La differenza fondamentale tra la mia interpretazione e quella di ‘Abdu’l-Bahà è che egli sostiene che tutto il capitolo 11 di Apocalisse si sia già realizzato, mentre io ritengo che si debba ancora realizzare. Continuiamo con l'esposizione di ‘Abdu’l-Bahà.

“E quando avranno finita la loro testimonianza”, vuol dire: quando avranno
compiuto ciò che è stato loro comandato, trasmettendo il
messaggio divino, diffondendo la legge di Dio e divulgando
gli insegnamenti celesti, nell’intento di rendere
manifesti nelle anime i segni della vita spirituale, affinché
la luce delle virtù dell’umanità s’irradi fino all’assoluto
progresso delle tribù nomadi. “La bestia che sale
dall’abisso farà guerra con loro e li vincerà e li ucciderà”.
Questa “bestia” sta a indicare i Baní Umayya (la dinastia degli Umayyadi, o “ Ommiadi “),
che li attaccarono dall’abisso dell’errore e insorsero contro la
religione di Muḥammad e contro la realtà di ‘Alí; in altre
parole contro l’amore di Dio.
È detto: “la bestia mosse guerra a questi due testimoni”,
guerra cioè religiosa, intendendo dire che la bestia
agirebbe in completo contrasto cogli insegnamenti, colle
consuetudini, colle istituzioni di questi due testimoni a
tal punto che le virtù e le perfezioni, diffuse dal potere di
quei due testimoni fra i popoli e le tribù, verrebbero annientate
e finirebbe col prevalere la natura animale con i
suoi desideri carnali. Così questa bestia, facendo loro
guerra, avrebbe la vittoria - intendendo con questo che le
tenebre dell’errore, provenienti dalla “bestia”, influenzerebbero
gli sviluppi del mondo e ucciderebbero questi
due testimoni; in altre parole, distruggerebbero la vita
spirituale ch’essi avevano divulgata nel cuore delle nazioni,
sopprimendo le leggi e gli insegnamenti divini,
calpestando la religione di Dio e non lasciando che un
corpo senza vita e senza spirito.
“E i loro corpi morti giaceranno sulla piazza della
grande città, la quale spiritualmente si chiama Sodoma ed
Egitto, dove ancora è stato crocifisso il Signore loro”. “I
loro corpi” significa la religione di Dio, e “la piazza” significa
sotto gli occhi di tutti. Il significato di “Sodoma
ed Egitto”, il luogo “dove è stato crocifisso Nostro Signore”,
è la Siria e soprattutto Gerusalemme, dove gli
Umayyadi ebbero i loro domini; e fu proprio in quelle
regioni che scomparvero la Religione di Dio e i divini
insegnamenti e vi rimase un corpo morto, privo dello spirito.
“E gli uomini d’infra i popoli e tribù e lingue e nazioni
vedranno i loro corpi morti lo spazio di tre giorni e
mezzo, e non lasceranno che i loro corpi morti siano posti
in monumenti”. Com’è già stato spiegato, secondo la
terminologia dei Libri Sacri, tre giorni e mezzo equivalgono
a tre anni e mezzo, e tre anni e mezzo sono uguali a
quarantadue mesi, e 42 mesi a 1260 giorni; e poiché, secondo
il Libro Sacro, ogni giorno sta per un anno, il significato
è che per 1260 anni, che costituisce il ciclo coranico,
le nazioni, le tribù e i popoli guarderanno i loro
corpi, cioè essi ridurranno la Religione di Dio a uno
spettacolo; ma, pur non agendo secondo i suoi dettami,
non sopporteranno che i loro corpi, cioè la Religione di
Dio, vengano messi nel sepolcro. Ciò vuoi dire che, in
apparenza, essi si aggrapperebbero alla Religione di Dio
e non permetterebbero che fosse completamente tolta loro
né che il suo corpo fosse interamente distrutto e annientato.
In realtà l’avrebbero abbandonata mentre, apparentemente,
ne conserverebbero il nome e il ricordo.
Quelle “tribù, popoli e nazioni”, significa coloro che
sono riuniti all’ombra del Corano, che non permettono
che la Causa e la Legge di Dio siano interamente distrutte
e annientate, poiché hanno conservato la preghiera
e il digiuno, ma i principi fondamentali della Religione
divina, ossia la morale e la buona condotta insieme alla
conoscenza dei divini misteri, sono scomparsi; la luce
delle virtù dell’umanità, che è il risultato dell’amore e
della conoscenza di Dio, si è estinta e le tenebre della tirannide,
della oppressione, delle passioni e dei desideri
satanici hanno trionfato. E il corpo della Legge di Dio,
simile a un cadavere, è stato esposto al pubblico per
1260 giorni; ogni giorno equivalente a un anno, e questo
periodo corrisponde al ciclo di Muḥammad.
