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Risultati da 46 a 58 di 58

Discussione: Lo scrittore che proprio non riuscite a leggere

  1. #46
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Cioran sì,
    e stranamente mi fa allegria
    Pure a me! Secondo me siamo storte entrambe...
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  2. #47
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    Citazione Originariamente Scritto da Host eria Visualizza Messaggio
    Cioran sì,
    e stranamente mi fa allegria
    anche a me spesso mi fa sorridere, credo fosse il suo intento, far sorridere anche in mezzo alla sofferenza
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  3. #48
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio

    Che vuoi, io lo trovo infantile e potrei aggiungere pure palloso; che poi l'effetto sia voluto per una presunta ricerca di linguaggio non sposta di una virgola la mia opinione. Da adolescente lessi per intero la trilogia e Marcovaldo, mentre abbandonai le Cosmicomiche dopo poche pagine perché avevo superato il mio limite di sopportazione: già allora pensavo che un simile modo di scrivere fosse una presa per il culo bella e buona, perché se di favole per bambini si tratta, almeno abbia il coraggio di chiamarle col loro nome.
    .
    Ti rispondo in ritardo.

    Il Calvino che io amo è quello realistico, come Il sentiero dei nidi di ragno ad esempio (magari qualche nota fiabesca affiora anche qui), ma soprattutto La giornata di uno scrutatore, dove è celato l’aforisma che adoro e che ho citato altrove: “l’amore non ha confini, se non quelli che noi gli diamo” e di cui conservo gelosamente due copie, la mia, e la preziosa edizione originale che mi è stata regalata.

    Ho letto quasi tutte le sue opere, mi mancano Le città invisibili e Palomar.

    La trilogia ha significati più profondi di quelli che appaiono ad una lettura superficiale, in quanto alludono alla situazione dell’intellettuale nel periodo in cui l’autore scriveva, in particolare Il barone rampante allo stesso Calvino che si era allontanato dal PCI e sentiva il bisogno di distanziarsi dagli schemi imposti studiando ed analizzando la realtà. Certo la nota fiabesca è presente, ma non è l’unica chiave di lettura del romanzo.

    Le Cosmicomiche sono state etichettate non come favole, ma come fantascienza, infatti si basano su assunti scientifici: non che mi abbiano entusiasmato visceralmente, ma sono attraenti.

    Per quanto concerne il linguaggio, non è infantile: Calvino si attenne a ciò che scrisse nelle Lezioni americane: leggerezza, rapidità, esattezza e così via.

    Comunque non puoi dirmi che Calvino non fu innovativo, specie ne Se una notte d’inverno un viaggiatore, nella fase strutturalista e combinatoria. E l’aspetto più interessante è che il romanzo, come altre sue opere, può essere goduto anche se non si sa affatto chi fu Ferdinand de Saussure o Claude Lévi-Strauss.
    Ultima modifica di follemente; 14-10-2018 alle 21:06

  4. #49
    Eufonista L'avatar di BiO-dEiStA
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    Di Calvino ho letto solo i libri che ho citato, per cui la mia conoscenza delle sue opere è monca e non ho difficoltà ad ammetterlo; tuttavia ciò che ho letto mi ha fatto passare la voglia di leggerlo ancora.
    La trilogia sarà pure una metafora del comunista sincero e tradito, come ce ne sono stati tanti traditi da Stalin, da Togliatti, dai fatti d'Ungheria e più tardi dalla primavera di Praga, solo per elencare le cose più ovvie. È sempre difficile sgombrare la vista della realtà dalle proprie illusioni e aspirazioni, e se è vero che Calvino guardava alla Francia, all'epoca non poteva che trovarci il duopolio Sartre-De Beauvoir che dominò la scena culturale per decenni. Ma se era questo ciò che voleva davvero esprimere avrebbe potuto anche essere più diretto, dato che i gulag stavano oltre cortina: qualcuno da sinistra l'aveva anche fatto ai tempi, gli altri si sono limitati a ingoiare il rospo in silenzio facendo nel migliore dei casi la figura del Bobo di Sergio Staino. E Calvino non ha fatto eccezione.
    Sul piano letterario ho già espresso la mia opinione. Aggiungo che le Cosmicomiche stanno alla fantascienza quanto un maestro che conosce a malapena la fisica elementare e tenta di spiegarla ai bambini sta a uno specialista della materia. Non ci si improvvisa scrittori di fantascienza, e Calvino lo dimostra in pieno.
    In quanto al linguaggio, trovo la sua "leggerezza, rapidità, esattezza" e così via di una banalità sconcertante. De Saussure e Lévi-Strauss non erano romanzieri, nelle loro opere hanno solo cercato di applicare una teoria chiamata strutturalismo ai rispettivi campi d'indagine.
    Citazione Originariamente Scritto da Careful with that Visualizza Messaggio
    i miei post in media sono di una dozzina di righe, al più;
    Citazione Originariamente Scritto da Ned Flanders Visualizza Messaggio
    Sono stato tanto...ma tanto Laurina, lontano dal Signore: Ne ho combinate di cotte e di crude. Ti basti sapere soltanto questo....

