Pagina 13 di 53 PrimaPrima ... 3 9 10 11 12 13 14 15 16 17 23 ... UltimaUltima
Risultati da 181 a 195 di 789

Discussione: Picchiare anziani e bambini

  1. #181
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    20,806
    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Io ho ancora da capire perchè dal problema di bambini e anziani maltrattati si debba sempre finire alla donna che scimmiotta l'uomo, il padre assente, i carismi e rispettivi ruoli, la famiglia si stampo cristiano ed i problemi dei giovani dovuti ai motivi precedenti. Come se nelle scuole e negli ospizi ci fossero tutti giovincelli appena usciti dalla scuola. Un giorno qualcuno lo spiegherà.
    eh, tutti i salmi finiscono in Gloria
    perché questa - la questione del ruolo della donna - è la linea di discrimine tra società della rendita e società del merito;

    è una dinamica che si riproduce sempre, in tutti i settori; forse eri bambina, ma negli anni 70 negli USA hanno fatto una guerra contro le auto giapponesi, perché erano migliori e costavano meno, dazi, blocchi, ecc...
    qui succede lo stesso, solo che i competitors sono metà della popolazione mondiale;

    nel giro di pochi decenni, l'Occidente anglo-sassone ha mostrato un modello del merito, in cui - tendenzialmente - lavora e si impone chi vale di più; l'ultimo tbù, dopo quelli di nascita e censo, è stato quello del genere;
    tutte le società investite direttamente o esposte a questo modello hanno visto la loro popolazione maschile confrontarsi con la "minaccia" del mondo femminile, che toglieva l'esclusiva di competenze, e perciò potere, anche quello meschino e residuale del capofamiglia: ma come, ora quella, perché ha studiato è come me, ha lo stesso diritto di comandare, decidere ? una cosa impensabile solo uno o due decenni prima; l'irruzione del desiderio di esistere liberamente e di contare di metà della popolazione; è ovvio che l'altra metà si senta assediata soprattutto se ignorante e disagiata;

    pensa al casino che è uscito fuori nei paesi islamici negli ultimi 40 anni; se vedi le foto di donne algerine, afgane, iraniane negli anni '60 ti piglia male; non vedi un velo, hanno tutte le gonne al ginocchio, il golfino, le décolletés e il filo di perle; non fosse a volte per i tratti somatici di qualcuna, sarebbero identiche alle coetanee francesi o americane;
    beh, la reazione islamista è contro quella libertà; sono ossessionati dal controllo sulla donna, sul suo ruolo e la sua sessualità; e tutto dipende da quello: il padre è capofamiglia e decide chi la figli debba sposare, come si debba vestire, ecc... coi fratelli maschi della poveretta a fare da vice-padre, in quanto dotati di bacchiolo;
    la solfa è quella, la solita;

    da noi, ovviamente, è una cosa residuale, che spunta in modo più viscidello e trasfigurato, mascherato alla meno peggio; ma il sentimento è lo stesso: gli ometti sentono minacciata la loro identità gerarchica, e il loro potere, anche se è quello miserabile del caporaletto in famiglia; forse ancora più odioso, perché mostra la cattiveria meschina dei penultimi sulle ultime.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #182
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    no, veramente la scienza descrive proprio quel "naturale" che chiami in causa, e che decidi di ignorare quando la natura ti smentisce, per tornare al culturale, religioso:

    per te, ti rifai a quello che ti pare; ma qui stiamo parlano della società, composta da tutti e retta da una legge laica;


    e chi lo nega ? il punto è che naturalmente quella condizione straordinaria finisce; se fosse così naturale come affermi, tutti resterebbero naturalmente insieme per tutta la vita, senza alcun bisogno di postulare regole; devi forse fare leggi per disciplinare la respirazione o gli orari dei pasti ?

    ignoranza crassa o falso!
    lo stato laico consente solo a quella frazione che si sposa religiosamente di non ripetere il rito civile, per una semplice comodità di forma;
    se le cose fossero come la metti tu, lo stato dovrebbe negare il divorzio a chi si sposa cattolicamente - perché, oltretutto, l'indissolubilità è solo cattolica; la maggioranza dei cristiani nemmeno la contempla;
    quelli che tu chiami "artifizi" sono la natura umana, mentre ti ho dimostrato che ad essere un artificio culturale è esattamente il tuo modello di matrimonio, come tutti gli altri;
    quello che affermi è raccapricciante: fossero valse le tue regole, io nemmeno sarei nato, e come me miliardi di persone

    negli ultimi due fine settimana sono stato ospite del mio miglior amico, vicino Milano; lui ha avuto una vita matrimoniale piuttosto travagliata, come praticamente tutte le persone che conosco della nostra età, con figli, un divorzio, in cui entrambi i coniugi hanno avuto altre relazioni e la ex moglie un figlio;
    il mio amico si prende cura come un padre di tutti, del fratellastro dei suoi due figli, come delle ragazza di un'altra ex-compagna, come mio padre, che lo è stato anche per i miei fratelli;

    questo è Amore - stavolta ce la metto io, la maiuscola; quei ragazzi, con tutti i problemi che possono avere i giovani in ogni famiglia, hanno un esempio di come si affrontano in modo civile ed amorevole le circostanze della vita, proprio quando le cose non vanno secondo quella finzione meschina e rattrappita del "si deve andare d'accordo", che nasconde il ricatto e la prepotenza; perché finché c'è amore non si deve nulla, non c'è bisogno di prescrivere o regolare nulla e anche nelle difficoltà ci si viene incontro con gioia, senza sacrifici che pesano;
    quella gioia totalmente assente nei tuoi discorsi, completamente fagocitata dall'angoscia che manifesti nel vedere chi vive diversamente da te e dimostra un amore che rende le tue scelte opinioni come tutte le altre.
    Ma carissimo, io non sono nessuno. Ti ho postato pensieri sull'argomento di eminenti sociologi, analisti, psicoterapeuti, scrittori, filosofi laici. Alcuni addirittura di estrazione marxista!!! Tutti concordi nel ritenere GUASTA la società civile attuale.
    Se al contrario, per te non esiste alcuna deriva morale...se i fatti che stanno accadendo intorno a noi, per te non necessitano di alcun ripensamento, o studio o analisi....io non so che farci. Anzi, non capisco perchè continui a ripeterlo ogni giorno a qualsiasi ora, francamente.
    Io, semplicemente, ho aperto la discussione perchè invece ritengo che molti siano i segnali di pericolo che questi fatti ci stanno lanciando. Poi, è chiaro, si tratta di prenderli sul serio o di ignorarli. Continuando a rotta di collo giù per l'abisso....
    amate i vostri nemici

  3. #183
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Citazione Originariamente Scritto da nahui Visualizza Messaggio
    È un discorso che ho fatto qualche giorno fa, tale e quale. L'elemento normativo allora era "il rispetto", parola che mi è diventata odiosa come entità astratta, perché in genere è usata autoritativamente e unilateralmente, un concetto inutile nelle vere relazioni affettive e d'amore che funzionano.
    Da astratta Nahui, bisogna farla tornare REALE. Senza rispetto dell'Altro (nella Famiglia e nella Società civile) il risultato non potrà essere che la jungla. Dove ognuno pensa esclusivamente per sè....
    Siamo invece ANIMALI SOCIALI. Pensati e creati per entrare in relazione con l'Altro. Perfino la nostra anatomia lo dice! Ci stiamo avviando verso la jungla e non ne siamo consapevoli. Questo è il punto! Non cosa può fare l'uomo e cosa può fare la donna. Stiamo costruendo una società di persone sole. Che vivono solo per il loro ombelico. Incapaci di amare, alla fine.
    amate i vostri nemici

