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Discussione: Il "fenomeno" Alberto Angela

  1. #106
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    non è che la chemio fortifichi eh...



    ma dico io: i c.d. "complottisti" i loro motivi ce li avranno o no? mettiamo che uno come blondet faccia un sito che propone una terapia alternativa a quella contro il cancro "accettata dalla comunità scientifica". perché lo fa? perché al pari dei medici "ortodossi" è convinto che un sistema di cura del cancro privo di effetti "collaterali" sia doveroso trovarlo. se poi vogliamo nascondere che la stessa chemio sia il male minore, allora facciamo a non capirci.



    no. chi deve aver fede è il mago. la magia non ha trucchi. il trucco è la preghiera detta in coscienza e credenza.



    see. preti che fanno magie io non ne ho ancora visti...stai bene?



    i suoi, di trucchi no?
    I motivi i complottisti li hanno...sono nelle loro zucche e nell'ignoranza.
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  2. #107
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    non conosco le sue opere, ma credo che sia un modo come un altro per "gestire" una fetta di pubblico che oggi come oggi non ha altri modi di darsi un'idealità se non riferendosi a un passato remoto come l'epoca nazista...

  3. #108
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    Articolo di Gennaro Carotenuto, socialista, antiamericano e antisionista ma non nazista e non antisemita

    http://www.gennarocarotenuto.it/3838...pa-agli-ebrei/
    è di 10 anni fa (13 ottobre 2008), parla della morte di Jorg Haider, il leader populista dell'estrema destra austriaca, e dei commenti di Blondet



    Un nazista cretino si ammazza con la macchina e quel deficiente antisemita di Maurizio Blondet dà la colpa agli ebrei, di Gennaro Carotenuto


    Mi ero imposto di fare come se non esistesse. Eppure appesta continuamente Internet con il suo antisemitismo al quale abbocca volentieri tutto un sottobosco rossobruno e poi una serie di altri imberbi deficienti presunti di sinistra per i quali basta dire “abbasso Israele” o “Stati Uniti cattivi” per strappare l’applauso.

    Mi ero imposto di fare come se non esistesse ma questa è troppo grossa… Per il noto antisemita Maurizio Blondet, ammiratissimo da spezzoni di ultrasinistra senza cultura né storia, il dirigente neonazista austriaco Jorg Haider sarebbe stato ucciso da un non meglio precisato “ebraismo internazionale”.


    Un cretino pieno di birra si schianta a 140 km all’ora dove il limite è 70 e subito si trova uno più cretino disposto a dare la colpa agli ebrei. Mancano solo i Savi di Sion e siamo a posto.

    Perfavore. Tutti quelli che hanno a cuore il tema del razzismo non dimentichino mai l’antisemitismo che del razzismo è l’archetipo. Non è passato


    ******************

    Articolo di Valerio Evangelisti (comunista non stalinista, antiamericano e antisionista, famoso per la serie fantasy su Eymerich e anche per la polemica su Cesare Battisti, fondatore del sito CarmillaOnLine) su chi sono i rossobruni... ehm i naz... pure di questi ne ho conosciuti molti, si dicono comunisti non antifascisti, socialisti ma ammirano le SA di Strasser e il peronismo. I rossobruni sono il pubblico prediletto di Blondet. Evagelisti guarda caso è odiato dai complottisti socialisti nazionali...

    https://www.carmillaonline.com/2010/...sti-nuove-per/


    I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia
    Pubblicato il 21 luglio 2010 · in Controinformazione ·
    di Valerio Evangelisti

    [Questo breve articolo di tono divulgativo, apparso sul numero di giugno della rivista Su la testa, legata al PRC, non doveva apparire su Carmilla. Esistono in rete inchieste sullo stesso tema molto più accurate, di cui fornirò i riferimenti. Se mi risolvo a pubblicarlo qui è perché, a scoppio ritardato, ha causato nei diretti interessati reazioni scomposte, ai limiti dell’isteria. In particolare, ciò è avvenuto per le tre righe piuttosto neutre consacrate a Costanzo Preve, elencato tra i marxisti sedotti dall’ipotesi rosso-bruna. In appendice, fornirò qualche indicazione bio-bibliografica sui curiosi difensori che, per l’occasione, l’illustre “filosofo marxista” ha trovato. Naturalmente, a tutti è lecito cambiare idea, ma se la schiera dei “versipelle” è troppo folta dà adito a sospetti.]

