ah: non lo sapevo.
si. questo è proprio quello che volevo dire. però non capisco la questione della volontà di massa. la massa ha un nome? un criterio qualsiasi di giudizio? insomma ci vuole anche una "guida consapevole", che instilli nella massa quel tipo di idee. se no siamo tutti masaniello...
si. e questo l'ho capito. insomma stavo per dirlo...
e chi rappresenta il giudice nel diritto internazionale? la c.i., il c.d.s. dell'onu o chi altro?
no, amico. dichiarare una resa senza condizioni vuol dire, da un lato rigettare la vittoria della controparte. dall'altro ammettere, benché "polemicamente", di essere col c.d. a terra.
a quanto ne so però guglielmo II dovette prendere il largo a denti stretti. quello che venne dopo, hai ragione, fu proposto come mezzo di continuità, ma di fatto sempre di rivoluzione si trattò, almeno col senno di poi.
si. però tutti i regimi politici si fondano su una determinata forma di stato che è ovviamente in quanto esiste, fondata sul consenso e dotata "normalmente" di una propria personalità a livello internazionale. la guerra in quest'ottica può avere due effetti in contraddizione: il rafforzamento del consenso allo status quo oppure la sua radicale o mettiamo anche "mediata" modifica (sovente ad opera dei vincitori, o cmq col benestare di questi).
si. ma anche israele potrebbe smetterla di prendere a cannonate i ragazzi di 15 anni che lanciano pietre...o no? insomma ci vorrebbe un pochino di buona volontà da entrambe le parti. ma credo che i tantissimi "lutti" (e siamo sempre là) si contrappongano alla pacificazione.
sai benissimo che l'iran è uno stato teocratico, quale peraltro è stata per più di 50 anni anche l'italia. l'esempio che facevi era l'avvocatessa trentenne, non "gli avvocati". ci sono avvocatesse con la testa sulle spalle e il kirpan in viso; e avvocatesse che fanno "le femministe" in ottemperanza a non so quale "credo" o "ideologia". è lo stesso problema che si è presentato in italia quando i comunisti decisero di circuire le nostre donne costringendole a colpi di propaganda ad uscire di casa "la sera". con le conseguenze che sappiamo...
qualcuno ha detto: "non è semplice ammettere che le vittime di un tempo siano divenute a loro volta carnefici". guarda io mi ci ritrovo. e so che vuol dire essere discriminati per la propria fede politica o religiosa. forse è per questo che ne parlo liberamente. perché mi sono "incallito". non è facile convivere tra opposti estremismi, questo si. però nel passato ho studiato un poco la materia e mi pare che le colpe, se vogliamo dirlo, siano a carico di entrambe le fazioni in lotta, e con "fazioni" intendo non solo israele e palestinesi ma anche israele (stato) e controparti a livello sempre di "stati" confinanti. poi un consiglio che mi sento di darti (non dire che "dispenso consigli") sarebbe di non badare troppo a come la questione viene posta dai nostri media. se pensi ad esempio che nella religione islamica non esiste il concetto "nostro" di "stato", ma solo quello del considerare la parte di mondo su cui si professa la loro religione come "islam", cioè "comunità dei fedeli", allora ti risulta anche chiaro che i palestinesi non cercano "territori" da assoggettare alla propria autorità ma soltanto che la fede ebraica non contraddica se stessa attribuendosi un fantomatico diritto ad uno stato "territoriale" che non renderebbe giustizia, almeno a livello teologico, alle promesse di Dio ai patriarchi.