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Risultati da 1 a 15 di 16

Discussione: La Paura fa 90! Leggende Nere

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Vega
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    La Paura fa 90! Leggende Nere

    Mmmmuuuuahahahahahahahaha!!!!! (risata diabolica!!)

    Orbene, visto il periodo propizio, lasciamoci andare alle leggende misteriose dei nostri luoghi!!

    Dalle mie parti sembrava che tempo addietro, sull'Arno, nelle notti nebbiose e di brutto tempo, passasse una carrozza trainata da due cavalli bianchi, guidata da un cocchiere nero con la tuba e un altro spettro dentro. Si sarebbe trattato dello spirito di un ricco signore valdarnese, molto avaro ed amante del lusso, che nascose un baule con monete d'oro quando era in vita.
    Si racconta che uccise un suo servo perchè l'anima facesse da guarda al suo tesoro. In punto di morte il signore confessò ad un prete la propria colpa e venne sepolto così in terra consacrata. Ma l'anima dell'uomo non aveva pace ed i becchini trovavano ogni volta le spoglie fuori dalla tomba.
    Allora decisero di gettarle nell'Arno, così che l'acqua le portasse via, ma nonostante ciò iniziò a verificarsi l'apparizione di questa carrozza fantasma sul fiume, guidata forse dal fantasma del servo ucciso.
    Si dice che l'apparizione sia cessata quando qualcuno abbia ritrovato il tesoro sepolto, facendo ritrovare la pace alle due anime tormentate.
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  2. #2
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Questa è una leggenda giapponese.

    L’inferno di Tomino

    L’inferno di Tomino è un poema giapponese scritto da un certo Yumota Inuhiko e pubblicato nella raccolta di poesie “Il cuore è come una pietra rotolante”. È stato inoltre incluso nella ventisettesima collezione di poemi di Saizo Yaso, chiamata “Polvere d’Oro”, nel lontano 1919. O, almeno, questo è quello che si dice nella versione ufficiale.

    Secondo la leggenda, infatti, la poesia è stata scritta non da Inuhiko, ma da una bambina: Tomino. Tomino era una giovane bambina affetta da disabilità che un giorno decise di comporre il famigerato poema. I genitori, profondamente scandalizzati e terrificati dal contenuto dei versi scritti dalla loro figlia, punirono Tomino rinchiudendola nella cantina e rifiutandosi di darle da bere e da mangiare fino a che l’inevitabile morte non sopraggiunse. Il poema che aveva condannato Tomino alla morte divenne così maledetto per sempre. Le prime vittime dell’Inferno di Tomino furono gli stessi genitori della bambina che morirono poco dopo, non per cause naturali.

    Ma in cosa consiste esattamente questa maledizione dell’Inferno di Tomino?

    È molto semplice. Chiunque legga ad alta voce l’intera poesia, da cima a fondo, sarà dannato per sempre, cose orribili gli capiteranno e, nella maggior parte dei casi, una morte terribile lo colpirà. L’immagine sotto riportata include l’intero testo, sia in giapponese e sia tradotto in inglese. Leggendo a mente le sue parole, non dovrebbe capitare nulla e c’è chi dice che, anche leggendolo ad alta voce, risulta pericoloso solo se pronunciato in giapponese e non nella sua traduzione in altre lingue. Si dice infatti che la maledizione abbia i massimi effetti solo se letta nella sua lingua madre.



  3. #3
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Poi ditemi se avete avuto il coraggio di leggere la poesia

  4. #4
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Il fantasma di zio Peppino

