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Discussione: Vangelo: figure e simboli.

  1. #91
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    Evidentemente nel periodo in cui fu scritto il Corano, chi l'ha scritto ha seguito le teologia di Matteo e Luca che parlano dell'infanzia di un Gesù ormai elevato a Figlio di Dio, Marco non ne parla affatto e Giovanni parla solo di Gesù come Logos di Dio che si incarna come luce del mondo.
    Il Corano fu rivelato per intero a Maometto dall'arcangelo Gabriele, quindi Maometto non fece ricerche per scrivere di suo pugno qualcosa di Gesù nel Corano.
    Per quanto riguarda altri suoi scritti, tutto è possibile. Comunque, Dio nei testi successivi ha manifestato una grande stima per Maometto.

    Vorrei farti una domanda: se tu fossi vissuto all'epoca di Gesù e avessi continuato a contestare in sua presenza i testi dell'AT che citava, affermando che non erano affidabili, perché manipolati dagli uomini; e che i testi profetici ivi contenuti si riferivano solo all'epoca della redazione e non a un futuro lontano, e quindi non c'era nulla che lo riguardasse personalmente; ebbene, pensi che sarebbe stato paziente con te o ti avrebbe mandato a fan… per direttissima?
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  2. #92
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    La donna del profumo

    In contrasto con la figura della vedova, che esprime la privazione di Dio, sofferta dal popolo fedele, appare un’altra figura di donna, anch’essa nel ruolo di sposa, che unge il capo di Gesù, lo Sposo. La pericope si trova in due vangeli sinottici ( Mc 14,3-9 ; Mt 26, 6-13), ha un suo parallelo in Giovanni ( Gv 12, 1-8) ed un altro più remoto in Luca (Lc 7, 36-50).
    La scena è nota. Ecco il testo di Marco: “ Trovandosi egli in Betania, in casa di Simone il lebbroso, arrivò una donna con un vasetto di profumo di nardo autentico di grande valore; ruppe il vasetto e glielo andò versando sul capo. Il simbolismo nunziale del profumo è non è da dimenticare nel leggerlo.

  3. #93
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    Il Corano fu rivelato per intero a Maometto dall'arcangelo Gabriele, quindi Maometto non fece ricerche per scrivere di suo pugno qualcosa di Gesù nel Corano.
    Per quanto riguarda altri suoi scritti, tutto è possibile. Comunque, Dio nei testi successivi ha manifestato una grande stima per Maometto.

    Vorrei farti una domanda: se tu fossi vissuto all'epoca di Gesù e avessi continuato a contestare in sua presenza i testi dell'AT che citava, affermando che non erano affidabili, perché manipolati dagli uomini; e che i testi profetici ivi contenuti si riferivano solo all'epoca della redazione e non a un futuro lontano, e quindi non c'era nulla che lo riguardasse personalmente; ebbene, pensi che sarebbe stato paziente con te o ti avrebbe mandato a fan… per direttissima?
    da me non si dice fan ma strafatedan.
    A parte i tuoi commenti che sono solo personali, forse dovuti ad una piacevole sensazione di essere nel vero oggettivo di cui parla axeUgene............ma, aggiungo io, anche se fosse una personale credenza, e non illusoria, insomma, con una conclusione a lieto fine, presenta intrinsecamente una domanda altrettanto personale; chi sei tu per dire quello che dici con tale sicurezza?
    Poi c'è il fatto delle morti di cui il profeta si è fatto artefice, fosse anche tra parenti, fino all'odio tra Sciiti e Sunniti.
    Gesù mi piace più di tutti perché era pacifico. In sostanza tutti siamo figli del Dio-Padre di Gesù, che fa piovere sui buoni e sui cattivi.
    Ultima modifica di crepuscolo; 19-07-2018 alle 17:52

