Da "Le lezioni di San Giovanni d’Acri":

10 Prove tradizionali illustrate con esempi tratti dal libro di Daniele.

Tutti i popoli del mondo sono in attesa di due Manifestazioni,
che debbono essere contemporanee; tutti attendono
l’adempimento di questa promessa. Nella Bibbia
gli Ebrei hanno la promessa del Signore degli Eserciti
e del Messia; nei Vangeli il ritorno di Cristo e di Elia
è stato promesso.
Nella religione mussulmana vi è la promessa del Mahdí
e del Messia, e una promessa analoga si riscontra
nella fede zoroastriana e nelle altre religioni; ma il riferire
tutto ciò dettagliatamente richiederebbe troppo tempo.
Il fatto essenziale è che in tutte le religioni esiste la promessa
di due Manifestazioni, che verranno susseguendosi
l’una all’altra.

Per concludere: nel Libro di Daniele (9:24) dalla ricostruzione
di Gerusalemme al martirio di Cristo, sono stabilite
settanta settimane; poiché, col martirio di Cristo, il sacrificio
è compiuto e l’altare è distrutto. Questa è la profezia
della manifestazione di Cristo. Queste settanta settimane
cominciano con la restaurazione e la ricostruzione
di Gerusalemme, nei cui riguardi quattro editti furono
emessi da tre re.
Il primo fu emesso da Ciro nell’anno 536 a.C. ed è
registrato nel primo capitolo del Libro d’Esdra; il secondo
editto, riguardante la ricostruzione di Gerusalemme, è
quello di Dario di Persia nell’anno 519 a.C., registrato
nel sesto capitolo del Libro d’Esdra. Il terzo è quello di
Artaserse nel settimo anno del suo regno, cioè nel 457
a.C., registrato nel settimo capitolo del Libro d’Esdra. Il
quarto è quello di Artaserse nell’anno 444 a.C., registrato
nel secondo capitolo di Neemia.
Ma Daniele si riferisce specificamente al terzo editto,
che fu emesso nell’anno 457 a.C. Settanta settimane corrispondono
a 490 giorni; ogni giorno, secondo il testo
del Libro, è in realtà un anno.
Infatti, nella Bibbia è detto: «Il giorno del Signore è
un anno» (Numeri 14:34).
Perciò 490 giorni sono 490 anni. Il terzo editto
di Artaserse fu emesso quattrocentocinquantasette anni
prima della nascita di Cristo, e Cristo quando fu martirizzato
e ascese al cielo aveva 33 anni. Se addizionate 33
a 457, il risultato è 490, ossia il tempo predetto da Daniele
per la manifestazione di Cristo.
Ma nel 25° versetto del 9° capitolo del Libro di Daniele,
ciò è espresso in altro modo e cioè, come sette settimane
e sessantadue settimane, il che in apparenza differisce
dal primo detto. Molti sono rimasti perplessi davanti
a queste differenze, cercando di conciliare queste
due affermazioni. Come può esser giusto il calcolo di
settanta settimane in un detto e quello di sessantadue settimane
e sette settimane in un altro? Le due affermazioni
non concordano.
Però Daniele fa menzione di due date. Una di queste
date comincia con l’ordine di Artaserse a Esdra di ricostruire
Gerusalemme; queste sono le settanta settimane
che finirono con l’ascensione di Cristo, quando, con il
suo martirio, cessarono il sacrificio e l’offerta.
Il secondo periodo, che si trova nel 26° versetto, significa
che, dalla fine della ricostruzione di Gerusalemme,
fino all’ascensione di Cristo, passeranno sessantadue
settimane; le sette settimane sono la durata della ricostruzione
di Gerusalemme che richiese quarantanove anni;
se addizionate queste sette settimane a sessantadue
settimane, avete sessantanove settimane, e nell’ultima
settimana (69-70) ebbe luogo l’ascensione di Cristo.
Così le settanta settimane vengono completate e non v’è
più contraddizione.
Ora che la manifestazione di Cristo è stata provata
dalle profezie di Daniele, documenteremo le manifestazioni
di Bahá’u’lláh e del Báb. Fino a ora abbiamo soltanto
fatto menzione di prove logiche; ora parleremo delle
prove tradizionali.
Nell’ottavo capitolo del Libro di Daniele, versetto
13°, è detto: “E io udii un santo che parlava; e un altro
santo disse a quello che parlava: "Fino a quando durerà il
sacrificio continuo e il misfatto che crea il deserto? Fino
a quando il luogo santo e l’esercito saranno esposti a esser
calpestati?". Egli mi disse: (v. 14) “Fino a duemila
trecento giorni, di sera e mattina; poi il santuario verrà
purificato”. (v. 17) “Ed egli mi disse... "Questa visione è
per il tempo della fine"”. Il che significa: quanto dureranno
questa sventura, questa rovina, questa umiliazione
e degradazione? Quando verrà l’alba della Manifestazione?
Allora egli rispose: “Fino a duemilatrecento giorni
di sera e mattina; poi il santuario sarà purificato”. Il
significato di questo passo è che Egli stabilisce 2.300
anni, poiché secondo la Bibbia ogni giorno è un anno.
Ora, dalla data della pubblicazione dell’editto di Artaserse
per la ricostruzione di Gerusalemme, fino al giorno
della nascita di Cristo, corrono 456 anni, e dalla nascita
di Cristo fino al giorno della manifestazione del Báb vi
sono 1844 anni. Se addizionate 456 anni a 1844 il risultato
è 2300 anni. Cioè, l’adempimento della visione di
Daniele avvenne nell’anno 1844 d.C., anno che è appunto
quello della manifestazione del Báb, secondo il testo
del Libro di Daniele. Osservate come il testo determina
chiaramente l’anno della manifestazione; non vi potrebbe
essere profezia più evidente di questa.

