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Discussione: Il "fenomeno" Alberto Angela

  1. #46
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    e questo che vuol dire? che piuttosto che ammirare i dipinti occorre fare la guerra?
    no; solo che c'è una differenza sostanziale tra una disciplina vincolata ad una funzione e l'ambito del desiderio o dell'ideologia; un discorso scientifico appartiene alla prima categoria;

    quali tentativi? se io anziché parlare della tomba di tutanchamon (o come si scrive) mi soffermo sulle componenti spirituali dei faraoni (AHK;BA;KHA;BHA) che sono presenti e citate nella relativa letteratura storica di tutti i paesi civili, non rendo un servigio migliore e più utile alla "missione divulgativa" che mi sono prefisso? non c'entra cercare il Sacro così, per sport, ma di dare un contributo alla scienza che vada oltre l'apparenza immediata di un sarcofago o di un dipinto, sui quali sono state peraltro già spese fiumi di parole. insomma trasmettere Valori più che semplici Idee. Interpretare anziché parafrasare opere storiche e archeologiche che, oggi come oggi hanno fatto il loro tempo.
    allora, un divulgatore fa quello che fanno gli Angela, cioè espone un acquis consolidato ad una grande platea, non un approfondimento;
    se poi vuoi l'interpretazione, e addirittura i "Valori", questa è ideologia; ovviamente, non può essere una cosa da tv di stato, soprattutto se quello che ti aspetti è una deviazione da valori molto condivisi;
    resta che la scienza non si occupa di "valori" ma elabora i dati, e secondo metodologie condivise;

    no. per quanto ne so (non sono un esperto di tv: figuriamoci) la scienza senza valori di riferimento non ha mai portato da nessuna parte. penso a galileo o a bacon. per loro la scienza ha il compito di migliorare la società e l'economia di un popolo. insomma il loro benessere. se la scienza non mira a soddisfare i bisogni umani non ne vale la pena. pertanto darsi un obiettivo, un valore di riferimento sulla cui base fare calcoli speculativi e scientifici e diciamo pure filosofici, lo trovo fondamentale. se poi si vuole rimanere sul piano di una asettica divulgazione, magari anche molto telegenica, senza fare "davvero" della scienza quel meraviglioso spettacolo che è, allora non mi ci ritrovo. diciamo che, per coloro a cui interessa, io sono per la scienza di frontiera alla voyager, anziché per quella appiattita sul metodo scientifico degli Angela.
    beh, Giacobbo non fa scienza, ma spettacolo di argomento para-scientifico; la sua trasmissione si fonda sul paradigma del non possiamo escludere che...col quale solletica le suggestioni del pubblico, che così può fantasticare su ipotesi improbabili e "originali";
    a me non sembra un gran servizio, perché poi ti ritrovi cittadini che su quella base equiparano l'acquis scientifico alle suggestioni, combattono i vaccini e fanno curare il cancro dei figli con l'acqua e limone da qualche ciarlatano, con esiti prevedibili;

    no. allora l'astrologia è per le casalinghe di voghera. lasciala a loro. gli archetipi, quelli si, sono una cosa seria e non c'entrano con l'astrologia.
    non è che se leggi Jung - sul quale ho anche molte perplessità - devi per forza ignorare una disciplina complessa e antica, che non è l'oroscopo del quotidiano; poi, io sono un razionalista e non ci credo; ma non sono per questo un gretto del tutto incapace di percepire il fascino delle suggestioni,
    per me l'importante è distinguere quelle dalla realtà, esattamente come non bevo o mi faccio una canna se devo guidare o fare altro che mi richieda di essere presente a me stesso e lucido.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #47
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Interrogativi ai quali la scienza non può dire quello che uno vuol sentirsi dire.

    Se non sai se hanno o no un metodo loro, spari a zero e parli a vanvera.

