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Discussione: Picchiare anziani e bambini

  1. #406
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    il principio di effettività è esattamente quello della forza, militare e politica; ti basti pensare al potere di veto dei membri permanenti del CdS UN - cioè il foro multilaterale teoricamente depositario della maggior forza cogente - e della stessa difformità di valore che vi si è espressa: quando nel 56 ci fu la crisi di Suez, Francia e GB erano membri, ma nulla potettero di fronte al diktat congiunto di americani e sovietici;
    no. il principio attiene alle questioni di legittimazione "interna" di una qualsiasi autorità che manifesti il proprio potere su un determinato popolo e un altrettanto determinato territorio. non c'entrano le situazioni esterne che, per quanto in maniera sempre soggetta a revisione, sono regolate da convenzioni.

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    appunto, quello che ho ripetuto: la forza è l'effettività, l'unico elemento costitutivo di soggettività, a prescindere dal riconoscimento di pretese "autorità"; e così è stato in occasione delle guerre di religione: il papa disconosceva, scomunicava, e quelli facevano lo stesso; Enrico VIII si è sposato sei volte e ha fatto un gran pernacchione alla scomunica, benché volesse restare devoto; la figlia ha semplicemente formalizzato lo scardinamento del sistema, e questo è divenuto effettivo; valle a dire qualcosa... ci ha provato Filippo, e gli è andata male;
    enrico VIII era un "ritardato" che sfruttò una serie di circostanze favorevoli per accrescere il proprio potere. poi: all'epoca esistevano "regole" tali per cui se qualcuno volesse diventare capo della chiesa, anzi meglio: religione, del proprio paese dovrebbe pagarne i costi in termini di salute: fisica mentale e spirituale. dici che uccise le proprie mogli. si, probabilmente lo sforzo per diventare papa in Inghilterra, ne minò la salute mentale. e non sarebbe una novità. penso a certi imperatori di roma.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    se tu sei in guerra con uno stato che non riconosci, ma quello garantisce lo status ai tuoi prigionieri, si atteggia a stato esercitando funzioni sovrane, non puoi in nessun modo negare la circostanza; se vuoi scambiare i prigionieri, o, per dire, garantire ai tuoi il ricevimento di posta, vettovaglie, assistenza, devi riconoscere di fatto quell'autorità come garante, trattare; che è, all'inverso, il problema politico che si è sempre posto alle autorità ricattate da gruppi terroristi, sia di natura meramente politica, sia etnico-nazionale; perché la procedura interna allo stato nell'eventuale trattativa, implica, o può implicare atti che, pur non implicando il riconoscimento politico - questione distinta - vanno a configurare una soggettività di fatto che lo stato stesso vuol negare all'interlocutore, quale rappresentante "autentico" di interessi individuati; cioè, se io tratto con le BR che si autoproclamano rappresentanti di una volontà popolare posso porli su un piano sovversivo, riconoscerne le azioni come potenziali fonti-atto di un nuovo soggetto; idem per le organizzazioni curde, per quelle palestinesi o per il parlamento catalano; mentre è diverso nei casi inversi di entità pre-esistenti e unite, come la Scozia, che avrebbe in origine una soggettività distinta, successivamente compressa, che però tornerebbe a pieno titolo in caso di dissoluzione del regno Unito, senza necessità di costituirne una ex-novo.
    ti ricordo soltanto che le organizzazioni che hai citato non possono essere considerate stati a tutti gli effetti, se per stato intendiamo un potere esercitato da una entità sentita dal popolo come legittima che esplica il predetto potere su un determinato territorio.

  2. #407
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    no. il principio attiene alle questioni di legittimazione "interna" di una qualsiasi autorità che manifesti il proprio potere su un determinato popolo e un altrettanto determinato territorio. non c'entrano le situazioni esterne che, per quanto in maniera sempre soggetta a revisione, sono regolate da convenzioni.
    beh, è proprio quello che avevo scritto sin dall'inizio, contro l'idea che il riconoscimento sarebbe costitutivo della soggettività internazionale;

    ti ricordo soltanto che le organizzazioni che hai citato non possono essere considerate stati a tutti gli effetti, se per stato intendiamo un potere esercitato da una entità sentita dal popolo come legittima che esplica il predetto potere su un determinato territorio.
    stati no; ma se tendono a quell'esercizio sovrano e personalità e ne esercitano le prerogative - es. forze combattenti dotate di riconoscibilità, che rispettano le convenzioni belliche e umanitarie - si ha uno status intermedio che dovrebbe implicare un trattamento distinto rispetto a quello del terrorismo;

