Originariamente Scritto da
axeUgene
temo di non saperlo spiegare troppo;
più che stare sulle balle, si teme la verità che si palesa, e che si tenta di rimuovere, se la cosa avviene tra due persone che si sono piaciute davvero;
ma sulle ricette, proprio non saprei;
anni fa ero più idealista/moralista, nel senso che pensavo ci si dovesse lasciare e perseguire altro;
ora ho - solo in parte - cambiato opinione; nel senso che trovo inevitabile un margine conservativo di scappatella discreta, che può relativizzare i problemi, oppure rendere palese la loro radicalità; si dovrebbe evitare il ristagno di insoddisfazione esistenziale, perché è un circolo vizioso venefico, una situazione da rana bollita;
quando capitò a me - ricordo che la mia bellissima suocera regalò a B della biancheria di pizzo nero, io insensibile - avevo accumulato un grandissimo stress che mi portava a non cercarla; non disamore per la persona, ma il grande disagio per una fortissima richiesta di attenzioni di tipo "infantile", che mi esasperava e spingeva ad un ruolo paterno, anziché di amante, a sovraccaricare la mia normale propensione al raziocinio; la cosa, a sua volta, indispettiva lei e la rendeva ostile; il tutto, sotto la supervisione del suo analista, che evidentemente le dava il permesso di liberarsi, giustamente;
nonostante non fossi scemo o ignaro, non ero emotivamente preparato per elaborare la cosa in tempo reale e cercare valvole di sfogo per dialogare; non tradire, ché non sarei stato capace; anche perché era lei ad essere rifiutata, o trascurata da me;
gli investimenti esistenziali e le circostanze materiali di solito sono talmente corposi da rendere veramente difficile sfuggire al destino della povera rana, e ci si adatta, si pensa ad altro; ma è significativo che tra due persone intime nessuna sia capace di porre la questione in modo diretto: ma perché non scopiamo più ?
se non per una paura fottuta, più o meno consapevole per quale motivo ?