    Il mondo scientifico che si basa sul metodo scientifico e nozioni comuni a tutti (non è che esista una fisica o una chimica diversa per ogni zucca degli addetti ai lavori).
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  3. #48
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    no; solo che c'è una differenza sostanziale tra una disciplina vincolata ad una funzione e l'ambito del desiderio o dell'ideologia; un discorso scientifico appartiene alla prima categoria;
    e quale funzione attribuisci alla scienza? o all'arte?


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    allora, un divulgatore fa quello che fanno gli Angela, cioè espone un acquis consolidato ad una grande platea, non un approfondimento;
    se poi vuoi l'interpretazione, e addirittura i "Valori", questa è ideologia; ovviamente, non può essere una cosa da tv di stato, soprattutto se quello che ti aspetti è una deviazione da valori molto condivisi;
    resta che la scienza non si occupa di "valori" ma elabora i dati, e secondo metodologie condivise;
    e quando mai la tv di stato ha fatto "servizio" pubblico? su rai uno poi...no. per me il servizio pubblico si basa sulla "educazione" del pubblico. e anche sul soddisfacimento intellettuale di questo. senza però anestetizzarlo...


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    beh, Giacobbo non fa scienza, ma spettacolo di argomento para-scientifico; la sua trasmissione si fonda sul paradigma del non possiamo escludere che...col quale solletica le suggestioni del pubblico, che così può fantasticare su ipotesi improbabili e "originali";
    a me non sembra un gran servizio, perché poi ti ritrovi cittadini che su quella base equiparano l'acquis scientifico alle suggestioni, combattono i vaccini e fanno curare il cancro dei figli con l'acqua e limone da qualche ciarlatano, con esiti prevedibili;
    seriamente sui vaccini. ce ne sono alcuni che "possono" fare davvero male. come quelli che, si diceva sempre al tg, sono a base di mercurio...sul cancro avrei da dire ma me lo tengo per me...

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    non è che se leggi Jung - sul quale ho anche molte perplessità - devi per forza ignorare una disciplina complessa e antica, che non è l'oroscopo del quotidiano; poi, io sono un razionalista e non ci credo; ma non sono per questo un gretto del tutto incapace di percepire il fascino delle suggestioni,
    per me l'importante è distinguere quelle dalla realtà, esattamente come non bevo o mi faccio una canna se devo guidare o fare altro che mi richieda di essere presente a me stesso e lucido.
    il bere e la canna (qualunque tipo di sostanza indichi) derivano da una necessità morale e psichiatrica prima che fisica. quello che dici è giusto ma non tiene conto delle cause delle dipendenze e qui si aprirebbe un discorso complesso che so già a te familiare...

  4. #49
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    e quale funzione attribuisci alla scienza? o all'arte?
    la scienza è una procedura che, mediante un metodo convenzionale in continuo affinamento, spiega gli eventi a partire da ciò che è osservabile oggettivamente, e ha la funzione di offrire alle persone l'opportunità di modificare gli eventi stessi; es.: hai mal di denti, e il dentista, avvalendosi dell'acquis, è in grado di spiegarti il perché e cosa puoi fare per fartelo passare; magari tu vorresti che lui operasse subito, ma li sa che l'acido dell'ascesso neutralizzerebbe l'effetto dell'anestesia e ti spiega che ti conviene di più aspettare che passi, per poi curarlo; e ti dà un anti-infiammatorio;

    l'arte non ha funzione convenzionali; anche perché è impossibile definirla, se non in modo autoreferenziale; ne ha di plurime, strumentali e soggettive; per alcuni ricreative, per altri di promozione sociale, identitaria o economica;

    e quando mai la tv di stato ha fatto "servizio" pubblico? su rai uno poi...no. per me il servizio pubblico si basa sulla "educazione" del pubblico. e anche sul soddisfacimento intellettuale di questo. senza però anestetizzarlo...
    opinione legittima, che condivido solo in parte; in questo momento, Rai 3, un film di Gianni Amelio che non ho visto; può non piacere, ma è un prodotto culturale di un certo livello, non intrattenimento becero;