In Matteo, capitolo 24 versetto 3, Cristo dice chiaramente
che quello che Daniele intendeva con questa
profezia, era la data della manifestazione; ecco il versetto:
“Poi essendosi egli posto a sedere sul monte degli Ulivi,
i discepoli gli si accostarono dicendo: "Dicci, quando
avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua
venuta e della fine del mondo?". Una delle spiegazioni
che egli dette loro fu questa: (v. 15) "Quando avrete veduto
l’abominazione della desolazione, della quale ha
parlato il Profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge
intenda)"». Con questa risposta egli si riferiva
all’ottavo capitolo del Libro di Daniele, dicendo che
chiunque lo legge comprenderà che è questo il tempo di
cui si parla. Considerate quanto chiaramente si parli della
manifestazione del Báb nel Vecchio Testamento e nei
Vangeli.
Per concludere, spieghiamo ora la data della manifestazione
di Bahá’u’lláh secondo la Bibbia. La data
dell’avvento di Bahá’u’lláh è calcolata secondo gli anni
lunari dalla missione e l’egira [«Egira», dall’arabo hijra significa migrazione
(di Muḥammad da Mecca a Medina) (N.d.T.)] di Muḥammad, perché la
religione mussulmana considera l’anno lunare, che viene
seguito anche per quanto riguarda tutti i comandamenti
del culto.
In Daniele, capitolo 12, versetto 6, è detto: “E uno di
essi disse all’uomo vestito di lino, che era sopra le acque
del fiume: "Quando sarà infine il compimento di queste
meraviglie?". (v. 7) E io udii l’uomo vestito di lino, che
stava fra le acque del fiume, il quale alzata la mano destra,
e la sinistra al cielo, giurò, per Colui che vive in eterno,
che tutte queste cose sarebbero compiute infra un tempo,
due tempi e la metà d’un tempo, e che quando la forza
del popolo santo fosse interamente spezzata, “allora tutte
queste cose si compiranno”.
Poiché ho già spiegato il significato dell’espressione
“un giorno”, non sarà necessario farlo ulteriormente; ricorderemo
brevemente che ogni giorno del Padre conta
per un anno e che, poiché ogni anno consta di dodici
mesi, tre anni e mezzo fanno quarantadue mesi, ossia
1260 giorni. Il Báb, precursore di Bahá’u’lláh, apparve
nell’anno 1260 dell’Egira di Muḥammad, secondo i calcoli
da parte islamica.
Più oltre, nel versetto 11, è detto: “Ora dal tempo che
sarà soppresso il sacrificio continuo e l’abominazione
avrà creato il deserto, passeranno milleduecentonovanta
giorni. Beato chi aspetta e giungerà a milletrecentotrentacinque
giorni!”.
L’inizio di questo computo lunare va dal giorno della
proclamazione dello stato profetico di Muḥammad nel
paese di Hijáz, che avvenne tre anni dopo la sua missione;
perché all’inizio lo stato profetico di Muḥammad fu
tenuto segreto, e nessuno lo sapeva tranne Khadíjah e
Ibn-Naufal [Waraqat-ibn-Naufal, cugino di Khadíjah].
Esso fu annunciato dopo tre anni. E Bahá’u’lláh,
nell’anno 1290 dalla proclamazione della missione
di Muḥammad, rese nota la Sua manifestazione.
[L’anno 1290 dalla proclamazione della missione di Muhammad era
l’anno 1280 dell’Egira, o il 1863-1864 della nostra era. Fu in questa epoca
(Aprile 1863) che Bahá’u’lláh, nel lasciare Baghdád per Costantinopoli, dichiarò
a quelli che lo circondavano che Egli era la Manifestazione annunciata
dal Báb. È questa dichiarazione che i Bahá’í celebrano con la Festa del
Riḍván, essendo questo il nome del giardino all’ingresso della città, dove
Bahá’u’lláh soggiornò durante dodici giorni e dove fece la Sua dichiarazione.]