  4. #184
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    20,806
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Ma carissimo, io non sono nessuno. Ti ho postato pensieri sull'argomento di eminenti sociologi, analisti, psicoterapeuti, scrittori, filosofi laici. Alcuni addirittura di estrazione marxista!!! Tutti concordi nel ritenere GUASTA la società civile attuale.
    Se al contrario, per te non esiste alcuna deriva morale...se i fatti che stanno accadendo intorno a noi, per te non necessitano di alcun ripensamento, o studio o analisi....io non so che farci.
    embè ? ma pensi che il pensiero di un marxista dovrebbe risultarmi gradito o affidabile ? guarda che se pensi di parlare con un Peppone di qualche casa del popolo di Fucecchio ti sbagli alla grande;
    io ti ho mostrato che da millenni eminentissimi pensatori esprimono le stesse lagne sul presunto decadimento della società, ad ogni generazione, ma tu ignori e non trai alcuna conclusione da questo mero fatto, non opinione;
    Anzi, non capisco perchè continui a ripeterlo ogni giorno a qualsiasi ora, francamente.
    lo ripeto proprio perché tu fai finta di non vedere i fatti, non distingui il tuo personale disagio di anziano che vede cambiare il mondo da quella che presenti come un'oggettiva deriva morale, ma non sei in grado di argomentare;
    infatti, quando ti chiedo di indicare una società migliore nel passato, fai scena muta;

    continuo a risponderti perché non si può permettere che venga diffuso il falso; dato che di falsità e contrordine compagni ne pratichi tanti: sono tutti scritti qui, nero su bianco, si possono quotare:
    prima dici che la famiglia sarebbe naturale; smascherato scientificamente il falso - cioè, con l'osservazione della vara naturalità - parli del matrimonio religioso, fondato sull'opposto della natura, proprio per porre rimedio agli istinti naturali, remedium concupiscentiae - non lo dico io, ma la Chiesa, a partire da Paolo; sapessi almeno argomentare le tue stesse dottrine in modo coerente...

    prima parli dei carismi e dell'inopportunità delle "invasioni di campo", poi, all'obiezione su quest'idea talebana, fai retromarcia e scrivi che le donne possono fare tutto; fraintendi la legge e la Costituzione; ti si spiega tecnicamente quello che sarebbe ovvio ictu oculi, cioè che la legge ti contraddice, ma insisti nel voler raccontare una fantasticheria che ti piace, ennesimo falso, dove pretendi che la Carta assuma una tua concezione, mentre la realtà del testo è esattamente l'opposto, in cui il valore cardine è esattamente la libertà individuale e la parità di ogni tipo di nucleo famigliare;
    Io, semplicemente, ho aperto la discussione perchè invece ritengo che molti siano i segnali di pericolo che questi fatti ci stanno lanciando. Poi, è chiaro, si tratta di prenderli sul serio o di ignorarli. Continuando a rotta di collo giù per l'abisso....
    sei tu il primo a non prendere davvero sul serio i problemi e ad usarli come pretesto per le tue invettive prive di senso e costrutto;

    ti ho chiesto più volte di dare un seguito di idee concrete alle tue lagnanze, provvedimenti; risultato ? il vuoto cosmico !
    punti il dito sull'eccessiva libertà individuale, ma non sai o non vuoi indicare libertà di chi e di fare cosa, in concreto;

    sei un uomo maturo e padre di famiglia; dovresti teoricamente essere l'incarnazione del "carisma" maschile di cui ti affermi sostenitore; ma, di fronte alla responsabilità di esprimere idee concrete e metterti alla prova, confrontarti con la realtà concreta, reagisci come una comare di paese, che guarda da dietro le persiane il passeggio delle giovani donne per il corso e commenta come immorale la loro pulsione vitale;

    io sbaglierò, ma almeno ho provato a dare spiegazioni e suggerire soluzioni, con esempi concreti; ho scritto che autorità e famiglia sono forti solo se rappresentano un interesse concreto e condiviso, corrispondente ai desideri e alle speranze di una maggioranza delle persone;

    a te questo non piace, perché ti sei auto-escluso dalla società e dalla capacità di comprendere e accettare una maggioranza che non condivide le tue idee; rimuovi il desiderio altrui come qualcosa di peccaminoso, e commenti che io, e tante altre persone, relazioni vere, amore, frutto di famiglie che non rispondono al tuo personale criterio saremmo "artefizi", visto che esistiamo grazie a quelli

    io non me la prendo, perché mi rendo conto che il più delle volte, nel tuo entusiasmo talebano, nemmeno ti rendi conto della gravità delle cose che scrivi; però, siccome non sei certo stupido, un po' di senso di responsabilità riguardo alle idee che diffondi dovresti mostrarlo, se non altro per evitare le figurucce di palta che collezioni argomentando certe idee in modo tanto maldestro; frequentare le sagrestie va bene, purché almeno si dia prova di aver appreso un po' della furbizia dei preti; altrimenti, che resta ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #185
    Opinionista
    Data Registrazione
    07/10/10
    Località
    Roma
    Messaggi
    3,092
    mi permetto di aprire una piccola parentesi sui filosofi marxisti che cono "dice" sostengano le sue stesse opinioni. una parentesi che ha a che vedere anche col marxismo e con il modo in cui durante quel periodo storico era considerato in russia il ruolo di coloro che andavano contro corrente, cioè tentavano di "innovare" al modo in cui era strutturato il sistema che, pur prevedendo in astratto il diritto di separazione e divorzio, era però "tradizionalista" riguardo ai ruoli "di genere" e quale fosse la "fine" che facevano in quanto oppositori. in altre parole c'erano delle ben precise regole che disciplinavano i ruoli di genere, così come ogni altra questione della vita. se questi ruoli non venivano rispettati da coloro che miravano a introdurre dei cambiamenti in merito, diciamo "dai c.d. estremisti", il sistema li isolava. se poi fossero stati in grado di "resistere" a quella sanzione che in italia, la nostra italia, era definita "lupara bianca", allora le loro idee sarebbero divenute realtà.
    come dire che anche nella russia di stalin (e forse soprattutto) la sostanza ideologica che animava le rivendicazioni dei "pionieri" era la stessa che aveva animato tempo prima le rivendicazioni dei bolscevichi in merito alle loro proprie istanze rivoluzionarie, al tempo dello zar.

    tutto ciò per dire, con un mannheim, che axe cita sempre a sproposito, che la differenza tra la classe dominante e le classi emergenti è la stessa che passa tra il concetto di "ideologia" e tutto ciò che esso implica; e il concetto di "utopia" che è invece espressione delle classi emergenti. la quale utopia non è altro che l'idea "nuova" che ancora non ha trovato concreta applicazione, e che si contrappone alla ideologia tentando di modificarla a proprio vantaggio.

    sulla base di quanto detto, un conogelato, dovrebbe rappresentare in quanto "uomo del popolo" un concetto "utopistico" in merito al problema in discorso. mentre axe, essendo uomo "delle istituzioni" dovrebbe incarnare una realtà "ideologica". sta di fatto però che in concreto è esattamente il contrario. perché? perché probabilmente se si fosse, per assurdo, nella russia di stalin o prima ancora ai tempi dello zar, cono sarebbe, pur all'apparenza seguace della rivoluzione, un "ex seminarista" fissato colla bibbia; mentre axe, pur sembrando estremista rispetto al centro "cattolico", sarebbe nella sostanza "figlio" delle classi colte e conservatrici. vai a trovare il bandolo della matassa...