  4. #94
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    da me non si dice fan ma strafatedan.
    A parte i tuoi commenti che sono solo personali, forse dovuti ad una piacevole sensazione di essere nel vero oggettivo di cui parla axeUgene............ma, aggiungo io, anche se fosse una personale credenza, e non illusoria, insomma, con una conclusione a lieto fine, presenta intrinsecamente una domanda altrettanto personale; chi sei tu per dire quello che dici con tale sicurezza?
    Poi c'è il fatto delle morti di cui il profeta si è fatto artefice, fosse anche tra parenti, fino all'odio tra Sciiti e Sunniti.
    Gesù mi piace più di tutti perché era pacifico. In sostanza tutti siamo figli del Dio-Padre di Gesù, che fa piovere sui buoni e sui cattivi.
    Io accetto il giudizio molto positivo dato da Dio su Maometto; tu dai un giudizio negativo accusandolo di omicidi. Nel Corano Dio stesso invitò i musulmani a combattere per difendersi, perciò nulla di strano se Maometto scese in campo personalmente, come scese in campo David nell'AT.
    Quanto all'odio tra Sciiti e Sunniti non c'entra nulla con Maometto, nel senso che le due sette si formarono dopo la sua morte perché divergevano su chi dovesse succedergli come capo spirituale.
    Praticamente sarebbe come accusare Gesù di aver creato tante sette cristiane che si scannarono tra loro.

    Gesù ebbe un'altra missione, quella di martire. I paragoni che fai non c'entrano nulla con l'opinione che il credente dovrebbe avere degli inviati di Dio.
    Ciò che dico, lo dico in base ai testi considerati sacri, non in base a studi o teorie di uomini fallaci, che fanno sviare gli uomini, come Dio stesso dice.

    Alla domanda che ti ho fatta rispondo io: Gesù non avrebbe sopportato i tuoi dubbi su testi considerati sacri e ti avrebbe respinto rapidamente, come fece con altri che chiedevano tempo per fare altre cose o si opponevano. Gesù era sbrigativo su queste cose perché sapeva di avere poco tempo a disposizione per la sua predicazione. Quindi la profezia all'inizio di Isaia 42 non può riferirsi al primo avvento di Cristo, ma al secondo:

    42. Ecco il mio servitore, che io sostengo, il mio eletto, di cui gioisce la mia anima. Ho posto il mio spirito su di lui; egli proclamerà il diritto alle nazioni. Non griderà né farà chiasso, non farà udire in piazza la voce; non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dall’esile fiamma. Con fermezza proclamerà il diritto; non verrà meno né si abbatterà finché non avrà stabilito il diritto sulla terra. Le isole anelano la sua dottrina.

    Col secondo avvento Cristo ha a disposizione mille anni per la predicazione e può essere molto più paziente, e quindi non spezzare una canna incrinata e non spegnere uno stoppino dall'esile fiamma, e cioè cercare di sviluppare la fede di chi è in difficoltà nel credere.

    Chi sono io, se non l'hai capito finora, dubito che lo capirai in seguito.
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  5. #95
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    Io accetto il giudizio molto positivo dato da Dio su Maometto; tu dai un giudizio negativo accusandolo di omicidi. Nel Corano Dio stesso invitò i musulmani a combattere per difendersi, perciò nulla di strano se Maometto scese in campo personalmente, come scese in campo David nell'AT..[/I]
    Infatti stai parlando del VT.
    Evidentemente il nuovo lo conosci poco.
    Mi pare evidente che Maometto parlasse di Gesù ( anche se sottomesso al suo Dio) poiché dovresti sapere che in quel tempo i Romani erano i padroni ed erano sparsi in tutto l'impero, e tra i romani c'erano anche i cristiani. Prima ha dovuto pensare alla guerra civile e nazionalista poi è nata la lotta espansionistica, come in tutti gli imperi del mondo.
    Ma questo mi consola: pensare che gli artefici dei regni erano molto meglio di chi li ha seguiti.
    Quello che ho detto l'ho detto solo sotto l'influsso di sviluppi storici poiché non conosco il Corano.

