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Risultati da 541 a 555 di 789

Discussione: Picchiare anziani e bambini

  1. #541
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    C'è tutta una sottocultura amici, nemica della Vita, nemica della Natura, nemica della Famiglia, nemica della Chiesa e nemica di Dio. All'inizio si presenta come un caso isolato..."eccezionale" dite voi. Mano a mano assume i caratteri di una vera e propria filosofia, tanto che oggi, parlare di uteri in affitto, di ovuli e spermatozoi in prestito, di gravidanze indotte a 62 anni per "regalare" un bambino al figlio gay, non ci fanno più effetto. Che male c'è? E' diventato un karma, un leit-motive che fa da alibi alle nostre Coscienze anestetizzate. Se volete, vi faccio vedere quanto "eccezionali" e "isolati" siano questi fatti. Ne abbiamo una sfilza in archivio. E le vittime innocenti? Son sempre loro: I Bambini. Maneggiati e strumentalizzati a pro delle nostre voglie più truci.
    amate i vostri nemici

  2. #542
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    dovresti averlo studiato in diritto costituzionale:
    fu Aldo Moro a volere quell'espressione "società naturale", perché dopo il fascismo si voleva escludere l'intrusione dello stato nella vita privata delle persone; per fare un esempio, c'era la "tassa sugli scapoli"

    non so se fu moro, o non fu. sicuramente ci fu un considerevole apporto, nella disposizione che ho citato, della componente "liberale" e cattolica. ti domando: si può davvero definire la famiglia "reale" cioè concreta una "società naturale"? io credo di no. se poi mi dici che il regime favorì o magari anche "obbligò" a sposarsi, beh allora può darsi che quello stesso regime abbia inculcato nel popolo il desiderio di sposarsi, e ciò a scanso degli amorazzi che si potevano avere, senza vincoli di sorta nelle case delle "donnine".

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    il senso di quell'espressione "naturale" va inteso come "spontanea", aggregazione umana non mediata o condizionata dallo stato;
    il "fondata sul matrimonio" corrisponde alla normale sensibilità dell'epoca, posto che la stessa nozione di "matrimonio" è suscettibile di revisione o omologazione ad altre forme, come la "famiglia di fatto", in tutto e per tutto equiparata per ciò che attiene agli obblighi che si sono prodotti tra i partner e, a fortiori, nei confronti dei figli;

    ma se mi permetti tra naturale e spontanea corre una bella differenza. naturale vuole dire credo attinente all'umana natura e cioè "istintuale" necessaria come lo è ad esempio il "bere" o il "mangiare". non direi "spontanea". insomma chi mette su famiglia dovrebbe essere informato dei doveri cui va incontro. credo che se ci fosse una maggiore consapevolezza di ciò che la famiglia comporta allora credo che (parlo di generalità dei casi) i matrimoni "civili" quanto meno, si ridurrebbero di molto...

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    come dovresti sapere, per la legge conta il "more", con la differenza dell'onere della prova in caso di contenzioso o accesso a diritti e facoltà: cioè, in caso di vincolo certificato, matrimonio, unione civile, la condizione di famiglia e i relativi obblighi di solidarietà sono presunti;

    questa me la rispieghi per favore?


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    nel caso di aggregazioni atipiche - siano esse tra "estranei" o consanguinei, sorge l'esigenza di dimostrare e certificare il vincolo, eventuali obblighi di solidarietà; che obblighi puoi desumere dalla convivenza di due anziane sorelle che dura da 30 anni ? certamente non si tratta della stessa situazione di due estranei che dividano un appartamento per un tempo analogo, facendo ognuno la sua vita, che non è "famiglia"; e non si tratta della stessa situazione di una coppia, non sposata, anche senza figli.
    si. e quindi?

  3. #543
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    C'è tutta una sottocultura amici, nemica della Vita, nemica della Natura, nemica della Famiglia, nemica della Chiesa e nemica di Dio. All'inizio si presenta come un caso isolato..."eccezionale" dite voi. Mano a mano assume i caratteri di una vera e propria filosofia, tanto che oggi, parlare di uteri in affitto, di ovuli e spermatozoi in prestito, di gravidanze indotte a 62 anni per "regalare" un bambino al figlio gay, non ci fanno più effetto. Che male c'è? E' diventato un karma, un leit-motive che fa da alibi alle nostre Coscienze anestetizzate. Se volete, vi faccio vedere quanto "eccezionali" e "isolati" siano questi fatti. Ne abbiamo una sfilza in archivio. E le vittime innocenti? Son sempre loro: I Bambini. Maneggiati e strumentalizzati a pro delle nostre voglie più truci.
    Considerando quanto sei anestetizzato tu...ne chiappassi una giusta in tante questioni discusse!

    Voglia "truce" pure quella di chi ne sforna a iosa volutamente, sapendo di non avere i soldi perché gli stipendi o lo stilendio non basta (vedi donna a casa) per compiacere l'amico invisibile e poi piangere, battere cassa e farsi mantenere dal parentado e altre istituzioni.

    Vorrei proprio contarli questi numerosi casi di utero in affitto qui in Italia e che fanno pure buca a Empoli.
    Non ti confondere con la possibilità della fecondazione assistita, di cui quella eterologa solo se sussistono certe problemi e sempre che la coppia se la senta di percorrere questa via. Ci sono leggi in Italia che normano queste pratiche mediche.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  4. #544
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    C'è tutta una sottocultura amici, nemica della Vita, nemica della Natura, nemica della Famiglia, nemica della Chiesa e nemica di Dio. All'inizio si presenta come un caso isolato..."eccezionale" dite voi. Mano a mano assume i caratteri di una vera e propria filosofia, tanto che oggi, parlare di uteri in affitto, di ovuli e spermatozoi in prestito, di gravidanze indotte a 62 anni per "regalare" un bambino al figlio gay, non ci fanno più effetto. Che male c'è?
    gli "uteri in affitto" ci sono da 40 anni; è stata una prassi di ricche famiglie "tradizionali", che pagavano per surrogare la gravidanza quando non era possibile alla donna; nessuno si scandalizzava troppo; il caso nasce quando ci sono di mezzo i gay - casi eccezionali - e allora, improvvisamente, la sollevazione, ipocrita;
    cioè, il problema di questa sollevazione non è il pur discutibilissimo utero in affitto, ma il fatto che la prassi, prima accettata, sia disponibile per tipi diversi di famiglia, che esistono comunque; ipocrisia;

    in un paese in cui ogni giorno si consumano violenze in famiglia, fino all'omicidio quotidiano, fa scandalo l'ex-seminarista gay che adotta la bimba down, rifiutata da tante belle famiglie "naturali" e "normali", amiche della Natura, consacrate in Chiesa, e adornate di tutte quelle maiuscole che ti piacciono tanto;
    invece di agitare fantasmi inesistenti, potresti renderti conto che la vera vergogna è l'ipocrisia di quel mondo che produce la propaganda di cui ti fai latore, più o meno consapevole:

    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #545
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    non so se fu moro, o non fu.
    strano, perché in diritto costituzionale si studia il senso e la genesi delle norme, sui documenti dell'assemblea costituente e i verbali, ecc...

    ma se mi permetti tra naturale e spontanea corre una bella differenza. naturale vuole dire credo attinente all'umana natura e cioè "istintuale" necessaria come lo è ad esempio il "bere" o il "mangiare". non direi "spontanea".
    io ti ho spiegato il senso di "naturale", come inteso dai costituenti, e cioè di aggregazione spontanea, non frutto di pressioni dell'autorità; anche perché nel 1946 non si poneva proprio l'idea di aggregazioni di tipo famigliare diverse da quelle della coppia uomo-donna, e pertanto la nozione di "naturalità" in nessun modo poteva essere fraintesa come puntualizzazione di quel particolare assetto;

    mentre, al contrario, era evidentissimo l'intendimento di sottrarre la famiglia all'ingerenza dello stato e di eventuali ideologie politiche assunte dall'autorità;

    questa me la rispieghi per favore?
    vuol dire che la legge - ove si presenti un problema, un contenzioso, qualcosa da dirimere - valuta la sostanza di un rapporto, ciò che, in mancanza di un vincolo certificato, la consuetudine ha stabilito come regola di rapporto; cioè - mettendo da parte il caso di eventuali figli, che ovviamente sarebbe dirimente - due persone conviventi more uxorio per anni, hanno comunque costituito una famiglia - "di fatto", contrapposta a quella "di diritto", certificata dal matrimonio - originando una serie di obblighi analoghi a quelli del matrimonio stesso; solo che l'onere di dimostrare il vincolo è, almeno in parte, invertito, e sarà la parte interessata a dover dimostrare la sussistenza di quella relazione, cosa che non avverrebbe in caso di matrimonio;

    e questo ti spiega l'esigenza giuridica delle unioni civili, come soluzione transitoria in attesa di rivedere la nozione di matrimonio, includendovi anche coppie di tipo diverso;

    si. e quindi?
    quindi la legge ha la necessità di fare ordine e disciplinare lo status di aggregazioni diverse dalla condivisione di un appartamento tra studenti fuorisede, e in cui vi sia un particolare tratto di affidamento reciproco e sorga la necessità di tutelare questo affidamento, come valore sociale.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #546
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    strano, perché in diritto costituzionale si studia il senso e la genesi delle norme, sui documenti dell'assemblea costituente e i verbali, ecc...
    si. questo però lo fanno i cc.dd. "costituzionalisti", cioè gente che magari su questa materia ci si è laureata e la studia da una vita. cioè: a mio parere lo studio della costituzione è un po' come lo studio della bibbia. c'è sempre qualcosa "di nuovo" da dire. non perché non sia chiara la stessa carta costituzionale. ma perché sono tante le persone, e quindi le menti con le loro convinzioni personali ecc., che allo studio della costituzione si dedicano...


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    io ti ho spiegato il senso di "naturale", come inteso dai costituenti, e cioè di aggregazione spontanea, non frutto di pressioni dell'autorità; anche perché nel 1946 non si poneva proprio l'idea di aggregazioni di tipo famigliare diverse da quelle della coppia uomo-donna, e pertanto la nozione di "naturalità" in nessun modo poteva essere fraintesa come puntualizzazione di quel particolare assetto;
    si. tutto sta nell'intendersi sul concetto. che cosa può essere definito "naturale"? naturale è ciò che esiste in natura...se è vero questo allora anche le coppie di fatto, come quelle omosessuali devono essere riconosciute. non è concepibile un diritto che, anziché sanzionare l'esistente, cioè il "naturale", intervenga di volta in volta a stabilire cosa è "secondo natura" e cosa no. questo lo fa la chiesa e credo che basti...

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    mentre, al contrario, era evidentissimo l'intendimento di sottrarre la famiglia all'ingerenza dello stato e di eventuali ideologie politiche assunte dall'autorità;
    non però all'ingerenza della chiesa...che è tutto dire...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    vuol dire che la legge - ove si presenti un problema, un contenzioso, qualcosa da dirimere - valuta la sostanza di un rapporto, ciò che, in mancanza di un vincolo certificato, la consuetudine ha stabilito come regola di rapporto; cioè - mettendo da parte il caso di eventuali figli, che ovviamente sarebbe dirimente - due persone conviventi more uxorio per anni, hanno comunque costituito una famiglia - "di fatto", contrapposta a quella "di diritto", certificata dal matrimonio - originando una serie di obblighi analoghi a quelli del matrimonio stesso; solo che l'onere di dimostrare il vincolo è, almeno in parte, invertito, e sarà la parte interessata a dover dimostrare la sussistenza di quella relazione, cosa che non avverrebbe in caso di matrimonio;
    certo. in caso di matrimonio non avverrebbe l'inversione dell'onere della prova purché il matrimonio stesso rispettasse determinati schemi, che sono quelli che sappiamo. tutt'altro accadrebbe se si sanzionasse giuridicamente anche altre forme di unione come la convivenza, non importa in che modo qualificata...

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    e questo ti spiega l'esigenza giuridica delle unioni civili, come soluzione transitoria in attesa di rivedere la nozione di matrimonio, includendovi anche coppie di tipo diverso;
    si. questo si.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quindi la legge ha la necessità di fare ordine e disciplinare lo status di aggregazioni diverse dalla condivisione di un appartamento tra studenti fuorisede, e in cui vi sia un particolare tratto di affidamento reciproco e sorga la necessità di tutelare questo affidamento, come valore sociale.
    la necessità credo, prima che legislativa dovrebbe essere "sociale". che una buona volta il diritto intervenisse per "sancire" con legge la realtà delle cose. una realtà che si fa finta di non vedere...

