Non sapevo bene dove collocare questa discussione, poteva essere adatta a informatica, magari anche a sentimenti, visto che concerne la famiglia, ma alla fine ha prevalso l'abbinamento con l'attualità perciò ho optato per Debate square.
Faccio un preambolo che non c'entra nulla con il topic, giusto per contestualizzare, cercherò di essere sintetico. Oggi in ufficio ci è stata presentata una nuova leva che andrà progressivamente a coprire il ruolo del nostro attuale capo (il quale sta invece spostando la sua sfera d'influenza verso un altro ufficio il cui capo è andato in pensione), in pratica, probabilmente, diventerà la nostra nuova capa. Dopo aver trascorso buona parte della giornata ad essere istruita dai "pezzi grossi" circa il funzionamento dei vari meccanismi aziendali la signora ha giustamente ritenuto opportuno interfacciarsi un po' con il nostro piccolo popolo per capire come siamo materialmente organizzati: suddivisione dei gruppi, le mansioni principali di ognuno... Fattasi a grandi linee un quadro generale ha deciso di rompere il ghiaccio portando la conversazione su toni più informali, età, luoghi di provenienza, famiglie... siamo così stati edotti del fatto che la nostra futura responsabile fosse madre di una ragazzina quattordicenne e proprio il giorno stesso, di comune accordo con la figlia stessa, stesse sperimentando una App per Smartphone creata allo scopo è monitorare gli spostamenti di una persona (la figlia ovviamente, benché ci sia stato precisato che la cosa possa funzionare a doppio senso e che la madre si sia premunita di non poter essere controllata, già dal fatto che abbia voluto sottolinearlo si evince che lei stessa percepisse un disagio all'idea di questo tipo di invasione, rimango perciò un po' perplesso pensando che non sembrasse minimamente a disagio nel ruolo del controllore), ci ha detto anche il nome dell'App, ma non lo ricordo, ho fatto una rapida ricerca e ho scoperto che ce ne sono diverse, tipo Family Tracker: Locate Phone e TeenSafe, dai nomi è evidente che l'uso previsto è proprio quello, non si tratta dell'uso improprio di qualche applicazione per tracciare un dispositivo in caso di furto o smarrimento.
Confesso che questa rivelazione mi ha fatto scorrere un brivido lungo la spina dorsale e non solo per la specifica situazione, ma, anche e soprattutto, per la naturalezza con cui, almeno mi è sembrato, le persone presenti abbiano accolto la cosa: una collega con il figlio tredicenne ha voluto nome e recensione dell'app, un altro che ha figli piccoli ha detto qualcosa tipo "i figli sono belli da bambini, poi..." (non sto nemmeno a cercare di ricostruire il resto della frase, questo collega dice spesso cose che mi fanno gelare il sangue, non gli dico neanche più nulla, tempo addietro lo facevo, solo per sentirmi sempre rispondere con un "ehh, ma..." e una serie di giustificazioni raffazzonate, una volta invece ha sbottato e mi ha urlato contro sostenendo che lo criticavo sempre, neanche gli avessi detto chissà cosa, gli avevo semplicemente fatto notare che parlando con una collega tornata da un lungo permesso per malattia per una cosa abbastanza grave, non fosse il massimo della delicatezza dirle come prima cosa che la vedeva sciupata ... magari a qualcuno può sembrare una stupidaggine, ma un'altra signora che conoscevo, altrettanto malmessa di salute, per le stesse esatte parole, solo a raccontare il dialogo aveva decisamente l'aria di quella che sta per piangere, e comunque la interpretava come una cattiveria gratuita, in ogni caso allora ho capita che io e questo collega non eravamo abbastanza amici per scambiare civilmente opinioni contrastanti... peccato perché per certi versi lo considero una persona intelligente e ricettiva, dietro a quella bocca larga sempre in attività), quanto agli altri astanti mi sono parsi in generale favorevolmente colpiti dalle potenzialità delle nuove tecnologie nel campo del supporto ai genitori di ragazzi in età "difficili".
Mi è venuto da pensare alla mia adolescenza, durante la quale credo non avrei mai potuto ritenere accettabile una cosa del genere (ma credo che ai miei genitori non sarebbe passato per l'anticamera del cervello di invadere così i miei spazi), da un altro lato però ho pensato a questa ragazzina quattordicenne che pare invece abbia lasciato fare e mi sono chiesto: si è forse sentita obbligata? Rifiutandosi avrebbe scatenato il sospetto che avesse effettivamente qualcosa da nascondere, con tutte le conseguenze del caso, tra cui una probabile perdita di libertà maggiore; oppure questa ragazzina è una dritta: ha dato il contentino alla madre che ora starà tranquilla, ma che in effetti non ha poi molto controllo reale, se localizza la fanciulla al campo da calcio non può sapere se si trova sugli spalti a tifare per il suo ragazzo o negli spogliatoi a ripassarsi tutta la squadra (per non parlare dell'ippodromo).
Non essendo io genitore (oltre a non volerlo assolutamente essere), forse semplicemente non posso capire, ma sono confuso, direi che è ovvia e condivisibile la preoccupazione per un adolescente, ma ad una certa età credo sia anche sano iniziare ad avere dei segreti e se si tiene a sapere dove il pargolo abbia trascorso il pomeriggio non sarebbe meglio chiedere piuttosto che controllare il percorso sul cellulare, magari è anche un'occasione di dialogo, ma se mi chiedi dove sono stato e lo sai l'impressione che ho è che tu voglia verificare se dico la verità e se non ho dato ragioni evidenti per essere considerato bugiardo potrei anche trovare la cosa piuttosto offensiva.