E’ che dietro le cose ci sei tu, Primavera,
che incominci a scrivere nell’umidità,
con dita di bambina giocherellona,
il delirante alfabeto del tempo che ritorna.
(Pablo Neruda)
Vincent Van Gogh, Ramo di mandorlo in fiore, 1890
E’ che dietro le cose ci sei tu, Primavera,
che incominci a scrivere nell’umidità,
con dita di bambina giocherellona,
il delirante alfabeto del tempo che ritorna.
(Pablo Neruda)
Vincent Van Gogh, Ramo di mandorlo in fiore, 1890
Chanson d'automne
Les sanglots longs
Des violons
De l'automne
Blessent mon coeur
D'une langueur
Monotone.
Tout suffocant
Et blême, quand
Sonne l'heure,
Je me souviens
Des jours anciens
Et je pleure
Et je m'en vais
Au vent mauvais
Qui m'emporte
Deçà, delà,
Pareil à la
Feuille morte.
Canzone d’autunno
I singhiozzi lunghi
dei violini
d’autunno
mi feriscono il cuore
con languore
monotono.
Ansimante
e smorto, quando
l’ora rintocca,
io mi ricordo
dei giorni antichi
e piango;
e me ne vado
nel vento ostile
che mi trascina
di qua e di là
come la foglia
morta.
Egon Schiele, Autunno domenica e alberi, 1912
Di Luglio
Quando su ci si butta lei,
Si fa d'un triste colore di rosa
Il bel fogliame.
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
E' furia che s'ostina, è l'implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
E' l'estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.
Giuseppe Ungaretti
Pieter Bruegel il Vecchio – The Harvesters, 1565
L’inverno del ’44 a Milano è stato il più mite che si sia avuto da un quarto di secolo; nebbia quasi mai, neve mai, pioggia non più da novembre e non una nuvola per mesi; tutto il giorno il sole. Spuntava il giorno e spuntava il sole; cadeva il giorno e se ne andava il sole.
Il libraio ambulante di Porta Venezia diceva: «Questo è l'inverno più mite che abbiamo avuto da un quarto di secolo. È dal 1908 che non avevamo un inverno così mite».
«Dal 1908?» diceva l'uomo del posteggio biciclette. «Allora non è un quarto di secolo. Sono trentasei anni».
«Bene» il libraio diceva. «Questo è l'inverno più mite che abbiamo avuto da trentasei anni. Dal 1908».
Egli aveva perduto il suo banco nei giorni della distruzione di agosto; aveva lasciato la città e non è ritornato a Porta Venezia che al principio di dicembre per poter vedere questo che vedeva: il più mite inverno di Milano dopo il 1908. Splendeva il sole sulle macerie del '43; splendeva ai Giardini, sugli alberi ignudi e sulle cancellate; ed era una mattina d'inverno, era gennaio.
Un uomo si fermò davanti al banco dei libri, portava una bicicletta per mano.
«Buongiorno» il libraio gli disse.
«Buongiorno».
«Che inverno, eh!».
«Che inverno è?».
«È l'inverno più mite che abbiamo avuto da un quarto di secolo».
Si avvicinò l’uomo del posteggio. «Da un quarto di secolo?», disse. «O dal 1908?».
«Dal 1908» disse il libraio.
«Dal 1908».
(Elio Vittorini, "Uomini e no")
Hendrick Avercamp, Winter Landscape with Ice Skaters, c. 1608
Amsterdam, Rijksmuseum
Giuseppe Arcimboldo: autunno, inverno, primavera, estate
21 marzo (G Rodari)
La prima rondine
venne iersera
a dirmi: “È prossima
la Primavera!
Ridon le primule
nel prato, gialle,
e ho visto, credimi,
già tre farfalle”.
Accarezzandola
così le ho detto:
“Sì è tempo, rondine,
vola sul tetto!
Ma perché agli uomini
ritorni in viso
come nei teneri
prati il sorriso
un’altra rondine
deve tornare
dal lungo esilio,
di là dal mare.
La Pace, o rondine,
che voli a sera!
Essa è per gli uomini
la primavera”.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
In un thread come questo, non poteva certo mancare la Primavera di Botticelli!
