non so ditemi voi..
non so ditemi voi..
Io non saprei che dire, i sentimenti sono tanti ma non sono sicuro che risolverebbero i problemi.
Chiedo a chi è più esperto di me, e se il voto di condotta contasse alla fine dell'anno per promozioni/bocciature?
"Tipo piacevole. Mai scontato. Non banale." - Utente da Empoli
-=1313=-
Non sono propriamente del mestiere
Io ho solo una domanda:
Siamo sicuri che non sia tutto un grosso fraintendimento su ciò che spetta a chi i figli li fa, li educa, li cresce, e molto altro e chi non ha partorito tutti gli alunni che ha, deve formarli, informarli, oltre a ascoltarli, asciugare lacrime, ascoltare i genitori, anche loro con le loro richieste ecc ecc?
Non è che per caso, per caso eh, l'insegnante stia diventando, per un'enorme parossistica svista di tutti, una specie di membro di famiglia con cui prendersi libertà che prima non ti passavano per l'anticamera del cervello?
Domando eh.
Tu mi chiedi i contro del voto in condotta e della bocciatura, non ce ne sono. Credo.
Però bisogna distinguere tra casi del genere e bocciature dovute ad altro.
Sennò il calderone si riempie sempre di tante cose.
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
Io sono d'accordo con te, la tua mi sembra una fotografia di quello che succede. Ma con quelle teste di cazzo come nel video che si può fare, nel frattempo?
Vero anche questo. Io sarei per dargli direttamente un calcio nel culo, ma sono obbligati dalla legge a stare a scuola.
"Tipo piacevole. Mai scontato. Non banale." - Utente da Empoli
-=1313=-
Ho visto la vicenda questa mattina al tg; non ho parole per commentare la vicenda, mi spaventa tutta questa aggressività in ragazzi così giovani.
Mi pare di ricordare che un 7 in condotta (ai tempi che furono) equivaleva alla bocciatura assicurata
Il problema è che la gente si scandalizza quando emergono questi episodi, ma poi tutto passa nel dimenticatoio, e i prof. continuano ad essere bollati come generici "dipendenti pubblici che lavorano poco", quando invece sono figure chiave della società.
Il problema è nell'atteggiamento generale della società e delle famiglie nei confronti della cultura e dell'importanza fondamentale dell'istruzione.
La situazione è questa da anni, anzi, ormai da decenni, in particolare nelle scuole professionali, ma anche in quelle tecniche.
Le famiglie ormai non fanno che difendere i figli, verso cui provano enormi sensi di colpa per non essere abbastanza presenti, e questo è il risultato.
Aspetta, qui non si mette in discussione la validità dell'insegnamento in sé ma delle modalità. Questi ragazzi avrebbero dovuto essere seguiti da famiglie che spesso non hanno colpa se non ci riescono abbastanza, ma che i professori non facciano niente o quasi è vero. Mia madre, insegnante alle medie, era a casa all'ora di pranzo e quando su 5 ore doveva farsele tutte in classe con i ragazzi si lamentava, di solito in media ne faceva 3 e 2 in sala insegnanti a prendere il caffè.
Prova a passare 3 ore in classe con 30 adolescenti, poi mi sai dire.
Non sai di cosa parli.
Poi che le famiglie "non abbiano colpa" è un'altra cosa su cui non sono d'accordo. Non vuoi seguire i figli ? facile: NON LI FAI.
Io ho fatto il concorso molti anni fa. Quando mi hanno chiamato per un posto di ruolo dal primo giorno, ho rifiutato. Stavo già facendo un lavoro meno pagato, ma ho deciso che non faceva per me.
certo che non so di cosa parlo, ma gli infermieri dei reparti psichiatrici, i celerini, quelli che ad agosto spalano il catrame soto il sole, gli agenti di polizia penitenziaria, i muratori e mille altri mestieri che chi li fa ti dirà che non sai di cosa parli lavorano 8 ore al giorno o più.
Sulle famiglie, vai a dire algli utenti e alle utentesse che fanno un lavoro per cui possono passare poco tempo coi figli (magari molto diverso da quello che facevano quando il figlio è stato concepito) che hanno sbagliato tutto nella vita.
la sempiterna polemica tra i vivi e i morti...
Il problema sta anche nella mancanza di palle dei professori. E ovviamente nel permissivismo di cui è permeata la scuola. Per gente di questo tipo si dovrebbe tornare alle bacchettate sulle mani come succedeva ai tempi dei miei genitori.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
E' vero che i bulli prendono di mira gli elementi più remissivi, per cui è difficile per un professore "con le palle" finire al centro di una vicenda simile. Però è anche vero che non gli si può fare colpa, dopotutto una reazione del genere (anche se sono convinto un ragazzo non "esploda" così dal nulla senza aver manifestato prima atteggiamenti di questo genere) avrebbe spiazzato anche me. Cosa avrebbe potuto fare il prof? Menarlo? E nel caso di un insegnante con una qualche disabilità (come mi pare sia successo non molto tempo fa)? L'autorità dell'insegnante non va ripristinata sulla base di punizioni corporali, ingiuste perché comunque i bulli ci sono anche dall'altra parte della cattedra.
Penso che la condotta dovrebbe condizionare la carriera scolastica di un alunno, dopotutto se sul lavoro ti permetti di reagire così davanti ad un superiore rischi qualcosa di ben oltre la semplice nota sul registro.
"Tipo piacevole. Mai scontato. Non banale." - Utente da Empoli
-=1313=-