    L’ultimo, sconcertante prodotto della strana famiglia che sto per descrivere ha per nome “autonomi nazionalisti”. Si tratta in effetti di giovani neonazisti che fanno propri alcuni simboli esteriori non tanto dell’autonomia, quanto dell’anarchismo più radicale.

    Vestono le tutine nere dei “Black Bloc”, si fregiano della A cerchiata. Di recente hanno occupato una casa rurale abbandonata nei pressi di Pavia, con l’intento di farne un centro sociale. Inalberano l’insegna del movimento internazionale “Antifa Aktion”, rappresentata da una bandiera rossa giustapposta a una nera, se i militanti sono in prevalenza marxisti, o una nera su una rossa, se prevalgono gli anarchici. L’emblema vuole comunque indicare l’unità di anarchici e marxisti contro il fascismo.
    Non è così per gli “autonomi nazionalisti”. Nella loro versione, la bandiera nera copre la rossa, ma la scritta attorno è “Anti-Antifa Aktion”. Il nemico è dunque l’antifascismo militante.
    Si tratta, in Italia, di un pugno di giovanotti, per di più invisi a Casa Pound, che li ha trattati a male parole. In realtà il piccolo movimento è nato in Germania, dove, visto il successo degli “Antifa”, alcuni militanti di estrema destra hanno pensato che fosse solo questione di look; poi il nucleo iniziale si è ramificato, raggiungendo persino l’Australia. Prassi di questi gruppi? Infiltrarsi nelle manifestazioni degli Antifa e causare il maggior numero possibile di danni insensati, con obiettivi certamente diversi da quelli dei Black Bloc propriamente detti.
    Restano comunque un’esigua minoranza, come gli “anarchici nazionalisti” che li avevano preceduti. Ben diverso — anche se numericamente ancora marginale — il peso esercitato dalla tendenza fascista detta “rosso-nera”, o “comunitarista”, o “nazional-bolscevica”, o “socialista nazionale”. In Italia è una lunatic fringe, eppure può contare su un quotidiano, qualche rivista, diverse case editrici e molti siti web, che alcuni, in buona fede, credono di estrema sinistra. Il fatto è che questo filone ha una sua storia e, qui e là per l’Europa, persino un suo radicamento.
    Un recente numero del Bollettino Aurora di Alex Lattanzio — pubblicazione “rosso-bruna” in rete molto ben dissimulata, tanto che prende nome dal famoso incrociatore che appoggiò gli insorti della Rivoluzione d’Ottobre — rievocava i “padri nobili” in quei comunisti nazionalisti che negli anni ’20, in Germania, ebbero un qualche seguito, fino a venire cancellati dai nazisti hitleriani. In realtà, l’origine della corrente è più recente. Il fondatore autentico è il belga Jean-François Thiriart (1922-1992), ex combattente delle SS valloni, collaborazionista in nome di gruppuscoli provenienti dall’estrema sinistra approdati al sostegno al Terzo Reich. Nel dopoguerra, Thiriart pagò le sue scelte con alcuni anni di carcere. Tornato in libertà, fondò alla fine degli anni ’50 il movimento Jeune Europe (avente per simbolo la croce celtica, poi divenuta di uso comune a destra), che si opponeva alla decolonizzazione del Congo belga, dell’Algeria e degli altri possedimenti europei in Africa. In Italia, Jeune Europe ebbe quale primo referente Ordine Nuovo, mentre all’interno dell’OAS (Organisation Armée Sécrète) franco-algerina, trovò un discepolo brillante e intelligente in Jacques Susini, l’ideologo del gruppo terroristico.
    Lentamente, tuttavia, le idee di Thiriart, inizialmente tanto antiamericane quanto antisovietiche e centrate sulla nozione di Europa quale culla della civiltà, mutarono. Cominciò a leggere l’URSS quale baluardo nazionalista, specialmente nella figura di Stalin, e a considerare con simpatia la Cina. Formulò la nozione di “Eurasia”, entità politica e culturale in fieri capace di dare scacco all’imperialismo americano, ormai quasi il solo nemico (con la sua appendice ebraica, Israele). Accantonò il filocolonialismo per appoggiare i movimenti di resistenza dell’America Latina e del Medio Oriente.
