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Discussione: Aboliamo la legge fornero

  1. #136
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Se falliscono tornerà Berlusconi o arriveranno i fascisti veri, prevedo. La sinistra moderata dovrà attendere molto per avere di nuovo la maggioranza, forse molti anni.
    Berlusconi è finito, almeno come leader; il massimo che può fare è appoggiare qualcuno più forte di lui e incassare un dividendo personale di tutela delle sue imprese;

    se manca di prodursi una svolta moderata, l'effetto sarà la secessione fiscale - sostanziale, in qualche modo più o meno rabberciato e formalizzato - del sistema nazionale, perché la linea di frattura degli interessi e della ricchezza è quella;

    non è che Salvini sta allestendo tutto 'sto ballo excelsior col pupazzo dei 5S, non votato, né eletto da nessuno, per dire ai suoi elettori che continueranno a pagare i 20mila dipendenti della regione Sicilia, eh... anche se molti ancora si illudono;

    a scongiurare un esito così radicale, possono provvedere solo i moderati, le banche, gli stessi imprenditori del nord che hanno tanti interessi e PIL al sud, nonostante negli ultimi mesi ci siano segnali davvero preoccupanti: chiudono tanti punti vendita della grande distribuzione alimentare, catene come Auchan, che normalmente lavorano su profitti marginali; segno che sta finendo anche il potere di spesa che viene dal sommerso;

    soprattutto con l'esperienza della Brexit, è impensabile che quel motore di PIL del triangolo Lombardia-Veneto-Emilia si vada a ficcare consapevolmente nei pasticci, anche solo per gli annunci; ogni giorno, per il Brennero e Trieste, Ventimiglia e Monte Bianco, transitano centinaia di mln di merci, importate ed esportate;

    qualcuno pensa davvero che tutti quei produttori siano disposti a pagare costi burocratici e di cambio, tempi, incertezze, necessità di rivedere bilateralmente tutti i contratti, ecc... ? e quelli non sono solo "i padroni", ma tutte le persone che ci lavorano; perché se quelli chiudono o scappano, che fanno i lavoratori ?
    alla fine, il messaggio politico arriva, e non da Bruxelles, ma dalla famiglia Meroni di Garbagnate, che ha il mutuo da pagare e non vuole rischiare casini col lavoro.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #137
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    In effetti ritengo sia questa la loro massima aspirazione, per altro in contrasto con l'ordinamento democratico.
    Cosa che porta a realizzare quell'effetto, ma seguendo le procedure in vigore.
    Ovvio, se sono un tuo creditore valuto come utilizzi i soldi che ti ho dato e, se cio' aumenta i miei rischi di perderli, tendo a riprendere i dati e non dartene altri.
    Se le cifre sono piccole l'effetto e' marginale, se sono grandi hanno condizionamenti sostanziali sul tuo comportamento che ti porta a chiedere ulteriori prestiti.
    Un tempo mettevano i Pinochet, oggi bastano i Monti, non servono i militari per bloccare la democrazia, basta l'economia
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  3. #138
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    Se la borsa cala nel valore dei titoli scambiati si usa dire che ha bruciato tot miliardi di capitalizzazione, ma in effetti bisogna vedere il volume di scambi effettivamente avvenuti che comunque fanno il fixing che puo' anche risalire e capitalizzare.
    Direi come dire che un appartamento che prima valeva 200.000 euro ora vale 150.000, ma cio' diventa vero solo se venduto, altrimenti e' un deprezzamento virtuale.
    mica tanto; se quel patrimonio - come è la regola per gli asset di borsa - è una garanzia, la svalutazione che tu definisci "virtuale" ti comporta concretissimi maggiori oneri creditizi per quelle imprese, rischi occupazionali per i lavoratori, ecc...