    seriamente sui vaccini. ce ne sono alcuni che "possono" fare davvero male. come quelli che, si diceva sempre al tg, sono a base di mercurio...sul cancro avrei da dire ma me lo tengo per me...
    appunto, io mi fido della procedura scientifica, pur sapendo che non sempre garantisce l'esaudimento dei miei desideri;

    il bere e la canna (qualunque tipo di sostanza indichi) derivano da una necessità morale e psichiatrica prima che fisica. quello che dici è giusto ma non tiene conto delle cause delle dipendenze e qui si aprirebbe un discorso complesso che so già a te familiare...
    non so a cosa ti riferisca, ma il mio era solo un esempio sulla necessità di distinguere ciò che ci piace da ciò che ci serve per ottenere un determinato risultato; in questo caso l'abilità alla guida; vale anche per la cura dal dentista, i costi di esercizio di un'automobile o altro.
    Ultima modifica di axeUgene; 05-10-2018 alle 22:09
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #50
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    la scienza è una procedura che, mediante un metodo convenzionale in continuo affinamento, spiega gli eventi a partire da ciò che è osservabile oggettivamente, e ha la funzione di offrire alle persone l'opportunità di modificare gli eventi; es.: hai mal di denti, e il dentista, avvalendosi dell'acquis, è in grado di spiegarti il perché e cosa puoi fare per fartelo passare; magari tu vorresti che lui operasse subito, ma li sa che l'acido dell'ascesso neutralizzerebbe l'effetto dell'anestesia e ti spiega che ti conviene di più aspettare che passi, per poi curarlo; e ti dà un infiammatorio;
    allora: la scienza è Conoscenza, acquisibile a partire da una Realtà che è assunta come Dato. Ma a ben vedere è essa stessa un postulato cioè qualcosa che serve per dimostrare qualcos'altro. Se io dico che il pc da cui scrivo esiste perché lo vedo, nessuno mi garantisce che davvero esiste, la sua esistenza è un postulato. oltre alla fisica galileiana ci sono ad esempio la fisica di einstein e magari oltre la fisica di un bohm, il quale ad esempio paragona il cervello umano ad un lettore di "ologrammi" di cui la Realtà sarebbe l'insieme. insomma sappiamo che il discorso è complesso.
    quanto al dentista. quello che io chiederei ai vari scalpari in circolazione sarebbe non di fare un buco da un centimetro di diametro per curare una carie di un millimetro con la "pastella" come otturatore. ma di far ricrescere "magari" un dente che non c'è più...

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    l'arte non ha funzione convenzionali; anche perché è impossibile definirla, se non in modo autoreferenziale; ne ha di plurime, strumentali e soggettive; per alcuni ricreative, per altri di promozione sociale, identitaria o economica;
    allora: se tu paragoni un dipinto della V e uno della XV dinastia egizia, se sei un esperto hai difficoltà a datarli. se sei un profano ti sembrano "uguali". eppure tra l'uno e l'altro corrono millenni. questo vuol dire che esisteva, almeno all'epoca, un canone, una regola condivisa, che tutti gli artisti rispettavano, pena il veder rigettato il proprio lavoro. che l'arte abbia diverse funzioni anche in diverse epoche storiche è chiaro. ma tutte le forme e i generi artistici si basano su convenzioni, piaccia o meno. IMHO

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    opinione legittima, che condivido solo in parte; in questo momento, Rai 3, un film di Gianni Amelio che non ho visto; può non piacere, ma è un prodotto culturale di un certo livello, non intrattenimento becero;
    si. per me amelio conosce il cinema anche se a volte si perde nella ricerca dei "momenti forti".(ho visto solo "La meglio gioventù").

