Sonetto 46

KK: „Siamo vicini al mistero. Sono due occhi marroni, un gesto della mano, un sorriso e il rapido sguardo investigativo ad attirare la mia attenzione, eppure è come se tutto ciò non fosse che un indizio per l’anima, pronta a riflettere un’emozione, un colpo di spada al centro del cuore, il risveglio di un sentimento remoto creduto morto. Vorrei tenerla davanti a me solo per guardarla, esplorare con gli occhi ogni angolo del suo volto, ubriacarmi della sua bellezza, saziare la mia sete con l’armonia dei suoi lineamenti, sentire il cuore che batte forte sulle pareti del petto, lasciarmi rapire dal brivido che sale rapido lungo la schiena e liberare l’onda magica che fonde ed espande i nostri sensi”.

Sir William: “I miei occhi e il mio cuore combattono una guerra mortale sul come dividere la conquista del suo sguardo; i miei occhi vorrebbero impedire al cuore la vista della sua immagine e il mio cuore vorrebbe impedire agli occhi la libertà di questo diritto”.

KK: “Un difficile equilibrio, un’armonia precaria. I sensi alla ricerca del contatto della pelle, del profumo dell’amore, del sapore della passione, della soddisfazione liberatoria, di un lampo negli occhi nel momento in cui ci apparteniamo. Impossibile superare il desiderio del possesso esclusivo, il dolore fisico di un abbraccio che escluda il resto del mondo, un urlo nella notte per raccontare di fronte al cielo buio che due sono diventati uno. Ma il cuore vuole di più. Esaurita la forza della passione, il cuore reclama l’intimità delle anime, silenziosa, discreta, senza testimoni. L’intimità invisibile agli occhi, capace di resistere alla lontananza dei corpi, in grado di avvolgere come una nebbia leggera il nostro essere”.

Sir William: “Il mio cuore rivendica che lei debba adagiarsi lì, come in uno scrigno che curiosi occhi cristallini non possono penetrare, ma gli occhi, come il difensore nel processo, negano questa arringa e affermano che la sua dolce bellezza debba risiedere in loro”.

KK: “È l’altalena della coscienza, come se ci debba essere un motivo per respingere il desiderio fisico che invece reclama a gran voce la sua parte. Gli occhi esigono pari diritti con il cuore, il cuore proclama una pretesa priorità. Gli occhi affermano la ius prime noctis, il cuore il legame eterno. Il cuore accusa gli occhi di fermarsi all’effimero, gli occhi ridono della sua presunzione”.

Sir William: “Per decidere a chi spetti questo diritto ho mobilitato la ricerca propria del pensiero e tutte le armi del cuore e il loro giudizio ha determinato la chiara metà per gli occhi e la dolce parte del cuore”.

KK: “Non la cerco per condividere solo una parte di me, e non la voglio solo a metà. Le paure dell’anima sono tradotte e si nascondono nelle paure dei sensi e anche la più maestosa delle aquile ha bisogno di due ali per volare. Non credo di potermi dividere assecondando le opportunità. In fondo penso che questo conflitto sia solo fittizio e causato dal terrore della nostra insufficienza. Sir, pretendo di averla con gli occhi e con il cuore, dando a ciascuno la parte che gli spetta”.

Sir William: “A questo modo l’aspetto esterno è toccato agli occhi e è diritto del cuore il suo intimo amore”.