    Altro aspetto riguarda la democrazia, si dice che il potere e' del popolo espresso dal voto, ma se questo deve rispecchiare la convenienza dei mercati, che si vota a fare?
    In ogni caso ogni politica si fa con i soldi, salvo alcune tematiche e, se i soldi non li hai, nessuna politica diventa possibile.
    la democrazia non è mica una cosa che ti consente di non pagare i debiti che hai contratto, eh...
    se tu decidi di non comprare le azioni del Montepaschi per impiegare i tuoi risparmi come meglio ti aggrada non sei antidemocratico, ma solo libero;

    se uno vuol fare il ministro dell'economia per portare lo spread a 600, può ben essere una scelta democratica; ma me lo deve dire prima delle elezioni, lui o chi lo vuole a quel posto, per mettermi in condizione di scegliere consapevolmente; altrimenti, fa esattamente come quei banchieri che ti convertono le obbligazioni in azioni, dopo che le hai comprate credendole sicure.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #139
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    mica tanto; se quel patrimonio - come è la regola per gli asset di borsa - è una garanzia, la svalutazione che tu definisci "virtuale" ti comporta concretissimi maggiori oneri creditizi per quelle imprese, rischi occupazionali per i lavoratori, ecc...


    la democrazia non è mica una cosa che ti consente di non pagare i debiti che hai contratto, eh...
    se tu decidi di non comprare le azioni del Montepaschi per impiegare i tuoi risparmi come meglio ti aggrada non sei antidemocratico, ma solo libero;

    se uno vuol fare il ministro dell'economia per portare lo spread a 600, può ben essere una scelta democratica; ma me lo deve dire prima delle elezioni, lui o chi lo vuole a quel posto, per mettermi in condizione di scegliere consapevolmente; altrimenti, fa esattamente come quei banchieri che ti convertono le obbligazioni in azioni, dopo che le hai comprate credendole sicure.
    i debiti dovrebbero pagarli di tasca propria chi ha li ha contratti e chi ha votato per chi li ha contratti, cioè Prodi Berlusconi e i loro elettori di allora, non i loro discendenti, altrimenti i tedeschi perché non hanno pagato ancora i debiti di guerra verso la Grecia?
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  5. #140
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    Se la borsa cala nel valore dei titoli scambiati si usa dire che ha bruciato tot miliardi di capitalizzazione, ma in effetti bisogna vedere il volume di scambi effettivamente avvenuti che comunque fanno il fixing che puo' anche risalire e capitalizzare.
    Direi come dire che un appartamento che prima valeva 200.000 euro ora vale 150.000, ma cio' diventa vero solo se venduto, altrimenti e' un deprezzamento virtuale.

    Altro aspetto riguarda la democrazia, si dice che il potere e' del popolo espresso dal voto, ma se questo deve rispecchiare la convenienza dei mercati, che si vota a fare?
    In ogni caso ogni politica si fa con i soldi, salvo alcune tematiche e, se i soldi non li hai, nessuna politica diventa possibile.
    Ok, si rispetta la volontà popolare, ma ti pare che questa abbia votato l’uscita dall’euro come sembra teorizzare Savona?

  6. #141
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    In effetti il mercato azionario e' un sistema di rastrellare finanziamenti evitando di chiederli alle banche e il pubblico li compra perche', a fronte di un rischio e instabilita', se gestiti con criterio producono rendimenti superiori a quelli delle banche.

    Certo non puoi dire democraticamente non pago, ma cio' non risolve il problema se sia la politica a dover regolare l'econimia, o sia mera esecutrice di questa con ovvia' rispettiva supremazia delle persone, o dei soldi dove uno vale per i miliardi che sposta e non per il voto di assetto sociale che esprime.

  7. #142
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    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    Ok, si rispetta la volontà popolare, ma ti pare che questa abbia votato l’uscita dall’euro come sembra teorizzare Savona?
    Su savona i pareri sono contrastanti e non sembra che l'uscita sia teorizzata, salvo forse ritenere che sia l'euro a disfarsi da se.
    Sembra che sia invece supportato con competenza il cambio da una prospettiva di rigidezza contabile ad uno di sviluppo.
    Salvo arricchirsi sempre di piu' gli uni e impoverirsi gli altri viaggiando verso una morte certa anche se lenta.

