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Discussione: Un dramma (quasi) vittoriano

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Monia
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    Un dramma (quasi) vittoriano

    Se, come me, siete appassionati di libri gialli, probabilmente avrete letto qualcosa o avrete almeno sentito parlare di Anne Perry. Lei:



    Oggi ha 80 anni e vive, sola (anzi, con due gatti) in una bella casa non lontano da Inverness, in Scozia. Autrice di successo, ha scritto molti gialli storici, quasi tutti ambientati nell'Inghilterra vittoriana... ed è per questa ragione che ho deciso di leggere qualcosa di suo, per conoscerla meglio.
    Ho così scoperto che Anne Perry non è il suo vero nome; si chiama, in realtà, Juliet Hulme e nel suo passato di adolescente grava una condanna per omicidio.

    Nata da una famiglia agiata nel sud-est di Londra, Juliet – bambina riservata e cagionevole di salute (contrae la tubercolosi) – lascia l'Inghilterra all'età di 12 anni quando il padre, scienziato e noto matematico di Cambridge, viene nominato rettore del Canterbury University College a Christchurch, in Nuova Zelanda. Sono i primi anni Cinquanta quando Juliet Hulme conosce a scuola Pauline Parker, un'altra bambina di un anno più vecchia di lei, con la quale ha in comune la salute cagionevole: Pauline soffre, infatti, di osteomielite, che la lascerà zoppa per tutta la vita. A scuola non possono fare sport e guardano le altre ragazze che giocano, corrono, si divertono. La malattia le isola dagli altri e, contemporaneamente, le avvicina: Pauline e Julie fanno amicizia, diventano inseparabili, escludono gli altri e sognano un futuro brillante di attrici. All'inizio, benché socialmente e culturalmente distanti, i genitori delle ragazze incoraggiano il loro legame e Pauline e Juliet sono spesso l'una a casa dell'altra. Leggono, sognano, vivono in un mondo tutto loro, parlano un linguaggio segreto. Una bella amicizia, un grande affetto.


    Juliet Hulme (a destra) e Pauline Parker

    Il tempo passa e l'amicizia fra le due ragazze è sempre più forte... ossessiva, quasi. Inquietante. Il padre di Juliet è preoccupato e porta la figlia da uno psicologo; la diagnosi è una bomba per quei tempi, oltre al fatto che ha anche risvolti penali: omosessualità (ma la futura scrittrice negherà sempre questa circostanza). I genitori, di comune accordo, decidono così di separare le due amiche; ma, mentre pensano al modo, la situazione precipita: Juliet scopre sua madre a letto con un amante e questo fatto mette fine al matrimonio dei suoi genitori. Il padre di Juliet, Henry Hulme, decide che – dopo aver ufficializzato il divorzio – spedirà Juliet in Sud Africa da alcuni parenti: il clima favorevole farà bene ai polmoni della figlia e, soprattutto, la allontanerà da Pauline. Juliet però non vuole separarsi dall'amica: a divorzio avvenuto, le due ragazze intendono partire insieme per l'Inghilterra. Ad opporsi con forza a questo progetto è soprattutto la madre di Pauline, Honora Parker. Da qui nasce l'idea di ucciderla. E' Pauline a pensarci per prima e a coinvolgere l'amica... la quale, per non tradire la sua fiducia, accetta di aiutarla. Col pretesto di una passeggiata, portano Honora Parker in un luogo appartato e la uccidono spaccandole la testa a colpi di mattoni. Poi, fingono un'aggressione e corrono a chiamare aiuto, ma la verità non tarda a venire a galla...