  6. #186
    Opinionista L'avatar di Vega
    Data Registrazione
    04/05/05
    Messaggi
    14,623
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    eh, tutti i salmi finiscono in Gloria
    perché questa - la questione del ruolo della donna - è la linea di discrimine tra società della rendita e società del merito;

    è una dinamica che si riproduce sempre, in tutti i settori; forse eri bambina, ma negli anni 70 negli USA hanno fatto una guerra contro le auto giapponesi, perché erano migliori e costavano meno, dazi, blocchi, ecc...
    qui succede lo stesso, solo che i competitors sono metà della popolazione mondiale;

    nel giro di pochi decenni, l'Occidente anglo-sassone ha mostrato un modello del merito, in cui - tendenzialmente - lavora e si impone chi vale di più; l'ultimo tbù, dopo quelli di nascita e censo, è stato quello del genere;
    tutte le società investite direttamente o esposte a questo modello hanno visto la loro popolazione maschile confrontarsi con la "minaccia" del mondo femminile, che toglieva l'esclusiva di competenze, e perciò potere, anche quello meschino e residuale del capofamiglia: ma come, ora quella, perché ha studiato è come me, ha lo stesso diritto di comandare, decidere ? una cosa impensabile solo uno o due decenni prima; l'irruzione del desiderio di esistere liberamente e di contare di metà della popolazione; è ovvio che l'altra metà si senta assediata soprattutto se ignorante e disagiata;

    pensa al casino che è uscito fuori nei paesi islamici negli ultimi 40 anni; se vedi le foto di donne algerine, afgane, iraniane negli anni '60 ti piglia male; non vedi un velo, hanno tutte le gonne al ginocchio, il golfino, le décolletés e il filo di perle; non fosse a volte per i tratti somatici di qualcuna, sarebbero identiche alle coetanee francesi o americane;
    beh, la reazione islamista è contro quella libertà; sono ossessionati dal controllo sulla donna, sul suo ruolo e la sua sessualità; e tutto dipende da quello: il padre è capofamiglia e decide chi la figli debba sposare, come si debba vestire, ecc... coi fratelli maschi della poveretta a fare da vice-padre, in quanto dotati di bacchiolo;
    la solfa è quella, la solita;

    da noi, ovviamente, è una cosa residuale, che spunta in modo più viscidello e trasfigurato, mascherato alla meno peggio; ma il sentimento è lo stesso: gli ometti sentono minacciata la loro identità gerarchica, e il loro potere, anche se è quello miserabile del caporaletto in famiglia; forse ancora più odioso, perché mostra la cattiveria meschina dei penultimi sulle ultime.
    E' vero, da khomeini in poi c'è stata l'involuzione che sappiamo. Ed è altrettanto lampante che più spesso, nei secoli passati, l'immaginario sul femminile sia stato tessuto da uomini e a questo ci ha portato.

    La domanda era retorica, cono infila i ruoli, i carismi, il padre assente ecc... come il Vetrix del Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco, va bene per tutto, dalla pulizia alle malattie!!
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  7. #187
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    20,806
    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    mi permetto di aprire una piccola parentesi sui filosofi marxisti che cono "dice" sostengano le sue stesse opinioni
    quelli che cita Cono non sono marxisti, ma persone di estrazione blandamente "di sinistra"; se fossero davvero marxisti non farebbero certamente quei discorsi, o li porrebbero in un contesto proprio di analisi;
    tutto ciò per dire, con un mannheim, che axe cita sempre a sproposito
    prima di tutto, non lo cito; ma non vedo dove sarebbe lo sproposito, se ti riferisci alla questione della validità esclusivamente interna ad un sistema di un fondamento ideologico e alla caducità dello stesso;

    sulla base di quanto detto, un conogelato, dovrebbe rappresentare in quanto "uomo del popolo" un concetto "utopistico" in merito al problema in discorso. mentre axe, essendo uomo "delle istituzioni" dovrebbe incarnare una realtà "ideologica". sta di fatto però che in concreto è esattamente il contrario. perché? perché probabilmente se si fosse, per assurdo, nella russia di stalin o prima ancora ai tempi dello zar, cono sarebbe, pur all'apparenza seguace della rivoluzione, un "ex seminarista" fissato colla bibbia; mentre axe, pur sembrando estremista rispetto al centro "cattolico", sarebbe nella sostanza "figlio" delle classi colte e conservatrici. vai a trovare il bandolo della matassa...
    non lo trovi perché hai frainteso completamente l'oggetto della discussione, molo più terra terra;
    a te interessa - evidentemente - il confronto tra i prescrittivi, e questo hai voluto vedere;
    ora, se Cono lo è, io mi guardo bene dall'esprimere giudizi di quel tipo;

    mi sono limitato semplicemente al descrittivo, ove emerge chiaramente la sfilza di falsi che Cono ha inanellato - alcuni per ingenuità, altri consapevolmente - a sostegno di quel collage eterogeneo di articoli che ha citato; falsi e relative retro-marcia, cui è stato costretto dalle evidenze;

    se mi dici che si va peggiorando, mi devi indicare un'età migliore; poi discutiamo; se eleggi la naturalità a criterio distintivo di ciò che andrebbe perseguito come "valore", andiamo a vedere cosa sia effettivamente naturale, e poi discutiamo;

    perché, quello qui è successo che Cono ha cercato in prima battuta di presentare i "carismi" e la famiglia gerarchica che piace a lui come un dato naturale, per dimostrarne il pregio, la preferibilità di default;
    alla smentita dell'osservazione scientifica, si è richiamato alla sua dottrina religiosa, che tutto è fuorché "naturale" - anzi, nasce e combatte esattamente per opporsi a quella natura istintuale, malvagia e peccaminosa; altrimenti, Nietszche sarebbe annoverato tra i dottori della Chiesa

    qui non si tratta di essere "uomo delle istituzioni", ma solo di essere mentalmente ordinati quando si espone un'idea; posto che per me uno può anche dichiararsi un pasdaran e io non contesto le sue predilezioni e opinioni; contesto solo il falso; ti piace la Jaguar 4.2 ? benissimo, anche a me; ma non mi dire che consuma meno di una Panda, solo perché la guidi tre volte l'anno e ti basta un pieno, perché le cose non si descrivono in questo modo
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #188
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Incredibile!!! "quelli che cita Cono non sono marxisti, ma persone di estrazione blandamente "di sinistra"; se fossero davvero marxisti non farebbero certamente quei discorsi, o li porrebbero in un contesto proprio di analisi"

    Antonio Polito (Castellammare di Stabia, 11 maggio 1956) è un giornalista e politico italiano. È stato il fondatore e direttore (dal 2002 al 2006 e dal 2008 al 2010) del quotidiano Il Riformista. Dal 2011 è editorialista del Corriere della Sera; dal giugno 2015 è vice direttore del quotidiano. Dopo aver ottenuto la maturità classica, entra nel Partito Comunista (Marxista-Leninista) Italiano. Dopo un breve periodo di militanza viene espulso perché frequenta un circolo di tennis, attività ritenuta "borghese"[1]. Si iscrive allora al Partito Comunista Italiano ed alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI).

    Inizia l'attività giornalistica presso la redazione napoletana de l'Unità, per cui lavora dal 1975 al 1982, avvicinandosi alla corrente politica del migliorismo. Nel 1982 lascia Napoli per assumere l'incarico di responsabile dell'inserto regionale dell'Emilia-Romagna, venendo poco dopo chiamato alla sede romana del quotidiano.

    Nel 1988 passa alla Repubblica, di cui resta vice-direttore di Eugenio Scalfari prima e di Ezio Mauro poi. Responsabile dell'edizione on-line del quotidiano e corrispondente da Londra, nel 2002 lascia la testata per fondare e dirigere Il Riformista, giornale della sinistra moderata (che lui ha definito "arancione").

    Nel 2006, in vista delle elezioni politiche, si candida come senatore con Democrazia è Libertà - La Margherita e viene eletto nella circoscrizione Campania. Nella XV legislatura ricopre l'incarico di segretario della III Commissione Permanente del Senato della Repubblica, Affari Esteri, Emigrazione. Le sue iniziative legislative si concentrano su temi di attualità, tra cui il famoso Ddl contro i “Fannulloni” della Pubblica Amministrazione e contro l'uso delle intercettazioni telefoniche.

    Nel 2007 viene eletto segretario cittadino della Margherita a Napoli.

    Nel 2008, nonostante le richieste della Margherita, rifiuta di ricandidarsi al Senato tornando a dirigere "Il Riformista", che aveva lasciato durante l'esperienza parlamentare.