    dovrebbe, perché il diritto internazionale funziona quasi sempre come esortativo di prassi cui gli stati possono trovare complessivamente utile conformarsi, con un gradualismo pragmatico che tende ad uniformare una cultura di doverosità di certi standard in cambio della partecipazione alla comunità internazionale.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #408
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, è proprio quello che avevo scritto sin dall'inizio, contro l'idea che il riconoscimento sarebbe costitutivo della soggettività internazionale;
    in pratica il riconoscimento fa capo a determinati interessi, che però se soddisfatti aprono la strada, come infra giustamente sottolinei, ad una collaborazione internazionale che non necessariamente debba trovare sbocco in una guerra. insomma se gli usa o la russia riconoscono ad una autorità ad esempio priva di territorio gli attributi di autorità "statuale", è perché a livello di interessi, non dico necessariamente economici, quel tipo di autorità soddisfa le esigenze dei predetti potentiores. ad esempio mi chiedo perché mai la palestina non sia riconosciuta né dai russi né dagli usa come "stato" o "nazione" agli effetti del diritto internazionale. e mi rispondo che probabilmente la disponibilità di risorse energetiche, detenute in larga parte dagli stati islamici, anche da quelli al confine con israele, potrebbe essere compromessa da una chiara presa di posizione da parte occidentale o russa, sull' olp e israele e i loro rapporti.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    stati no; ma se tendono a quell'esercizio sovrano e personalità e ne esercitano le prerogative - es. forze combattenti dotate di riconoscibilità, che rispettano le convenzioni belliche e umanitarie - si ha uno status intermedio che dovrebbe implicare un trattamento distinto rispetto a quello del terrorismo;

    si. anch'io credo che i reati cc.dd. "politici" vengano puniti in maniera meno severa, qui in italia rispetto ai reati comuni, proprio sulla base di un ragionamento simile al tuo.

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    dovrebbe, perché il diritto internazionale funziona quasi sempre come esortativo di prassi cui gli stati possono trovare complessivamente utile conformarsi, con un gradualismo pragmatico che tende ad uniformare una cultura di doverosità di certi standard in cambio della partecipazione alla comunità internazionale.
    si. su questo se mi permetti la pensiamo uguale...
    Ultima modifica di sandor; 20-03-2019 alle 09:10

  4. #409
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    in pratica il riconoscimento fa capo a determinati interessi, che però se soddisfatti aprono la strada, come infra giustamente sottolinei, ad una collaborazione internazionale che non necessariamente debba trovare sbocco in una guerra. insomma se gli usa o la russia riconoscono ad una autorità ad esempio priva di territorio gli attributi di autorità "statuale", è perché a livello di interessi, non dico necessariamente economici, quel tipo di autorità soddisfa le esigenze dei predetti potentiores. ad esempio mi chiedo perché mai la palestina non sia riconosciuta né dai russi né dagli usa come "stato" o "nazione" agli effetti del diritto internazionale. e mi rispondo che probabilmente la disponibilità di risorse energetiche, detenute in larga parte dagli stati islamici, anche da quelli al confine con israele, potrebbe essere compromessa da una chiara presa di posizione da parte occidentale o russa, sull' olp e israele e i loro rapporti.
    il riconoscimento è atto eminentemente politico, soprattutto in fase transitoria di effettività; un caso tipico fu quello tedesco della Croazia, che per alcuni avrebbe precipitato la guerra, mentre per altri limitato l'esito cruento di quella prima fase, limitando le propensioni dei serbi, poi esplose nella fase successiva in Bosnia;

    se, invece, si vuole considerare questioni di opportunità tecnica, depurate da valutazioni prettamente politiche e diplomatiche, incide la valutazione dell'ordine interno garantito dalle autorità che manifestano pretensione sul territori; in soldoni, la capacità di garantire un ordinamento effettivo e stabile, di poteri, procedure, giustizia, esecuzione degli impegni internazionali e di diritto privato; nel caso palestinese - politica a parte - ricorre una complessiva incertezza sulla natura dello stato, le garanzie di effettività, cioè, tanto per fare un esempio, se tu stipuli un contratto commerciale in una zona sotto il controllo palestinese, chi risponde di una turbativa politica che inficia l'esecuzione del contratto ? se una fazione lancia missili su Israele e si determina una ritorsione che ti blocca l'attività, esiste un governo effettivo che con la sua giustizia risponde, trova responsabili e ti risarcisce confiscando i loro beni ? se questa garanzia manca, perché, per esempio, una fazione moderata, magari maggioritaria, non è in grado di imporsi in termini di effettività, ecco che permane uno stato tecnicamente sospeso, a prescindere dalle valutazioni politiche; la Libia, o la Siria, possono rappresentare casi per certi aspetti simili;

    al contrario, si possono determinare le più disparate valutazioni su "stati canaglia", non riconoscere un dittatore, o obiettare sulla legittimità dell'esercizio di un potere - vedi caso Venezuela - censurare in vario modo le prassi interne ed internazionali, su questioni di diritti civili e umani, prassi commerciali e scelte politiche, ma, nonostante i dazi o le sanzioni, una contrattualistica internazionale con la Cina o l'Iran è garantita; nel senso che i rispettivi governi sono in grado di garantire gli impegni contrattuali assunti dalle loro persone fisiche e giuridiche; se non lo fanno, è per scelta politica, che viene valutata a parte; non per ineffettività, incapacità di controllo.




    si. infatti credo che i reati cc.dd. "politici" vengano puniti in maniera meno severa, qui in italia rispetto ai reati comuni, proprio sulla base di un ragionamento simile al tuo.