  8. #143
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    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    Ok, si rispetta la volontà popolare, ma ti pare che questa abbia votato l’uscita dall’euro come sembra teorizzare Savona?
    molti elettori dei due partiti sperano questo, basta leggere i commenti del blog ad esempio. Comunque non credo che Savona proponga mai una cosa del genere, sono solo voci
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  9. #144
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    Su savona i pareri sono contrastanti e non sembra che l'uscita sia teorizzata, salvo forse ritenere che sia l'euro a disfarsi da se.
    questa è la speranza di parecchi euroscettici, che la UE e l'euro si sfaldino e implodano da sé
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  10. #145
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    i debiti dovrebbero pagarli di tasca propria chi ha li ha contratti e chi ha votato per chi li ha contratti, cioè Prodi Berlusconi e i loro elettori di allora, non i loro discendenti, altrimenti i tedeschi perché non hanno pagato ancora i debiti di guerra verso la Grecia?
    non so che lavoro tu faccia, pubblico o privato; ma se mandi i figli a scuola o dal medico, se prendi l'autobus o puoi chiamare i CC se hai uno che ti minaccia il contraente del debito sei tu; è la comunità nazionale che ha deciso di finanziarsi sul mercato chiedendo in prestito i soldi per pagare gli stipendi, i servizi, ecc...

    quanto ai tedeschi, ti farei notare che anche il nostro debito di guerra è stato in massima parte cancellato dai creditori, oltre ad essere stato molto attenuato già in partenza, molto per merito di quella parte che non è stata solo a guardare tra il 43 e il 45;

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    Certo non puoi dire democraticamente non pago, ma cio' non risolve il problema se sia la politica a dover regolare l'econimia, o sia mera esecutrice di questa con ovvia' rispettiva supremazia delle persone, o dei soldi dove uno vale per i miliardi che sposta e non per il voto di assetto sociale che esprime.
    no, puoi anche dire democraticamente "non pago"; ma lo devi fare secondo le procedure del caso, che sono straordinarie; denunciare un trattato o recedere da un impegno internazionale si può, secondo le dovute procedure aggravate, maggioranze qualificate o eventuale referendum confermativo, con tutti gli oneri; es:

    il parlamento vota una mozione per uscire dall'euro, si vota e si indice un referendum; nel frattempo, le famiglie e gli investitori si regolano di conseguenza quanto ai propri risparmi, con tutte le conseguenze del caso;
    ma se un ministro determina consapevolmente e con decisioni ordinarie - peraltro nemmeno previste nel programma di governo e ignote agli elettori prima del voto - di creare condizioni per l'impossibilità di adempiere agli impegni di quel trattato, allora sta ponendo in essere una sorta di bancarotta fraudolenta; e il presidente della società che lo nomini essendo a conoscenza di queste sue intenzioni è suo complice, viene meno al suo dovere;

    in questo modo, si avrebbe un surrettizio aggiramento della norma costituzionale di cui all'art. 10, oltre a tante altre; se tu hai 30mila euro in buoni del tesoro, non è che quello te li può trasformare in carta straccia senza una delibera del parlamento; i mercati non sono dei signori col cappello a cilindro, ma le famiglie che hanno investito i propri risparmi, contratto mutui, i lavoratori e le imprese il cui lavoro e reddito dipendono dalla disponibilità di credito, i cittadini che hanno pagato contributi e tasse per avere pensioni e servizi;

    non è che una democrazia non è più tale se pone delle condizioni alla facoltà di un tizio di incidere senza alcun vincolo in modo esiziale su quelle variabili; si può fare, ma secondo le dovute procedure.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #146
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    i debiti dovrebbero pagarli di tasca propria chi ha li ha contratti e chi ha votato per chi li ha contratti, cioè Prodi Berlusconi e i loro elettori di allora, non i loro discendenti, altrimenti i tedeschi perché non hanno pagato ancora i debiti di guerra verso la Grecia?
    non so che lavoro tu faccia, pubblico o privato; ma se mandi i figli a scuola o dal medico, se prendi l'autobus o puoi chiamare i CC se hai uno che ti minaccia il contraente del debito sei tu; è la comunità nazionale che ha deciso di finanziarsi sul mercato chiedendo in prestito i soldi per pagare gli stipendi, i servizi, ecc...

    quanto ai tedeschi, ti farei notare che anche il nostro debito di guerra è stato in massima parte cancellato dai creditori, oltre ad essere stato molto attenuato già in partenza, molto per merito di quella parte che non è stata solo a guardare tra il 43 e il 45;

