non è che sei costretto a comprarlo e usarlo, eh... io, per esempio, compro solo olio italiano di prima qualità; è una libera scelta;
puoi anche immaginare di proteggere un olio nazionale di equivalente qualità, cioè economico e scadente perché le olive sono raccolte a processo di acidificazione già in corso, che costa molto meno; poi, però non ti puoi lamentare se gli altri pongono barriere analoghe alle tue esportazioni;
perché il risultato non è "la difesa del prodotto italiano", bensì la difesa dell'olio italiano scadente, con poco mercato e sussidiato, contro gli interessi di imprese che esportano prodotti di qualità;
cioè, in sostanza un sistema che premia i meno meritevoli con trucchi commerciali e penalizza quelli bravi, determinando di fatto circostanze di concorrenza sleale; il tutto in una dinamica interna che viene spacciata fraudolentemente come nazionalista;
ed è proprio questo il meccanismo che in tanti decenni ci ha fatti arretrare, con le svalutazioni competitive, i sussidi di stato ad imprenditori incapaci, ecc...
c'� del lardo in Garfagnana
Tuttavia senza un minimo di protezionismo l'economia nazionale va a farsi friggere, soprattutto se qui prendono piede prodotti scadenti e a basso prezzo perché realizzati in altri paesi dove i lavoratori vengono sfruttati. Così si danneggia sia la nostra economia sia i Paesi dove sfruttano il lavoro per una manciata di euro. La vicenda del tessile insegna.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
cosa insegnerebbe la vicenda del tessile ?
sei sicura di quello che dici ? perché qualsiasi teoria economica afferma il contrario, e non sono teorie; hai una dimostrazione concreta in questi giorni:
Trump appone i dazi contro di noi, teoricamente per favorire le imprese americane; noi rispondiamo, e la Harley Davidson, che esporta soprattutto in Europa, viene a produrre qui per aggirare i contro-dazi europei; risultato ?
hai protetto dal mercato l'acciaio USA, un prodotto a basso valore aggiunto, e perso una produzione sofisticata, dove hai maggior profitto;
il protezionismo è come un'università che garantisce il "18 politico", laurea tutti; sul momento sei contenta, perché hai il pezzo di carta; quando vai a competere con gli altri, ti sotterrano; ti conviene ?
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Ben detto. Citando Ricardo, una volta che un paese riesce a produrre a un costo più basso è inutile corrergli dietro, devi innalzare il livello qualitativo dei beni prodotti, affidarti alla tecnologia e all'innovazione. Se facciamo la guerra ai cinesi perderemo sempre. Se applichiamo misure protezionistiche, facciamo male all'intera economia, riducendone le dimensioni.
beh, il modello di sviluppo basato sulla ricerca tecnologica non lo puoi valutare solo in termini di settore specifico, proprio per quel motivo, ma come ricaduta sugli altri; se pensi alla commercializzazione del device elettronico ovviamente il conto è negativo;
ma il modello è quello dei brevetti militari o, se vuoi, della F1, con la ricerca sui dispositivi, materiali, procedimenti, che hanno una ricaduta a pioggia su tutti gli altri comparti, dove il prodotto cinese viene a coprire un settore di mercato che per l'industria occidentale è già in un ciclo di obsolescenza; cioè, hanno già nel cassetto le prossime tre generazioni di quel prodotto;
l'utile "nazionale" di questo processo però è un indotto non è facilmente percepibile a prima vista; e consiste nella domanda di lavoro qualificato in termini di servizi e formazione che un assetto del genere ti richiede; cioè, l'economia si mette in moto perché ti servono scuole professionali, insegnanti, università, laboratori, infrastrutture efficienti;
ma molti non vogliono, perché per farlo devi sottrarre risorse, credito, a settori deboli, proprio quelli che vogliono essere protetti dalla competizione in perdita, come gli elettrodomestici "bianchi", che sono un prodotto troppo maturo e grezzo, ormai, dove raramente il prezzo nazionale si giustifica in termini di qualità.
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Le politiche europee sul settore alimentare, che preferiscono i prezzi bassi alla qualità, stanno lentamente distruggendo la nostra industria alimentare e noi ci diamo la zappa sui piedi da soli. Il cibo è una delle nostre migliori ricchezze e intanto ci faranno produrre il formaggio col latte disidratato in nome della libera circolazione delle merci...
Ti ha già risposto Magiostrina, in parte.
La storia del nostro tessile direi che è chiara a tutti. Centinaia di aziende hanno chiuso da quando si è iniziato a comprare i prodotti made in china e in altri Paesi dove si produce a basso costo.
Poi personalmente sarei più dell'idea che per proteggere le produzioni interne si debba abbassare il costo del lavoro e la tassazione alle imprese, ma tanto non ci è mai riuscito nessuno.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
si alzerebbe il prezzo e altri produttori sarebbero incentivati a convertirsi a quel livello qualitativo, investendo su procedimenti adeguati; quello che è avvenuto col vino nei primi anni '80; prima di allora, c'erano pochissimi produttori, in Piemonte e Toscana, Gaia, Mascarello, Incisa, a produrre vini di altissima qualità.
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