  7. #547
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    si. questo però lo fanno i cc.dd. "costituzionalisti", cioè gente che magari su questa materia ci si è laureata e la studia da una vita. cioè: a mio parere lo studio della costituzione è un po' come lo studio della bibbia. c'è sempre qualcosa "di nuovo" da dire. non perché non sia chiara la stessa carta costituzionale. ma perché sono tante le persone, e quindi le menti con le loro convinzioni personali ecc., che allo studio della costituzione si dedicano...
    lo fanno anche gli studenti, a lezione e nella preparazione dell'esame; noi avevamo il "Maranini" - un costituzionalista della Cesare Alfieri - a compendio del testo di costituzionale; la ratio delle norme è essenziale per capirne il senso e la materia;
    e le minute dei dibattiti non sono un'opinione, ma fatti, documenti storici che spiegano esplicitamente il perché di quelle formulazioni;

    si. tutto sta nell'intendersi sul concetto. che cosa può essere definito "naturale"? naturale è ciò che esiste in natura...se è vero questo allora anche le coppie di fatto, come quelle omosessuali devono essere riconosciute. non è concepibile un diritto che, anziché sanzionare l'esistente, cioè il "naturale", intervenga di volta in volta a stabilire cosa è "secondo natura" e cosa no. questo lo fa la chiesa e credo che basti...
    infatti, come ho spiegato, la costituzione non ricorre a quel termine nel senso di definire cosa sia "naturale", ma in quello di escludere l'artificioso intervento dello stato nelle scelte private delle persone;

    poi, non solo nel caso umano l'invocazione della "naturalità", da contrapporre alla "culturalità", è un nonsense, dato che la cultura fa parte della stessa natura umana, tramite il linguaggio e la socialità, ma sarebbe anche assurdo che lo stato e, a maggior ragione, la Chiesa invochino la "natura" a criterio di pregio, visto che il primo - con le leggi - e la seconda - con la sua dottrina ispirata al Vangelo - si propongono esattamente di limitare e disciplinare tutto ciò che sarebbe istintivo:
    il matrimonio indissolubile esiste in natura ? no; la nostra natura ci spingerebbe a cambiare partner dopo alcuni anni, e a tanti altri comportamenti censurati...

    non però all'ingerenza della chiesa...che è tutto dire...
    beh, la Costituzione è molto laica, ma sconta anche la società italiana dell'epoca; la cd Costituzione materiale, somma delle riforme, giurisprudenza delle corti e del giudiziario ordinario ha riformato tutto il riformabile, e restano alcune diciture di forma, come quella di "unioni civili" anziché "matrimonio"; si tratta di due istituti sostanzialmente identici nei loro effetti, ma con una dicitura di forma che, per il momento, viene incontro al desiderio della Chiesa di mantenere una forma;

    certo. in caso di matrimonio non avverrebbe l'inversione dell'onere della prova purché il matrimonio stesso rispettasse determinati schemi, che sono quelli che sappiamo. tutt'altro accadrebbe se si sanzionasse giuridicamente anche altre forme di unione come la convivenza, non importa in che modo qualificata...
    sanzionasse o sancisse ?

    la necessità credo, prima che legislativa dovrebbe essere "sociale". che una buona volta il diritto intervenisse per "sancire" con legge la realtà delle cose. una realtà che si fa finta di non vedere...
    beh, ma è quello che avviene sempre, no ?
    è ovvio che ci vuole tempo, opinione diffusa, che è il risultato di prassi diffuse; nelle società democratiche la norma interviene quando le circostanze sono mature; quando si vietò il fumo nei cinema, e poi nei locali pubblici, c'era già la consapevolezza diffusa, persino tra i fumatori, che si trattasse di un provvedimento necessario ed inevitabile; e così per il divorzio, che sostanzialmente si deve alla parte più laica e moderna del partito cattolico.
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  8. #548
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Considerando quanto sei anestetizzato tu...ne chiappassi una giusta in tante questioni discusse!

    Voglia "truce" pure quella di chi ne sforna a iosa volutamente, sapendo di non avere i soldi perché gli stipendi o lo stilendio non basta (vedi donna a casa) per compiacere l'amico invisibile e poi piangere, battere cassa e farsi mantenere dal parentado e altre istituzioni.

    Vorrei proprio contarli questi numerosi casi di utero in affitto qui in Italia e che fanno pure buca a Empoli.
    Non ti confondere con la possibilità della fecondazione assistita, di cui quella eterologa solo se sussistono certe problemi e sempre che la coppia se la senta di percorrere questa via. Ci sono leggi in Italia che normano queste pratiche mediche.
    Ed è questo il dramma grosso che ci sovrasta, Laura! Viene normato...regolarizzato e autorizzato l'abominio. Lo strappo alla Naturalità. Che ci parla. Che ci dice che la Vita può aversi ESCLUSIVAMENTE per l'incontro naturale fra maschio e femmina. Di ciò che è maschio con ciò che è femmina. E noi cosa facciamo? Sorvoliamo, bypassiamo la questione etichettando come retrogradi, medioevali e nazisti quelli che la sostengono e la difendono.
    amate i vostri nemici

  9. #549
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    E meno male che ci sono norme e protocolli medici sulle tecniche di fecondazione assistita.
    Tu butti tutto nel calderone per fare quello santo e saggio, per godere degli strilli sul male e sulla ggggente brutta e cattiva. Non ti prendi mai la briga di approfondire, discernere, discriminare. Hai solo da inneggiare all"'"apocalisse" e al male in qualunque cosa di questo mondo come da perfetto copione del fanatico religioso.

    Senza scomodare gli estremi, eterologa ad esempio, come giustifichi il fatto che nascono bambini in quelle coppie che per necessità accedono alla fecondazione assistita? Se dio non vuole e se è lui che concede i figli alle persone, perché nascono questi bambini?
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  10. #550
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    lo fanno anche gli studenti, a lezione e nella preparazione dell'esame; noi avevamo il "Maranini" - un costituzionalista della Cesare Alfieri - a compendio del testo di costituzionale; la ratio delle norme è essenziale per capirne il senso e la materia;
    e le minute dei dibattiti non sono un'opinione, ma fatti, documenti storici che spiegano esplicitamente il perché di quelle formulazioni;
    si, certo: gli eccellentissimi...tuttavia puoi certo comprendere come per un semplice studente sia proibitivo, diciamo, studiare oltre alla lettera costituzionale, e al suo significato, anche le tendenze politiche sottese ai diversi articoli. il maranini non lo conosco. conosco però diversi bei testi di diritto costituzionale "istituzionale", come martines, rescigno o bin/pitruzzella. in essi, che pure sono ben ponderosi, non c'è alcun accenno alla politica, ti ripeto, sottesa al testo.


