Stamani, aprendo il giornale, in prima pagina spiccava la notizia della morte improvvisa di Fabrizio Frizzi, il presentatore, show-man della RAI che da 40 anni ha partecipato, condotto, interpretato vari ruoli. A differenza di certi personaggi televisivi odierni, era molto discreto, poco invadente ed aveva eternamente stampato un sorriso rassicurante.

Sul social network ho letto di molte persone che ne piangono la scomparsa come se fosse un facente parte della propria famiglia, anzi di più, un fratello sessantenne.

Con MySky registro sempre, in automatico, il Tg di RAI 1 delle 20, che poi guardo con comodo, magari prima di addormentarmi e proprio ieri sera la mia registrazione, che anticipa di 5 minuti l'orario previsto, è cominciata con il 'suo' saluto al termine del 'suo' programma "L'eredità", ed ha detto un radioso "A domani". Ecco la lapalissiana dimostrazione della caducità della nostra vita. So benissimo che quella trasmissione era registrata, magari 3-4 giorni fa, ma quel "A domani", ripensando alla prima mattinata di oggi, ha commosso anche me.