    Le due ragazze evitano la pena di morte grazie alla loro giovane età e per la stessa ragione vengono condannate ad una pena lieve: 5 anni di reclusione, con la clausola di non incontrarsi mai più, per tutta la vita. Pauline viene rinchiusa nel carcere minorile di Arohata, Julet in quello durissimo di Mt.Eden, insieme ai condannati a morte. Quando escono, Pauline scompare dalla scena e di lei non si saprà più nulla per lunghissimo tempo, mentre Juliet si ricongiunge a sua madre in Inghilterra, assumendo il nuovo cognome di Perry, dal nuovo marito di quest’ultima, Walter Perry. Per un certo periodo lavora come segretaria, poi emigra a San Francisco, si converte alla religione mormone e a questo punto di lei si perdono le tracce.

    Ricompare in Inghilterra parecchi anni dopo con il nome di Anne Perry e comincia a scrivere libri gialli ambientati in epoca vittoriana. Ottiene un grande successo di critica e di pubblico, ma nessuno ancora sa di quella macchia nel suo passato. Finché, nel 1994, esce il film neozelandese Heavenly Creatures con Kate Winslet nei panni di Pauline. Scoprire che fine hanno fatto le due amiche diventa allora un imperativo per i giornalisti, che alla fine arrivano alla verità: la famosa scrittrice Anne Perry è in realtà Juliet Hulme, mentre la pacifica e pia insegnante di equitazione, Hilary Nathan, non è altri che Pauline Parker sotto mentite spoglie. Anche lei vive in Inghilterra... e, nonostante queste rivelazioni, le due donne non si sono mai più incontrate.


    Ultima modifica di Monia; 08-04-2018 alle 17:03

  2. #2
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Wow, che storia pazzesca! Ora mi è venuta voglia di leggere qualcosa di Anne Perry!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #3
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    Doppio brivido quando la leggi

  4. #4
    abstract L'avatar di Yele
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    che storia !

  5. #5
    Opinionista L'avatar di Monia
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    Wow, che storia pazzesca! Ora mi è venuta voglia di leggere qualcosa di Anne Perry!
    Davvero... anch'io, quando l'ho scoperta, sono rimasta senza parole. E mi sono subito chiesta se la scelta di diventare scrittrice abbia qualche attinenza psicologica col suo vissuto passato: un modo per esorcizzarlo, confinandolo in una dimensione quasi di fiction. Infatti, questa storia potrebbe benissimo essere la trama di un romanzo giallo, se non fosse drammaticamente vera. Il delitto commesso dalle due adolescenti fece moltissimo scalpore sulla stampa dell'epoca, sia in Nuova Zelanda che in Europa... e se ne parlò per molti mesi, anche a condanna avvenuta.

    Se poi ti è venuta davvero voglia di leggere qualcosa di Anne Perry, ti consiglio il suo primo giallo, quello che ne ha anche decretato il successo come scrittrice: "Il boia di Cater Street", del 1979. E' ambientato, come molti suoi romanzi, nella Londra vittoriana di Jack lo Squartatore e di Sherlock Holmes... quindi, abbondanza di nebbia e di atmosfere brumose, di segreti inconfessabili e di perbenismo di facciata. La Perry è bravissima nell'indagine psicologica dei suoi personaggi. All'inizio li inquadra nel loro ambiente: fanciulle di buona famiglia ma determinate e volitive, vecchie nonne petulanti, gentiluomini compiti e affascinanti... poi, man mano che la narrazione procede, cade questa maschera di perbenismo e le atmosfere diventano sempre più ipocrite, cupe, minacciose.

    Se ti piace il genere, è una lettura che ti divertirà.

  6. #6
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Non sono proprio un’appassionata di gialli, anche se ne ho letti parecchi, e non conoscevo quest’autrice dalla storia torbida e interessante.