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    infatti, come ho spiegato, la costituzione non ricorre a quel termine nel senso di definire cosa sia "naturale", ma in quello di escludere l'artificioso intervento dello stato nelle scelte private delle persone;
    ti ripeto. a mio avviso parlare di naturalità del concetto di famiglia, e successivamente affermare che essa è fondata sul matrimonio, del quale peraltro il testo costituzionale non dà una definizione, rinviando al diritto civile, mi paiono affermazioni in certo modo tra loro "contrastanti". insomma la naturalità di un istituto come la famgiglia non può fondarsi sull'arbitrio insito in un istituto come il contratto/accordo matrimoniale.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    poi, non solo nel caso umano l'invocazione della "naturalità", da contrapporre alla "culturalità", è un nonsense, dato che la cultura fa parte della stessa natura umana, tramite il linguaggio e la socialità, ma sarebbe anche assurdo che lo stato e, a maggior ragione, la Chiesa invochino la "natura" a criterio di pregio, visto che il primo - con le leggi - e la seconda - con la sua dottrina ispirata al Vangelo - si propongono esattamente di limitare e disciplinare tutto ciò che sarebbe istintivo:
    il matrimonio indissolubile esiste in natura ? no; la nostra natura ci spingerebbe a cambiare partner dopo alcuni anni, e a tanti altri comportamenti censurati...
    si. appunto. però converrai con me che è assai difficile attribuire la "cultura" a un naturale attributo umano. non tutti gli uomini ne sono dotati. ecco perché vi è la necessità che alcuni decidano per i molti regolando quegli aspetti che non possono essere lasciati alla mera animalità istintuale, che pure volendo è attributo umano assai più diffuso in confronto all'aspetto culturale della persona.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, la Costituzione è molto laica, ma sconta anche la società italiana dell'epoca; la cd Costituzione materiale, somma delle riforme, giurisprudenza delle corti e del giudiziario ordinario ha riformato tutto il riformabile, e restano alcune diciture di forma, come quella di "unioni civili" anziché "matrimonio"; si tratta di due istituti sostanzialmente identici nei loro effetti, ma con una dicitura di forma che, per il momento, viene incontro al desiderio della Chiesa di mantenere una forma;
    sai bene che la costituzione materiale è per l'esattezza ciò che la costituzione formale cioè scritta riesce poi nel vivere concreto della società, a realizzare in termini di una conformità del concreto vivere della collettività ai valori espressi in detta costituzione formale.
    ovviamente esistono istituzioni preordinate a favorire tale coincidenza. tuttavia la società ideale, che postula una coincidenza tra l'aspetto formale e quello materiale della costituzione, a livello "sostanziale", mi pare ancora di là da venire...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    sanzionasse o sancisse ?
    stessa cosa, se consideri il duplice senso del verbo sanzionare.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, ma è quello che avviene sempre, no ?
    è ovvio che ci vuole tempo, opinione diffusa, che è il risultato di prassi diffuse; nelle società democratiche la norma interviene quando le circostanze sono mature; quando si vietò il fumo nei cinema, e poi nei locali pubblici, c'era già la consapevolezza diffusa, persino tra i fumatori, che si trattasse di un provvedimento necessario ed inevitabile; e così per il divorzio, che sostanzialmente si deve alla parte più laica e moderna del partito cattolico.
    non direi del partito cattolico ma di quello comunista. non a caso fu indetto un referendum che è, come sai, un istituto di democrazia "diretta" e quindi più che mai di sinistra.

  11. #551
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    si, certo: gli eccellentissimi...tuttavia puoi certo comprendere come per un semplice studente sia proibitivo, diciamo, studiare oltre alla lettera costituzionale, e al suo significato, anche le tendenze politiche sottese ai diversi articoli. il maranini non lo conosco. conosco però diversi bei testi di diritto costituzionale "istituzionale", come martines, rescigno o bin/pitruzzella. in essi, che pure sono ben ponderosi, non c'è alcun accenno alla politica, ti ripeto, sottesa al testo.
    certo, quelli sono i testi istituzionali; ma per comprendere il senso delle norme occorre anche avere contezza della filosofia di quel quadro giuridico, che emerge anche dall'insieme strutturato dei principi;
    in teoria, un bravo studente dovrebbe desumere da solo certe gerarchie; ma, fatalmente, nello sforzo di apprendere le nozioni per l'esame, è facile appiattire a mera elencazione e sommatoria inorganica di articolati un impianto organico in cui operano costantemente principi essenziali, come la libertà, l'uguaglianza, ecc...
    te ne accorgi dalla frequenza con la quale si equivocano tante formulazioni, per mancanza di ordine logico;

    [/quote]ti ripeto. a mio avviso parlare di naturalità del concetto di famiglia, e successivamente affermare che essa è fondata sul matrimonio, del quale peraltro il testo costituzionale non dà una definizione, rinviando al diritto civile, mi paiono affermazioni in certo modo tra loro "contrastanti". insomma la naturalità di un istituto come la famgiglia non può fondarsi sull'arbitrio insito in un istituto come il contratto/accordo matrimoniale.[/quote]
    io sono d'accordo, ma lo è la stessa Costituzione, che infatti ha consentito lo svuotamento di quella dicitura "fondata sul matrimonio", che resta solo perché la politica non vuole assumersi l'onere di togliere quella foglia di fico, per non dispiacere al Vaticano;

    ed è per questo che è necessario lo studio organico che citavo sopra: se si osservano i principi nella loro gerarchia e peso, si capisce che l'uguaglianza è preponderante e che quella nozione di famiglia - ovvia per l'epoca - era destinata a soccombere, come negli altri ordinamenti giuridici assimilabili;

    si. appunto. però converrai con me che è assai difficile attribuire la "cultura" a un naturale attributo umano. non tutti gli uomini ne sono dotati. ecco perché vi è la necessità che alcuni decidano per i molti regolando quegli aspetti che non possono essere lasciati alla mera animalità istintuale, che pure volendo è attributo umano assai più diffuso in confronto all'aspetto culturale della persona.
    aspetta, qui per "cultura" non si intende "istruzione" vs "ignoranza", ma l'attitudine di tutto il genere umano all'educazione, come trasmissione di esperienze, idee astratte, valori, comportamenti, qualche forma di sapere, ecc... cioè, nessuno è l'uomo-lupo, cresciuto da solo nella giungla;

    sai bene che la costituzione materiale è per l'esattezza ciò che la costituzione formale cioè scritta riesce poi nel vivere concreto della società, a realizzare in termini di una conformità del concreto vivere della collettività ai valori espressi in detta costituzione formale.
    ovviamente esistono istituzioni preordinate a favorire tale coincidenza. tuttavia la società ideale, che postula una coincidenza tra l'aspetto formale e quello materiale della costituzione, a livello "sostanziale", mi pare ancora di là da venire...
    tutti gli ordinamenti sono in divenire continuo; e il nostro è esplicitamente pensato in termini evolutivi, proprio perché postula secondo formulazioni "aperte" e relativamente immateriali, astratte, da sostanziare; pensa al "fondata sul lavoro"...

    non direi del partito cattolico ma di quello comunista. non a caso fu indetto un referendum che è, come sai, un istituto di democrazia "diretta" e quindi più che mai di sinistra.
    no, qui non conosci la storia, ma è comprensibile, perché in questo caso è piuttosto controintuitiva:
    la legge Baslini-Fortuna del 1970 fu iniziativa di un socialista-radicale e di un liberale; passò grazie alla defezione dei centristi, repubblicani, liberali, e di diversi DC, soprattutto lombardi, emiliani, nonché al voto di una parte dei missini; lo stesso Almirante era divorziato, anche se poi appoggiò il referendum; l'ambiente dirigente della DC in maggioranza si dimostrò molto tiepido sulla questione, perché i segnali che arrivavano dalla borghesia che sosteneva il partito andavano in direzione contraria;

    nel 1973, i circoli cattolici di base raccolsero le firme per indire il referendum abrogativo, e il PCI era contrario a sostenere quella legge, per evitare uno scontro frontale che temeva di perdere, anche perché nel suo stesso elettorato era presente una forte componente socialmente conservatrice sulle questioni di famiglia, costume sociale, ecc... un po' il profilo dell'amico Cono, molto legato alla Chiesa, ma anche, parrebbe, devoto al laburismo berlingueriano; soprattutto nell'Italia centrale e rurale degli anni '70 questa era un'antropologia diffusissima, che ricordo personalmente, avendo radici marchigiane di campagna; i comunisti erano pari o più dei DC, ma in molti la pensavano come Cono, addirittura più radicalmente di molti DC;

    al momento del referendum, però, il PCI ha dovuto dare indicazione per il "no" all'abrogazione, perché il contrario sarebbe stato impensabile; ma fu la dirigenza DC radicata nella borghesia dei grandi centri urbani del centro-nord a risultare decisiva per la sconfitta del referendum di Fanfani, perché di fatto nella campagna referendaria ricevette e ri-trasmise ai suoi ceti di riferimento un messaggio di libertà di voto;

    il ribaltamento radicale delle proporzioni di voto attese - 59% al no - si spiega solo con la massiccia defezione di una quota di elettori DC, che si identificava con una idea di modernità e pragmatismo che molti dirigenti del partito riuscivano a percepire, proprio perché i tempi erano maturi; per questo dico che il divorzio sostanzialmente si deve ad una parte fondamentale dell'ambiente democristiano, nella scia del pragmatismo degasperiano.
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  12. #552
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    certo, quelli sono i testi istituzionali; ma per comprendere il senso delle norme occorre anche avere contezza della filosofia di quel quadro giuridico, che emerge anche dall'insieme strutturato dei principi;
    in teoria, un bravo studente dovrebbe desumere da solo certe gerarchie; ma, fatalmente, nello sforzo di apprendere le nozioni per l'esame, è facile appiattire a mera elencazione e sommatoria inorganica di articolati un impianto organico in cui operano costantemente principi essenziali, come la libertà, l'uguaglianza, ecc...
    te ne accorgi dalla frequenza con la quale si equivocano tante formulazioni, per mancanza di ordine logico;
    si. diciamo che uno studente normale e privo di conoscenze, di nozioni di ideologia politica, che intenda studiare la costituzione, la domanda sulle idee sottese al testo della Carta non se le pone nemmeno. si parla di gente di vent'anni. insomma se non sei un leopardi o un baldassarre certe riflessioni richiedono tempo, età e maturità (ovviamente parlo per me).

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    io sono d'accordo, ma lo è la stessa Costituzione, che infatti ha consentito lo svuotamento di quella dicitura "fondata sul matrimonio", che resta solo perché la politica non vuole assumersi l'onere di togliere quella foglia di fico, per non dispiacere al Vaticano;
    intanto lo svuotamento ha avuto conseguenze negative. come il subordinare il matrimonio civile, nella realtà, agli umori di coppie sprovvedute o alle richieste della propria adesione politica. il che non giova ai costumi, alla cultura di un popolo e alle esigenze sovrastanti gli impulsi istintuali di uomini e donne senza coscienza civica. anzi proprio senza coscienza...

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    ed è per questo che è necessario lo studio organico che citavo sopra: se si osservano i principi nella loro gerarchia e peso, si capisce che l'uguaglianza è preponderante e che quella nozione di famiglia - ovvia per l'epoca - era destinata a soccombere, come negli altri ordinamenti giuridici assimilabili;
    si. ma ti ripeto che nella generalità dei casi ci vuole anche una età, almeno per chi, come me non ha una "famiglia alle spalle". quanto meno a livello di cultura generale. (qui mi ritorna la suggestione del proverbiale "patto scuola/famiglia" di cui parlava cono.)


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    aspetta, qui per "cultura" non si intende "istruzione" vs "ignoranza", ma l'attitudine di tutto il genere umano all'educazione, come trasmissione di esperienze, idee astratte, valori, comportamenti, qualche forma di sapere, ecc... cioè, nessuno è l'uomo-lupo, cresciuto da solo nella giungla;
    si. occorre però intendersi sul come l'attitudine al trasmettere educazione si concreti nella realtà. il che è tutto dire. ci sono e ci sono stati uomini che pensano alla violenza sulle donne come educazione, ad es.


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    tutti gli ordinamenti sono in divenire continuo; e il nostro è esplicitamente pensato in termini evolutivi, proprio perché postula secondo formulazioni "aperte" e relativamente immateriali, astratte, da sostanziare; pensa al "fondata sul lavoro"...
    mah. io penso che di leggi ce ne siano a sufficienza. quello che manca è l'uomo: se vuoi un mondo migliore devi intervenire sull'individuo. o con i natali, come si dice a destra. o con l'educazione, come dicono i comunisti. il resto a mio parere lascia il tempo che trova.


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    no, qui non conosci la storia, ma è comprensibile, perché in questo caso è piuttosto controintuitiva:
    la legge Baslini-Fortuna del 1970 fu iniziativa di un socialista-radicale e di un liberale; passò grazie alla defezione dei centristi, repubblicani, liberali, e di diversi DC, soprattutto lombardi, emiliani, nonché al voto di una parte dei missini; lo stesso Almirante era divorziato, anche se poi appoggiò il referendum; l'ambiente dirigente della DC in maggioranza si dimostrò molto tiepido sulla questione, perché i segnali che arrivavano dalla borghesia che sosteneva il partito andavano in direzione contraria;



    nel 1973, i circoli cattolici di base raccolsero le firme per indire il referendum abrogativo, e il PCI era contrario a sostenere quella legge, per evitare uno scontro frontale che temeva di perdere, anche perché nel suo stesso elettorato era presente una forte componente socialmente conservatrice sulle questioni di famiglia, costume sociale, ecc... un po' il profilo dell'amico Cono, molto legato alla Chiesa, ma anche, parrebbe, devoto al laburismo berlingueriano; soprattutto nell'Italia centrale e rurale degli anni '70 questa era un'antropologia diffusissima, che ricordo personalmente, avendo radici marchigiane di campagna; i comunisti erano pari o più dei DC, ma in molti la pensavano come Cono, addirittura più radicalmente di molti DC;

    al momento del referendum, però, il PCI ha dovuto dare indicazione per il "no" all'abrogazione, perché il contrario sarebbe stato impensabile; ma fu la dirigenza DC radicata nella borghesia dei grandi centri urbani del centro-nord a risultare decisiva per la sconfitta del referendum di Fanfani, perché di fatto nella campagna referendaria ricevette e ri-trasmise ai suoi ceti di riferimento un messaggio di libertà di voto;

    il ribaltamento radicale delle proporzioni di voto attese - 59% al no - si spiega solo con la massiccia defezione di una quota di elettori DC, che si identificava con una idea di modernità e pragmatismo che molti dirigenti del partito riuscivano a percepire, proprio perché i tempi erano maturi; per questo dico che il divorzio sostanzialmente si deve ad una parte fondamentale dell'ambiente democristiano, nella scia del pragmatismo degasperiano.

    si. ok errore mio. però da quanto scrivi mi pare che la politica del tempo e i suoi movimenti e risvolti non vadano oltre un quadro nel quale il pci fa cmq. sia opposizione, la dc tenta di pararsi il culo perché se non il vaticano rompe i cc.dd. e gli altri a fare ostruzione in parlamento perché i voti sono pochi. insomma pur essendo la situazione abbastanza problematica e complessa, resta il fatto che il referendum fu espressione (anche se negativa) di un diffuso sentimento popolare...ovviamente a favore del divorzio.

  13. #553
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    si. diciamo che uno studente normale e privo di conoscenze, di nozioni di ideologia politica, che intenda studiare la costituzione, la domanda sulle idee sottese al testo della Carta non se le pone nemmeno. si parla di gente di vent'anni. insomma se non sei un leopardi o un baldassarre certe riflessioni richiedono tempo, età e maturità (ovviamente parlo per me).
    oppure buone scuole superiori, in cui si insegnano storia ed educazione civica;

    intanto lo svuotamento ha avuto conseguenze negative. come il subordinare il matrimonio civile, nella realtà, agli umori di coppie sprovvedute o alle richieste della propria adesione politica. il che non giova ai costumi, alla cultura di un popolo e alle esigenze sovrastanti gli impulsi istintuali di uomini e donne senza coscienza civica. anzi proprio senza coscienza...
    ma che c'entra la coscienza civica ?
    vedi, qui confondi le tue personali opinioni "morali" col senso di un ordinamento che esplicitamente considera la questione "matrimonio" come esclusivamente privata; puoi dispiacerti, ma non considerarlo un "errore", visto che si tratta di un postulato intenzionale: ti sposi con chi ti pare, se vuoi e finché vuoi, perché l'ordinamento - fatte salve le tutele del caso - non ritiene di pubblico rilievo le tue scelte private, dominio riservato del tuo diritto alla libertà personale;

    come fraintende anche Cono, lo stato liberal-democratico esclude la promozione di finalità etiche determinate, i costumi, ecc... anzi, esso nasce esattamente come prodotto della limitazione dello stato stesso, seppure con una necessaria limitazione di alcune libertà, che diventano facoltà, per garantire l'ordine pubblico; es.: se vuoi guidare, devi conseguire la patente; se vuoi commerciare, la licenza, ecc... ma se vuoi avere una vita affettiva nessuno può vincolarti, entro il limite della maggiore età e del consenso;

    si. occorre però intendersi sul come l'attitudine al trasmettere educazione si concreti nella realtà. il che è tutto dire. ci sono e ci sono stati uomini che pensano alla violenza sulle donne come educazione, ad es.
    non sto parlando dei contenuti, ma del fatto che l'essere umano è necessariamente "culturale", perché le sue azioni sono in ogni caso mediate da una cultura qualsiasi, per qualsiasi comportamento rilevante; a meno di trovarsi di fronte all'uomo-lupo, nessuna persona potrebbe rubare o uccidere ignorando la circostanza che la società lo giudicherà, perché al momento di essere autonomo, più o meno autosufficiente, avrà necessariamente assimilato una cultura sociale, buona o cattiva, su "come si sta al mondo";

    mah. io penso che di leggi ce ne siano a sufficienza. quello che manca è l'uomo: se vuoi un mondo migliore devi intervenire sull'individuo. o con i natali, come si dice a destra. o con l'educazione, come dicono i comunisti. il resto a mio parere lascia il tempo che trova.
    se credi; ma poi bisogna vedere quale educazione e quali "natali"; potremmo non essere d'accordo e farci la guerra, perché questo succede; per questo motivo, le democrazie lasciano libertà di educazione e natali ugualitari; contestare questo principio si può; ma poi, per coerenza, si deve essere disposti a contemplare il proprio annichilimento, come nel paradosso dell'intolleranza di Popper:
    se io sono pluralista, ma tu non ti accontenti del tuo spazio e vuoi approfittare del pluralismo per abolirlo e instaurare un tuo totalitarismo, io sono autorizzato ad eliminarti, perché altrimenti non proteggerei il pluralismo, che non può essere per questo motivo assoluto;


    si. ok errore mio. però da quanto scrivi mi pare che la politica del tempo e i suoi movimenti e risvolti non vadano oltre un quadro nel quale il pci fa cmq. sia opposizione, la dc tenta di pararsi il culo perché se non il vaticano rompe i cc.dd. e gli altri a fare ostruzione in parlamento perché i voti sono pochi. insomma pur essendo la situazione abbastanza problematica e complessa, resta il fatto che il referendum fu espressione (anche se negativa) di un diffuso sentimento popolare...ovviamente a favore del divorzio.
    più che altro, il referendum - che sarebbe stato evitabile, non necessario - fu il risultato di una diffusa incapacità della parte più arretrata dei dirigenti di quel paese - tanto a destra, quanto a sinistra - di capire l'enorme portato del desiderio diffuso;

    cioè, sia i fanfaniani cattolici, sia tanti comunisti conservatori, ragionavano per loro astrazioni ideologiche e moralistiche, ignorando i sentimenti diffusi e le aspettative di modernità delle persone; questa tendenza è proseguita per molti anni: il PCI non ha capito la domanda di benessere diffuso a cavallo degli anni 80, e poi il follow-up di quel sentimento negli anni '90, che ha prodotto Berlusconi, il desiderio di successo, di affluenza economica, ecc...

    al contrario dei furbi e pragmatici cattolici, un po' conservatori e un po' ipocriti, a seconda delle convenienze, i comunisti ed epigoni, per cultura orfani della religione istituzionale, si sono sempre un po' atteggiati a preti moralizzatori sul pulpito, e sono stati giustamente bastonati perché non capivano i desideri autentici delle persone, che bollavano come immorali, egoistici, ecc...
    se una persona vuole più soldi o consumi, o meno immigrati, puoi anche pensare che sbagli, magari a ragione; ma non puoi ignorare paure e speranze autentiche, perché poi finisci bastonato alle urne.
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  14. #554
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    oppure buone scuole superiori, in cui si insegnano storia ed educazione civica;
    si. pubbliche o private?

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    ma che c'entra la coscienza civica ?
    vedi, qui confondi le tue personali opinioni "morali" col senso di un ordinamento che esplicitamente considera la questione "matrimonio" come esclusivamente privata; puoi dispiacerti, ma non considerarlo un "errore", visto che si tratta di un postulato intenzionale: ti sposi con chi ti pare, se vuoi e finché vuoi, perché l'ordinamento - fatte salve le tutele del caso - non ritiene di pubblico rilievo le tue scelte private, dominio riservato del tuo diritto alla libertà personale;
    se fosse del tutto privata, la questione matrimoniale non richiederebbe un istituto come il matrimonio civile. è lo stato che si arroga con tale istituto la facoltà di "controllare" l'accesso al matrimonio da parte delle coppie che intendono fare quel passo. ciò che non trovo "giusto" è un certo decadimento della prassi che realizza il concetto. cioè, se io decido di sposarmi civilmente, dato che il matrimonio civile consente la possibilità di divorziare, e con essa la possibilità di attribuire le cure di una determinata eventuale prole, ad uno o all'altro coniuge, allora si presenta la possibilità di un uso strumentale dell'istituto. strumentale perché il matrimonio contratto con rito civile viene ad essere funzionale ad alcuni privilegi in seno alla parte politica di appartenenza. cioè se io esercito un azione che dalla mia parte politica è considerato "diritto" poi posso accedere all'esercizio di altri diritti connessi col primo, che portano acqua al mulino ideologico della mia parte di appartenenza. è un modo come un altro per portare la gente comune a condividere le unioni cc.dd. "di fatto", con tutto ciò che in termini di consenso ne consegue...


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    come fraintende anche Cono, lo stato liberal-democratico esclude la promozione di finalità etiche determinate, i costumi, ecc... anzi, esso nasce esattamente come prodotto della limitazione dello stato stesso, seppure con una necessaria limitazione di alcune libertà, che diventano facoltà, per garantire l'ordine pubblico; es.: se vuoi guidare, devi conseguire la patente; se vuoi commerciare, la licenza, ecc... ma se vuoi avere una vita affettiva nessuno può vincolarti, entro il limite della maggiore età e del consenso;
    a parte le tue personali opinioni, tendenze, opportunità. se si parte dal presupposto che la famiglia è liberamente e naturalmente costituita, allora si pregiudica tutto ciò che ne consegue. a questo punto trovo più efficace il matrimonio canonico: almeno su questo c'è un controllo dell'istituzione ecclesiastica. almeno questo. e non basta neanche. insomma non è possibile cambiare l'umana natura per via di iniziative "dall'alto". non c'è altro da fare che limitare i danni, che per loro stessa natura, se accadono, allora non possono essere ragionevolmente previsti.


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    non sto parlando dei contenuti, ma del fatto che l'essere umano è necessariamente "culturale", perché le sue azioni sono in ogni caso mediate da una cultura qualsiasi, per qualsiasi comportamento rilevante; a meno di trovarsi di fronte all'uomo-lupo, nessuna persona potrebbe rubare o uccidere ignorando la circostanza che la società lo giudicherà, perché al momento di essere autonomo, più o meno autosufficiente, avrà necessariamente assimilato una cultura sociale, buona o cattiva, su "come si sta al mondo";
    si. al mondo si può stare in tanti modi. la gente che conosco, per lo più, sta al mondo "male" e trasmette questo male ai propri discendenti. insomma questa è la umana condizione in assenza o "di natali" o "di educazione". non tutti vanno a scuola, non tutti nascono bene.


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    se credi; ma poi bisogna vedere quale educazione e quali "natali"; potremmo non essere d'accordo e farci la guerra, perché questo succede; per questo motivo, le democrazie lasciano libertà di educazione e natali ugualitari; contestare questo principio si può; ma poi, per coerenza, si deve essere disposti a contemplare il proprio annichilimento, come nel paradosso dell'intolleranza di Popper:
    se io sono pluralista, ma tu non ti accontenti del tuo spazio e vuoi approfittare del pluralismo per abolirlo e instaurare un tuo totalitarismo, io sono autorizzato ad eliminarti, perché altrimenti non proteggerei il pluralismo, che non può essere per questo motivo assoluto;
    si. però permettimi di osservare che se tu uccidi me perché voglio cambiare le cose sei doppiamente colpevole. primo perché a difesa del pluralismo metti in atto un gesto "totalitario" come nei regimi estremi. e poi perché difendi quella assenza di "ordine" che nei regimi totalitari è stata sempre garantita. non tutti possono sposarsi. non tutti sono davvero "liberi in coscienza" ecc.


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    più che altro, il referendum - che sarebbe stato evitabile, non necessario - fu il risultato di una diffusa incapacità della parte più arretrata dei dirigenti di quel paese - tanto a destra, quanto a sinistra - di capire l'enorme portato del desiderio diffuso;

    cioè, sia i fanfaniani cattolici, sia tanti comunisti conservatori, ragionavano per loro astrazioni ideologiche e moralistiche, ignorando i sentimenti diffusi e le aspettative di modernità delle persone; questa tendenza è proseguita per molti anni: il PCI non ha capito la domanda di benessere diffuso a cavallo degli anni 80, e poi il follow-up di quel sentimento negli anni '90, che ha prodotto Berlusconi, il desiderio di successo, di affluenza economica, ecc...

    al contrario dei furbi e pragmatici cattolici, un po' conservatori e un po' ipocriti, a seconda delle convenienze, i comunisti ed epigoni, per cultura orfani della religione istituzionale, si sono sempre un po' atteggiati a preti moralizzatori sul pulpito, e sono stati giustamente bastonati perché non capivano i desideri autentici delle persone, che bollavano come immorali, egoistici, ecc...
    se una persona vuole più soldi o consumi, o meno immigrati, puoi anche pensare che sbagli, magari a ragione; ma non puoi ignorare paure e speranze autentiche, perché poi finisci bastonato alle urne.
    mah. a quanto mi risulta prima del referendum una legge era stata approvata, ed era in vigore. ora il referendum non fu una smentita ma la conferma di quel sentimento dal basso che tu ovviamente citi a "detrimento" dei comunisti e degli altri. tuttavia il fatto che il popolo si sia espresso a sfavore della abrogazione di quella legge la dice lunga su come sia stato "strumentalizzato" da chi di dovere.
    Ultima modifica di sandor; 19-04-2019 alle 13:27

  15. #555
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    se fosse del tutto privata, la questione matrimoniale non richiederebbe un istituto come il matrimonio civile.
    privata è la scelta; non, ovviamente, la questione degli effetti prodotti da una dichiarazione o dalla manifestazione di intenti di affidamento; ma certamente non per indirizzo "morale" d'autorità, esattamente come per qualsiasi altro negozio giuridico, disciplinato, ma dove il fine morale non è il contenuto - purché lecito, ovviamente - del negozio, ma l'affidamento; se si trattasse della decisione di acquistare un'automobile o un televisore - altrettanto privata e discrezionale - la distinzione apparirebbe lampante;

    è lo stato che si arroga con tale istituto la facoltà di "controllare" l'accesso al matrimonio da parte delle coppie che intendono fare quel passo.
    quando mai ? posto il requisito della capacità, che attiene alla volizione, quando mai lo stato "controlla" ? ti sposi con chi ti pare, e la vivi come ti pare; se vuoi andare con tua moglie in un locale di scambisti nessuno ti dice niente, e così se vuoi o meno dei figli, ecc...

    ciò che non trovo "giusto" è un certo decadimento della prassi che realizza il concetto. cioè, se io decido di sposarmi civilmente, dato che il matrimonio civile consente la possibilità di divorziare, e con essa la possibilità di attribuire le cure di una determinata eventuale prole, ad uno o all'altro coniuge, allora si presenta la possibilità di un uso strumentale dell'istituto.
    ma dove mai ? le disposizioni sull'affidamento - peraltro congiunto, di norma - sono generali ed astratte, come ogni legge; i criteri spesso dispongono in un certo modo per una prassi motivata, non a capriccio;
    strumentale perché il matrimonio contratto con rito civile viene ad essere funzionale ad alcuni privilegi in seno alla parte politica di appartenenza. cioè se io esercito un azione che dalla mia parte politica è considerato "diritto" poi posso accedere all'esercizio di altri diritti connessi col primo, che portano acqua al mulino ideologico della mia parte di appartenenza.
    non capisco, ma sembra un'assurdità; prova a fare un esempio;

    è un modo come un altro per portare la gente comune a condividere le unioni cc.dd. "di fatto", con tutto ciò che in termini di consenso ne consegue...
    la legge semplicemente prende atto che si determinano circostanze di affidamento anche al di fuori del matrimonio, e per questo motivo di ordine pubblico tutela anche questo grado di affidamento, ritenendolo sostanziale; mi sembra buon senso: a prescindere da eventuali figli, due persone che abbiano convissuto more uxorio per 20 anni hanno comunque determinato un rapporto di affidamento di cui, data la frequenza, la legge deve tener conto e tutelare; non vedo come questo si possa intendere come un atto di indirizzo politico, visto che nessuno costringe a convivere senza sposarsi;
    lo sarebbe, al contrario, se la sola ipotesi del matrimonio fosse praticabile;

    a parte le tue personali opinioni, tendenze, opportunità. se si parte dal presupposto che la famiglia è liberamente e naturalmente costituita, allora si pregiudica tutto ciò che ne consegue.
    e perché mai ? del resto, se la legge lo consente, il sospetto che, alla luce dei principi fondamentali, non vi sia alcun pregiudizio dovrebbe sovvenirti;
    a questo punto trovo più efficace il matrimonio canonico: almeno su questo c'è un controllo dell'istituzione ecclesiastica. almeno questo. e non basta neanche. insomma non è possibile cambiare l'umana natura per via di iniziative "dall'alto". non c'è altro da fare che limitare i danni, che per loro stessa natura, se accadono, allora non possono essere ragionevolmente previsti.
    efficace per cosa, per quali fini ? vedi, se giudichi l'ordinamento in base a tuoi valori che divergono da quello, è ovvio che non ti tornino i conti;

    si. però permettimi di osservare che se tu uccidi me perché voglio cambiare le cose sei doppiamente colpevole. primo perché a difesa del pluralismo metti in atto un gesto "totalitario" come nei regimi estremi. e poi perché difendi quella assenza di "ordine" che nei regimi totalitari è stata sempre garantita. non tutti possono sposarsi. non tutti sono davvero "liberi in coscienza" ecc.
    no, se sopprimo il totalitario difendo l'ordine democratico, che si prefigge di far convivere una pluralità di opinioni, ma non assoluta; la differenza è che la dittatura totalitaria consente solo la sua opinione e la sua espressione normativa, mentre la democrazia è flessibile e consente la modulazione della legge, ma entro certi limiti, non potendo, evidentemente, consentire l'eversione;

    i non democratici spesso fraintendono la democrazia come un'idea di libertà assoluta, che non dovrebbe limitare nulla, anche i tentativi di eversione; laddove si tratta solo di un metodo per massimizzare la partecipazione alle decisioni politiche mediante la rappresentanza;

    mah. a quanto mi risulta prima del referendum una legge era stata approvata, ed era in vigore.
    beh, certo, come ho appena riepilogato; del resto, essendo il referendum solo abrogativo, non poteva essere altrimenti;
    ora il referendum non fu una smentita ma la conferma di quel sentimento dal basso che tu ovviamente citi a "detrimento" dei comunisti e degli altri. tuttavia il fatto che il popolo si sia espresso a sfavore della abrogazione di quella legge la dice lunga su come sia stato "strumentalizzato" da chi di dovere.
    non capisco la strumentalizzazione; una parte della società era convinta - a torto - di rappresentare la maggioranza, ed è stata bastonata;

    il motivo, ricorrente, è che i pregiudizi e le prassi ideologiche di molti impediscono spesso di vedere la linea del desiderio sociale: in Italia, c'è sempre un 20% della popolazione, più istruita, ottimista e fiduciosa nel progresso - non proprio un'élite, perché si tratta pur sempre di una massa di oltre 10 mln; un 20% di popolazione più disagiata, che un tempo si sarebbe chiamata sottoproletariato; e un 60% di area grigia, poco consapevole delle complessità ideologiche, ma che tendenzialmente desidera emulare la condizione del primo gruppo, percepito come portatore di status e istanze desiderabili, di uno stile di vita che "rende migliori";

    a volte, questa area grigia è risucchiata verso il basso dalla paura, come negli ultimi anni; ma la tendenza storica è quella opposta, perché in media la speranza e il desiderio muovono tutto;
    l'italiano che viaggia - quasi tutti oramai, almeno qualche volta - vede i cessi dell'autogrill tedesco: ci potresti mangiare da quanto sono puliti e disinfettati; si pagano 70 cm, e ti restituiscono un buono da 50, spendibile in tutta la rete autostradale; oppure vede i lavori pubblici in Olanda, i servizi che funzionano; poi si vergogna dell'Italia e magari si rassegna; ma dentro ha cominciato a parlare una vocina orgogliosa, che dice: voglio essere anche io come loro, il desiderio; e piano piano si fa strada una nuova immagine di se stessi, dei propri valori, sulla base dell'emulazione di ciò che percepiamo come migliore, più desiderabile.
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