Nel gioco delle tre carte, il 'manovratore' ripete, 'Questa vince' indicando la carta vincente, mentre, ovviamente, le altre due perdono.

Sembra che circa 11 milioni d'Italiani abbiano indovinato la carta vincente, ma non possono ritirare il premio se prima non si trova un abbinamento che le altre due non vogliono o vogliono a modo loro, e, forse, hanno anche ragione.

La carta 'vincente', si fa per dire, è Giggino (tre g) Di Maio perchè risulta il più votato singolarmente, di contro Salvini pretende di essere lui il vincitore, essendo il più votato della coalizione che ha il maggior numero di voti in percentuale assoluta.

Sarebbe logico, a questo punto, che uno dei due, cedesse il passo all'altro, e formassero un governo di pentastellati e destra (nominale). Ma la logica non alberga in Italia ed infatti Di Maio ed il suo partito gradiscono quest'alleanza a patto che Giggino faccia il premier e sia esclusa, dalla coalizione, la componente Forza Italia, o almeno il suo deus ex machina Silvio Berlusconi.
Questo per rispettare una 'certa' coerenza di oltre un decennio di lotta dei pentastellati al 'genio' di Arcore.

Ovviamente queste controproposte, al momento, cadono nel vuoto assoluto e pneumatico.

Se per un decennio e più i pentastellati hanno combattuto Berlusconi ed il berlusconismo per metà del loro tempo, l'altra metà è stata spesa per combattere (e sputare in faccia) al PD ed ai suoi esponenti, Bersani prima, Renzi dopo.

Ma con una bella faccia di caxxo Giggino, visto che a destra non ci sono possibilità di giungere all'agognata poltrona di primierato, si è rivolto ai DEM e questa volta la richiesta è giunta con un "volemose bene" come dicono a Roma, e sotterriamo l'ascia di guerra, però, aggiungono, dovete seppellire anche Renzi, il tenzismo e rinnegarlo.

Concludendo, le condizioni che Gigg9ino pone sono sue pie illusioni, irricevibili, oggi, dai due schieramenti ad ala e, comunque segnano una sonora sconfitta alla decantata vittoria, percdhè, comunque vada, i penstastellati dovranno rinnegare parte del loro passato, xdella loro decantata onestà (questo già da tempo) e della loro integrità.

Restando a Roma :"Pigli<atelo nder c..o", loro, e noi? Pure.