    In Italia i referenti cambiarono. Per i dettagli rimando a un saggio di Claudia Cernigoi, La strategia dei camaleonti: comunitarismo e nazimaoismo, apparso nel 2003 sulla rivista triestina La Nuova Alabarda e facilmente reperibile sul web. Vi si trova anche un dizionario con i nomi più significativi, sempre ricorrenti. Riassumendo almeno tre decenni, chi traspose in Italia le nuove idee di Thiriart fu in primo luogo “Lotta di popolo”, il più noto gruppo detto nazi-maoista. Seguirono “Lotta Studentesca”, in parte “Terza Posizione”, la rivista “Orion” di Milano (facente capo alle edizioni Barbarossa e alla Libreria del Fantastico di viale Plinio), fino all’ala estrema e armata, i NAR di Giusva Fioravanti. Più raggruppamenti minori, misticheggianti o aventi radicamento locale, in forma di circoli e associazioni culturali.
    Più interessante vedere gli sviluppi attuali. Non senza avere notato che quella componente, sicuramente minoritaria, del fascismo “di sinistra”, ha comunque contagiato l’intero arco della destra extraparlamentare, o parzialmente extraparlamentare in quanto associata elettoralmente ai partiti del centrodestra. Se ne trovano tracce in Fiamma Tricolore, in Forza Nuova, in Casa Pound-Blocco Studentesco (l’espressione più “moderna” e originale) e in molte formazioni assenti dalla scena nazionale.
    Una rassegna dei gruppi e dei siti che sto per citare è compresa in un saggio, L’arcipelago della destra radicale, presente nel sito web L’Avamposto degli Incompatibili (ora qui). Quello che tento ora è un rapido aggiornamento.
    Anzitutto è d’obbligo il rimando a una delle maggiori formazioni che agiscono a livello europeo, a dimostrazione che siamo di fronte a una piccola Internazionale. Si tratta del Partito Comunitario Nazional-Europeo, i più diretti eredi di Jean-François Thiriart. Quando si accede in rete al loro sito, si è accolti dall’inno sovietico. Si passa poi a una pagina fitta di ritratti di Stalin e Che Guevara. Il partito sembra avere molte filiazioni soprattutto nell’Est europeo, e, quanto all’Europa occidentale, in Francia. Qui pubblica un periodico, Les Causes du Peuple. Fa il verso a La Cause du Peuple, il noto settimanale maoista francese diretto, negli anni successivi al ’68, da Jean-Paul Sartre. Per comprendere l’ispirazione autentica basta esaminare il dossier dedicato a Thiriart, in termini osannanti.
    Il PCN non sembra avere relazioni dirette con il russo Partito Nazional-Bolscevico fondato dal poeta e scrittore Eduard Limonov (eccellente, va detto, in entrambe le sue espressioni artistiche). Questo è un partito slavofilo, aggressivo, trasgressivo, che di comunista non ha molto, a parte il solito richiamo alla grandezza di Stalin. Raccoglie giovanissimi sotto bandiere curiose: falce e martello in un cerchio rosso (o nero) che ricorda le insegne naziste, o, addirittura, l’immagine di Jean Marais con maschera verde nel film “Fantomas ’70”.
    Gli italiani sono più seri e, pur condividendo in certa misura le idee dei loro confratelli dell’Europa orientale, sono più abili a camuffarsi. Prima di catalogarli, vediamone le idee di fondo (non comuni a tutti i nuclei, ma alla maggior parte):
    – L’unione di Europa e Asia (“Eurasia”) è in grado di sconfiggere l’imperialismo statunitense. Chiaramente, l’attuale Unione Europea non è un passo avanti in quella direzione (e qui mi sento di concordare);