    Volevo giustappunto chiederti un consiglio di lettura, ma mi hai preceduto...
    Ultima modifica di follemente; 08-04-2018 alle 18:19

  7. #7
    I delinquenti che scrivono con successo non sono poi mica così rari.
    - Liu Yongbiao, autore di best seller noir diventato celebre in Cina nel 2005 con il romanzo "Un film", è stato arrestato l'anno scorso per aver uccise quattro persone a scopo di rapina ventidue anni prima. In uno dei suoi romanzi, "Il colpevole segreto", fece quasi coming out, raccontando di una scrittrice "serial killer".
    - Lo scrittore danese Richard Klinkhamer, quando sua moglie sparì da casa, scrisse un libro sui sette modi con cui avrebbe potuto uccidere sua moglie: uno di questi era probabilmente una confessione in piena regola, ma la polizia non riuscì a trovare il cadavere della moglie e prove sufficienti a incastrarlo.
    Tuttavia, alcuni anni dopo, messa in vendita la sua casa, a incastrarlo furono i lavori di ristrutturazione dei nuovi proprietari (i quali avevano certamente un gatto nero) che demolirono il muro che conteneva il cadavere della moglie.
    - Anche il nostro terrorista pluriomicida Cesare Battisti si è fatto un buon nome come autore di noir in Francia;
    - in America Caryl Chessmann scrisse quattro romanzi e un racconto nel braccio della morte a San Quintino prima di avere la carriera letteraria interrotta dalla sedia elettrica.

    Evidentemente l'immoralità degli scrittori non incide sulla qualità degli scritti; e allo stesso modo, peggio di uno romanzo immorale, come disse Oscar Wilde durante il suo disgraziato processo, c'è solo un romanzo scritto male.

    Carson: You are of opinion, I believe, that there is no such thing as an immoral book?
    Wilde: Yes.
    Carson: May I take it that you think "The Priest and the Acolyte" was not immoral?
    Wilde: It was worse; it was badly written.

  8. #8
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Citazione Originariamente Scritto da Kurono Toriga Visualizza Messaggio
    I delinquenti che scrivono con successo non sono poi mica così rari.
    - Liu Yongbiao, autore di best seller noir diventato celebre in Cina nel 2005 con il romanzo "Un film", è stato arrestato l'anno scorso per aver uccise quattro persone a scopo di rapina ventidue anni prima. In uno dei suoi romanzi, "Il colpevole segreto", fece quasi coming out, raccontando di una scrittrice "serial killer".
    - Lo scrittore danese Richard Klinkhamer, quando sua moglie sparì da casa, scrisse un libro sui sette modi con cui avrebbe potuto uccidere sua moglie: uno di questi era probabilmente una confessione in piena regola, ma la polizia non riuscì a trovare il cadavere della moglie e prove sufficienti a incastrarlo.
    Tuttavia, alcuni anni dopo, messa in vendita la sua casa, a incastrarlo furono i lavori di ristrutturazione dei nuovi proprietari (i quali avevano certamente un gatto nero) che demolirono il muro che conteneva il cadavere della moglie.
    - Anche il nostro terrorista pluriomicida Cesare Battisti si è fatto un buon nome come autore di noir in Francia;
    - in America Caryl Chessmann scrisse quattro romanzi e un racconto nel braccio della morte a San Quintino prima di avere la carriera letteraria interrotta dalla sedia elettrica.

    Evidentemente l'immoralità degli scrittori non incide sulla qualità degli scritti; e allo stesso modo, peggio di uno romanzo immorale, come disse Oscar Wilde durante il suo disgraziato processo, c'è solo un romanzo scritto male.

    Carson: You are of opinion, I believe, that there is no such thing as an immoral book?
    Wilde: Yes.
    Carson: May I take it that you think "The Priest and the Acolyte" was not immoral?
    Wilde: It was worse; it was badly written.