    si. su questo se mi permetti la pensiamo uguale...[/QUOTE]
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #410
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    il riconoscimento è atto eminentemente politico, soprattutto in fase transitoria di effettività; un caso tipico fu quello tedesco della Croazia, che per alcuni avrebbe precipitato la guerra, mentre per altri limitato l'esito cruento di quella prima fase, limitando le propensioni dei serbi, poi esplose nella fase successiva in Bosnia;
    si. probabilmente perché in croazia c'erano gli ustascia che diciamo la pensavano un po' come i tedeschi. (altro a riguardo non so). quanto alla politicità del riconoscimento se mi permetti penso che determinanti siano interessi territoriali, economici, militari, strategici, ecc. ove però il riconoscimento sia fatto a causa di guerre, più o meno estese, più o meno cruente, allora spesso cade per effetto degli esiti della guerra stessa, cioè se lo stato "ricognitore" perde ovviamente cade anche il riconoscimento, per il fatto stesso che nella stragrande maggioranza dei casi la sconfitta in guerra comporta un cambio di potere al vertice dello stato "perdente", che con tutta probabilità opererà scelte che saranno uguali e contrarie a quelle del regime precedente, come la storia degli ultimi ottant'anni insegna.

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    se, invece, si vuole considerare questioni di opportunità tecnica, depurate da valutazioni prettamente politiche e diplomatiche, incide la valutazione dell'ordine interno garantito dalle autorità che manifestano pretensione sul territori; in soldoni, la capacità di garantire un ordinamento effettivo e stabile, di poteri, procedure, giustizia, esecuzione degli impegni internazionali e di diritto privato;


    si. ma questo vale anche per regimi che possano essere definiti, come dire, "dittatoriali". se non c'entra la politica come dici tu, allora sono giustificati gli atteggiamenti di "favore" di alcune "superpotenze" nei confronti di stati "dittatoriali" ma collocati in zone strategiche per via di risorse umane, economiche, energetiche e anche forse militari. quest'ultimo dato mi porta a pensare che proprio perché ordinati dittatorialmente quegli stessi stati, trovandosi in zone strategiche, possano meglio garantire alcune funzioni basilari anche in prospettiva "occidentale", come ad esempio il controllo dei flussi migratori con tutto ciò che ne consegue, ad es. i vari traffici (persone, droga, armi e quanto altro).

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    nel caso palestinese - politica a parte - ricorre una complessiva incertezza sulla natura dello stato, le garanzie di effettività, cioè, tanto per fare un esempio, se tu stipuli un contratto commerciale in una zona sotto il controllo palestinese, chi risponde di una turbativa politica che inficia l'esecuzione del contratto ?


    ovviamente nessuno. però la domanda sorge spontanea: la politica senza territorio può servire a qualcosa?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    se una fazione lancia missili su Israele e si determina una ritorsione che ti blocca l'attività, esiste un governo effettivo che con la sua giustizia risponde, trova responsabili e ti risarcisce confiscando i loro beni ? se questa garanzia manca, perché, per esempio, una fazione moderata, magari maggioritaria, non è in grado di imporsi in termini di effettività, ecco che permane uno stato tecnicamente sospeso, a prescindere dalle valutazioni politiche; la Libia, o la Siria, possono rappresentare casi per certi aspetti simili;


    ma il governo non può prescindere da un controllo capillare sul territorio, un territorio che gli appartenga di diritto. se la diffusione dei palestinesi nei "territori" si presenta frammentata e a macchia di leopardo, insomma non costituisce stato ma una semplice commistione di popoli: ebreo e palestinese, come pretendi che una qualsiasi autorità, pur riconosciuta a livello demografico e presente anche in loco, possa avere una autorità tale da favorirne il riconoscimento da parte della c.i.?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    al contrario, si possono determinare le più disparate valutazioni su "stati canaglia", non riconoscere un dittatore, o obiettare sulla legittimità dell'esercizio di un potere - vedi caso Venezuela - censurare in vario modo le prassi interne ed internazionali, su questioni di diritti civili e umani, prassi commerciali e scelte politiche, ma, nonostante i dazi o le sanzioni, una contrattualistica internazionale con la Cina o l'Iran è garantita; nel senso che i rispettivi governi sono in grado di garantire gli impegni contrattuali assunti dalle loro persone fisiche e giuridiche; se non lo fanno, è per scelta politica, che viene valutata a parte; non per ineffettività, incapacità di controllo.


    si. ma ti ripeto: per fare tutto ciò sono necessarie alcune piccole cose come un territorio controllato "capillarmente", un popolo e un' entità sovrana che su popolo e territorio esercita il controllo. poi gli stati canaglia esistono solo nella "propaganda". "ripetete una menzogna per un sufficiente numero di volte e diventerà una verità incontestata": goebbels. sono passati ottant'anni ma la sostanza è la stessa: lo sanno russi e americani e poi tutti gli altri, chi più chi meno. insomma anche gli stati canaglia servono (se non è realpolitik questa...altro che celentano).
    Ultima modifica di sandor; 20-03-2019 alle 10:06