    Il 30 dicembre 2010, in vista di un cambio di proprietà del giornale, annuncia le sue dimissioni da direttore del Riformista.

    Dal gennaio 2011 è editorialista del Corriere della Sera.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Polito

    E un simile giornalista (non Pluto, non Topolino o Bugs Bunny) analizza il problema e scrive:

    Se volete capire come è fatta una società, dovete guardare dentro la famiglia: è l’unità di misura del suo progresso, la bilancia che pesa i rapporti tra la generazioni, il termometro delle sue malattie. Non l’abbiamo capito da molto. Nello Statuto Albertino l’unica famiglia citata era quella reale. La Costituzione repubblicana, invece, dedicò tre importanti articoli alla «società naturale fondata sul matrimonio». Nel dibattito alla Costituente Giorgio La Pira la definì «ente intermedio base». Sarà per questo, oggi che gli enti intermedi sono passati di moda, e siamo diventati una società di individui dove uno vale uno, e l’Istat definisce «famiglie» anche quelle composte da un «single», che ce ne occupiamo così poco. Se non quando esplode, tracima, fallisce.


    I nostri figli
    Dalle rovine delle famiglie più sfortunate, o più sbagliate, o più complici, ogni tanto vediamo uscire dei ragazzi, come fantasmi. Il 2018 si è aperto e chiuso con le storie orribili di Pamela e di Desirée, che ci hanno fatto guardare per un attimo dentro l’inferno della droga, sul quale da tempo avevamo steso un velo di pietoso e ipocrita silenzio. Il destino di queste due ragazze ha suscitato la nostra pietà, acceso la nostra indignazione, e anche eccitato sentimenti di xenofobia per la provenienza geografica dei demoni che le hanno uccise. Ma non ci ha fatto fare molti passi in avanti nel tentativo di capire che cosa possiamo fare noi genitori quando uno dei nostri figli comincia ad assumere sostanze, magari per gioco o per sfida, convinto di saper domare la dipendenza; rivelandoci però così una vulnerabilità psichica che ci deve subito allarmare, perché li può portare molto più lontano e molto più giù. Pochi sanno che un genitore, anche il più pronto a capire, e neanche se il figlio è d’accordo a reagire, può ottenere con la rapidità necessaria il ricovero in una comunità, né può scegliere quale. Si deve passare sempre per il cancello dei servizi sociali e sanitari, della burocrazia, e magari dall’ufficio di un giudice. E se il ragazzo non rappresenta ancora un pericolo per gli altri, ma solo per sé, non è detto che l’ottenga. A Desirèe non fu concesso, tre giorni prima della sua morte. Forse qualcuno dovrebbe cominciare a occuparsi di una legislazione sulla droga che da anni non viene neanche più sottoposta a verifiche periodiche; e di cui, diciamoci la verità, non importa più niente a nessuno, tanto ci siamo messi la coscienza in pace con la storia della riduzione del danno.


    I genitori italiani
    Noi genitori italiani siamo meravigliosi in quanto a dedizione e accudimento, talvolta addirittura eroici, come tutti quei papà e quelle mamme che aspettavano in auto davanti alla discoteca di Corinaldo, o addirittura li avevano accompagnati all’interno come la povera Eleonora, morta mentre proteggeva la sua bambina dalla calca. Ma quanti di noi conoscevano, prima di aver sentito i racconti dei sopravvissuti, il grado di sfruttamento commerciale cui possono essere esposti i nostri ragazzi, adulati e adescati perché formidabili consumatori, stipati come carne da biglietto in un capannone, con tutto l’occorrente necessario per perdere la testa, dal drink allo spray urticante? E quanti di noi — io confesso di no — avevano letto o ascoltato i testi di un rapper come Sfera Ebbasta, che pure è seguito e venerato su Youtube da bambini piccoli anche di nove o dieci anni?

    Le limitazioni annullate
    Non sto invocando censura, sto chiedendo conoscenza. I nostri figli sanno più di noi. Questa è la più grande questione culturale della nostra epoca. Sanno più di noi perché la Rete ha annullato tutte le limitazioni di un tempo, geografiche, sociali e ambientali. Per capire che la canzone dei Beatles che canticchiavamo parlava di Lsd, e aver dunque voglia di provarla, noi avremmo dovuto conoscere l’inglese, chattarne con gli amici sui social, e soprattutto sapere dove trovarlo, quell’allucinogeno; cosa che, in un piccolo centro di provincia, non era certo facile negli anni Settanta. Oggi il supermercato di fumo e pasticche è davanti alla scuola, o alla discoteca; e lo sballo è celebrato come il meritato svago del sabato sera.

    Le colpe di noi genitori
    I nostri figli sanno più di noi ma capiscono meno di noi, perché ciò che sanno non l’hanno appreso attraverso l’esperienza, e spesso rifiutano quella che gli offriamo. Il che rende letteralmente impossibile il processo cruciale dell’ educazione, che consiste invece proprio nel trasferimento di saperi e valori da una generazione all’altra, e che avviene grazie a un adulto che si prende la responsabilità e l’onere di aiutare i giovani a diventare adulti. La nostra colpa di genitori, per quanto amorevoli e generosi possiamo essere, è di aver accettato questo stato di cose come un dato non modificabile, un frutto ineluttabile della post-modernità, un fato cui non possiamo ribellarci se non vogliamo apparire vecchi, conservatori, o tradizionalisti (non sia mai). Si sta così aprendo un grande baratro tra le generazioni: non siamo più d’accordo sull’essenziale.

    Il fallimento delle seconde generazioni
    Le conseguenze le paghiamo non solo nelle nostre vite private. È il tessuto stesso della nazione che ne risente, proprio perché il nostro Paese è costruito sulla famiglia, e non su uno Stato storicamente debole. Dal welfare all’impresa, ci reggiamo sulla forza e la flessibilità dei legami parentali, e sul passaggio di consegne tra genitori e figli. Molti tra i principali problemi italiani sono riconducibili alla difficoltà del passaggio generazionale. Quello delle pensioni, per esempio. Ma anche quello del nostro sistema produttivo, così centrato sulla piccola impresa: si calcola che in dieci anni la metà di tutte le aziende familiari italiane che nel 2007 fatturavano più di 50 milioni di euro siano sparite: o perché non sono andate bene (il 20%), o perché comprate o assorbite (un altro 20%), o perché scese sotto la soglia del fatturato (10%). Non tutte queste crisi aziendali nascono dal passaggio ai figli, ma tutte le ricerche sono concordi nel dire che dopo i successi del fondatore, la seconda generazione spesso molla, o non riesce.

    L’ottimismo della volontà
    Eppure di famiglia parlano ormai solo i preti, e i politici quando annunciano un nuovo bonus bebè, come se si potesse combattere con un incentivo economico l’impressionante crisi di fiducia nel futuro che la carestia di culle denuncia. Per questo la più bella notizia del 2019 sarebbe un baby boom, come quello che ci fu alla fine della guerra, e che cambiò il volto del nostro Paese. Non c’è da sperarci, con il pessimismo della ragione; ma ce lo dobbiamo augurare con tutto l’ottimismo della volontà di cui siamo capaci.

    https://www.corriere.it/cronache/18_...?refresh_ce-cp

    Giudicate voi, amici. Dite se il tema della Famiglia, dei Figli, dei rapporti fra i Coniugi, sia fondamentale per capire i tempi che viviamo, oppure no.
    amate i vostri nemici

  9. #189
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    20,806
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Incredibile!!! "quelli che cita Cono non sono marxisti, ma persone di estrazione blandamente "di sinistra"; se fossero davvero marxisti non farebbero certamente quei discorsi, o li porrebbero in un contesto proprio di analisi"

    Antonio Polito (Castellammare di Stabia, 11 maggio 1956) è un giornalista e politico italiano. È stato il fondatore e direttore (dal 2002 al 2006 e dal 2008 al 2010) del quotidiano Il Riformista. Dal 2011 è editorialista del Corriere della Sera; dal giugno 2015 è vice direttore del quotidiano. Dopo aver ottenuto la maturità classica, entra nel Partito Comunista (Marxista-Leninista) Italiano. Dopo un breve periodo di militanza viene espulso perché frequenta un circolo di tennis, attività ritenuta "borghese"[1]. Si iscrive allora al Partito Comunista Italiano ed alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI).

