Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
Quello che veniva chiamato PATTO EDUCATIVO. Oggi s'è perso. Completamente. Professori e Genitori, Scuola e Famiglia sono agli opposti. Assistiamo e leggiamo di continue invasioni di campo, a volte violentissime. Anche solo per un brutto voto.
Torno dunque a domandare: Dove stiamo andando? Dove stiamo precipitando?
Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
Se fai pace in Famiglia, ciò poi si riflette nel Sociale. Se sei un uomo pacificato, gli Altri se ne accorgono. E' la prima cellula della Società, la Famiglia. Tutti quanti noi veniamo al mondo dentro una Famiglia. E' lì che riceviamo affetto, Valori, Educazione...
Poi subentra naturalmente la Scuola, che ha (che dovrebbe avere) il compito di sostenere, appoggiare ed integrare tale Educazione per portare i nostri ragazzi alla piena maturità. Come Persone e come Cittadini.
Oggi questo viene meno, generando individualismo, edonismo, competizione, solitudine e infelicità.
questo è un tipico esempio di falso veicolato da una descrizione apparentemente cristallina dei fatti; una modalità comunissima, alla base del sentimento che legittima il sentimento reazionario dei vecchi;

nel primo quote parli di un PATTO, maiuscolo; suggerendo l'idea di una concordia; il tutto è assolutamente vago, favolistico e mitologico; se io ti chiedessi: quando e dove vigeva quel presunto patto, citami luogo e tempo, cosa indicheresti in concreto? quale società ?

poi andremmo a vedere in dettaglio cosa succedeva davvero, per scoprire che quel preteso "patto" altro non era che un rapporto di forza tra oppressori ed oppressi come un altro, e che troppe circostanze sono cambiate; che la pacificazione delle persone non c'è mai stata, e che quella condizione era solo il frutto della rassegnazione e sottomissione del più debole; e che ne succedevano di cotte e di crude; solo che i vecchi rimuovono, nostalgici, e il nuovo è sempre peggio;

leggi qui: sono millenni che si legge la lagna; fosse vero, oggi ci troveremmo in una specie di inferno, laddove il passato, tanto più se remoto, sarebbe stato un'Età dell'oro; tutte suggestioni buone per dar corpo al sentimento reazionario dei vecchi rintronati:


“La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori...” Socrate, V secolo A.C.

“Non ho più speranza alcuna per l’avvenire del nostro Paese, se la gioventù d’oggi prenderà domani il comando, perché è una gioventù senza ritegno e pericolosa” Esiodo, VIII secolo A.C

“Il nostro mondo ha raggiunto uno stadio critico. I ragazzi non ascoltano più i loro genitori. La fine del mondo non può essere lontana” Sacerdote egiziano, XX secolo A.C.

“Oggi il padre teme i figli. I figli si credono uguali al padre e non hanno né rispetto né stima per i genitori. Ciò che essi vogliono è essere liberi. Il professore ha paura degli allievi, gli allievi insultano i professori; i giovani esigono immediatamente il posto degli anziani; gli anziani, per non apparire retrogradi o dispotici, acconsentono a tale cedimento e, a corona di tutto, in nome della libertà e dell'uguaglianza, si reclama la libertà dei sessi”
Platone, IV secolo A.C.

“Questa gioventù è guasta fino in fondo al cuore. Non sarà mai come quella di una volta. Quella di oggi non sarà capace di conservare la nostra cultura...” Citazione scoperta recentemente in una cava di argilla tra le rovine di Babilonia, ed avrebbe più di 3000 anni.


allora, vogliamo cercare di capire davvero cosa succede, se "una volta" era davvero "meglio", oppure abbiamo solo perso la memoria perché rintronati ?

non è detto si possano cambiare più di tanto determinate circostanze di disagio; ma un conto è viverle con l'amarezza permanente del bicchiere mezzo vuoto, il rimpianto e la malinconia, e soprattutto la diffidenza nei confronti del prossimo, sempre peggiore che nel bel tempo andato;

altro sarebbe farsene una ragione e provare ad affrontare realisticamente la realtà per organizzare un pensiero costruttivo orientato al futuro, anziché le solite lagne paurose di chi si crede portatore di moralità e punta il dito sugli immorali.