    – A questo fine, va bene l’alleanza con tutti gli Stati e le forze che perseguono il medesimo obiettivo, dagli integralisti islamici, ai nazionalisti slavi, a paesi socialisti o socialisteggianti come Cuba, il Venezuela o altri dell’America Latina;
    – Il capitalismo è aborrito, ma identificato in sostanza con le banche e i grandi fondi di investimento. Nella maggior parte dei casi nelle mani di ebrei;
    – Il conflitto di classe è taciuto o considerato “superato”. Non rientra negli schemi interpretativi. I rapporti di forza sono diventati “geopolitici”, e la Russia di Putin, la Cina o il Vietnam che promuovono il neocapitalismo, l’Iran ecc. sono oggettivamente oppositori del sistema globale. Le classi escono dal quadro. Si parla di “nazioni”, “etnie” o “popoli” come surrogato delle classi.
    – Nessun “comunitarista” si definirebbe razzista. Ogni comunità deve mantenere la sua identità culturale, e nel proprio ambiente va più che bene. Gli esodi di massa verso i paesi più ricchi sono dovuti non a miseria, ma un piano americano per piegare l’Europa — e la futura Eurasia. Ovviamente con l’appoggio della finanza internazionale e dei suoi organi di controllo, che mirano a soffocare la nostra cultura e ad averci in pugno per debolezza di fronte all’invasione.
    – Israele è identificato con gli ebrei in toto, e comanda in pratica il mondo intero. La resistenza alla politica del governo israeliano è indifferenziata. Contro gli israeliani, per i rosso-bruni, va bene di tutto: i palestinesi veri e propri (in tutte le loro componenti, spesso assai diverse), i talebani, gli estremisti islamici, Ahmadinejad, fino ai naziskin di quartiere. Il nemico sono “gli ebrei” in genere. Controllano il sistema finanziario, si sono inventati l’Olocausto per tenerci sotto ricatto perenne. Ciò li coinvolge come “genus” potenzialmente pericoloso, a prescindere da età, sesso, cultura, fede religiosa o non religiosa effettiva, ecc.
    Questo “corpus” di idee, condiviso in larga misura ma raramente in ogni punto, connota vari piccoli gruppi esistenti in Italia, maestri di confusione.
    Il sito Aurora, già citato, è apparentato con la rivista Eurasia, che fin dal nome denuncia i suoi riferimenti nascosti. Quando Arcoiris TV trasmetteva via satellite, dedicò a Eurasia anche una rubrica settimanale, forse senza sospettare che si trattasse di “rosso-bruni”. Sia Aurora che Eurasia svolgono una cospicua attività editoriale. Sono fascisti almeno quanto a estrazione, ma lo nascondono con notevole abilità.
    Ancora meglio lo nasconde il sito Comedonchisciotte. Chi lo seguì dalla nascita, ricorda che in principio offriva da scaricare I protocolli dei Savi di Sion. Adesso pare un sito di estrema sinistra, che colleziona articoli di ogni tendenza. Fulvio Grimaldi, la cui collocazione a sinistra non è in discussione, lo linka sul suo blog, quasi fosse affidabile. In effetti converge su molte valutazioni. Ma questo è un suo problema. In equivoci analoghi cade abbastanza spesso Giulietto Chiesa, che con i rosso-bruni condivide l’interpretazione — fondata o meno che sia — degli attentati dell’11 settembre 2001 come complotto maturato all’interno degli Stati Uniti. Antiamericanismo viscerale e antisionismo (da leggersi come detto sopra) sono i punti di forza di Comedonchisciotte, un sito che gode di una certa popolarità.