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    appunto, io mi fido della procedura scientifica, pur sapendo che non sempre garantisce l'esaudimento dei miei desideri;
    meglio sarebbe fare ipotesi scientifiche su "chi siamo, da dove veniamo, dove andremo". ma mi rendo conto della difficoltà.


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    non so a cosa ti riferisca, ma il mio era solo un esempio sulla necessità di distinguere ciò che ci piace da ciò che ci serve per ottenere un determinato risultato; in questo caso l'abilità alla guida; vale anche per la cura dal dentista, i costi di esercizio di un'automobile o altro.
    si. credo.

  6. #51
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    allora: la scienza è Conoscenza, acquisibile a partire da una Realtà che è assunta come Dato. Ma a ben vedere è essa stessa un postulato cioè qualcosa che serve per dimostrare qualcos'altro. Se io dico che il pc da cui scrivo esiste perché lo vedo, nessuno mi garantisce che davvero esiste, la sua esistenza è un postulato.
    hai il riscontro dei messaggi di una fonte esterna, che può confermare, e un dialogo che avviene alla presenza di terzi; cioè, non puoi "inventare" me come interlocutore immaginario, perché le mie risposte esistono anche per quei terzi; per questo i fenomeni devono essere riproducibili, misurabili, ecc...

    oltre alla fisica galileiana ci sono ad esempio la fisica di einstein e magari oltre la fisica di un bohm, il quale ad esempio paragona il cervello umano ad un lettore di "ologrammi" di cui la Realtà sarebbe l'insieme. insomma sappiamo che il discorso è complesso.
    non sono discipline diverse, ma fasi evolutive; ciò che le unisce e vincola, appunto, è il metodo;
    quanto al dentista. quello che io chiederei ai vari scalpari in circolazione sarebbe non di fare un buco da un centimetro di diametro per curare una carie di un millimetro con la "pastella" come otturatore. ma di far ricrescere "magari" un dente che non c'è più...
    questo lo devi chiedere ai ricercatori, magari quelli che lavorano sulle staminali; il dentista ti offre soluzioni funzionali più limitate, ma più informate di quelle che penserebbe una persona non preparata;

    allora: se tu paragoni un dipinto della V e uno della XV dinastia egizia, se sei un esperto hai difficoltà a datarli. se sei un profano ti sembrano "uguali". eppure tra l'uno e l'altro corrono millenni. questo vuol dire che esisteva, almeno all'epoca, un canone, una regola condivisa, che tutti gli artisti rispettavano, pena il veder rigettato il proprio lavoro. che l'arte abbia diverse funzioni anche in diverse epoche storiche è chiaro. ma tutte le forme e i generi artistici si basano su convenzioni, piaccia o meno. IMHO
    aspetta: non ho scritto che le espressioni artistiche non abbiano canoni formali di linguaggio, oggettivi; ma non sono uniformi; né l'arte stessa ha una funzione univoca, o caratteristiche che accomunino tutte le espressioni artistiche, in modo da includere ed escludere qualcosa in termini oggettivi; al punto che l'attuale definizione concettuale che non presenta confutazioni è solo quella autoreferenziale: arte è ciò che è considerata tale dal mondo dell'arte, cioè le persone che all'arte si interessano; tutte le altre definizioni nella storia della critica si sono dimostrate inadeguate;

    meglio sarebbe fare ipotesi scientifiche su "chi siamo, da dove veniamo, dove andremo". ma mi rendo conto della difficoltà.
    sai, la scienza si occupa di ciò che si può osservare; in termini materialistici, chi - o meglio, cosa - siamo e da dove veniamo, si può dire, mediante la genetica; su dove andremo, si possono fare supposizioni; e se sono supposte, direi affanc...
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #52
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    hai il riscontro dei messaggi di una fonte esterna, che può confermare, e un dialogo che avviene alla presenza di terzi; cioè, non puoi "inventare" me come interlocutore immaginario, perché le mie risposte esistono anche per quei terzi; per questo i fenomeni devono essere riproducibili, misurabili, ecc...

    no. dire che se ci sono più di due persone che vedono il papa vestito di bianco, allora il papa veste "realmente" in bianco, è al più un dato di statistica. ciò che davvero costituisce l'essenza, cioè quello che kant definiva noumeno, della realtà, cioè del fenomeno, non è indagabile, almeno non con pretese di verità scientifica. si tratta, ti ripeto, al più di un dato statisticamente probabile.