Non è una scrittrice, mi pare abbia solo una pagina Fb e forse un blog, però queste righe (che non condivido pienamente, io sono un po’ diversa) manifestano uno stato d'animo inerente le stagioni che chissà quanti sentono come proprio.
È che l'autunno non mi chiede niente.
Solo questo.
Mentre l'estate mi sta alle costole, sibilando alle mie orecchie: "Perché non sei al mare? Perché quest'inverno non sei andata in palestra, perché non hai rinunciato a quella pizza che ora staresti meglio in costume? Perché non ti diverti come gli altri? Perché non sei abbronzata? Perché non vai agli apericosi, lì, dove tutti ridono e hanno cose fighe da dirsi?
L'estate ti segue come se le avessi rubato qualcosa, la rivuole indietro.
L'autunno no.
Mi aspetta con pazienza, con la sua copertina di pile morbida, me la avvolge sulle spalle e mi fa un cenno come a dire: Lo so, lo so, stai tranquilla.
L'autunno non chiede niente. Non si gira inorridito quando indossi un pigiama che farebbe impallidire non dico Anne Wintour, ma persino la nonna di Anne Wintour, e inizi a leggere un buon libro. Se ne sta lì a soffiare vento e a far cadere foglie e tu puoi guardare fuori dalla finestra senza sentire di aver perso qualcosa.
Perché l'estate è questo che fa. Si annuncia con la sua luminosa spensieratezza e ti costringe, quando finisce, a fare i conti con ciò che è stato. Alle occasioni perse, alle giornate passate che non hanno prodotto niente. Ti guarda con un sopracciglio alzato e ti dice "Be' allora? Anche quest'anno niente?" masticando un chewing-gum di occasioni sprecate, con la sua bocca arroventata.
L'autunno apre le braccia, ti mostra il divano e sa che esiste un popolo che vive aspettando il suo arrivo. Un popolo che ha una bella scorta di libri, tisane a sufficienza, l'abbonamento a Netflix e che sorride quando piove.
Perché sa che con la pioggia c'è, qualche volta, in omaggio un arcobaleno.
Gabriella D. Jana
Ultima modifica di follemente; 05-10-2018 alle 11:00
Neppure io condivido, in realtà, sarà perché io amo l'estate, mentre l'autunno inizia a intristirmi, proiettandomi nell'abisso dell'inverno, che odio profondamente.
E per restare in tema di estate
Meriggiare pallido e assorto (E. Montale)
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’e’ tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
“Non è forse questo un vero giorno d’autunno ? Proprio la malinconia che amo – che rende la vita e la natura armoniose. Gli uccelli si consultano sulle loro migrazioni, gli alberi stanno freneticamente indossando le pallide tinte del decadimento, e cominciano a spargersi sulla terra, così che i passi di chiunque non possano disturbare il riposo della terra e dell’aria, mentre loro ci regalano un profumo che è un calmante per lo spirito inquieto. Delizioso autunno! La mia stessa anima si sposa con esso, e se fossi un uccello vorrei volare per la Terra in cerca degli autunni successivi” .
George Eliot
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Claude Monet, Il sentiero delle rose, Giardino di Giverny (1920-22)
Ultima modifica di follemente; 17-10-2018 alle 12:19
Vero.
Però io insisto con la stagione che stiamo vivendo.
Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo.
La rosa non è più nella città.
L'acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch'io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.
EMILY DICKINSON - L'estate è finita
La più bella poesia italiana sull'autunno.
Novembre
Gèmmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. È l'estate
fredda, dei morti.
Giovanni Pascoli
Ultima modifica di Tiberio; 17-10-2018 alle 18:14
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".
E la più famosa
San Martino
La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
Giosuè Carducci
Del mio pittore preferito
**********************
Autunno
Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d'agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti,
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie il sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.
Vincenzo Cardarelli
Ultima modifica di Tiberio; 17-10-2018 alle 18:08
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".
Inverno
Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.
Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andrà domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.
Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.
Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morirà domani
l'amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino.
La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.
Ma tu che stai, perché rimani?
Un altro inverno tornerà domani
cadrà altra neve a consolare i campi
cadrà altra neve sui camposanti.
Fabrizio De André
In realtà è una canzone ma io (nello specifico cantante) la considero poesia, come molti critici letterari (es. Fernanda Pivano)
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".