    Peppino era uno dei primi figli del miei bisnonni Ettore e Francesca. Quasi una generazione lo separava da suo fratello e mio nonno, che nacque quasi trent'anni dopo il primo fratello.
    Peppino era una testa calda e non amava studiare, preferiva bighellonare in paese e spendere soldi, già c'era stata qualche disputa di coltello per fatti d'onore, e il padre - esasperato e per evitargli l'onda del carcere, lo costrinse ad arruolarsi. Peppino partì, ma la nostalgia di casa era fortissima. Di lì a poco scoppiò la prima guerra mondiale, le lettere disperate di Peppino continuavano a straziare il cuore della giovane madre, che seppelliva i tanti aborti e figli morti bambini di polmonite o scarlattina nel giardino a monte della casa (tutto accuratamente annotato da nonno Ettore). Infine Il padre Ettore scrisse a Peppino una lettera durissima, esortandolo ad essere uomo ed a combattere coraggiosamente per la patria, offrendo il suo petto alle palle senza piagnucolare, per non infangare oltre l'onore della famiglia. Quella lettera, ritrovata nella tasca dell'uniforme del caduto Giuseppe P., fu restituita alla famiglia insieme ad una medaglia al valore.
    Ma Peppino, libero dalle spoglie mortali, era finalmente libero di tornare a casa, come fantasma. Con l'uniforme strappata da militare, vagava là dove si trovava il cimitero della vecchia chiesa di San Teodoro, crollata col terremoto del 1908, dove il padre aveva costruito una casetta per ospitare il suo ambulatorio medico. Appollaiato sul ramo di un albero di arance, rovesciando un sacco di noci, tirando i capelli alle sorelle che ricamata no, Peppino tornò ad essere uno di casa. Mia nonna, negli anni '30, fresca sposina, una mattina vide un giovanotto coi baffi fare capolino dalla porta della camera da letto. Pensando che cercasse mio nonno, lo salutò e comincio a chiamare: "Ricciotti, Ricciotti !".Quando mio nonno arrivò la trovò bianca come un cadavere, perché aveva visto il giovanotto dissolversi davanti ai suoi occhi. "Ma Linda, stai tranquilla, è Peppino, non ti fa niente !". Ma mia nonna, che era cattolica, non come quei socialisti pagani senza Dio che si battezzavano per finta solo per poter celebrare il matrimonio in chiesa su richiesta delle fidanzate, non ne volle sapere: rosario e crocefisso in mano, pretese che la porta dalla quale era apparso Peppino fosse murata. Povero Peppino, da allora si accontentò del giardino, e di terrorizzare i nipotini che fumavano di nascosto le foglie di granturco. Dieci anni fa, fasti finiti e latifondi venduti per comprare pagnotte, gli ex coloni edificavano un palazzo a tre piani (uno per figlio) sul terreno acquistato da mio nonno. Appena entrati in casa, però, una presenza inquietante cominciò a manifestarsi, con vigorosi colpi sui muri, luci ballerine e strisce di catene. Non era un Peppino gentile, stavolta era davvero incazzato. Forse per via di quei piccoli teschi trovati costruendo le fondamenta della casa e gettati via in fretta e furia per non farsi bloccare i lavori dal comune ? Questa volta toccò a mio padre dire agli sconvolti villani "Ma no, è zio Peppino !". Ma quelli, che stavano perdendo il sonno, convocarono d'urgenza il parroco ed organizzarono rosari e messe per l'anima inquieta, poco ci mancò che ci citassero per danni. Ma Peppino riconosce i parenti, e ancora ogni tanto passa a salutarci, lisciandosi i baffetti dalla foto ingiallita incorniciata insieme alla lettera del padre che lo condannò a morte.

  5. #5
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Scusate, sono in ferie

  6. #6
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    Scusate, sono in ferie
    vedi, una volta tanto che ci vorrebbe il reddito di cittadinanza... mani sottratte alla letteratura; te lo dice uno a cui i caxxi degli altri di solito inducono all'abbandono a pag. 7...
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Mu grazie ! Un bacio anche da Peppino

  8. #8
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    Mu grazie ! Un bacio anche da Peppino
    omo baffuto, sempre piaciuto

    forse non credo ai fantasmi perché lo sono io stesso; trovo porte chiuse e vedo scivolare fedi, tipo Sesto senso
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
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    Non ho ancora letto le vostre leggende, mi devo prendere del tempo. Intanto però ne posto una anch'io.





    La leggenda della Dama Bianca


    Il Castello di Duino, in un tempo assai remoto, fu abitato per diverso tempo da un cavaliere e la sua amorevole sposa, una donna dai nobili sentimenti e dalla grande forza morale; una donna disposta ad accettare ogni singola sfumatura del dolore per amore del suo sposo.
    Il loro, a detta di molti, era tutto tranne che un matrimonio felice. Il cavaliere, il grande Signore del Castello, non era altro che un uomo malvagio il cui passatempo preferito era quello di ferire la sua povera sposa con parole sprezzanti e crudeli. Ma, si sa, l’amore è in grado di compromettere il nostro buon senso, di mostrare solo ed esclusivamente ciò che più desideriamo e con esso anche il cuore tende a giustificare parole e azioni riprovevoli. La fanciulla sopportava ogni gesto mancato, ogni parola intrisa di odio con una calma ed una grazia smisurata; e più sopportava, più l’uomo tendeva a rincarare la dose escogitando sempre nuovi modi per ferirla.
    Una sera, il cavaliere decise di porre fine a questa situazione che non faceva altro che indispettirlo: le sussurrò qualche parola cordiale, l’attirò su una roccia stretta sotto le mura del Castello di Duino e infine la gettò in mare. La donna, sconvolta da un simile gesto, poco prima di poter esser inghiottita dal mare, volse lo sguardo al cielo e lanciò un urlo straziante. Un grido e poi il silenzio, nel suo dolore era rimasta pietrificata. Il suo corpo si era trasformato in una grande pietra bianca visibile ancora oggi ai piedi del Castello di Duino.


    La presenza della Dama Bianca nel Castello


    Da allora, verso tarda notte, la Dama Bianca si stacca dalla roccia e inizia a gironzolare per le stanze e i corridoi del Castello di Duino. Per tre volte appare e per altrettante volte scompare nei luoghi più cupi della rocca.
    Molti raccontano invece di aver visto un candelabro che si trova in una della sale del castello e che ogni notte arde e si muove attraverso gli innumerevoli saloni del castello: è proprio la Dama Bianca a reggerlo quando vaga per le stanze della rocca.

  10. #10
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    Qui si vede meglio lo scoglio che impersona la Dama bianca avvolta in un mantello.


  11. #11
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Poi ditemi se avete avuto il coraggio di leggere la poesia
    Ho letto!!!

    Ma tanto peggio di così in questo periodo non può andare...o forse sì...
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  12. #12
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Io no, sono una fifona

  13. #13
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Anche a me compaiono e spaiono i fantasmini.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  14. #14
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    Sì spaiano, più che altro

  15. #15
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    perché le leggende bianche non ti ispirano?

    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

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