  6. #411
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Vedi, Pillon ritorna, anche se non lo voti e vuoi fare quello di mentalità aperta, finisci per dire che le donne meglio a casa. Perché se i bambini fino a 6 anni non devono andare all'asilo e gli anziani devono essere accuditi, qualcuno giustamente a casa ci deve stare.
    A fronte di una proposta sul da farsi, tu la risolvi al solito con la ggggente brutta ed egoista e familiari in casa. Ma chi ci dovrebbe stare?
    E con la variabilità di situazioni, fra diverse condizioni di salute degli anziani e lavorative ed economiche dei figli e degli anziani stessi, tu sai solo dire la solita lagna e niente di concreto.
    Ti senti buono, bravo e illuminato perché tu hai capito tutto, perché tutti sono edonisti ed egoisti e tu e famiglia no. Invece prova a pensare a tante situazioni diverse, tanti problemi di salute diversi invece di belare su un mondo di gente fatto ad immagine delle tue paranoie.
    Credi che le persone si divertano quando i familiari stanno male ed hanno bisogno di un sostegno perché cominciano ad essere meni autosufficienti?
    Ed i bambini, cosa ti spaventa del mandarli all'asilo, del fatto che possano fare qualche esperienza ed attività fuori dal guscio familiare?
    No. E' che sono davvero troppo piccoli, Laura. Fatte salve le libere scelte di ognuno, un Bimbo di 2 anni che dalle 8 di mattina alle 17 del pomeriggio sta con le maestre e non con la sua Mamma...per me è una stortura. Una violenza che gli si fa.
    Eh...ma c'è bisogno di soldi. Ok. Poi però i guasti di tutto ciò li paga la Società.
    amate i vostri nemici

  7. #412
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    si. probabilmente perché in croazia c'erano gli ustascia che diciamo la pensavano un po' come i tedeschi. (altro a riguardo non so).
    nella fattispecie il passato era contemplato in altra forma: la Croazia ha sempre rappresentato la parte produttiva e progredita del contesto geografico, tendenzialmente integrabile nell'area germanofona; ora fa parte del sistema economico tedesco a tutti gli effetti;

    si. ma questo vale anche per regimi che possano essere definiti, come dire, "dittatoriali". se non c'entra la politica come dici tu, allora sono giustificati gli atteggiamenti di "favore" di alcune "superpotenze" nei confronti di stati "dittatoriali" ma collocati in zone strategiche per via di risorse umane, economiche, energetiche e anche forse militari. quest'ultimo dato mi porta a pensare che proprio perché ordinati dittatorialmente quegli stessi stati, trovandosi in zone strategiche, possano meglio garantire alcune funzioni basilari anche in prospettiva "occidentale", come ad esempio il controllo dei flussi migratori con tutto ciò che ne consegue, ad es. i vari traffici (persone, droga, armi e quanto altro).
    tutto ovvio, ma si tratta di questioni eminentemente politiche;
    io ho solo sottolineato un aspetto "tecnico" del riconoscimento, che spesso sfugge in queste valutazioni: accanto al profilo politico, c'è un rilievo interno, per cui se tu, persona giuridica italiana - anzi UE, visto che vige un principio di surroga: hai diritto ad essere assistito a pieno titolo dalle autorità consolari degli altri stati membri, in caso di vacanza di quelle italiana - intrattieni rapporti di natura privata con soggetti appartenenti a stato riconosciuto, il tuo stato si fa garante di una tua tutela bilateralmente riconosciuta anche in loco; cioè, visti i rapporti bilaterali, il tuo stato certifica che il tuo operato sarà tutelato almeno dalla legge locale, in modo convenuto, che potrai apprezzare, ma la cui attendibilità è garantita; es. il trasferimento di tecnologie se operi in Cina: puoi decidere se ti sta bene o no, ma i termini di quel sistema sono garantiti;

    ovviamente nessuno. però la domanda sorge spontanea: la politica senza territorio può servire a qualcosa?
    certo: a preparare la strada per la sua acquisizione; avviene sempre; ovviamente, è necessaria almeno quella che si chiama pretensione a quel territorio, dotata di una sua qualche fondatezza che risulti politicamente convincente per mobilitare una massa;

    ma il governo non può prescindere da un controllo capillare sul territorio, un territorio che gli appartenga di diritto.
    il diritto dello stato si fonda su fonti-atto, guerre. rivoluzioni, secessioni, insomma, atti fondativi dove prima non c'era un "diritto";
    se la diffusione dei palestinesi nei "territori" si presenta frammentata e a macchia di leopardo, insomma non costituisce stato ma una semplice commistione di popoli: ebreo e palestinese, come pretendi che una qualsiasi autorità, pur riconosciuta a livello demografico e presente anche in loco, possa avere una autorità tale da favorirne il riconoscimento da parte della c.i.?
    la valutazione è esclusivamente tecnica: anche in Israele ci sono i palestinesi, cittadini israeliani; ma nessuna valutazione del genere ricorre; quello che conta è solo l'effettività di un ordinamento sovrano che presenti un minimo di garanzie standard di stabilità normativa e capacità di attuarla; tutto qui; cioè, non è che sale al potere un partito diverso e la personalità dello stato cambia radicalmente, ad annullare retroattivamente gli impegni precedenti;

    nel caso palestinese, poi, c'è un ulteriore impiccio diplomatico-politico: a parte alcuni stati, principalmente arabi, più l'Iran, tutta la c.i. ha riconosciuto Israele e il suo diritto ad esistere, almeno entro i confini del 1967, pre-guerra dei sei giorni; ora, siccome non c'è chiarezza su un eventuale dettato costituzionale palestinese riguardo alla pretensione di annientare Israele, per sostituirsi ad esso, come fine costituzionale del costituendo stato, si produrrebbe il paradosso dipolomatico del contemporaneo riconoscimento di Israele, e di uno stato che mira alla sua distruzione;