  6. #96
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    La madre di Gesù

    Nel Vangelo di Giovanni, nell’episodio delle nozze di Cana (Gv 2,1-11), compare la figura della madre di Gesù, ma senza nome.
    L’omissione del nome è uno dei segni per identificare i personaggi rappresentativi; restano così sfumati i tratti personali, ed è possibile estendere ad altri i connotati di categoria che appaiono nel caso concreto.
    Non c’è soltanto questo. Rivolgendosi a Gesù, la madre non lo chiama “figlio”. Nemmeno Gesù la chiama “madre”, bensì “donna”, appellativo che non è mai usato nell’AT e nella letteratura ebraica per rivolgersi alla propria madre.
    Il valore rappresentativo della figura della madre si ricava precisamente dall’uso dell’appellativo “donna”, che, come in italiano, significa in greco, oltre che la persona di sesso femminile, la donna sposata. “Donna” equivale così a “sposa”, “moglie”.
    Cosa può voler dir Gesù nel chiamare sua madre “sposa”? Risulta chiaro dal contesto, se si tiene conto del linguaggio dei profeti quando parlano della relazione di Dio con Israele come popolo:
    - Is 54,5s: “Colui che ti ha fatto ti prenderà in sposa; il suo nome è il Signore degli eserciti. Come donna abbandonata ed avvilita torna a chiamarti il Signore; come sposa in gioventù, ripudiata, dice il tuo Dio”.
    - 62,5: “Come un giovane si sposa con la sua fidanzata, così ti sposa colui che ti ha costruito; la gioia che trova il marito con la sua sposa la troverà il tuo Dio con te”.
    - Ger 2,2: “Così dice il Signore: “Ricordo il tuo affetto da giovane, il tuo amore da fidanzata, quando mi seguivi per il deserto, per una terra incolta””
    - Ez 16,8: “Passando di nuovo al tuo fianco, ti ho visto nell’età dell’amore; …ti ho obbligata con giuramento, ho fatto alleanza con te –oracolo del Signore- e sei stata mia”.
    - Os 2,18:” Quel giorno –oracolo del Signore- mi chiamerai Sposo mio”
    Da questo linguaggio risulta chiaramente che “le nozze” sono simbolo dell’alleanza; nel testo di Giovanni, simbolo dell’antica alleanza, nella quale si trova la madre di Gesù, ma alla quale Gesù non appartiene, è solo invitato.
    Nell’ambito dell’antica alleanza la madre (=origine) di Gesù rappresenta dunque “la sposa di Dio”, cioè il gruppo di israeliti che sono stati fedeli all’alleanza e che costituiscono il vero Israele.

  7. #97
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    [U] - - compare la figura della madre di Gesù, ma senza nome.
    L’omissione del nome è uno dei segni per identificare i personaggi rappresentativi; -
    QUOTE][/QUOTE]

    A proprosito del tuo post _ volevo chiederti (piu' che altro una tua valutazione _ perchè leggendo Bayer mi ha lasciato un po' perpleso).
    Tu hai postato che il non menzionare il nome significherebbe identificare personaggi rappresentativi..eccc..

    Ora se leggi la Gal. (4.4) SauloTarso NON menziona il nome della madre del Rabbi. Secondo questo Bayer (almeno questo è il suo pensiero) il fatto che non viene chiamata per nome (alquanto singolare che SauloTarso possibile che non abbia almeno saputo dell' esistenza di Maria ?) ebbene sarebbe dovuto a quella mentalita' machilista dominante in quel periodo.

    Come ben si sa la donna era solo valida in quanto "fattrice" - assolto tale compito.. "spariva" dalla scena" -

    In altre lettere invece SauloTarso cita il nome di alcune donne (quelle che lo hanno supportato _ come per esempio Priscilla..