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    non sono discipline diverse, ma fasi evolutive; ciò che le unisce e vincola, appunto, è il metodo;

    questo lo devi chiedere ai ricercatori, magari quelli che lavorano sulle staminali; il dentista ti offre soluzioni funzionali più limitate, ma più informate di quelle che penserebbe una persona non preparata;

    io ho la convinzione, dura a morire sebbene abbastanza arbitraria, che oggi con la tecnologia si possa fare praticamente qualunque cosa. il dentista potrebbe volendo, parlo del segarolo qualunque, adottare una tecnologia, dei preparati, che gli consentano di fare ricrescere lo smalto e la dentina. IMHO. è solo che economicamente non gli converrebbe.


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    aspetta: non ho scritto che le espressioni artistiche non abbiano canoni formali di linguaggio, oggettivi; ma non sono uniformi; né l'arte stessa ha una funzione univoca, o caratteristiche che accomunino tutte le espressioni artistiche, in modo da includere ed escludere qualcosa in termini oggettivi; al punto che l'attuale definizione concettuale che non presenta confutazioni è solo quella autoreferenziale: arte è ciò che è considerata tale dal mondo dell'arte, cioè le persone che all'arte si interessano; tutte le altre definizioni nella storia della critica si sono dimostrate inadeguate;

    questa è una tautologia. occorre districarsi più che tra le opere d'arte, tra i generi, che sono tanti e differenti proprio in base al canone di "fattura" che si adotta da parte del pittore scultore ecc.

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    sai, la scienza si occupa di ciò che si può osservare; in termini materialistici, chi - o meglio, cosa - siamo e da dove veniamo, si può dire, mediante la genetica; su dove andremo, si possono fare supposizioni; e se sono supposte, direi affanc...
    la genetica a mio avviso da sola non serve. occorre considerare l'elemento spirituale. e le supposizioni per l'appunto lasciano il tempo che trovano...

  8. #53
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    no. dire che se ci sono più di due persone che vedono il papa vestito di bianco, allora il papa veste "realmente" in bianco, è al più un dato di statistica. ciò che davvero costituisce l'essenza, cioè quello che kant definiva noumeno, della realtà, cioè del fenomeno, non è indagabile, almeno non con pretese di verità scientifica. si tratta, ti ripeto, al più di un dato statisticamente probabile.
    infatti, io non mi sono riferito all'essenza, bensì al risultato sensibile, che è esperibile; se tu mi rispondi, vuol dire che il messaggio è arrivato e che il tramite - pc - c'è e funziona; l'epistemologia contemporanea è molto kantiana, e infatti si disinteressa di tutto ciò che non sia esperibile e legato al risultato;

    io ho la convinzione, dura a morire sebbene abbastanza arbitraria, che oggi con la tecnologia si possa fare praticamente qualunque cosa. il dentista potrebbe volendo, parlo del segarolo qualunque, adottare una tecnologia, dei preparati, che gli consentano di fare ricrescere lo smalto e la dentina. IMHO. è solo che economicamente non gli converrebbe.
    mah... un dentista non è preparato per questo, ma per utilizzare prodotti elaborati da altri;

    questa è una tautologia. occorre districarsi più che tra le opere d'arte, tra i generi, che sono tanti e differenti proprio in base al canone di "fattura" che si adotta da parte del pittore scultore ecc.
    questo non ti aiuta nel definire cosa sia arte e cosa non lo sia; quella definizione - solo apparentemente tautologica, se leggi con attenzione - è il risultato della caduta dei precedenti approcci, mimetico, ecc...

