nessuno. Mi accontento di andarmene senza disturbare, anche perché i giochi si fanno durante una vita intera, non certo nell'ultimo giorno.
Magari sarebbe il caso di scriversi il necrologio da soli in anticipo di un giorno, visto quel che è accaduto in America:
https://www.corriere.it/esteri/18_gi...580d0dac.shtml
Mi faccio portare al mare.
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
Ventiquattro ore.
„Ventiquattro ore“.
Apro gli occhi e so che non è stato un sogno, non un sogno ordinario. Non è la prima volta.
Mi sollevo sul divano e la vecchia pendola in fondo al corridoio scandisce l’ora con sette rintocchi.
“Le sette”. Maria ha il turno del pomeriggio, non sarà a casa prima delle undici, ho un discreto margine.
Lo so, è una follia, ma ho ventiquattro ore e nessuna intenzione di vedere così svanita anche questa occasione per dare un senso alla mia vita.
Abbandono la macchina nel parcheggio dell’aeroporto e sono già allo sportello.
“Non questa sera, dovrà aspettare domani”.
Mi mostro gentile ma deciso. “Non posso aspettare fino a domani”.
Con un sorriso l’impiegata batte qualche minuto sulla tastatura del computer.
“Può salire sull’aereo per Milano, prendere il volo seguente per Roma e aspettare fino a domattina alle sette il suo aereo. Alle nove sarà a destinazione. Altre possibilità non ce ne sono”.
“Lo prendo”. Passo la carta di credito dall’altra parte del vetro, la riottengo con il biglietto.
Le ho mandato un messaggio su messenger, nessuna spiegazione. “Ti prego non farmi domande”.
All’aeroporto è lì. Un grosso punto di domanda negli occhi accompagnato da una lacrima.
“Dove andiamo?” le chiedo appena saliti sulla sua vecchia Ford.
“Al mare”. Non faccio domande, non mi rivolge domande.
Ferma la macchina in fondo a un vialetto di ghiaia, il tempo di aprire la porta e qualche persiana e siamo sul letto.
Ci spogliamo come due furie e ci amiamo disperatamente.
“Quanto resterai?”
“Per sempre”.
Ci accarezziamo e ci baciamo a lungo, ora senza fretta. Ci amiamo di nuovo, con movimenti lenti, studiati, intensi, pelle a pelle. Finalmente crolliamo esausti e appagati.
È il rumore di una macchina sul vialetto di ghiaia che mi sveglia.
Istintivamente guardo l’orologio, quattro minuti alle sette.
Cerco di esplorare mentalmente ogni parte del mio corpo. Il cuore batte regolarmente, nessuna difficoltà del respiro, nessun dolore al ventre. Sto bene. Tre minuti alle sette.
Mi metto a sedere sul letto. Lei apre gli occhi e mi guarda un po’ preoccupata. “Va tutto bene”, le segnalo con gli occhi. Appoggia il capo sulle mie gambe. Due minuti alle sette.
Sto pensando che la mia è stata una follia e che ora non potrò più tornare indietro, le accarezzo i capelli.
Un minuto alle sette, la porta della camera da letto si apre.
Riconosco nell’uomo che mi punta il fucile il marito di Alessandra e che conosco solo dalle foto del suo profilo sui social.
Un boato, il buio.
L’ultima cosa che sento sono i sette rintocchi dal campanile in fondo alla via.
K.K.
Aut hic aut nullubi
Bello.
Dovresti scrivere più spesso.