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    Certo non puoi dire democraticamente non pago, ma cio' non risolve il problema se sia la politica a dover regolare l'econimia, o sia mera esecutrice di questa con ovvia' rispettiva supremazia delle persone, o dei soldi dove uno vale per i miliardi che sposta e non per il voto di assetto sociale che esprime.
    no, puoi anche dire democraticamente "non pago"; ma lo devi fare secondo le procedure del caso, che sono straordinarie; denunciare un trattato o recedere da un impegno internazionale si può, secondo le dovute procedure aggravate, maggioranze qualificate o eventuale referendum confermativo, con tutti gli oneri; es:

    il parlamento vota una mozione per uscire dall'euro, si vota e si indice un referendum; nel frattempo, le famiglie e gli investitori si regolano di conseguenza quanto ai propri risparmi, con tutte le conseguenze del caso;
    ma se un ministro determina consapevolmente e con decisioni ordinarie - peraltro nemmeno previste nel programma di governo e ignote agli elettori prima del voto - di creare condizioni per l'impossibilità di adempiere agli impegni di quel trattato, allora sta ponendo in essere una sorta di bancarotta fraudolenta; e il presidente della società che lo nomini essendo a conoscenza di queste sue intenzioni è suo complice, viene meno al suo dovere;

    in questo modo, si avrebbe un surrettizio aggiramento della norma costituzionale di cui all'art. 10, oltre a tante altre; se tu hai 30mila euro in buoni del tesoro, non è che quello te li può trasformare in carta straccia senza una delibera del parlamento; i mercati non sono dei signori col cappello a cilindro, ma le famiglie che hanno investito i propri risparmi, contratto mutui, i lavoratori e le imprese il cui lavoro e reddito dipendono dalla disponibilità di credito, i cittadini che hanno pagato contributi e tasse per avere pensioni e servizi;

    non è che una democrazia non è più tale se pone delle condizioni alla facoltà di un tizio di incidere senza alcun vincolo in modo esiziale su quelle variabili; si può fare, ma secondo le dovute procedure.
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #147
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    La mancanza di uno stato dietro e di una vera banca centrale con una sua politica monetaria, oltre l'assenza di una politica economica centralizzata non sembrano difetti trascurabili.
    Qui abbiamo solo una confraternita dove ciascuno promuove il suo e si e' inventata una moneta che non opera per tutti allo stesso modo, oltre che stati che possono sforare i trattati, come il surplus tedesco, esenti da procedure di infrazione.
    Una situazione squilibrata che ha i suoi effetti.

  13. #148
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    La mancanza di uno stato dietro e di una vera banca centrale con una sua politica monetaria, oltre l'assenza di una politica economica centralizzata non sembrano difetti trascurabili.
    Qui abbiamo solo una confraternita dove ciascuno promuove il suo e si e' inventata una moneta che non opera per tutti allo stesso modo, oltre che stati che possono sforare i trattati, come il surplus tedesco, esenti da procedure di infrazione.
    Una situazione squilibrata che ha i suoi effetti.
    nella confraternita siedono i governi, mica dei pincopalla qualsiasi; Draghi - che ci ha fatto risparmiare tanti soldini - o Tajiani non stanno lì estratti a sorte; sono stati votati dal PE e dagli altri enti in cui figurano i rappresentanti delle sovranità che hanno devoluto;

    se poi si vogliono rinegoziare o denunciare gli impegni, lo si faccia pure, secondo le procedure previste, prospettando in modo trasparente al parlamento e agli elettori costi e benefici; in Grecia gli elettori hanno detto no-euro, ma i loro rappresentanti qualificati, votati da quegli stessi elettori, hanno deciso diversamente; ma non c'è stata una rivolta di popolo contro quella decisione, per manifesta fellonia del parlamento greco;

    in UK è avvenuto l'opposto: i parlamentari si sono - prima - pronunciati per un verso, ma sono stati sconfessati da referendum e ora obbediscono; ma c'è pur sempre un parlamento in grado di riproporre la questione, ove le circostanze lo suggeriscano;