    la genetica a mio avviso da sola non serve. occorre considerare l'elemento spirituale. e le supposizioni per l'appunto lasciano il tempo che trovano...
    appunto, quello che tu chiami "elemento spirituale" è una supposizione o un desiderio di leggere la realtà in un certo modo;

    se vuoi sapere, ti devi affidare ai dati; altrimenti, vuoi credere, che è diverso.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #54
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    infatti, io non mi sono riferito all'essenza, bensì al risultato sensibile, che è esperibile; se tu mi rispondi, vuol dire che il messaggio è arrivato e che il tramite - pc - c'è e funziona; l'epistemologia contemporanea è molto kantiana, e infatti si disinteressa di tutto ciò che non sia esperibile e legato al risultato;
    è esperibile ciò che chiamiamo "realtà", se ad essa implicitamente attribuiamo la qualità di Dato...


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    mah... un dentista non è preparato per questo, ma per utilizzare prodotti elaborati da altri;
    si. infatti decide quale tipo di "attrezzi" usare ecc. e anche quali preparati...


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    questo non ti aiuta nel definire cosa sia arte e cosa non lo sia; quella definizione - solo apparentemente tautologica, se leggi con attenzione - è il risultato della caduta dei precedenti approcci, mimetico, ecc...
    e che cosa è oggi definibile come "opera d'arte"?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    appunto, quello che tu chiami "elemento spirituale" è una supposizione o un desiderio di leggere la realtà in un certo modo;
    ma, se da millenni si attribuisce a ciò che chiamo "spirito" un senso e un valore di riferimento per valutare certe esperienze non spiegabili altrimenti, come l'"estasi" dei santi della tradizione, allora un motivo ci deve pur essere. è come appunto negare un senso alla stessa realtà percepibile dai sensi.

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    se vuoi sapere, ti devi affidare ai dati; altrimenti, vuoi credere, che è diverso.
    qualcuno ha detto che "credere è sapere".

  10. #55
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    è esperibile ciò che chiamiamo "realtà", se ad essa implicitamente attribuiamo la qualità di Dato...
    non è attribuzione arbitraria, con una finalità euristica, ma elemento funzionale: se tu sei un assicuratore, puoi anche eccepire personalmente sul senso della statistica in relazione al caso individuale, ma se sottovaluti il dato e stabilisci premi troppo bassi finisci a zampe all'aria, perché la cassa non ti basta per pagare i risarcimenti; è inutile chiedersi quale sia la "verità" nel momento in cui poi si elegge una strategia funzionale; tanti sono quelli che credono ai complotti delle farmaceutiche; ma, tra quelli, pochissimi quelli che non ricorrono ai farmaci quando hanno un problema;

    e che cosa è oggi definibile come "opera d'arte"?
    ciò che è riconosciuto come tale da chi condivide il linguaggio in cui è espressa, come sistema dotato di sue regole, a prescindere dall'opinione altrui; è come un gergo in cui possono determinarsi inversioni di senso: una parola come "bastardo", che in via generale connota negativamente, tra gruppi più o meno chiusi diventa attributo positivo, per poi diffondersi come nozione alternativa consolidata; in inglese, "shit" ha questa funzione plurima;
    nell'arte, abbiamo un esempio in questi giorni: il quadro di Banksi che si auto-tritura a strisce con un comando a distanza, appena dopo la vendita milionaria; per l'osservatore comune è una beffa, perché si concentra sull'integrità della figura; per il critico, l'appassionato e l'acquirente - quel "mondo dell'arte" della definizione che ti sembra tautologica, ma non è - è il biglietto vincente della lotteria, perché da un'opera tra tante, già valutata più di un milione di sterline, si è trasformata in "svolta geniale", dove l'essenziale linguistico del messaggio non è più l'immagine - di fatto, uno stencil che resta, a strisce - ma proprio il meccanismo; peraltro, si tratta di un escamotage concettuale molto semplice e tardivo, ma destinato ad essere compreso presto da tutti, quindi è "pop", cultura di massa, ancora di più di Warhol;

