Svevo aveva qua e là qualche trovata esilarante, ma in generale trovo inetto anche il suo modo di scrivere, oltre che il mondo che descrive, e non trovo attenuante nel fatto che i tempi siano cambiati da allora.
Fra quelli che proprio non sopporto ci metto senz'altro Calvino e similari; inoltre, almeno per quanto riguarda lui, trovo patetiche le molte lodi rivolte alla sua presunta ricerca di termini e modi per esprimere chissà che usando il linguaggio di un bambino. Stesso discorso per Saint-Exupéry, che però aveva probabilmente una prosa più spontanea, e di certo non ha fatto in tempo a godere di una dubbia fama in vita. Ho letto Pilote de guerre in francese, dove mi si è rivelato per quel che è: un onesto mestierante. Potrei chiamare tale anche Kerouac, con senso non del tutto spregiativo per entrambi. Molto peggio di loro Céline, di cui ho letto Morte a credito fino in fondo semplicemente nel vano tentativo di scorgervi qualcosa di vagamente interessante. Forse un'ipotetica brutta traduzione avrà avuto la sua parte, ma di sicuro non mi procurerò il testo originale, né altri scritti da lui.
Poi sarebbero da strozzare molti scrittori contemporanei, ma fermiamoci ai cosiddetti classici.