    si. ma ti ripeto: per fare tutto ciò sono necessarie alcune piccole cose come un territorio controllato "capillarmente", un popolo e un' entità sovrana che su popolo e territorio esercita il controllo. poi gli stati canaglia esistono solo nella "propaganda"
    sì, su questo è legittimo opinare; meno su questioni di diritti umani; l'avvocatessa dei diritti civili iraniana, condannata a 33 anni di carcere e non ricordo a quante frustate, per non parlare di altre circostanze che ricorrono in quel paese, come in altri, costituiscono un marcatore oggettivo di prassi poco ammissibili per una gran parte della c.i., e in questi casi non per meri criteri di opportunismo politico.
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #413
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    No. E' che sono davvero troppo piccoli, Laura. Fatte salve le libere scelte di ognuno, un Bimbo di 2 anni che dalle 8 di mattina alle 17 del pomeriggio sta con le maestre e non con la sua Mamma...per me è una stortura. Una violenza che gli si fa.
    Eh...ma c'è bisogno di soldi. Ok. Poi però i guasti di tutto ciò li paga la Società.
    E cosa proponi, solo lo stare a casa delle mamme e rinuncia al lavoro?
    Tu Bacchetti i soldi, come se tutti fossero ingordi per avere chissà che, quando si tratta più spesso di mera necessità per campare fra affitti o mutui, spese sanitarie, bollette, mangiare e vestirsi, spese scolastiche.
    Come risolveresti necessità di cura dei figli e lavoro femminile? Te lo dico perché vieni poi a leccare con i copia-incolla dove veniamo osannate, dove si parla di ingiustizie a livello economico e lavorativo e poi andiamo a finire sempre sulla donna a casa.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  9. #414
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    No. E' che sono davvero troppo piccoli, Laura. Fatte salve le libere scelte di ognuno, un Bimbo di 2 anni che dalle 8 di mattina alle 17 del pomeriggio sta con le maestre e non con la sua Mamma...per me è una stortura. Una violenza che gli si fa.
    Eh...ma c'è bisogno di soldi. Ok. Poi però i guasti di tutto ciò li paga la Società.
    i guasti ? tu puoi dimostrare in qualche modo che i bambini educati in passato fossero migliori e più sani ? provaci, e vediamo se è vero;

    di sicuro, produce guasti per la società un uomo idiota o meno qualificato ad un lavoro di responsabilità, dove ci potrebbe essere una donna preparata, che ha superato la concorrenza maschile; è un mero fatto statistico: se selezioni su un bacino di 50, la tua utilità attesa - benessere per la società, cure migliori, servizi migliori, maggiore buon senso e affidabilità - sarà inferiore che se selezioni in un bacino di 100.
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #415
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    E cosa proponi, solo lo stare a casa delle mamme e rinuncia al lavoro?
    Tu Bacchetti i soldi, come se tutti fossero ingordi per avere chissà che, quando si tratta più spesso di mera necessità per campare fra affitti o mutui, spese sanitarie, bollette, mangiare e vestirsi, spese scolastiche.
    Come risolveresti necessità di cura dei figli e lavoro femminile? Te lo dico perché vieni poi a leccare con i copia-incolla dove veniamo osannate, dove si parla di ingiustizie a livello economico e lavorativo e poi andiamo a finire sempre sulla donna a casa.
    Propongo di mettere al primo posto i soggetti di questo topic, Laurina: La parte più debole della Società.
    Non i soldi.
    Non il conto in banca.
    Non la carriera.
    Non il tempo libero.
    Non le vacanze.
    E' una proposta trasversale, bada bene. Rivolta alle Donne e agli Uomini. Non si dice loro di non lavorare: Sarebbe assurdo! Si dice loro..."mettete al primo posto i Bambini e gli Anziani, tutto il resto viene dopo. Ne trarrete giovamento voi per primi. E la Società come conseguenza"

    Troppo semplice?
    Troppo difficile?
    Utopia?
    Non credo.
    amate i vostri nemici

  11. #416
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    i guasti ? tu puoi dimostrare in qualche modo che i bambini educati in passato fossero migliori e più sani ? provaci, e vediamo se è vero;

    di sicuro, produce guasti per la società un uomo idiota o meno qualificato ad un lavoro di responsabilità, dove ci potrebbe essere una donna preparata, che ha superato la concorrenza maschile; è un mero fatto statistico: se selezioni su un bacino di 50, la tua utilità attesa - benessere per la società, cure migliori, servizi migliori, maggiore buon senso e affidabilità - sarà inferiore che se selezioni in un bacino di 100.
    Molto, migliori! Oggi c'è una recrudescenza paurosa di disturbi del comportamento infantile e adolescenziale, Axe. Dovute spesso proprio all'insicurezza familiare. Senza parlare della depressione, dell'uso precoce di droghe e di alcol: Lì si apre proprio un capitolo a parte.