    Qui va detto, per inciso, che non riconoscere il conflitto di classe come centrale priva la destra “nazional-bolscevica” della filosofia della storia propria della sinistra. A ciò sopperisce cercando il motore degli eventi in cospirazioni raffinate (a volte credibili in parte, altre volte no), e in gruppi di potere che nascostamente guidano le scelte palesi di Stati e coalizioni tra nazioni (Gruppo Bildeberg, Club di Roma, ecc.). Se l’11 settembre è il cavallo di battaglia, attraverso “personalità” come il saggista americano di estrema destra Webster Griffin Tarpley (autore tra l’altro di un libro contro Toni Negri, visto, tanto per cambiare, come manovratore delle BR), in siti che costeggiano l’area senza appartenervi integralmente, come Luogo Comune, ciò si estende anche a eventi come la spedizione dell’Apollo 11 sulla luna, frutto di manipolazione cine-televisiva. L’importante è che ci sia qualcuno che complotta nell’ombra, dai banchieri ai Savi di Sion attualizzati.
    Malgrado simili bizzarrie, alcuni transfughi della sinistra sono finiti per approdare alle sponde rosso-brune, con maggiore o minore consapevolezza. E’ il caso dell’economista Gianfranco La Grassa, allievo di Antonio Pesenti (firmò con lui un cospicuo Manuale marxista di economia politica), sempre citato dai “nazional-bolscevichi”; di un altro economista radicale, Vittorangelo Orati, che a suo tempo collaborava alla Monthly Review (1); ma soprattutto è il caso del “filosofo marxista” Costanzo Preve, divenuto un autentico teorico del “comunitarismo”. Ha un suo sito, Comunismo e Libertà (prima si chiamava Comunitarismo.it), da cui divulga il nuovo verbo, sempre richiamandosi a Marx.
    Tornando all’ala “militante” dei rosso-bruni, ecco Socialismo Nazionale e Gerarchia, vincolati a Militia, gruppuscolo (un tempo denominato Movimento Politico Occidentale) che di recente ha avuto guai giudiziari, anche per le sue connessioni con alcune curve calcistiche di tifosi; ed ecco Rinascita — Quotidiano di Sinistra Nazionale (da non confondere, è chiaro, con La Rinascita del PdCI). Il giornale ha una versione cartacea, non facile da reperire in edicola. Accanto al titolo riporta una citazione di Nietzsche; i contenuti sembrano di estrema sinistra. In realtà i fondatori hanno vecchi percorsi che ben poco hanno a che fare con la storia del movimento operaio. Rimandano invece al terribile vecchietto ex SS, Jean Thiriart, e alla sua Jeune Europe.
    Potrei continuare pagine e pagine con l’elencazione. Mi limito invece a fare un breve riferimento a un’altra corrente rosso-bruna, di origini differenti. Si tratta dei seguaci, che si potrebbero definire “fascisti ecologisti”, del filosofo francese di destra Alain de Benoist. Costoro hanno circoli, siti e riviste, nonché una casa editrice di dimensioni non piccole, con sede a Bologna: Arianna Editrice (appoggiata a una catena distributiva, Macrolibrarsi). Arianna pubblica testi di medicina alternativa, libri su cospirazioni varie, saggi sulla decrescita e su forme di illuminazione interna, pamphlet contro il “signoraggio bancario”. Diffonde quotidianamente un bollettino in rete, in cui hanno ampio spazio il negazionismo dell’Olocausto, le tesi sul superamento delle distinzioni tra destra e sinistra, la geopolitica di impostazione “eurasiatica”.
    Cosa pensare di tutto ciò? Ho inteso limitarmi a una semplice, sommaria rassegna. La mia idea è che la “crisi delle ideologie” non si sia abbattuta solo sulle forze del movimento di classe, ma abbia lasciato orfana anche parte della destra più aggressiva, desiderosa di scendere sul terreno del sociale a occupare le piazze lasciate vuote da una sinistra sfiancata. Lo fa ripescando teorie ambigue e tutt’altro che nuove, come si è visto. Vi riuscirà? Non ci si faccia illusioni sui numeri, i “rosso-bruni” sono pochi ma non mancano di potenziale di crescita. L’unico modo per impedirlo è che quelle piazze tornino a riempirsi di bandiere rosse.