    Nei libri letti (da parte catto-cristiana - come Barbaglio e/o R. Penna _ proprio su SauloTarso) mai hanno affrontanto questa "anomalia" -
    Secondo te.. come lo spieghi ?

  8. #98
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    QUOTE]
    A proprosito del tuo post _ volevo chiederti (piu' che altro una tua valutazione _ perchè leggendo Bayer mi ha lasciato un po' perpleso).
    Tu hai postato che il non menzionare il nome significherebbe identificare personaggi rappresentativi..eccc..

    Ora se leggi la Gal. (4.4) SauloTarso NON menziona il nome della madre del Rabbi. Secondo questo Bayer (almeno questo è il suo pensiero) il fatto che non viene chiamata per nome (alquanto singolare che SauloTarso possibile che non abbia almeno saputo dell' esistenza di Maria ?) ebbene sarebbe dovuto a quella mentalita' machilista dominante in quel periodo.

    Come ben si sa la donna era solo valida in quanto "fattrice" - assolto tale compito.. "spariva" dalla scena" -

    In altre lettere invece SauloTarso cita il nome di alcune donne (quelle che lo hanno supportato _ come per esempio Priscilla..

    Nei libri letti (da parte catto-cristiana - come Barbaglio e/o R. Penna _ proprio su SauloTarso) mai hanno affrontanto questa "anomalia" -
    Secondo te.. come lo spieghi ?[/QUOTE]






    Caro esterno, accolgo con piacere un pensiero ben fatto, nel senso che è attinente a ciò che ho scritto.
    Provo ad esaminare la perplessità: se Saulo, o Paolo a seconda dei casi (non capisco perché abbia cambiato nome), non abbia menzionato il nome della madre di Gesù evidentemente per lui non aveva importanza, ma aveva più importanza la donna come terreno per il seme di Dio, la pianta evidentemente per lui era Gesù, come figlio di Dio che, pur essendo sotto la Legge come lui poteva sorpassarla in virtù proprio della figliolanza a Dio-padre, e nello stesso tempo uno come lui e gli israeliti, in carne ed ossa, nato sotto la legge di Mosè. Evidentemente anche a Paolo Mosé non bastava più, e soprattutto il modo ipocrita dei farisei che lui aveva conosciuto bene essendo un discepolo del fariseo Hillel. Evidentemente Paolo ha tratto delle conclusioni che con il crollo del Tempio si sono rivelate un'ottima scelta per il suo modo di essere, diverso dai pescatori testimoni oculari. Infatti a mio avviso non sbaglia Bayer nell'intravedere un oscuro lato psicotico nella mentalità di Saulo, infatti è tipica della mentalità patriarcale lo scontro psicologico tra l'idea di madre e l'idea di donna o moglie, dato che ambedue sono donne. Quindi è giusto dire che in società patriarcale è normale che sorgesse la necessità di divinizzare la madre di Gesù, come a voler divinizzare la sua e la madre in senso stretto.
    Che la donna sia stata rivalutata da Gesù perché liberate dai lacci della maschilità, dato che poi comandava lui, è fuor di dubbio; come è fuor di dubbio, proprio per l'idea che aveva di "madre", e quindi anche di "donna", che Paolo abbia tentato di divinizzare la madre di Gesù, senza nome anche se si sapesse chi fosse. Tra l'altro i vangeli dell'infanzia sono di Marco e Luca e mi sembra, non ricordo, che uno dei due sia stato al seguito di Paolo.
    Ultima modifica di crepuscolo; 24-07-2018 alle 14:56

  9. #99
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    - - Provo ad esaminare la perplessità - .


    Ho letto con interesse la tua risposta (come del resto tutti i tuoi interventi).