    "La quota dominante è appunto rappresentata dalle disabilità intellettive: il 23,9% ha un disturbo evolutivo globale dello sviluppo psicologico, il 45,4% una disabilità intellettiva, il 17,3% soffre di disturbi del comportamento e dell'attenzione, il 16,5% di disturbi affettivi relazionali. L'Istat esamina anche le dipendenze da droga, che sono una "manifestazione importante di disturbo della sfera mentale". Nel 2016, spiegano i ricercatori dell’istituto, “i ricoveri per diagnosi droga-correlata sono 108 ogni milione di residenti (in valore assoluto 6.575, +10% rispetto al 2015), in aumento nell'ultimo triennio soprattutto tra i giovani di 15-34 anni". Infine l’istituto di statistica accende un faro sui suicidi: rilevando che in Italia sono "meno che in Europa, ma tra i giovani causano un decesso su 8". Nel 2016, infine, circa 800mila persone di 18 anni e più hanno ricevuto trattamenti nei servizi di Dipartimenti di salute mentale."

    https://www.repubblica.it/cronaca/20...hio-202741786/
    amate i vostri nemici

  12. #417
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    nella fattispecie il passato era contemplato in altra forma: la Croazia ha sempre rappresentato la parte produttiva e progredita del contesto geografico, tendenzialmente integrabile nell'area germanofona; ora fa parte del sistema economico tedesco a tutti gli effetti;

    si. però in zona ci sono anche slovenia, repubblica ceca ecc., che mi paiono anch'esse centri produttivi di prim'ordine. o no?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    tutto ovvio, ma si tratta di questioni eminentemente politiche;
    io ho solo sottolineato un aspetto "tecnico" del riconoscimento, che spesso sfugge in queste valutazioni: accanto al profilo politico, c'è un rilievo interno, per cui se tu, persona giuridica italiana - anzi UE, visto che vige un principio di surroga: hai diritto ad essere assistito a pieno titolo dalle autorità consolari degli altri stati membri, in caso di vacanza di quelle italiana - intrattieni rapporti di natura privata con soggetti appartenenti a stato riconosciuto, il tuo stato si fa garante di una tua tutela bilateralmente riconosciuta anche in loco; cioè, visti i rapporti bilaterali, il tuo stato certifica che il tuo operato sarà tutelato almeno dalla legge locale, in modo convenuto, che potrai apprezzare, ma la cui attendibilità è garantita; es. il trasferimento di tecnologie se operi in Cina: puoi decidere se ti sta bene o no, ma i termini di quel sistema sono garantiti;

    questo francamente mi rassicura. ovviamente anche nella prospettiva di evitare le sanzioni "di ritorno" che potrebbero interessare un certo stato che intrattenga affari con uno stato non riconosciuto. insomma capisco perfettamente che trattare economicamente e anche a livello politico con uno stato riconosciuto, in fin dei conti, "paghi".

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    certo: a preparare la strada per la sua acquisizione; avviene sempre; ovviamente, è necessaria almeno quella che si chiama pretensione a quel territorio, dotata di una sua qualche fondatezza che risulti politicamente convincente per mobilitare una massa;

    questo però se permetti dipende da condizioni storiche, cioè se l'entità di cui parli si esercita su un determinato popolo, e tende ad essere assoluta, allora è ovviamente più semplice per la stessa autorità riuscire ad essere riconosciuta territorialmente. altro sono ovviamente i pretesti "etnici" o prim'ancora le pretese dinastiche che potrebbero essere avanzate su un determinato territorio in modo da giustificare una possibile invasione o occupazione.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    il diritto dello stato si fonda su fonti-atto, guerre. rivoluzioni, secessioni, insomma, atti fondativi dove prima non c'era un "diritto";

    questo a livello interno e non internazionale. a quest'ultimo livello bisogna capire qual'è lo stato perdente e quello vincente, il quale soltanto può in forza del diritto internazionale pronunciarsi sulla natura statuale o meno di certe entità statali riconosciute dalla coalizione o dallo stato perdente.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    la valutazione è esclusivamente tecnica: anche in Israele ci sono i palestinesi, cittadini israeliani; ma nessuna valutazione del genere ricorre; quello che conta è solo l'effettività di un ordinamento sovrano che presenti un minimo di garanzie standard di stabilità normativa e capacità di attuarla; tutto qui; cioè, non è che sale al potere un partito diverso e la personalità dello stato cambia radicalmente, ad annullare retroattivamente gli impegni precedenti;

    si. questo se la transizione da uno ad un altro ordinamento è pacifica e non si fonda su una guerra. se però c'è stata una guerra come il secondo conflitto mondiale, allora poiché una delle due parti si è arresa senza condizioni, il discorso cambia. il nuovo ordine è allora tale da essere imposto dai vincitori, come è accaduto in italia; come è accaduto in germania.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    nel caso palestinese, poi, c'è un ulteriore impiccio diplomatico-politico: a parte alcuni stati, principalmente arabi, più l'Iran, tutta la c.i. ha riconosciuto Israele e il suo diritto ad esistere, almeno entro i confini del 1967, pre-guerra dei sei giorni; ora, siccome non c'è chiarezza su un eventuale dettato costituzionale palestinese riguardo alla pretensione di annientare Israele, per sostituirsi ad esso, come fine costituzionale del costituendo stato, si produrrebbe il paradosso dipolomatico del contemporaneo riconoscimento di Israele, e di uno stato che mira alla sua distruzione;

    ma guarda. so di rischiare il ban per quello che sto per dire, ma mi risulta che, come dire, un determinato assetto di interessi necessita di almeno due contraenti. anche israele persegue il sistematico annientamento delle minoranze. hai voglia a tirare pietre ai carrarmati...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    sì, su questo è legittimo opinare; meno su questioni di diritti umani; l'avvocatessa dei diritti civili iraniana, condannata a 33 anni di carcere e non ricordo a quante frustate, per non parlare di altre circostanze che ricorrono in quel paese, come in altri, costituiscono un marcatore oggettivo di prassi poco ammissibili per una gran parte della c.i., e in questi casi non per meri criteri di opportunismo politico.
    se parli di entità statali "teocratiche" ovviamente c'è tutto un retroterra valoriale e "dogmatico" da considerare. lì ciò che muove le coscienze è la fede. non ovviamente l'opportunismo politico, che è invece di chi denuncia le decisioni adottate "per fede" in quello come in altri paesi.