  5. #50
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Libero di pensarla come vuoi.

    Ma un chiarimento lo debbo fare: solo Il barone rampante è un’allusione vaga al distacco di Calvino dal PCI (come ho già scritto), ma sia questo romanzo sia gli altri due della trilogia sottintendono molto di più:

    - l’identità dell’uomo contemporaneo, scissa, evasiva, inconsistente;

    - la posizione distaccata dell’intellettuale che, come il barone rampante, considera la società dall’alto, nella convinzione che “chi vuol ben guardare alla terra deve tenersi alla distanza necessaria”;

    - la riflessione sui limiti della ragione, rappresentata dall’ostinata ed impeccabile “forza di volontà” del cavaliere inesistente che , dopo aver dedicato tutta la sua vita a numerare, ordinare, catalogare ogni oggetto e avvenimento, alla fine si dissolve nel nulla di fronte all’incontenibile disordine del mondo.

    Al centro della favola dei tre libri si può riconoscere un problema ricorrente, la possibilità di una conoscenza razionale del mondo. Calvino conserva un’ostinata fiducia nelle forze intellettuali dell’uomo, accanto alla consapevolezza che esse devono misurarsi con un mondo sfuggente, labirintico e ambiguo.

    Ciò non toglie che la trilogia si presta anche ad una lettura ingenua e divertita che può prescindere dai significati simbolici.
    Ultima modifica di follemente; 15-10-2018 alle 22:21

  6. #51
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Illeggibile, anche se mi sono sforzata di finirlo, ma avrei preferito fare altro.

  7. #52
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    Come hanno detto altri Fabio Volo,
    ho letto il suo primo e mi sono promessa di non avvicinarlo più, eppure mi dicono che vende e anche parecchio.
    Cerco sempre di finire i libri che comincio, anche se scopro che non mi piacciono, sono pochi i titoli che ho abbandonato, ma uno su tutti me lo ricordo "Baudolino" di Eco, simpatico l'incipit una fatica tutto il resto.

  8. #53
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    Mi solleva l'idea che io non sia l'unica a non sopportare Eco romanziere, a parte Il nome della rosa.

  9. #54
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    Mi solleva l'idea che io non sia l'unica a non sopportare Eco romanziere, a parte Il nome della rosa.
    Io lo trovo insopportabile anche ne "Il nome della rosa", un inutile sfoggio di cerebralismo senza un briciolo di sentimento.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  10. #55
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    ma scusate. calvino e neri marcoré sono parenti? e se non lo sono, allora condividono la stessa razza di "disperati"?

  11. #56
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da Breakthru Visualizza Messaggio
    Come hanno detto altri Fabio Volo,
    ho letto il suo primo e mi sono promessa di non avvicinarlo più, eppure mi dicono che vende e anche parecchio.
    Cerco sempre di finire i libri che comincio, anche se scopro che non mi piacciono, sono pochi i titoli che ho abbandonato, ma uno su tutti me lo ricordo "Baudolino" di Eco, simpatico l'incipit una fatica tutto il resto.
    A me Volo fa venire l'orticaria.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  12. #57
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    a me la nausea...ne hai presa troppo bello...troppo...

  13. #58
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Un altro che non riesco a leggere è Paolo Rumiz: mi sembra che dica cose scontate o fuori dal mondo.
    L'ho sentito oggi da Augias: dice castronerie inverosimili, del tipo che il cattolicesimo si potrebbe espandere se i preti imparassero nuovamente a cantare.

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