    è tutto solo una questione di necessaria trasparenza e procedura in relazione all'entità della posta in gioco.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #149
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    non so che lavoro tu faccia, pubblico o privato; ma se mandi i figli a scuola o dal medico, se prendi l'autobus o puoi chiamare i CC se hai uno che ti minaccia il contraente del debito sei tu; è la comunità nazionale che ha deciso di finanziarsi sul mercato chiedendo in prestito i soldi per pagare gli stipendi, i servizi, ecc...

    quanto ai tedeschi, ti farei notare che anche il nostro debito di guerra è stato in massima parte cancellato dai creditori, oltre ad essere stato molto attenuato già in partenza, molto per merito di quella parte che non è stata solo a guardare tra il 43 e il 45;


    no, puoi anche dire democraticamente "non pago"; ma lo devi fare secondo le procedure del caso, che sono straordinarie; denunciare un trattato o recedere da un impegno internazionale si può, secondo le dovute procedure aggravate, maggioranze qualificate o eventuale referendum confermativo, con tutti gli oneri; es:

    il parlamento vota una mozione per uscire dall'euro, si vota e si indice un referendum; nel frattempo, le famiglie e gli investitori si regolano di conseguenza quanto ai propri risparmi, con tutte le conseguenze del caso;
    ma se un ministro determina consapevolmente e con decisioni ordinarie - peraltro nemmeno previste nel programma di governo e ignote agli elettori prima del voto - di creare condizioni per l'impossibilità di adempiere agli impegni di quel trattato, allora sta ponendo in essere una sorta di bancarotta fraudolenta; e il presidente della società che lo nomini essendo a conoscenza di queste sue intenzioni è suo complice, viene meno al suo dovere;

    in questo modo, si avrebbe un surrettizio aggiramento della norma costituzionale di cui all'art. 10, oltre a tante altre; se tu hai 30mila euro in buoni del tesoro, non è che quello te li può trasformare in carta straccia senza una delibera del parlamento; i mercati non sono dei signori col cappello a cilindro, ma le famiglie che hanno investito i propri risparmi, contratto mutui, i lavoratori e le imprese il cui lavoro e reddito dipendono dalla disponibilità di credito, i cittadini che hanno pagato contributi e tasse per avere pensioni e servizi;

    non è che una democrazia non è più tale se pone delle condizioni alla facoltà di un tizio di incidere senza alcun vincolo in modo esiziale su quelle variabili; si può fare, ma secondo le dovute procedure.
    La comunità nazionale ha deciso? Hanno forse fatto un referendum? Hanno imposto le loro decisioni anche sulle generazioni future.

    Il riassunto è: paga il cittadino e non il politico. Non occorrono tante parole. Viva Bruxelles.

    Anche Pinochet veniva pienamente giustificato col salvare il Cile dal comunismo, come il male minore (come la Fornero e l'euro), ma sono i cileni che hanno pagato.

    Per me è meglio provarci e fallire, a cambiare, che morire democristiani e montiani.

    Facciano un referendum consultivo non vincolante sull'euro e sulla Fornero, così per vedere come la pensano i cittadini. Oppure escano allo scoperto con la nomina di un dittatore e basta con la democrazia (sia rappresentativa sia diretta) e il voto, che decidano i tecnici per sempre.