    E comunque mi hai dato una valutazione che francamente non avevo mai riflettuto su questa particolarita' della psyche umana -

    Quanto al tuo dubbio : Marco e Luca e mi sembra, non ricordo, che uno dei due sia stato al seguito di Paolo

    Il personaggio che fu suo compagno è Luca / che tra l' altro viene citato nelle sue lettere ( Filemone 24 - + Coloss. 4.14 + 2 Tim. 4.11 ) -

  10. #100
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    A dir la verità tu hai detto Bayer ti ha lasciato un po' "pepleso" che io ho interpretato come "perplesso".
    Sei tu che lo hai detto.
    Io ho solo, in base alle mie conoscenze, cercato di dare una spiegazione che potesse essere razionale.

    Si è Luca, che è creduto un medico perché descrive meglio degli altri la fisionomia dei malati e delle cure operate da Gesù.
    Ultima modifica di crepuscolo; 25-07-2018 alle 23:39

  11. #101
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    LA NUBE
    La connessione della nube col divino affonda le sue radici nell’animismo primitivo, ma viene rafforzata dal fatto che da esse dipende la vita dell’uomo: dalla nube proviene la pioggia, si sprigiona il fulmine, cade la grandine, si scatena il diluvio distruttore. Soprattutto le fosche nubi temporalesche, che immergono la terra nelle tenebre, fanno sussultare.
    Nell’AT il simbolo della nube è largamente utilizzato: già nel canto di Debora la comparsa di Jahvè è presentata come una tempesta (Gdc 5,4s); lo stesso dicasi del Sal 18. Jahvè appare sulle nubi (Ez 1,14); la nube è la frangia del suo mantello che riempe il tempio ( 1Re 8,10s; Ez 10,3s); la nube è il suo carro ( Is 19,1; Sal 104,3).
    Dio si manifesta velatamente nella nube ( Gen 9,13ss). Questo tipo di manifestazione è uno dei tratti caratteristici della storia dell’esodo: “La colonna di nube” serve ad indicare la strada ( Es 13,21s), ed al momento del passaggio del mare si interpone fra Israele ed il nemico per proteggere il popolo e terrorizzare gli inseguitori ( Es 14,19ss). Accompagna gli israeliti durante il viaggio attraverso il deserto ( Nm 14,14), e ad ogni rivelazione particolare discende sulla tenda della riunione ( Es 33,9s).
    Sul monte Sinai la nube oscura, posata sulla cima , e attraversata da<lampi od associata al fuoco, rende visibile, nascondendola al tempo stesso, la presenza di Jahvè.
    In Is 4,5 si promette identica presenza per il tempo finale.
    Nei vangeli la nube appare come simbolo della presenza di Dio nella scena della trasfigurazione, dove ricopre della sua ombra ( Mc 9,7). Il testo non vuol dire che la nube proietti la sua ombra su quelli che si trovano fuori di essa, ma che avvolge Dio e ciò che gli appartiene, in questo caso Gesù.
    I discepoli si trovano fuori di essa, dato che i tre sinottici dicono che la voce celeste si rivolge a loro “dalla nube”.
    Mt 17,5 dice che la nube era “luminosa”, esprimendo così l’aspetto sereno dell’incontro con Dio, tipico del NT, anche se la presenza divina spaventa i discepoli (Mt 17,6).
    “Giungere in mezzo a nubi” (Mc 13,26), “tra le nubi del cielo” (Dn 7,13) , significa una manifestazione storica dell’Uomo nella sua condizione divina. Nel racconto dell’ascensione ( At 1,9), “essere nascosto dalla nube” significa di nuovo l’entrata di Gesù nella sfera divina. Poiché la nube ne nasconde solamente la figura, potrà continuare la relazione personale di Gesù con i discepoli.
    Riassumendo, si può dire che nei vangeli l’uso del simbolo “la nube” non differisce molto da quello che se ne faceva nelle culture circostanti; il riferimento a Gesù le dà però un nuovo senso. La nube diventa simbolo della presenza del Padre.

  12. #102
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    La NUBE - -

    Bene Crep... una bella esposizione di questa particolare Teo-fania data dagli autori biblici.