    NOTE:

    (1) Può però darsi che talune collaborazioni di Orati, che è finissimo economista, al quotidiano rosso-bruno Rinascita siano state dovute a un equivoco — purtroppo frequente — sulla natura del giornale. In altri articoli ho avuto modo di lodare la perspicacia di Orati.

    APPENDICE: “OPERAZIONE BAYGON”

    Alle rassegne citate nel corpo dell’articolo, di Claudia Cernigoi e dell’Avamposto degli Incompatibili, ne va aggiunta una più recente, riedita in occasione del 2° Festival Sociale delle Culture Antifasciste di Bologna. Ha curato la riedizione il Nodo Sociale Antifascista bolognese.

    Il mio pezzo sarebbe probabilmente passato sotto silenzio se alcuni dei “comunitaristi” chiamati in causa non si fossero messi a strillare, riempiendo la rete e Facebook di proteste, soprattutto in difesa della purezza del marxismo di Costanzo Preve (da me citato solo di sfuggita). Ecco i principali contestatori:

    EUGENIO ORSO, fino al 2008 nel comitato di redazione della rivista Opposta Direzione, edita da All’Insegna del Veltro, casa editrice di estrema destra creata da Claudio Mutti. Per sapere chi sia Claudio Mutti, basta cercare su Wikipedia.

    MAURO NERI, in realtà Maurizio Neri: ex militante del gruppo nazi Costruiamo l’azione, indagato (ma poi prosciolto) per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, appartenuto al Movimento Sociale Fiamma Tricolore e al Fronte Nazionale di Adriano Tilgher.

    RODOLFO MONACELLI, ex responsabile romano del Fronte Nazionale e webmaster del sito del gruppuscolo.

    STEFANO MORACCHI, amico, ammiratore e seguace di Maurizio / Mauro Neri.

    ALEX / ALESSANDRO LATTANZIO, ex pupillo di Pino Rauti, diventato d’improvviso “comunista”. Costui, in un articolo che rasenta la follia, avanza addirittura il sospetto che io sia agente di una “cospirazione sionista” (vecchio vizio) e, non sapendo nulla di me, mi chiama “bertinottiano meneghino” (???).

    Personaggi del genere possono dare lezioni di marxismo? Se fossi nei panni di Costanzo Preve, sarei seriamente imbarazzato.

    Perché “Operazione Baygon”? Pensateci un attimo… ;-)


    Evangelisti (antifascista e antiamericano ma non complottista, un po' come Odifreddi) fa nomi e cognomi: Blondet e Mazzucco a parte, non siamo ot (ieri Angela ha fatto una puntata sulle deportazioni del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943).

    I più famosi politici e giornalisti rossobruni o sovranisti di (finta) sinistra: Giulietto Chiesa, Costanzo Preve (deceduto, ideologo del rossobrunismo odierno, ex marxista), Diego Fusaro (oggi di gran moda), Eduard Limonov, Andrea Carancini. Punti d'incontro: Aurora, Comedonchisciotte, Sputnik Italia, Effedieffe, Blondet e Friends, L'antidiplomatico, ecc.

    I veri comunisti vengono da costoro apostrofati come servi del capitalismo, trotskisti, comunistosionisti, operaisti, toninegristi, radical chic, rosapallido, wuminkia (storpiatura dei Wu Ming, collettivo di scrittori, amici di Evangelisti), ecc.
    Ultima modifica di Tiberio; 14-10-2018 alle 11:01
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  4. #109
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    Che cojoni ragazzi.
    Scusate, esco subito.