  13. #418
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Propongo di mettere al primo posto i soggetti di questo topic, Laurina: La parte più debole della Società.
    Non i soldi.
    Non il conto in banca.
    Non la carriera.
    Non il tempo libero.
    Non le vacanze.
    E' una proposta trasversale, bada bene. Rivolta alle Donne e agli Uomini. Non si dice loro di non lavorare: Sarebbe assurdo! Si dice loro..."mettete al primo posto i Bambini e gli Anziani, tutto il resto viene dopo. Ne trarrete giovamento voi per primi. E la Società come conseguenza"

    Troppo semplice?
    Troppo difficile?
    Utopia?
    Non credo.
    Ma cosa stai dicendo benedetto figliolo. O lavori o stai a casa. Se qualcuno deve occuparsi di figli e anziani, a qualcuno il compito tocca. E a chi lo fai fare?
    Tu pensi che si campi d'aria? Se a casa tua siete mutanti e non avete bisogno di mangiare e vestirvi buon per voi.
    Qui sul pianeta Terra va diversamente se non te ne fossi accorto.
    Ne stai facendo tu stesso le spese nel mondo del lavoro. Ti hanno dato un calcio in culo in azienda e ora fai un'altra mansione, immagino pagata meno di prima.
    Sei qui tutti i giorni a raccontare di gente egoista mentre ci son problemi veri e nonostante tocchino pure te, continui a recitare la parte, fai finta che le difficoltà non ci siano. Meglio pensare a tutti brutti e cattivi
    E riguardo alle vacanze, alla pizza la sera, la partita allo stadio ecc...le fai anche tu, ne hai bisogno anche tu.
    Non si capisce perché bacchetti il mondo e non tu e la tua famiglia, non si capisce perché fai finta di non goderti la vita nei limiti del possibile.
    Forse se la smettessi di recitare e uscissi dal ruolo del predicatore, ne gioveresti un poco tornando a fare l'essere umano vero con i piedi per terra e non la macchietta che tutti i giorni si presenta sul foum.
    Alla fine soluzioni non ne proponi, solo lagnanze e vaghi rimandi ad occuparsi in casa dei familiari.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  14. #419
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    si. però in zona ci sono anche slovenia, repubblica ceca ecc., che mi paiono anch'esse centri produttivi di prim'ordine. o no?
    sempre gravitate nell'orbita austro-tedesca;

    questo però se permetti dipende da condizioni storiche, cioè se l'entità di cui parli si esercita su un determinato popolo, e tende ad essere assoluta, allora è ovviamente più semplice per la stessa autorità riuscire ad essere riconosciuta territorialmente. altro sono ovviamente i pretesti "etnici" o prim'ancora le pretese dinastiche che potrebbero essere avanzate su un determinato territorio in modo da giustificare una possibile invasione o occupazione.
    dal punto di vista del diritto non c'è una valutazione di merito, "morale", ma solo la constatazione che una determinata pretensione mobilita; se domani mattina un movimento di massa volesse ripristinare un'entità magno-greca nel Meridione d'Italia o una monarchia borbonica o angioina, quello che conta è solo l'adesione e l'effettività, a prescindere dall'opinione che si può avere della cosa;

    questo a livello interno e non internazionale. a quest'ultimo livello bisogna capire qual'è lo stato perdente e quello vincente, il quale soltanto può in forza del diritto internazionale pronunciarsi sulla natura statuale o meno di certe entità statali riconosciute dalla coalizione o dallo stato perdente.
    no, qui continui a mancare il punto tecnico del diritto internazionale:
    questo in nessun modo può legittimare o definire una statualità, una soggettività, che si sostanzia in se stessa;

    il diritto internazionale è pattizio, tra soggetti paritari che si autodeterminano; non rappresenta un potere davvero sovraordinato in grado di garantire una cogenza uniforme, nonostante i tentativi;
    è, per semplificare, come un diritto civile in cui vi sia un foro dibattimentale ma non una vera e propria forma di cogenza, ma solo una consulenza da parte del giudice: hai una controversia condominiale ? quello ti dice chi avrebbe ragione in via di principio, e i condomini poi possono decidere se conformarsi a quel parere e mantenere relazioni pacifiche fondate su un comune intendimento di diritti e doveri;