    Infatti il Tanak riporta tanti e tanti altri passi per significare non solo la Presenza del "loro" Iddio - ma altresi' quella dell' esistenza dei diversi messaggeri (scelti come strumento) ai quali affidava il messaggio da divulgare ai credenti.

    Che poi se si va a vedere tali manifestazioni (divine) e l' Interpretazione data non si discostava poi di molto da quella dei primitivi Umanoidi _ che Nulla conoscevano del perchè il verificarsi di tali eventi. Ma quello che terrorizzava i nostri antenati era la devastante potenza distruttrice che metteva in forte pericolo la loro stessa esistenza.

    Ora tali "teofanie" poteva avvenire in vari modi:

    - a ) una visione _ con scenari pittoreschi.. / per lo piu' "notturni" (!?!)

    - b ) ispirazione (interiore) ed espressa con la formula: Mi fu rivolta la parola dell' Iddio - e/o "egli" mi tocco' la bocca e mi disse...

    - c ) sogni - e qui le "stravaganze" erano illimitate..

    - d ) determinate circostanze _ come per es.: ramo di un mandorlo - canestri di fichi - vista di un vasaio....

    - e ) eventi naturali (eruz. vulcaniche, fulmini-saette, siccita'..) - il fuoco divorante, la tromba (famosa quella "celeste") - fumo - tuoni (la temibile voce dell' Iddio).. eccc.. e ovviamente le Nubi (da te citate).

    Pare dunque come un' allusione a quella celeberrima massima di Publio Stazio Papino ( e ripresa poi da Svetonio + Petronio) _ secondo la quale sarebbero stati i terrificanti eventi della Natura a generare/creare, nell' intimo umano, la causa della credenza degli dei.. di quelle entita' misteriose/sconosciute che governano i fenomeni e la realta'_ ovvero:

    - Primus in orbe deos fecit TIMOR, ardua coelo Fulmini cum caderent !!


    Infatti quello che pero' lascia un po' perplessi è che gli autori biblici consideravano quanto gigantesca fosse la stoltezza dei politesti che riconoscevano, alle loro inconoscibili quanto bizzarre entita' divine, la loro potenza mirante a "spaventare" il peloso Bipede !

    Quando poi quelle - stesse/medesime - terrificanti manifestazioni.. altro non sarebbero che la concretizzazione "visiva" della presenza-potenza del (loro) iddioTribale !!

    Fu cosi' fatto intendere che quegli "dei" _ i temibili "concorrenti" dell' IddioEtnico, "sarebbero" stati - da "lui" sconfitti !
    Tutto questo si verifichera' pero' SOLO dopo l' esilio, tanto che l' autore (anonimo) del Deutero-Isaia potra' tranquillamente imporre quel (terrificante quanto intollerante-spietato !) assoluto monoteismo !

    Infatti per distinguerlo dai "falsi_taroccati" dei pagani, gli autori biblici ricorrono alla ricorrente formulazione del:
    - dioVivente ( in quanto il solo/unico _ e Nessuno gli è pari) !

    Ma anche "lui" non potra' che Imitare e continuare quanto attribuito ai suoi Ex-concorrenti-colleghi e dunque ancora:
    - fulmini-saette, terremoti, lampi, "voci celesti", fuoco divorante, venti impetuosi, Nubi/nuvole, forti-suoni di trombe (meglio.. tromboni), eccc..eccc...eccc...

    Ebbene tutti questi eventi - ora - "sarebbero veri" !!

  13. #103
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Grazie; se non sbaglio lo stesso Jahvè era considerato dai sui adoratori inizialmente come il dio della tempesta e faceva parte di un pantheon di divinità tra i quali c'era pure il maligno dio delle mosche che ora si capisce perché era così malvagio e fastidioso, probabilmente per le malattie che le mosche procuravano a quei tempi, non c'era ancora il DDT.

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