    ma, se da millenni si attribuisce a ciò che chiamo "spirito" un senso e un valore di riferimento per valutare certe esperienze non spiegabili altrimenti, come l'"estasi" dei santi della tradizione, allora un motivo ci deve pur essere. è come appunto negare un senso alla stessa realtà percepibile dai sensi.
    eh no! un motivo ci deve pur essere non vale; perché gli antichi attribuivano quei motivi ai fenomeni naturali per ignoranza, mentre oggi se vai ad abitare sulla faglia di S. Andrea sai che rischi il terremoto, e l'unica "punizione" che puoi desumere è per la stoltezza di non aver tenuto abbastanza conto di quella probabilità;

    l'idea di "anima" e "spirito" è la conseguenza dell'ignoranza sulla fisiologia che induceva alla sottrazione di ciò che mancava al corpo esanime; mancando della spiegazione fisiologica che spiega la degenerazione funzionale, il primitivo poteva solo immaginare che l'elemento vitale fosse trasmigrato, e su quel fraintendimento si è costruita la nozione trascendentale di "spirito", che però nulla conferma;

    qualcuno ha detto che "credere è sapere".
    lo dice anche l'imputato di omicidio stradale: sì, sono passato col rosso, ma credevo non sarebbe passato nessuno, e non potevo sapere che quel bambino sul marciapiede avrebbe inseguito il pallone che gli era sfuggito...
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #56
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Oh, ma dal momento che, ogni millemila, c'è un programma televisivo degno di essere guardato, è mai possibile che l'innato tafazzismo italiano debba venir fuori per forza?!
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  12. #57
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Stavo per chiedere dunque chi è che dovrebbe occuparsi o che si occupa del nostro spirito, dei nostri valori collettivi (a parte i preti, va beh), ma poi sono arrivata alla fine della discussione, dove si nega l'esistenza dello spirito. Il che combacia col fatto che, più di altre culture, stimiamo molto cari i nostri valori materiali.

  13. #58
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da dietrologo Visualizza Messaggio
    Quello che ti volevo dire Cono che i mezzi di cultura esistono anche oltre il digitale terrestre che spazia dal grande fratello agli Angela
    Indubbiamente. Ma se per una volta, a fare cultura, è la tv pubblica, io me ne rallegro. Molto.
    amate i vostri nemici

  14. #59
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    non è attribuzione arbitraria, con una finalità euristica, ma elemento funzionale: se tu sei un assicuratore, puoi anche eccepire personalmente sul senso della statistica in relazione al caso individuale, ma se sottovaluti il dato e stabilisci premi troppo bassi finisci a zampe all'aria, perché la cassa non ti basta per pagare i risarcimenti; è inutile chiedersi quale sia la "verità" nel momento in cui poi si elegge una strategia funzionale; tanti sono quelli che credono ai complotti delle farmaceutiche; ma, tra quelli, pochissimi quelli che non ricorrono ai farmaci quando hanno un problema;
    allora: dire che la realtà in definitiva è un postulato non implica negarle validità come punto d'appoggio per effettuare valutazioni di qualunque tipo. il caso dell'assicuratore anziché smentire, conferma quanto ti vado dicendo. cioè che al pari della fallibilità del dato statistico c'è la fallibilità della valutazione, sempre umana e quindi a sua volta fallibile, di quel dato. insomma la statistica non è una scienza esatta, sia per il metodo e sia per l'oggetto cioè la realtà, che per l'appunto ho definito postulato. insomma un doppio postulato. di metodo e di merito.
    quanto alle farmaceutiche ti dicevo dei vaccini. la domanda che ti pongo è: quanto conviene a una farmaceutica debellare il virus della malaria in africa? quanto potrebbe guadagnare da un somministrazione di massa del vaccino? poco, a causa della scarsità della domanda. e allora per ridurre i costi magari brevetta un vaccino che è in definitiva inefficace ma che costa niente. ovviamente prendendo accordi con le altre case farmaceutiche affinché non distribuiscano a loro volta un vaccino, più efficace. e ciò per non perdere il "mercato".