    Lo scrive, diversamente, nella prefazione di The Picture of Dorian Gray.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  9. #9
    Opinionista L'avatar di Monia
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    Citazione Originariamente Scritto da Kurono Toriga Visualizza Messaggio
    I delinquenti che scrivono con successo non sono poi mica così rari.
    - Liu Yongbiao, autore di best seller noir diventato celebre in Cina nel 2005 con il romanzo "Un film", è stato arrestato l'anno scorso per aver uccise quattro persone a scopo di rapina ventidue anni prima. In uno dei suoi romanzi, "Il colpevole segreto", fece quasi coming out, raccontando di una scrittrice "serial killer".
    - Lo scrittore danese Richard Klinkhamer, quando sua moglie sparì da casa, scrisse un libro sui sette modi con cui avrebbe potuto uccidere sua moglie: uno di questi era probabilmente una confessione in piena regola, ma la polizia non riuscì a trovare il cadavere della moglie e prove sufficienti a incastrarlo.
    Tuttavia, alcuni anni dopo, messa in vendita la sua casa, a incastrarlo furono i lavori di ristrutturazione dei nuovi proprietari (i quali avevano certamente un gatto nero) che demolirono il muro che conteneva il cadavere della moglie.
    - Anche il nostro terrorista pluriomicida Cesare Battisti si è fatto un buon nome come autore di noir in Francia;
    - in America Caryl Chessmann scrisse quattro romanzi e un racconto nel braccio della morte a San Quintino prima di avere la carriera letteraria interrotta dalla sedia elettrica.
    L'omicidio, a quanto pare, paga...
    Questo tuo post mi ha fatto venire in mente la vita turbolenta di due "poeti maledetti" (in senso letterario, ma non solo): Paul Verlaine e Arthur Rimbaud.
    E' noto che Verlaine lasciò moglie e figlio dopo aver conosciuto Rimbaud (che, all'epoca era un bellissimo diciassettenne), col quale iniziò una relazione omosessuale fatta di sesso, alcool, droga, ma soprattutto liti furibonde.


    Arthur Rimbaud nel 1872, a 18 anni


    Proprio durante una di queste liti e al culmine di un'ubriacatura, Verlaine spara due colpi di pistola a Rimbaud; ma, essendo ubriaco fradicio, per fortuna sbaglia mira e lo ferisce ad un polso. Benché Rimbaud decida di non denunciarlo, Verlaine finisce ugualmente in prigione con l'accusa di sodomia, con una condanna a due anni. Tra i due poeti, ovviamente, la relazione è finita... ma non la vita turbolenta di Verlaine. Uscito di prigione, per un po' di tempo si comporta bene, poi riprende la vita dissoluta a base di droga e alcool... e alcuni anni dopo, in un eccesso d'ira, tenta di strangolare la madre. Ed è ancora l'alcool, in un certo senso, a salvarlo: è talmente ubriaco che non ce la fa.

    E poi dicono che l'alcool fa male...



    Paul Verlaine fotografato nel 1892, mentre beve assenzio in un caffè di Parigi

  10. #10

    In almeno la metà dei best seller di genere (poliziesco, noir, thriller), lo "strillo" che dovrebbe invogliare alla lettura inizia con una frase che suona più o meno così: "Il corpo orrendamente sfigurato di una giovane donna viene trovato [...]" (le donne in questione, come gli eroi di Guccini, sono immancabilmente giovani e belle; le vecchie e laide, è noto fin dai tempi di Cecco Angiolieri, vengono lasciate "altrui" anche dai serial killer).
    E' forse l'equivalente di "Era una notte buia e tempestosa", che ha imperversato nella letteratura da Bulwer Lytton a Snoopy, e il colpevole di questo stereotipo femminicida non ha nome e cognome, ma solo un soprannome, "Jack lo Squartatore", primo esempio moderno di "serial killer" che evidentemente continua a ispirare ancor oggi parecchi scrittori di genere.
    E' inevitabile pensare che oltre ai tanti assassini scrittori che abbiamo sopra elencato ce ne siano molti altri, altrettanto assassini, che l'hanno fatta franca, limitandosi a "confessare" il crimine tra le righe dei propri libri; e che - più dramma vittoriano di così non si potrebbe - proprio uno scrittore si celi dietro la sanguinolenta scia degli omicidi, o meglio femminicidi, o ancor più precisamente prostituticidi, perpetrati nelle oscure nebbie vittoriane di White Chapel.
    Ma per un assassino così famoso non può che trattarsi di uno scrittore ancor più famoso, mica pizza e fichi: parliamo del reverendo Charles Lutwidge Dodgson, meglio conosciuto come Lewis Carroll.
    Secondo quanto scrive Richard Wallace nel suo saggio "Jack the Ripper, Light Hearted Friend", l'autore di Alice nel Paese delle Meraviglie sarebbe Jack lo Squartatore e avrebbe nascosto la sua confessione in più punti della sua produzione letteraria, sotto forma di anagrammi.
    Per esempio, il confuso nonsense del famoso incipit del Jabberwocky:

    ‘Twas brillig, and the slithy toves
    Did gyre and gimble in the wabe:
    All mimsy were the borogoves,
    And the mome raths outgrabe.


    si anagramma in un osceno e sanguinolento:

    Bet I beat my glands til,
    With hand-sword I slay the evil gender.
    A slimey theme; borrow gloves,
    And masturbate the hog more!


    Ovviamente l'ipotesi di Wallace è stata accolta malissimo dalla critica inglese, toccargli Carrol è come parlar male di Garibaldi da noi; e le obiezioni principali riguardano il fatto che in qualsiasi libro di qualsiasi autore è possibile trovare un periodo anagrammabile in una "confessione" di un crimine o di una innominabile perversione.
    Sospendiamo dunque il giudizio, "ai posteri l'ardua sentenza"? no, vediamo se, per esempio, davvero nei Promessi Sposi, nel "5 Maggio", ecc.., c'è materia per sputtanare - per via di anagrammi - il pio Alessandro Manzoni.
    E quindi, "ai forumisti l'ardua sentenza", tanto per cominciare "Ei fu siccome immobile" si anagramma in un inquietante "Mi smuccio le mie fobie"...

  11. #11
    Opinionista L'avatar di Monia
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    Citazione Originariamente Scritto da Kurono Toriga Visualizza Messaggio
    ... tanto per cominciare "Ei fu siccome immobile" si anagramma in un inquietante "Mi smuccio le mie fobie"...
    Mi smuccio le mie foibe... muahahahahahahaha... Un po' dura cucire addosso al cattolicissimo Manzoni i panni del truce assassino!
    In verità, anche il mite Oscar Wilde sembra un improbabile Jack the Ripper, benché avesse il physique du rôle del potenziale assassino, almeno secondo i canoni dell'epoca: fisico massiccio, alto (sfiorava il metro e novanta), capelli lunghi e "selvaggi", andatura dinoccolata e, soprattutto, omosessuale... il che rendeva plausibile, nell'ottica vittoriana, un odio feroce verso il sesso femminile, spinto fino alle estreme conseguenze.

    Vero è che la misteriosa identità del sanguinario assassino non ha mai smesso di destare curiosità, neppure in tempi recenti, anzi, recentissimi: nel 2002 la nota scrittrice Patricia Cornwell ha pubblicato Portrait of a Killer: Jack, the Ripper – Case Closed ("Ritratto di un killer: Jack lo Squartatore - Caso chiuso"). Un libro di grande impatto sul pubblico, perché - per la prima volta - vengono messe a confronto circostanze, prove indiziarie, carteggi e riscontri incrociati, tutti finalizzati a dare un volto all'inafferrabile Jack lo Squartatore, che a partire dal 1888 terrorizzò Londra squartando a colpi di coltello giovani fanciulle sole, le quali - al calar delle tenebre - si avventuravano "per lavoro" (facevano le prostitute) nelle vie malfamate dell'East End londinese.