    Nessuno comunque parla di comunismo e rivoluzione, nazionalizzazione di banche e industrie, ecc., l'argomento era solo una brutta legge fatta per un presunto salvataggio di bilancio ai danni dei cittadini mentre, esempio, la politica continua coi vitalizi da 2000 euro al mese dopo due anni e mezzo di parlamentare.
    Ultima modifica di Tiberio; 26-05-2018 alle 15:06
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  15. #150
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    In un breve quanto denso e provocatorio saggio (“Chi non rispetta le regole? Italia e Germania le doppie morali dell’euro”, Imprimatur editore), Sergio Cesaratto versa benzina sul fuoco della polemica fra europeisti e antieuropeisti. Provo qui di seguito a sintetizzarne le tesi e a discutere quelle che sono, a mio avviso, le sue più evidenti implicazioni politiche. Parto dal titolo: perché vi si allude a una doppia morale? L’autore parte dalla constatazione che le accuse che la Germania (e altri Paesi del Nord Europa) rivolgono ai membri dell’area mediterranea della Ue evocano sovente toni etico-religiosi, contrapponendo il rigore protestante dei popoli nordici all’accomodante lassismo cattolico dei popoli meridionali. Ma è realmente questa la radice del conflitto? Siamo stati davvero noi “terroni” a violare le regole della moneta unica, oppure i primi a farlo sono stati i nostri fustigatori, i quali tentano di camuffare interessi nazionali e ambizioni egemoniche dietro un arrogante moralismo? È noto che i peggiori moralisti sono coloro che sanno di avere degli scheletri nell’armadio e, per spiegare di quali scheletri si tratti nel caso in questione, Cesaratto sposta il discorso dal piano etico al piano dell’analisi economica, sottolineando come esistano evidenti analogie fra la storia dell’unione monetaria europea e quella del gold standard, ovvero del sistema monetario basato sulla parità aurea che governò l’economia mondiale dal 1870 al 1914 (cioè durante quella, aggiungerei, che potremmo definire l’era della prima globalizzazione). In entrambi i casi, argomenta Cesaratto, ci si trova di fronte a indirizzi di economia politica studiati per favorire i Paesi che godono di condizioni di surplus a spese di quelli in deficit. Per farla breve: le potenze dominanti (che pure professano principi liberisti) non accettano che il mercato riequilibri i rapporti di forza facendo aumentare l’inflazione al loro interno. Così oggi la Germania lascia che siano altri a praticare il keynesismo (accettando un certo livello di inflazione) mentre da parte sua pratica un rigore che ne favorisce il modello mercantilista. In questo modo costringe i Paesi deboli ad aprirsi alle sue esportazioni e a rinunciare a sviluppare la loro industrie nazionali. Prima di approfondire il discorso sulla doppia morale liberista/mercantilista, occorre tuttavia spiegare come e perché il nostro Paese si è cacciato in questa trappola “made in Germany”. Negli anni Settanta del secolo scorso, ricorda Cesaratto, la nostra economia ha dovuto fronteggiare gli effetti combinati della spinta salariale verso l’alto, alimentata da un lungo ciclo di lotte operaie, e dello shock petrolifero, ed è riuscita a resistere difendendo la propria competitività attraverso la svalutazione e aumentando la spesa sociale, per tamponare i conflitti sindacali e sostenere le imprese. Naturalmente ciò implicava inevitabilmente l’aumento del debito pubblico, il che, aggiunge Cesaratto in sintonia con il pensiero di Keynes (oggi all’indice!), non aveva conseguenze particolarmente negative, visto che la Banca centrale era in grado di affrontare il problema stampando moneta. Le cose si sono complicate allorquando le “sinistre” di governo – seguendo il dettato dei vari Andreatta, Ciampi, Padoa Schioppa e Prodi – hanno pensato che l’Italia, allo scopo di moderare il conflitto sociale e porre fine a un uso troppo “spregiudicato” del bilancio pubblico, dovesse “importare” dall’estero regole più “sane” e stringenti. Il che è avvenuto in due tempi: prima con l’adesione allo Sme, poi con l’ingresso nell’area dell’Euro (nel frattempo si era provveduto a “spoliticizzare” la Banca centrale, sottraendola al controllo governativo). Una volta costruita la grande menzogna (tuttora in auge) secondo cui il nostro Paese tenderebbe a “vivere al di sopra dei propri mezzi”, si è messo in atto l’infernale processo che ci è costato la rinuncia alla nostra indipendenza nazionale (e ai principi democratici sanciti dalla nostra Costituzione!). La verità, argomenta Cesaratto, è che sono stati gli elevati tassi di interesse causati dalle scelte sopra