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ciò che è riconosciuto come tale da chi condivide il linguaggio in cui è espressa, come sistema dotato di sue regole, a prescindere dall'opinione altrui; è come un gergo in cui possono determinarsi inversioni di senso: una parola come "bastardo", che in via generale connota negativamente, tra gruppi più o meno chiusi diventa attributo positivo, per poi diffondersi come nozione alternativa consolidata; in inglese, "shit" ha questa funzione plurima;
    nell'arte, abbiamo un esempio in questi giorni: il quadro di Banksi che si auto-tritura a strisce con un comando a distanza, appena dopo la vendita milionaria; per l'osservatore comune è una beffa, perché si concentra sull'integrità della figura; per il critico, l'appassionato e l'acquirente - quel "mondo dell'arte" della definizione che ti sembra tautologica, ma non è - è il biglietto vincente della lotteria, perché da un'opera tra tante, già valutata più di un milione di sterline, si è trasformata in "svolta geniale", dove l'essenziale linguistico del messaggio non è più l'immagine - di fatto, uno stencil che resta, a strisce - ma proprio il meccanismo; peraltro, si tratta di un escamotage concettuale molto semplice e tardivo, ma destinato ad essere compreso presto da tutti, quindi è "pop", cultura di massa, ancora di più di Warhol;
    quella che descrivi io la definirei "cultura del niente". c'è davvero gente che non sa più come schiaffeggiare la miseria...ciò ovviamente non depone a favore del tuo ragionamento. se tanto mi dà tanto oggi non è più il mondo dell'arte a dire se un'opera vale ma quanto si è disposti a spendere per una "stravaganza"...


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    eh no! un motivo ci deve pur essere non vale; perché gli antichi attribuivano quei motivi ai fenomeni naturali per ignoranza, mentre oggi se vai ad abitare sulla faglia di S. Andrea sai che rischi il terremoto, e l'unica "punizione" che puoi desumere è per la stoltezza di non aver tenuto abbastanza conto di quella probabilità;
    ah ho capito. tu sei un "wegeneriano". io penso che la terra sia cava: fai tu...


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    l'idea di "anima" e "spirito" è la conseguenza dell'ignoranza sulla fisiologia che induceva alla sottrazione di ciò che mancava al corpo esanime; mancando della spiegazione fisiologica che spiega la degenerazione funzionale, il primitivo poteva solo immaginare che l'elemento vitale fosse trasmigrato, e su quel fraintendimento si è costruita la nozione trascendentale di "spirito", che però nulla conferma;
    questa poi...ma in definitiva mi rendo conto che se non ne fai esperienza, del trascendente, non riesci ad avere "fiducia" in esso...io modestamente ho avuto le inerenti esperienze e ci credo. ma capisco il tuo non credere.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    lo dice anche l'imputato di omicidio stradale: sì, sono passato col rosso, ma credevo non sarebbe passato nessuno, e non potevo sapere che quel bambino sul marciapiede avrebbe inseguito il pallone che gli era sfuggito...
    la frase "credere è sapere" vuol dire che se non posso dimostrare la "realtà" del Reale allora quello che percepisco con i sensi non è la vera realtà. è ciò che io "credo" attraverso i sensi che la realtà sia. l'impasse logica è evidente. per superarla non posso fare altro che attribuire valore veritativo a ciò che percepisco coi sensi...

  15. #60
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Indubbiamente. Ma se per una volta, a fare cultura, è la tv pubblica, io me ne rallegro. Molto.
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