    Dopo un lavoro di indagine e ricostruzione molto accurato, la Cornwell ha identificato Jack lo Squartatore con il pittore vittoriano Walter Sickert: non famosissimo, in verità, ma con una personalità non proprio cristallina... a cominciare dallo stile pittorico, che prediligeva soggetti popolari e situazioni di degrado, in uno stile che rappresentava una sintesi tra l'impressionismo francese e quello tedesco. Come questo "Nudo disteso" del 1906 o come questo "Assassinio a Camden Town" del 1908. Ma, soprattutto, nell'iconografia del pittore compaiono uno spiccato gusto per la violenza e per il senso dell'orrido: pentoloni contenenti persone bollite vive, scene di donne maltrattate e seviziate, legate, trafitte con lame.... e chi più ne ha più ne metta.

    Per riuscire a dimostrare la colpevolezza di Sickert, la Cornwell ha impiegato anni senza badare a spese, assoldato un team di investigatori ed arrivando ad acquistare la scrivania del pittore vittoriano, oltre a 32 suoi quadri (bruttini, certo, ma di discreto valore) e distruggendone completamente uno nel tentativo di ritrovare tracce di DNA sospetto pur di inchiodarlo. Tutto ciò le è costato milioni di dollari ed anni di fatica... ma la prova principe, ahimè, non è saltata fuori. E dire che le premesse per farne un perfetto Jack the Ripper c'erano tutte: Sickert aveva ricevuto un'educazione molto repressiva e fin da ragazzo aveva sviluppato un carattere difficile: insofferente alla disciplina, rissoso, facile agli accessi d'ira. Ma, soprattutto, era nato con una malformazione congenita agli organi genitali, che lo costrinse a sottoporsi a tre interventi chirurgici e a lunghe degenze in ospedale senza riuscire a risolvere il problema. Questa malformazione gli procurò, oltre alla sterilità in età adulta, non pochi traumi nei rapporti con l'altro sesso... anche se ciò non gli impedì di sposarsi due volte.

    Inoltre, sappiamo che Jack lo Squartatore amava molto scrivere, autocelebrandosi, e anche Sickert coltivava questa fissazione: scriveva di continuo ai vari quotidiani inglesi e interveniva in ogni diatriba con articoli, opinioni, lunghi scritti polemici... da vero grafomane. Lo stile di scrittura dei due personaggi converge, secondo gli esperti assoldati dalla Cornwell, in molti punti: pare infatti che gli errori spesso grossolani di grammatica e ortografia commessi dall'assassino nelle sue lettere fossero voluti: un tentativo di depistare le indagini della polizia, facendo credere che l'autore fosse scarsamente scolarizzato. Inoltre, le lettere dello Squartatore venivano spesso scritte su carta da disegno ed erano corredate di schizzi - realizzati a pennello o a matita - che rivelavano una certa abilità artistica. Anche Sickert aveva la fissa dei disegni e, guarda caso, la filigrana, la tipologia e la marca dei fogli usati dall'assassino seriale erano gli stessi di quelle usate dal pittore vittoriano... tra l'altro, in un'epoca in cui procurarsi e utilizzare certi tipi di carta non era alla portata di tutti.

    Ciò che di fondamentale manca alla ricerca della Cornwell sono le prove incrociate col DNA: Sickert, infatti, chiese di essere cremato dopo la morte (avvenuta nel 1942) e, poiché non ebbe figli, il confronto col DNA di parenti stretti (madre, sorella) non sarebbe attendibile ai fini di questa ricerca.

    Peccato, perché Walter Sickert sarebbe un perfetto alter ego di Jack lo Squartatore.
    A meno che, non si voglia cercare una Jill la Squartatrice...