descritte e non una spesa pubblica fuori controllo a far esplodere il debito sovrano, come è inequivocabilmente dimostrato dal fatto che, all’inizio degli anni Novanta, lo stato italiano godeva di un significativo surplus primario (cioè le entrate fiscali superavano le uscite). Per quanto riguarda poi la rinuncia a ogni forma di democrazia sociale, basta fare l’elenco dei “vantaggi” che abbiamo “importato” dalla Ue: la concezione liberista dello stato minimo, l’abbandono dell’economia mista, la fine della programmazione economica e di ogni politica industriale, il ridimensionamento del potere del Parlamento a vantaggio dell’Esecutivo, la riduzione dell’autonomia impositiva degli enti locali, la fine della scala mobile e del principio di gratuità diffuso, ecc.
    Torniamo ora alla doppia morale. L’ordoliberismo tedesco – l’ideologia che annovera fra i suoi fondatori von Hayek e fra i suoi odierni sacerdoti il famigerato ministro Schäuble – non è, com’è noto (e come hanno ampiamente dimostrato autori come Dardot e Laval) assimilabile al laissez faire classico. Si è già detto che la Germania lascia che a praticare il keynesismo siano gli altri (o meglio: quei Paesi che non sono suoi satelliti, perché questi ultimi vengono invece costretti a ingoiare l’amara medicina dell’austerità, che non regala loro i vantaggi mercantilisti che assicura alla potenza dominante ma li rende ancora più deboli). Non solo, la Germania lascia anche – e qui scatta la doppia morale – che siano altri a praticare il liberismo, mentre, dal canto suo, affida allo Stato il compito di salvare le proprie banche. Di più: chiama i partner europei a “salvare” gli stati indebitati come è successo con la Grecia; un affare per la Germania, assai meno per noi, visto che, ricorda Cesaratto, abbiamo dovuto sborsare soldi che sono serviti soprattutto a pagare i debiti greci con le banche tedesche. In conclusione: l’europeismo ordoliberista non è altro che una forma estrema di nazionalismo della potenza dominante, come emerge dalle dichiarazioni di alcuni suoi economisti, come quel Michael Burda il quale ha candidamente confessato che una politica tedesca di sostegno alla domanda aggregata sarebbe indubbiamente un bene per l’economia globale, ma non per il modello economico tedesco.
    L’analisi di Cesaratto è più ampia e articolata di quanto appaia dalla sintesi che ne ho appena proposto, lascio tuttavia a chi vorrà leggere il libro (ciò che invito caldamente a fare) il compito di approfondirne gli argomenti, mentre preferisco concludere ragionando sulle implicazioni politiche che mi pare se ne possano trarre. In primo luogo, dal libro emergono le gravissime responsabilità che le nostre sinistre “europeiste” si sono assunte, mettendo il Paese nella condizione di rinunciare alla propria sovranità popolare, nazionale e democratica. L’ultimo atto di questa riduzione dell’Italia a periferia semicoloniale dell’Europa a trazione tedesca è stato il tentativo, fortunatamente fallito, di mandare in soffitta – con il referendum del dicembre 2016 – quella Costituzione che disturba il capitalismo globale perché contiene “elementi di socialismo” (vedere dichiarazioni della J.P. Morgan). È invece purtroppo andata in porto la costituzionalizzazione di quel Fiscal Compact che rappresenta, di fatto, la messa al bando di qualsiasi politica keynesiana e, più in generale, di ogni velleità di sostenere società ed economia attraverso l’intervento pubblico. Che vi sia ancora chi nutre illusioni in merito alla riformabilità di questa Europa, che fin dalle origini ha inscritto nel proprio DNA il compito di schiacciare le classi subalterne del Vecchio Continente, asservendole al modello di accumulazione della potenza dominante, e alle sue velleità di competere con Stati Uniti e Cina per il dominio del mercato globale, è francamente incredibile. Le violentissime pressioni politiche e mediatiche che vediamo mettere in atto in questi giorni di fronte alla possibile nascita di un governo “populista” (che peraltro ha già offerto ampie rassicurazioni di non nutrire tentazioni antieuropeiste) sono l’ennesima conferma del fatto che dalla trappola descritta da Cesaratto non è consentito uscire “con le buone”, ma solo attraverso scelte radicali che implicano una rottura sistemica. Scelte evidentemente troppo radicali per quelle sinistre che preferiscono invocare alleanze frontiste contro un immaginario pericolo fascista, piuttosto che riconoscere il nemico principale nel Moloch ordoliberista.

    Carlo Formenti
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

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