La gente abbandonò tutto ciò che i due testimoni avevano
stabilito e che rappresentava il fondamento della
Legge di Dio, e distrusse a tal segno le virtù dell’umanità,
che sono i doni divini e lo spirito religioso, che la sincerità,
la giustizia, l’unione, la purezza, la santità, l’abnegazione
e tutte le qualità divine scomparvero. Della religione
restarono soltanto le preghiere e il digiuno, e questo
stato di cose durò per 1260 anni, che è la durata del
Furqán [un altro nome del Corano, che significa «distinzione»].
Era come se questi due esseri fossero morti e i
loro corpi fossero rimasti privi dello spirito.
“E gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e ne
faranno festa e si manderanno presenti gli uni agli altri,
poiché questi due profeti avranno tormentato gli abitanti
della terra”. “Gli abitanti della terra” sta per le altre
nazioni e le altre razze, quali i popoli d’Europa e dell’estrema
Asia, i quali, quando videro che il carattere
dell’Islám era interamente cambiato, che la legge di Dio
era stata abbandonata, che le virtù, lo zelo e l’onore si
erano allontanati da esso e che le sue qualità erano decadute,
furono felici e si rallegrarono che la corruzione dei
costumi avesse contagiato i popoli dell’Islám, i quali di
conseguenza sarebbero stati sopraffatti da altre nazioni.
Così è avvenuto - Vedete costoro, che avevano raggiunto
l’apice del potere, come sono ora degradati e calpestati.
Le altre nazioni “Si manderanno presenti gli uni agli altri”
significa che si aiuteranno “poiché questi due
profeti avevano tormentato gli abitanti della terra”, cioè
essi avevano vinto le altre nazioni e gli altri popoli, e li
avevano sottomessi.
“E in capo a tre giorni e mezzo, lo Spirito della vita
procedente da Dio entrò in loro e si rizzarono in piedi, e
grande spavento cadde sopra quelli che li videro”. Tre
giorni e mezzo ossia, come abbiamo già detto, 1260 anni.
Queste due persone, i cui corpi giacevano privi di spirito,
sono gli insegnamenti e la legge stabiliti da Muḥammad
e promulgati da ‘Alí, dai quali, però, era scomparsa la
verità ed era rimasta soltanto la forma. Lo spirito ritornò
in loro significa che quei fondamenti e quegli insegnamenti
vennero di nuovo stabiliti. In altre parole, la spiritualità
della Religione di Dio si era mutata in materialismo
e le virtù in vizi: l’amore di Dio si era cambiato in
odio, la luce in tenebre, le qualità divine in sataniche, la
giustizia in tirannide, la misericordia in inimicizia, la
sincerità in ipocrisia, la salvezza in perdizione e la purezza
in sensualità. Poi, dopo tre giorni e mezzo, ossia
secondo la terminologia dei Sacri Libri, dopo 1260 anni,
questi insegnamenti divini, queste virtù celestiali, queste
perfezioni e queste munificenze spirituali vennero rinnovati
dalla manifestazione del Báb e dalla devozione di
Janáb-i Quddús [Hájí Muhammad ‘Alí Bárfurúshí, uno dei principali discepoli del Báb e
una delle diciannove Lettere del Vivente].
Le sante brezze si diffusero, la luce della verità splendette,
la primavera feconda giunse e l’alba della salvezza
spuntò. Questi due corpi esanimi ritornarono vivi e questi
due grandi - uno, il fondatore, l’altro, il promulgatore
- sorsero e furono simili a due candelieri, poiché illuminarono
il mondo con la luce della verità.
“Ed essi udirono una gran voce dal cielo che disse loro:
salite qua. Ed essi salirono in cielo” e cioè, dal cielo
invisibile essi udirono la voce di Dio che diceva: Voi avete
seguito tutto ciò che era conveniente e, propagando
gli insegnamenti e le buone novelle, voi avete trasmesso
il mio messaggio agli uomini e avete proclamato la Parola
di Dio e avete compiuto il vostro dovere. Adesso, come
Cristo, dovete sacrificare la vostra vita per il Beneamato
e divenire martiri. E quel Sole della Verità e quella
Luna della Salvezza, tutti e due come il Cristo tramontarono
all’orizzonte del supremo martirio e ascesero al
Regno di Dio. “E i loro nemici li videro”, cioè molti dei
loro nemici, dopo essere stati testimoni del loro martirio,
si accorsero del loro carattere sublime e dell’eccellenza
della loro virtù e testimoniarono la loro grandezza e la
loro perfezione.
“E in quell’ora si fece un gran terremoto e la decima
parte della città cadde e settemila persone furono uccise
in quel terremoto”.
Questo terremoto si produsse in Shíráz, dopo il martirio
del Báb. La città fu in scompiglio e molti perirono.
Una grande perturbazione ebbe luogo in seguito a malattie,
al colera, alla carestia, alla indigenza, alla scarsità
di viveri, ad afflizioni tali come mai prima si erano avute.
“E il rimanente fu spaventato e diede gloria all’Iddio
del cielo”. Quando il terremoto ebbe luogo nel Fárs, i sopravvissuti
si lamentarono e piansero giorno e notte, intenti
solo a glorificare e a pregare Dio. Erano così afflitti
e spaventati che la notte non potevano trovare riposo né
sonno.