    Inizia l'attività giornalistica presso la redazione napoletana de l'Unità, per cui lavora dal 1975 al 1982, avvicinandosi alla corrente politica del migliorismo. Nel 1982 lascia Napoli per assumere l'incarico di responsabile dell'inserto regionale dell'Emilia-Romagna, venendo poco dopo chiamato alla sede romana del quotidiano.

    Nel 1988 passa alla Repubblica, di cui resta vice-direttore di Eugenio Scalfari...
    cioè, secondo te uno che si è definito marxista-leninista o comunista a 16 o 20 anni, oggi che ne ha 64 andrebbe assimilato al pensiero marxista ? il senatore FI Giuliano Ferrara, il super ciellino Aldo Brandirali, e una sfilza di politici e giornalisti di destra o liberali, che negli anni 60 o 70 militavano in gruppuscoli o nel PCI; perché non Minzolini ? tutti marxisti; naturalmente, per par condicio, la militanza giovanile nei GUF ti autorizza a scrivere Scalfari e Spadolini sono di estrazione fascista

    Nel 2006, in vista delle elezioni politiche, si candida come senatore con Democrazia è Libertà - La Margherita
    ...
    Nel 2007 viene eletto segretario cittadino della Margherita a Napoli.
    Margherita che, nel caso ti mancasse l'informazione, era la "quota sinistra DC" nei DS, per intenderci, Rosi Bindi, non Marx

    E un simile giornalista (non Pluto, non Topolino o Bugs Bunny) analizza il problema e scrive:
    appunto, un giornalista, che deve dare la notizia dell'oggi, non fare analisi approfondite:

    Se volete capire come è fatta una società, dovete guardare dentro la famiglia...

    I nostri figli
    Dalle rovine delle famiglie più sfortunate, o più sbagliate, o più complici, ogni tanto vediamo uscire dei ragazzi, come fantasmi. Il 2018 si è aperto e chiuso con le storie orribili di Pamela e di Desirée, che ci hanno fatto guardare per un attimo dentro l’inferno della droga
    ti do un'informazione: quando Polito si diceva "marxista", a cavallo dei decenni '70/'80, le vicende come quelle citate nemmeno facevano notizia, perché la prostituzione minorile delle tossicodipendenti e le morti per overdose erano un fatto quotidiano, da trafiletto in cronaca; e quelle persone provenivano tutte da famiglie "tradizionali", perché altre non ce n'erano;

    I genitori italiani
    Noi genitori italiani siamo meravigliosi in quanto a dedizione e accudimento, talvolta addirittura eroici, come tutti quei papà e quelle mamme che aspettavano in auto davanti alla discoteca di Corinaldo, o addirittura li avevano accompagnati all’interno...
    ...
    Le limitazioni annullate
    Non sto invocando censura, sto chiedendo conoscenza.
    io ti ho chiesto più volte cosa chiedi tu, cosa vorresti in concreto, cosa faresti se fossi un legislatore; la risposta ? il nulla;
    questo è essere irresponsabili, gridare al lupo !, senza esporsi in prima persona con soluzioni operative;

    Giudicate voi, amici. Dite se il tema della Famiglia, dei Figli, dei rapporti fra i Coniugi, sia fondamentale per capire i tempi che viviamo, oppure no.
    per me, si tratta certamente di un tema fondamentale; mai scritto il contrario;
    solo che, a differenza di quello che tu solo vaneggi, perché non sei in grado di suggerire nulla di concreto, io non rimuovo la circostanza di un mondo irreversibilmente cambiato, che non si riforma certamente con le nostalgie tradizionaliste, proprio perché non ci sarebbero i presupposti materiali - se Polito fosse marxista, partirebbe da quelli - nemmeno volendo;

    se facciamo un paragone, i genitori di oggi sono molto più "interventisti" e invadenti di quelli di ieri; tu, che hai più o meno la mia età, ricorderai certamente che noi da ragazzini passavamo tutto il giorno fuori casa a giocare, avevamo frequenti incidenti e correvamo rischi quotidiani che farebbero prendere un coccolone a qualsiasi genitore di oggi; e tanti di quei nostri coetanei più sfortunati si sono messi nei guai, con le droghe, con la violenza politica, indipendentemente dal censo, ricchi e poveri; ma tutti figli di "famiglie tradizionali", anzi Famiglie, con la maiuscola, come piace a te; col Padre che faceva le prediche e la Madre che stava al posto suo;

    una persona intelligente si domanderebbe: perché quell'equilibrio - mille volte più tragico di quello di oggi, se solo volessimo ricordare o controllare i fatti, non le chiacchiere da rintronati nostalgici - sembrava reggere ?
    e la risposta è: perché il sistema sociale garantiva una collocazione: il figlio di operai, se rassegnato, faceva almeno l'operaio, ma poteva anche studiare e migliorare la propria posizione; il figlio di borghesi, anche se lavativo e stupidotto, prima o poi aveva una raccomandazione per un privilegiato posto da bancario;

    tutto questo avveniva a spese dei ragazzi di oggi, caricati di un debito spaventoso, 35mila euro a testa, appena si nasce, che si pagano con l'assenza di servizi, investimenti, lavoro; eh, ma la società del passato era tanto virtuosa...

    vedi, se tu avessi il coraggio di esprimere un'idea qualsiasi, in modo esplicito e diretto, io sarei più che felice di discuterla; tipo: per tutelare la Famiglia abolirei il divorzio, come sembreresti intendere; beh, già la gente si sposa poco, e sempre meno in chiesa; si facesse come più o meno sembri intendere, la famiglia tradizionale smetterebbe di esistere del tutto, oppure si divorzierebbe "all'italiana", con la soppressione del coniuge;

    quello che proprio è inammissibile è il falso storico e materiale su cui si basano queste lagnanze, cui corrisponde specularmente la tua incapacità di formulare una qualsiasi idea costruttiva e realistica; siccome la descrizione della realtà è falsa, la conseguenza è che non sei in grado di esprimere una soluzione concreta;

    ora, se c'è davvero un grande problema della nostra epoca e del nostro paese è proprio la cupidigia di ignoranza che mostri anche tu, assieme a tantissimi altri; di fronte alla smentita dei fatti, vi voltate dall'altra parte pur di sostenere tesi inconsistenti, ma che gratificano l'onanismo predicatorio;
    chi se la prende con "le banche" e strepita, senza capire che quelle sono l'olio del motore che porta loro lo stipendio a fine mese, e dove lo depositano; salvo poi trovarsi col motore bruciato in mezzo alla strada a chiamare il carro attrezzi; chi con l'Europa, salvo trovarsi nella melma, come i britannici; chi con gli immigrati...
    tu te la prendi con la crisi della Famiglia, ma al puntuale riscontro storico, dove le famiglie che piacciono a te producevano decine di migliaia di eroinomani, violenza politica diffusa e i dirigenti di quella società accumulavano debiti e corruzione - sono stati spazzati via per questo, ricordi Tangentopoli ? - fai finta di non vedere; questo è essere irresponsabili,, altro che le spallucce" che attribuisci sempre agli interlocutori che non vedono i tuoi fantasmi e cercano un approccio razionale;

    io ti chiedo nuovamente: cosa faresti in concreto ? domanda retorica, perché so che non risponderai, visto che dietro le tue lagnanze c'è la totale assenza di qualsiasi prospettiva concreta.
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #190
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Vai al 28 dicembre. Già due volte ti ho fatto notare che ti sei perso quel che chiedi, Axe: Comunque, a scanso di equivoci, te lo ripeto qua:
    E' fondamentale recuperare la figura del padre, nella famiglia. Oggi drammaticamente assente o gravemente sovrastata dal malinteso senso che si è dato al concetto di parità. E' ovvio che padre e madre sono pari in tutto. Ovvio. Ma esiste un ordine, esistono differenze, esistono peculiarità, tendenze, carismi. Quando tutto è calibrato ed equilibrato, la Famiglia prospera. Cresce. Matura. Quando fa tutto la madre o tutto il padre, no. Quando si appiattiscono le differenze, riducendole in un grigio indistinto, la Famiglia soffre. Si ferma. Regredice. Si scontra. Non possiamo ridurre il problema a cosa deve fare l'uno e cosa l'altro, capisci? C'è molto molto di più!