  12. #12
    Un po' dura cucire addosso al cattolicissimo Manzoni i panni del truce assassino!
    Consideriamo però che "Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza" si anagramma in "Velenosa lordura! turpe iena strazia figa" , il che confermerebbe l'ipotesi che Alessandro Manzoni possa essere stato Jack lo Squartatore o aver qualche contezza dell'efferato criminale.
    Si dirà: è morto 15 anni prima dei fattacci di White Chapel, quindi è impossibile che sia stato lui; ma, come ripeteva sempre Sherlock Holmes, "eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità": dunque, per improbabile che possa sembrare, Jack lo Squartatore era Napoleone Bonaparte, dato per morto e riportato a Londra in gran segreto (lo sapeva solo Manzoni). Era vecchio, 120 anni, ma era pur sempre l'Empereur e il movente contro la perfida Albione non gli mancava certo...

  13. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Kurono Toriga Visualizza Messaggio
    Consideriamo però che "Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza" si anagramma in "Velenosa lordura! turpe iena strazia figa" , il che confermerebbe l'ipotesi che Alessandro Manzoni possa essere stato Jack lo Squartatore o aver qualche contezza dell'efferato criminale.
    Vorrei tanto sapere quale anagrammatore usi, perché - fra tutti quelli in rete che ho provato - nessuno mi ha dato come risultato "Velenosa lordura! turpe iena strazia figa" dopo aver inserito nel motore il famoso verso de "Il 5 maggio"...

  14. #14
    Citazione Originariamente Scritto da Monia Visualizza Messaggio
    Vorrei tanto sapere quale anagrammatore usi, perché - fra tutti quelli in rete che ho provato - nessuno mi ha dato come risultato "Velenosa lordura! turpe iena strazia figa" dopo aver inserito nel motore il famoso verso de "Il 5 maggio"...
    Con le frasi lunghe, che possono generare decine di migliaia di soluzioni, serve un motore anagrammatico che:

    1) disponga di un vocabolario ampio e comprendente anche le forme verbali declinate in tutti i casi e maschile-femminile-singolare-plurale di tutte le parole
    2) possa limitare il numero delle parole da trovare (escludendo le migliaia di combinazioni troppo spezzettate da preposizioni articoli congiunzioni, ecc...)
    3) consenta di fissare una parte delle parole trovate e continuare a lavorare solo sul resto delle lettere da sistemare, in modo da indirizzare il senso della frase nella direzione voluta senza dover sfogliare migliaia di possibili soluzioni

    Nella Rete c'è di tutto e di più ma qualche volta c'è anche di meno: per questo io utilizzo un programmino offline che risale nientemeno che al secolo scorso, agli indimenticati fasti di Windows 98, ma ancora perfettamente funzionante
    Si chiama Verbatron ed è scaricabile qui: http://www.iread.it/verbatron.php
    Va installato "manualmente", come ai vecchi tempi che Berta installava, ma nulla di complicato.
    Naturalmente c'è anche una versione "ridotta" online, un po' meno potente ma con tutte le caratteristiche del caso: http://www.iread.it/anagrammi.php

  15. #15
    Opinionista L'avatar di Monia
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    Grazie... però, però.
    Inserendo la frase manzoniana nell'anagrammatore online che mi hai indicato, ecco i (miseri) risultati, anche se vengono indicate "120 soluzioni in 0.08 secondi":

    Target = fu vera gloria a i posteri l ardu a sentenza


    [storpiai saporiti riposati ispirato] alleanze de [vanesi invase] [arrota aratro] gru fu

    [storpiai saporiti riposati ispirato] alleanze de [vanesi invase] [urato tauro ruota] fra gru

    [storpiai saporiti riposati ispirato] leanza lede [vanesi invase] [arrota aratro] gru fu

    [storpiai saporiti riposati ispirato] leanza lede [vanesi invase] [urato tauro ruota] fra gru

    [storpiai saporiti riposati ispirato] leanza de le [vanesi invase] [arrota aratro] gru fu

    [storpiai saporiti riposati ispirato] leanza de le [vanesi invase] [urato tauro ruota] fra gru

    Niente a che vedere, insomma, con la tua frase scollacciata... dov'è il trucco?

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