    si. questo se la transizione da uno ad un altro ordinamento è pacifica e non si fonda su una guerra. se però c'è stata una guerra come il secondo conflitto mondiale, allora poiché una delle due parti si è arresa senza condizioni, il discorso cambia. il nuovo ordine è allora tale da essere imposto dai vincitori, come è accaduto in italia; come è accaduto in germania.
    questo è abbastanza irrilevante, nel senso che rientra nel quadro delle fonti-atto, che si auto sostanziano; se si parla di "ordine imposto" una valutazione del genere si può solo fare sulla base dei meccanismi istituzionali di rappresentanza e libertà di scelta; ma la resa senza condizioni è di per sé una manifestazione di rottura in cui si dichiara la dismissione di una prospettiva precedente, cioè l'indisponibilità a perseguirla; non ti costringe nessuno ad arrenderti, se sei disposto a farti spianare a forza di atomiche; se non lo fai, vuol dire che denunci il precedente set di valori;

    nota che questo tipo di circostanze è avvenuto solo in età contemporanea con il mutamento ideologico di personalità dello stato, che ha imposto la radicalizzazione delle conseguenze; cioè, la semplice guerra, anche da parte di regimi autocratici, come l'impero guglielmino del 14, non era sufficiente a determinare una soluzione di continuità marcata nella personalità dello stato; gli eredi degli sconfitti si dovevano fare carico di tutto il gravame;

    nel caso delle dittature radicali, anche se il principio di successione rimaneva, il carico di responsabilità sugli eredi è stato attenuato proprio perché il disconoscimento statutario dell'ideologia precedente andava a mutare un elemento essenziale e non ordinario della personalità dello stato;

    ma guarda. so di rischiare il ban per quello che sto per dire, ma mi risulta che, come dire, un determinato assetto di interessi necessita di almeno due contraenti. anche israele persegue il sistematico annientamento delle minoranze. hai voglia a tirare pietre ai carrarmati...
    questa può essere una valutazione politica, che si dovrebbe misurare con dati di forma e sostanza, status di cittadinanza, tutele giuridiche, ecc...
    io ti ho solo citato un problema tecnico per gli stati che volessero riconoscere entrambi, e sulla base di dettati costituzionali formali; se uno stato palestinese non dichiarasse programmaticamente il fine di estinguere Israele, sarebbe molto più semplice il suo riconoscimento, tutto qui.

    se parli di entità statali "teocratiche" ovviamente c'è tutto un retroterra valoriale e "dogmatico" da considerare. lì ciò che muove le coscienze è la fede. non ovviamente l'opportunismo politico, che è invece di chi denuncia le decisioni adottate "per fede" in quello come in altri paesi.
    se non si tratta di democrazie rappresentative, al massimo le coscienze delle élites autocratiche e delle loro polizie;
    uno studente e cultore di materie giuridiche, consapevole che la forma è sostanza, non dovrebbe commettere l'errore di omogeneizzare il grado di rappresentanza delle "coscienze" di un ente statuale democratico, dove è possibile votare partiti, anche esplicitamente eversivi, e uno autocratico in cui si condannano gli avvocati perché difendono i diritti civili, tipo Iran; o, con tutto l'imbarbarimento degli israeliani, appiattire su un'idea di sterminio la circostanza per cui tra i cittadini israeliani di etnos palestinese figurano alte gerarchie dell'esercito o della magistratura in un contesto di stato di diritto - pure discutibilissimo per molti aspetti - mentre se sei un potenziale oppositore, a qualsiasi titolo, in un regime competitore dell'area non è garantita la tua incolumità fisica, se abiuri alla fede, se sei gay o liberale, o fautore di diritti all'autodeterminazione.
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #420
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Molto, migliori! Oggi c'è una recrudescenza paurosa di disturbi del comportamento infantile e adolescenziale, Axe. Dovute spesso proprio all'insicurezza familiare. Senza parlare della depressione, dell'uso precoce di droghe e di alcol: Lì si apre proprio un capitolo a parte.
    Cono, oggi c'è attenzione per tanti fenomeni che prima semplicemente non erano osservati o diagnosticati; ma tu avresti l'età per ricordare la piaga dell'eroina negli anni '80, anche in una realtà di provincia; vicino a te avevi Pontedera, o un posto impensabile come Colle val d'Elsa, che erano covi di tossici nella Toscana Felix; parliamo di numeri elevatissimi, senza addentrarci nelle periferie dei grandi centri urbani...
    40 anni fa c'erano quotidiani omicidi a sfondo politico, e molti di più erano gli episodi di violenza che solo per fortuna non finivano in quel modo;

    se rimuovi tutto questo, e il fatto che tutto quello che oggi suscita attenzione poiché visibile, trasmissibile, comunicabile, con qualsiasi episodio che può essere filmato con uno smartphone, denunciato, reso pubblico a milioni di persone in pochi secondi, un tempo era semplicemente ignorato, è ovvio che puoi dire che la società peggiora; ma è un falso materiale;
    prima avevi gli stessi conflitti, o peggiori, ma non erano diagnosticati o non finivano in cronaca; oggi i ragazzi magari si rincitrulliscono con lo smartphone e hanno una socialità che a noi può non piacere; ma quando avevamo 15 anni, in centinaia di migliaia "socializzavano" negli angoli delle strade dove ci si facevano le pere di eroina e si rischiava l'aids, oppure nei covi dove trovavi facilmente un "ferro" per rovinarti la vita togliendola a qualche coetaneo che si credeva nel 1944;

    basta con questo raccontino stupido di un passato migliore rispetto al presente "malato", perché è una solenne cazzata.
    c'� del lardo in Garfagnana

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