    Passiamo al giornalista: Non ti ho detto che è marxista. Ma che è di estrazione, marxista. Che viene da lì. Chiaro che se è arrivato a scrivere cose talmente profonde, dev'essere necessariamente passato da un crogiolo, da una riflessione, da un'analisi morale e civile della Società italiana (e occidentale in senso lato). Anche gli altri eminenti studiosi son tutti laici. Solo Bergoglio è un religioso.

    Ciao, a lunedì.
    amate i vostri nemici

  11. #191
    Opinionista L'avatar di Vega
    Data Registrazione
    04/05/05
    Messaggi
    14,623
    Quel che hai risposto è insufficiente ed è la solita ripetizione infinita e superficiale delle solite idee sul padre, ruoli e carismi che nulla approfondisce. Per ogni questione sociale sembra che per te questi problemi siano la base di ogni male e la panacea a tutti i mali un certo tipo di famiglia.
    Ma torna coi piedi per terra invece di stare sempre con la testa nell'alto dei cieli!
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  12. #192
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    20,806
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Vai al 28 dicembre. Già due volte ti ho fatto notare che ti sei perso quel che chiedi, Axe: Comunque, a scanso di equivoci, te lo ripeto qua:
    E' fondamentale recuperare la figura del padre, nella famiglia. Oggi drammaticamente assente o gravemente sovrastata dal malinteso senso che si è dato al concetto di parità. E' ovvio che padre e madre sono pari in tutto. Ovvio.
    non è affatto ovvio, nel momento in cui attribuisci ai padri un ruolo di guida, delle regole, cioè il comando, e alle madri l'accudimento e la tenerezza;
    e io ti ho pure risposto, facendoti notare che quei trasgressori delle regole, chi picchia gli insegnanti o l'arbitro della partitella di calcio dei figli, gli ultras che si massacrano allo stadio e via discorrendo sono padri anche loro; e la tua analisi conclude che la soluzione al problema sarebbe quella di "restituire" loro un ruolo di guida, solo perché son nati col preteso carisma del bacchiolo ? capisci bene da te che si tratta di un discorso senza capo, né coda, insostenibile, come dire che il problema della mafia si risolve facendo direttamente governare i mafiosi;

    Ma esiste un ordine, esistono differenze, esistono peculiarità, tendenze, carismi.
    ecco, questo è un falso, inammissibile; questo preteso ordine esiste solo nella tua testa, è una tua predilezione; e ciò è dimostrato da tutto, dalla scienza, dalla storia, dai fatti;

    che tu abbia questa predilezione è perfettamente legittimo; ma che questo ordine corrisponda ad una configurazione "naturale", che andrebbe privilegiata, è un falso; altrimenti, la famiglia che vuoi tu non dovrebbe avere problemi, e tu non dovresti promuoverla, come non devi incitare le persone a respirare o mettersi a tavola a'i tocco;

    ti ho fatto l'esempio di quei giovani africani che incontrerai certamente per strada, e che hanno decine di fratelli dallo stesso padre; chi credi che li cresca, e come ? quelli sono allevati dalle madri e dalle zie o gli zii, ma soprattutto da donne, verosimilmente con la collaborazione del transitorio marito della madre, il quale a sua volta avrà figli altrove;

    e tutto questo avviene "naturalmente", cioè, culturalmente, come ogni modello di famiglia e società, anche dove c'è una tradizionale presenza di missionariato cattolico; non è che in Senegal o Nigeria sono arrivate torme di assatanate femministe americane a diffondere la cultura gender, eh...
    Quando tutto è calibrato ed equilibrato, la Famiglia prospera. Cresce. Matura. Quando fa tutto la madre o tutto il padre, no. Quando si appiattiscono le differenze, riducendole in un grigio indistinto, la Famiglia soffre. Si ferma. Regredice. Si scontra. Non possiamo ridurre il problema a cosa deve fare l'uno e cosa l'altro, capisci? C'è molto molto di più!
    io non riduco affatto tutto a chi deve fare cosa; ho solo cercato di far presenti le ragioni dello "scontro", mostrando - esattamente come nel caso del tuo lavoro, nell'altro 3d - che ogni equilibrio tra posizioni divergenti è solo il risultato dei rapporti di forza, dove quell'equilibrio è instabile per sua natura e il più forte lo considera "bene comune", perché in effetti gli sta benone; se tu fossi un manager alberghiero di alto livello, che parla tre lingue, avresti più potere contrattuale e alla tua età dirigeresti un 4 stelle e guadagneresti 5 o 6 volte tanto quello che puoi pretendere per fare il portiere di notte; anche tu fossi donna; non dipende da come sei nato;

    analogamente, la società occidentale di oggi premia il merito e le capacità, perciò quei carismi cui sei affezionato, un tempo giustificati, non trovano più alcun riscontro in termini di benessere di tutti;
    io, che non ho certo fantasie di sottomissione, trovo mediamente più affidabile, prudente, avveduta, la maggioranza delle donne che conosco rispetto alla maggioranza degli uomini, e accetterei con gioia e senza problemi la maggior parte delle donne che scrivono qui come gerarca o capufficio; a maggior ragione riconoscerei loro lo stesso mio ruolo di guida morale o alle regole, all'educazione, se una di loro fosse la mia compagna; poi, i carismi si verificano sul campo, non per diritto di nascita;

    Passiamo al giornalista: Non ti ho detto che è marxista. Ma che è di estrazione, marxista. Che viene da lì. Chiaro che se è arrivato a scrivere cose talmente profonde, dev'essere necessariamente passato da un crogiolo, da una riflessione, da un'analisi morale e civile della Società italiana (e occidentale in senso lato). Anche gli altri eminenti studiosi son tutti laici. Solo Bergoglio è un religioso.
    ieri in tv, Carlo Calenda raccontava della sua esperienza in Ferrari; assunto da poco come stagista, si è presentato dal suo capo segnalando un problema; e quello gli ha risposto: se vieni qui ad indicare un problema, devi anche proporre una soluzione, perché questo è il tuo lavoro !