  5. #110
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    Ma ti pare normale quello che dici? Messa così pare che Blondet scriva perché debba fare terapia di sostegno a certa gente che ha bisogno di una stampella psicologica. Oltretutto da giornalista andrebbe a braccetto con ideologie e nozioni false mandando a far benedire quella che dovrebbe essere (uso il condizionale) l'etica e la professionalità.
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  6. #111
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    Citazione Originariamente Scritto da Acquerapide Visualizza Messaggio
    Che cojoni ragazzi.
    Scusate, esco subito.
    Pecccccchéééé?
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  7. #112
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Ma ti pare normale quello che dici? Messa così pare che Blondet scriva perché debba fare terapia di sostegno a certa gente che ha bisogno di una stampella psicologica. Oltretutto da giornalista andrebbe a braccetto con ideologie e nozioni false mandando a far benedire quella che dovrebbe essere (uso il condizionale) l'etica e la professionalità.
    come dire: i giornali sono fatti per il pubblico, o il pubblico ha bisogno dei giornali?

  8. #113
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    Un giornalista dovrebbe spacciare fuffa per accontentare tutti i gusti e le paturnie? Tanto per sapere.
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  9. #114
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Ma ti pare normale quello che dici? Messa così pare che Blondet scriva perché debba fare terapia di sostegno a certa gente che ha bisogno di una stampella psicologica. Oltretutto da giornalista andrebbe a braccetto con ideologie e nozioni false mandando a far benedire quella che dovrebbe essere (uso il condizionale) l'etica e la professionalità.
    Scrive ovviamente perché deve attirare un certo pubblico e attirarlo verso complottismi antisemiti e nazional-socialisti... Il dilemma è se venga pagato, ci guadagni dalle vendite, o sia solo un credente in quello che dice, o tutte e tre

    Vale anche per Mazzucco, che fa "raccolte fondi" per realizzare i suoi film, da poi rivendere, così lo pagano due volte
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  10. #115
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    mi sembra di stare all'uni...(non college, eh). cmq penso che i giornalisti chi più chi meno rispondano ad un editore e dicano la loro (anzi la "sua", dell'editore). se poi scrivono per il manifesto servono la loro ideologia. ma credo che in definitiva tutti i mezzi di comunicazione siano strumenti di controllo e direzionamento dell'opinione pubblica. con buona pace della verità. (ma esiste una Verità?).

  11. #116
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    I motivi i complottisti li hanno...sono nelle loro zucche e nell'ignoranza.
    Esatto.

    Dare un occhiata ai forum di ComeDonChisciotte e LuogoComune

    è tutto: americani imbroglioni e assassini, ebrei killer e Big Pharma ci uccide...
    https://comedonchisciotte.org/forum-cdc/
    https://www.luogocomune.net/LC/forum/index

    vendono anche i dvd e i gadget del gombloddo


    ma ormai hanno invaso tutti i forum e facebook
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  12. #117
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    alternative ne avete? ne hanno?

  13. #118
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Pecccccchéééé?
    Ma uscite a respirare un po' d'aria! Scatenate delle energie negative con questi 3d, io non li capisco, farsi venire il sangue amaro parlando tra campane che non vogliono capirsi ma solo criticare automaticamente negando le tesi altrui e ridicolizzandole, sembra che giocate a ping pong. Uscite se dovete usare il forum così minchia.

  14. #119
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    Giulietto Chiesa, Costanzo Preve (deceduto, ideologo del rossobrunismo odierno, ex marxista), Diego Fusaro (oggi di gran moda), Eduard Limonov, Andrea Carancini. Punti d'incontro: Aurora, Comedonchisciotte, Sputnik Italia, Effedieffe, Blondet e Friends, L'antidiplomatico, ecc.
    Ho dimenticato Enzo Pennetta (una specie di Zichichi), Alain de Benoist (che non sarebbe nemmeno uno scemo), Ariannaeditrice, Francesco Lamendola (questo invece lo è), e (solo in parte) Massimo Fini (che perlomeno non è complottista, è "solo" postfascista e un po' antisemita, o meglio ebreo che odia se stesso, essendo sua madre un'ebrea russa).
    Ultima modifica di Tiberio; 14-10-2018 alle 11:14
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  15. #120
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Che succeda questo nella realtà è un altro tipo di problema, per soldi, ideologia ecc... Da come lo avevi posto tu sembrava "assistenza" a gente smarrita, a chi aveva bisogno di sentirsi dire quello che uno vuol sentirsi dire.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

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