    a me stanno bene tutti, laici, marxisti, religiosi e nazisti dell'Illinois; purché alle doléances faccia seguito l'indicazione di una soluzione; altrimenti, tu fa' come Benigni e Troisi che suggeriscono lo sciacquone d'i licit a Leonardo da Vinci, ma non sanno dirgli come portano l'acqua nel cassone in alto

    quando osservavi - correttamente - il fallimento del comunismo che cercava di soffocare gli aneliti alle libertà delle persone, hai capito perfettamente il punto; ora però cadi nello stesso errore con la famiglia e i ruoli, forse perché in fondo la tua mentalità è parecchio contaminata di bolscevismo

    la famiglia, la filiazione, gli affetti, i ruoli e i carismi individuali, a prescindere dal genere, non si possono condizionare; te lo dimostra tutta la storia umana e la stessa cronaca; ma, soprattutto, te lo dimostra la presa d'atto delle leggi di tutto l'Occidente:
    la gente si sposa oppure no, fa figli o meno, si lascia o resta insieme, tradisce o resta fedele seguendo la propria natura e la cultura che l'insieme dei valori, dei desideri, delle speranze e delle paure delle persone suggeriscono;
    e non c'è forza che possa arginare questa spinta vitale, quale che sia la direzione che essa prende, se non uno spontaneo adattamento: per fare un esempio, la regolazione delle nascite dove c'è un altissima densità di popolazione, come in Giappone, o anche in Europa;

    a prescindere dal condividere o meno le tue predilezioni per un determinato modello, è proprio un'assurdità pensare che arrivi uno, che sia Polito o Pillon, a lagnarsi dell'andazzo e a perorare la famiglia tradizionale, l'autorità del padre, e che la gente per questo cambi desideri e stile di vita; è un po' come se uno, visto, l'inquinamento atmosferico, ti chiedesse di andare al lavoro a Pisa in groppa al somaro; magari, con gli sconti e gli incentivi ti prendi un'auto ibrida;

    e così è per la famiglia; se la vuoi salvare, devi costruirla su basi nuove, non sul carisma dei somari;
    nemmeno volendo riusciresti a fare il carceriere nelle famiglie in una società in cui si viene istruiti, si legge, ci si confronta, invece di abbrutirsi di fatica nei campi dall'alba al tramonto, posto che anche quei contadini ne facevano di cotte e di crude;

    una volta che hai preso atto che la natura umana è quella, ovunque, quello che puoi fare è educare le ragazze e i ragazzi al rispetto della libertà altrui, al fatto che si può restare genitori amorevoli, responsabili e autorevoli anche da separati, se la coppia dovesse sciogliersi; e che questo avvenga in modo civile, riducendo al minimo i rancori, i dispetti, le vendette, perché non hai educato ad aspettative eccessive e non più verosimili; meglio due genitori separati e felicemente ri-accoppiati, sereni e capaci di educare i figli senza investirli di un conflitto risolto in modo civile, che situazioni nevrotiche e conflittuali dove si apprende solo la rassegnazione al ricatto e al rancore;

    capisco che l'idea non ti piaccia, ma devo constatare che non sei assolutamente in grado di indicarne una migliore, visto che le persone fanno e faranno sempre quello che sentono, e non quello che vorresti tu.
    Ultima modifica di axeUgene; 25-01-2019 alle 10:58
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #193
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Quel che hai risposto è insufficiente ed è la solita ripetizione infinita e superficiale delle solite idee sul padre, ruoli e carismi che nulla approfondisce. Per ogni questione sociale sembra che per te questi problemi siano la base di ogni male e la panacea a tutti i mali un certo tipo di famiglia.
    Ma torna coi piedi per terra invece di stare sempre con la testa nell'alto dei cieli!
    Ma leggi o no? Lo dico solo io che i mali della Società nascono dalla crisi della Famiglia? Che i rapporti interpersonali fra figli e padre, fra figli e madre, son stati oggetto dell'opera di un Freud, di uno Jung e di tutti quei filosofi, sociologi, scrittori ed analisti che via via ho postato in questa discussione? Se in una Famiglia manca l'equilibrio, se il padre viene sminuito o addirittura esautorato, i figli ne soffrono. Porteranno poi nella loro Vita ferite visibili e invisibili. Idem se manca la madre o se li costringiamo a vivere (in nome dei nostri, diritti) con 2 madri o 2 padri. E di riflesso soffre la Società intera!
    amate i vostri nemici

  14. #194
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non è affatto ovvio, nel momento in cui attribuisci ai padri un ruolo di guida, delle regole, cioè il comando, e alle madri l'accudimento e la tenerezza;
    e io ti ho pure risposto, facendoti notare che quei trasgressori delle regole, chi picchia gli insegnanti o l'arbitro della partitella di calcio dei figli, gli ultras che si massacrano allo stadio e via discorrendo sono padri anche loro; e la tua analisi conclude che la soluzione al problema sarebbe quella di "restituire" loro un ruolo di guida, solo perché son nati col preteso carisma del bacchiolo ? capisci bene da te che si tratta di un discorso senza capo, né coda, insostenibile, come dire che il problema della mafia si risolve facendo direttamente governare i mafiosi;


    ecco, questo è un falso, inammissibile; questo preteso ordine esiste solo nella tua testa, è una tua predilezione; e ciò è dimostrato da tutto, dalla scienza, dalla storia, dai fatti;

    che tu abbia questa predilezione è perfettamente legittimo; ma che questo ordine corrisponda ad una configurazione "naturale", che andrebbe privilegiata, è un falso; altrimenti, la famiglia che vuoi tu non dovrebbe avere problemi, e tu non dovresti promuoverla, come non devi incitare le persone a respirare o mettersi a tavola a'i tocco;

    ti ho fatto l'esempio di quei giovani africani che incontrerai certamente per strada, e che hanno decine di fratelli dallo stesso padre; chi credi che li cresca, e come ? quelli sono allevati dalle madri e dalle zie o gli zii, ma soprattutto da donne, verosimilmente con la collaborazione del transitorio marito della madre, il quale a sua volta avrà figli altrove;

    e tutto questo avviene "naturalmente", cioè, culturalmente, come ogni modello di famiglia e società, anche dove c'è una tradizionale presenza di missionariato cattolico; non è che in Senegal o Nigeria sono arrivate torme di assatanate femministe americane a diffondere la cultura gender, eh...

    io non riduco affatto tutto a chi deve fare cosa; ho solo cercato di far presenti le ragioni dello "scontro", mostrando - esattamente come nel caso del tuo lavoro, nell'altro 3d - che ogni equilibrio tra posizioni divergenti è solo il risultato dei rapporti di forza, dove quell'equilibrio è instabile per sua natura e il più forte lo considera "bene comune", perché in effetti gli sta benone; se tu fossi un manager alberghiero di alto livello, che parla tre lingue, avresti più potere contrattuale e alla tua età dirigeresti un 4 stelle e guadagneresti 5 o 6 volte tanto quello che puoi pretendere per fare il portiere di notte; anche tu fossi donna; non dipende da come sei nato;

    analogamente, la società occidentale di oggi premia il merito e le capacità, perciò quei carismi cui sei affezionato, un tempo giustificati, non trovano più alcun riscontro in termini di benessere di tutti;
    io, che non ho certo fantasie di sottomissione, trovo mediamente più affidabile, prudente, avveduta, la maggioranza delle donne che conosco rispetto alla maggioranza degli uomini, e accetterei con gioia e senza problemi la maggior parte delle donne che scrivono qui come gerarca o capufficio; a maggior ragione riconoscerei loro lo stesso mio ruolo di guida morale o alle regole, all'educazione, se una di loro fosse la mia compagna; poi, i carismi si verificano sul campo, non per diritto di nascita;


    ieri in tv, Carlo Calenda raccontava della sua esperienza in Ferrari; assunto da poco come stagista, si è presentato dal suo capo segnalando un problema; e quello gli ha risposto: se vieni qui ad indicare un problema, devi anche proporre una soluzione, perché questo è il tuo lavoro !

    a me stanno bene tutti, laici, marxisti, religiosi e nazisti dell'Illinois; purché alle doléances faccia seguito l'indicazione di una soluzione; altrimenti, tu fa' come Benigni e Troisi che suggeriscono lo sciacquone d'i licit a Leonardo da Vinci, ma non sanno dirgli come portano l'acqua nel cassone in alto

    quando osservavi - correttamente - il fallimento del comunismo che cercava di soffocare gli aneliti alle libertà delle persone, hai capito perfettamente il punto; ora però cadi nello stesso errore con la famiglia e i ruoli, forse perché in fondo la tua mentalità è parecchio contaminata di bolscevismo

    la famiglia, la filiazione, gli affetti, i ruoli e i carismi individuali, a prescindere dal genere, non si possono condizionare; te lo dimostra tutta la storia umana e la stessa cronaca; ma, soprattutto, te lo dimostra la presa d'atto delle leggi di tutto l'Occidente:
    la gente si sposa oppure no, fa figli o meno, si lascia o resta insieme, tradisce o resta fedele seguendo la propria natura e la cultura che l'insieme dei valori, dei desideri, delle speranze e delle paure delle persone suggeriscono;
    e non c'è forza che possa arginare questa spinta vitale, quale che sia la direzione che essa prende, se non uno spontaneo adattamento: per fare un esempio, la regolazione delle nascite dove c'è un altissima densità di popolazione, come in Giappone, o anche in Europa;

    a prescindere dal condividere o meno le tue predilezioni per un determinato modello, è proprio un'assurdità pensare che arrivi uno, che sia Polito o Pillon, a lagnarsi dell'andazzo e a perorare la famiglia tradizionale, l'autorità del padre, e che la gente per questo cambi desideri e stile di vita; è un po' come se uno, visto, l'inquinamento atmosferico, ti chiedesse di andare al lavoro a Pisa in groppa al somaro; magari, con gli sconti e gli incentivi ti prendi un'auto ibrida;

    e così è per la famiglia; se la vuoi salvare, devi costruirla su basi nuove, non sul carisma dei somari;
    nemmeno volendo riusciresti a fare il carceriere nelle famiglie in una società in cui si viene istruiti, si legge, ci si confronta, invece di abbrutirsi di fatica nei campi dall'alba al tramonto, posto che anche quei contadini ne facevano di cotte e di crude;

    una volta che hai preso atto che la natura umana è quella, ovunque, quello che puoi fare è educare le ragazze e i ragazzi al rispetto della libertà altrui, al fatto che si può restare genitori amorevoli, responsabili e autorevoli anche da separati, se la coppia dovesse sciogliersi; e che questo avvenga in modo civile, riducendo al minimo i rancori, i dispetti, le vendette, perché non hai educato ad aspettative eccessive e non più verosimili; meglio due genitori separati e felicemente ri-accoppiati, sereni e capaci di educare i figli senza investirli di un conflitto risolto in modo civile, che situazioni nevrotiche e conflittuali dove si apprende solo la rassegnazione al ricatto e al rancore;

    capisco che l'idea non ti piaccia, ma devo constatare che non sei assolutamente in grado di indicarne una migliore, visto che le persone fanno e faranno sempre quello che sentono, e non quello che vorresti tu.
    A forza di fare solo quello che vogliono, hanno ridotto il vivere civile a una Società di persone sole. Dove appunto il diritto individuale conta più del Bene Comune. Sono costretto a citare di nuovo Galimberti: Articolo apparso su Repubblica eh? Non su Avvenire, sull'Osservatore Romano o su Civiltà Cattolica:

    "Vivere da soli, il trionfo dell'egoismo"
    Secondo il filosofo, questa scelta sempre più diffusa produrrà conseguenze negative per la società: "Manca la voglia di assumersi la responsabilità di un'altra persona o di una famiglia"

    società atomistica, individualista, egoista». Per il filosofo Umberto Galimberti la scelta sempre più diffusa di vivere da soli produrrà conseguenze negative per la società. Anzi, le sta già provocando: «Il fenomeno attraversa l’Italia. È già visibile, Incluse le differenze tra Nord e Sud: al Sud c’è ancora un modo di essere uomini in relazione agli altri. L’aspetto interessante di questo processo è linguistico: chiamando “famiglia” anche la condizione di vivere da soli la riconosciamo cellula fondamentale e costitutiva della società».

    La direzione è chiara. Ma con quali conseguenze?
    «Saremo una società più egoista. Del resto, quando le società sono povere, i vincoli familiari sono più forti e prevale la solidarietà. Quando, invece, le società diventano opulente, o comunque libere dai bisogni fondamentali, individualismo ed egoismo, caratteristiche proprie del benessere, si fanno più radicali».

    E si affermano nuovi modelli di vita.
    «La gente non ha voglia di assumersi la responsabilità di un’altra persona e di una famiglia. Ha qualche piccolo privilegio e preferisce goderselo da solo. Ma una società individualista è indubbiamente più povera. Non solo.
    Si impoverisce la stessa struttura psichica dell’uomo, a causa del decadimento sentimentale. Vivere da soli depaupera i sentimenti».

    Ma si può vivere da soli e avere amori e relazioni sentimentali.
    «Avere relazioni fugaci, amicizie per trascorrere la serata, non basta per maturare in sensibilità, comprendere cosa significhino gli altri per noi, accogliere la sfida di amare senza considerare l’altro una proprietà. Se i rapporti sono intercambiabili, non avrò la possibilità di sviluppare l’impegno di una relazione. La continuità fa crescere i sentimenti».

    E la società ne ha bisogno?
    «La società sta in piedi su basi sentimentali. Quando collassano, quando la vita è dissanguata dei sentimenti, e risponde solo al lavoro e all’efficienza, viene meno una struttura portante del modo di essere uomo. Per effetto dell’impoverimento sociale, infatti, sta mutando la struttura genetica dell’uomo: non è più se stesso».

    http://espresso.repubblica.it/plus/a...94163?ref=fbpr
    amate i vostri nemici

  15. #195
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,234
    “La domanda di padre che oggi attraversa il disagio della giovinezza non è una domanda di potere e di disciplina, ma di testimonianza.”

    MASSIMO RECALCATI

    Massimo Recalcati (Milano, 28 novembre 1959) è uno psicoanalista, saggista e accademico italiano. Figlio di floricoltori, dopo il diploma di agrotecnico compie gli studi universitari sotto la guida del professor Franco Fergnani e consegue la laurea in Filosofia nel 1985 presso l'Università degli Studi di Milano, discutendo una tesi dal titolo Désir d'être e Todestrieb. Ipotesi per un confronto tra Sartre e Freud. Nell'estate dello stesso anno, la lettura degli Scritti di Jacques Lacan orienta la sua formazione verso la psicoanalisi. Nel 1989 si specializza in Psicologia Sociale presso la Scuola di Psicologia di Milano diretta da Marcello Cesa-Bianchi. Svolge la sua formazione analitica tra Milano e Parigi, dal 1988 al 2007.[1]

    Dal 1994 al 2002, è direttore scientifico nazionale dell'A.B.A., Associazione per lo studio e la ricerca dell'anoressia-bulimia.

    Dal 1995 prende parte al Campo Freudiano e insegna all'Istituto Freudiano per la clinica, la terapia, la scienza di Milano e di Roma.

    Nel 2002 partecipa alla fondazione della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi (SLP) e diventa A.M.E. (Analyste membre de l'École). È membro analista dell'Associazione Lacaniana Italiana di Psicoanalisi (ALIpsi) e di Espace Analytique. È direttore scientifico e docente della Scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA.

    Nel 2003 fonda Jonas: Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi, di cui è il presidente fino al 2007 e responsabile ad oggi della sede di Milano.

    Ha svolto attività di supervisione clinica presso istituzioni della salute mentale (comunità terapeutiche, SerT, centri di psicoterapia, reparti ospedalieri) in diverse città italiane. È supervisore clinico presso la Residenza Gruber di Bologna, specializzata nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare (D.C.A.) gravi.

    Ha insegnato a contratto presso le Università di Milano, Padova, Urbino, Bergamo, Losanna. Attualmente è professore a contratto di Psicopatologia del comportamento alimentare a Pavia, e insegna Psicoanalisi e scienze umane all'Università di Verona. Dal 2003 è direttore e docente del Corso di specializzazione sulla clinica dei nuovi sintomi presso la sede Jonas Onlus di Milano.

    Collabora con riviste specializzate, nazionali ed internazionali (Aut Aut, Pedagogika, LETTERa , Psychanalyse, Revue de la Cause freudienne, Clinique Lacanienne, Psiche).

    Ha scritto per le pagine culturali del Manifesto (2001-2013) e di Repubblica (dal 2011).

    https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Recalcati
    amate i vostri nemici

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato