Da "Le lezioni di San Giovanni d’Acri":

12 Commento all’XI capitolo di Isaia. (Testo completo)

Nel capitolo XI di Isaia, dal versetto I al X, è detto:
“E uscirà un Rampollo dal tronco di Isaia e un ramo
spunterà dalle sue radici. E lo Spirito del Signore riposerà
sopra esso; lo Spirito di sapienza e d’intendimento; lo
Spirito di consiglio e di fortezza; lo Spirito di conoscenza
e di timor del Signore. E il suo diletto sarà nel timor
del Signore ed egli non giudicherà secondo la vista
dei suoi occhi, e non renderà ragione secondo l’udito dei
suoi orecchi. Anzi giudicherà i poveri con giustizia e
renderà ragione con dirittura ai mansueti della terra; e
percuoterà la terra con la verga della sua bocca e ucciderà
l’empio col fiato delle sue labbra. E la giustizia sarà la
cintura dei suoi lombi e la verità la cintura dei suoi fianchi.
E il lupo dimorerà coll’agnello e il pardo giacerà col
capretto; e il vitello, e il leoncello e la bestia ingrassata
staranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. E la
vacca e l’orsa pasceranno insieme e i loro figli giaceranno
insieme; e il leone mangerà lo strame come il bue. E
il poppante si trastullerà sopra la buca dell’aspide e il
bimbo svezzato stenderà la mano sulla tana del basilisco.
Queste bestie in tutto il monte della mia santità non faranno
danno né guasto, poiché la terra sarà ripiena della
conoscenza del Signore come le acque coprono il mare”.
Questo Rampollo del tronco di Isaia potrebbe essere
correttamente applicato a Cristo, perché Giuseppe era il
discendente di Isaia, padre di Davide; ma siccome Cristo
trovò l’esistenza attraverso lo Spirito di Dio, chiamò se
stesso Figlio di Dio. Se non avesse fatto ciò, questa descrizione
si riferirebbe a Lui. Per di più, gli eventi che
Egli indicò che sarebbero accaduti nei giorni del Rampollo,
se interpretati simbolicamente, si adempirono in
parte, ma non tutti, nei giorni di Cristo; e se non interpretati
così, decisamente nessuno di questi segni ha avuto
luogo. Ad esempio, il leopardo e l’agnello, il leone e il
vitello, il bimbo e l’aspide sono metafore e simboli che
indicano nazioni e popoli diversi, sètte antagoniste e
razze ostili, in opposizione e inimicizia come il lupo e
l’agnello. Noi diciamo che per opera dell’alito dello Spirito
di Cristo, tutti trovarono concordia e armonia, furono
vivificati e vissero assieme.
Ma... “in tutto il monte della mia santità non faranno
danno né guasto, poiché la terra sarà ripiena della
conoscenza del Signore come le acque coprono il mare”.
Queste condizioni non esistevano all’epoca della manifestazione
di Cristo, poiché fino ad oggi varie e antagoniste
nazioni esistono nel mondo, pochissime riconoscono
il Dio d’Israele e la maggioranza è priva della conoscenza
di Dio. Allo stesso modo, la pace universale
non si affermò ai tempi di Cristo; fra le nazioni antagoniste
e ostili non vi era né pace né concordia, le dispute
e i disaccordi non cessarono, e la riconciliazione e
la sincerità non apparvero. Così fino ad oggi fra le sètte e
le stesse nazioni cristiane esistono inimicizia, odio e
l’ostilità più violenta.
Invece, questi versetti si applicano parola per parola a
Bahá’u’lláh, perché in questo ciclo meraviglioso la terra
verrà trasformata e il mondo dell’umanità sarà ordinato
con tranquillità e bellezza. Dispute, lotte e assassini verranno
sostituiti dalla pace e dalla concordia; fra le nazioni,
i popoli, le razze e i diversi paesi appariranno l’amore
e l’amicizia. La cooperazione e l’unità saranno stabilite
e finalmente la guerra sarà completamente soppressa.
Quando le leggi del Santissimo Libro saranno rigorosamente
applicate, le contese e le dispute saranno
decise e giudicate con assoluta giustizia dinanzi a un tribunale
generale [La Baitu’l-‘Adl Universale, “Casa Universale di Giustizia”,
Tribuna di arbitrato internazionale, istituito da Bahá’u’lláh nel Kitáb-Aqdas,
il Libro Santo] delle nazioni e dei regni, e le difficoltà
che potranno sorgere saranno risolte. I cinque continenti
del mondo ne formeranno uno solo, le numerose nazioni
diverranno una sola nazione; il mondo diverrà un’unica
regione e l’umanità una comunità singola. Le relazioni
fra i vari paesi, la mescolanza, l’unione e l’amicizia dei
popoli e delle comunità raggiungerà un tal grado che la
razza umana sarà una sola famiglia. La luce dell’amore
celestiale brillerà e le tenebre della inimicizia e dell’odio
scompariranno dal mondo. La pace universale pianterà la
sua tenda al centro della terra e l’Albero Benedetto della
Vita crescerà e ramificherà tanto da ombreggiare
l’Oriente e l’Occidente. Forti e deboli, ricchi e poveri,
sètte antagoniste e nazioni ostili, simili al lupo e
all’agnello, al leopardo e al capretto, al leone e al vitello
si comporteranno l’uno verso l’altro con perfetto spirito
di amore, amicizia, giustizia ed equità. Il mondo sarà
pieno di sapere, grazie alla conoscenza della realtà del
mistero degli esseri e alla cognizione di Dio.
Ora, considerate come in questo grande secolo, che è
il ciclo di Bahá’u’lláh, la scienza e il sapere siano progrediti,
quanti segreti dell’esistenza siano stati scoperti,
quante grandi invenzioni siano state portate alla luce e si
moltiplichino di giorno in giorno. Fra non molto la
scienza e il sapere, come pure la conoscenza di Dio,
compiranno tali progressi e mostreranno tante meraviglie,
che tutti ne saranno stupiti. E allora il verso d’Isaia: “E
la terra sarà piena della conoscenza del Signore”, diverrà
chiaramente evidente.
Riflettete pure come nel breve periodo di tempo trascorso
dall’apparizione di Bahá’u’lláh, i popoli di tutti i
paesi, le nazioni e le razze siano venuti all’ombra di questa
Causa. Cristiani, Ebrei, Zoroastriani, Buddisti, Indù e
Persiani si legano di grande amicizia, come se fossero uniti
da un migliaio di anni; essi sono come padre e figlio,
madre e figlia, sorella e fratello. Questo è il significato
della comunanza del lupo con l’agnello, del leopardo col
capretto, del leone col vitello.
Uno dei più grandi eventi che dovrà aver luogo nel
giorno della manifestazione di quell’incomparabile Ramo,
è l’innalzarsi dello Stendardo di Dio su tutte le nazioni,
cioè: tutte le nazioni e le tribù vivranno all’ombra
di questa Bandiera Divina, che non è altri che il Ramo
del Signore stesso, e diverranno un’unica nazione. Gli
antagonismi di fedi e di religioni, le ostilità fra razze e
popoli, e i contrasti di nazionalità saranno sradicati. Si
avrà una religione, una fede, una razza e un popolo solo,
che dimorerà sulla sua terra natia; questo globo terrestre.
La pace e la concordia universali avranno luogo fra le
nazioni e quell’incomparabile Rampollo raggrupperà tutto
Israele; ciò significa che in questo ciclo Israele sarà
raccolto in Terra Santa e il popolo ebraico, ora disperso
all’Est e all’Ovest, al Sud e al Nord, potrà raccogliersi.
Vedete ora; questi eventi non ebbero luogo nel ciclo
cristiano, perché le nazioni non si riunirono sotto quello
stendardo, che è il Ramo Divino. Ma in questo ciclo del
Signore degli Eserciti tutte le nazioni e tutti i popoli verranno
all’ombra di questa Bandiera. Alla stessa stregua,
Israele, disperso in tutto il mondo, non si radunò in Terra
Santa durante il ciclo cristiano; ma dall’inizio del ciclo
di Bahá’u’lláh, questa promessa divina, chiaramente affermata
in tutti i Libri dei Profeti, incomincia ad essere
attuata. Voi potete osservare che da tutte le parti del
mondo gruppi di Ebrei giungono in Terra Santa; vivono
in villaggi e terre che vanno facendo proprie e, di giorno
in giorno, aumentano in tal modo che la Palestina diverrà
presto la loro dimora.

In questo caso possiamo comparare l'interpretazione data da Gesù stesso a Joseph Smith in "Dottrina e alleanze", che abbiamo già visto nella discussione "Interpretazione di parti del libro di Isaia."

Da “Dottrina e Alleanze” 113:

1 Chi è il tronco d’Isai, di cui si parla nei versetti 1, 2, 3, 4 e 5 dell’undicesimo capitolo di Isaia?
2 In verità, così dice il Signore: - E’ Cristo. -
3 Che cosa è il ramo, di cui è parlato nel primo versetto dell’undicesimo capitolo di Isaia, che sarebbe uscito dal tronco di Isai?
4 Ecco, così dice il Signore: - E’ un servitore nelle mani di Cristo, che è in parte discendente di Isai e anche di Efraim, o della casa di Giuseppe, sul quale riposa un grande potere. -
5 Che cosa è la radice di Isai, di cui è parlato nel decimo versetto dell’undicesimo capitolo?
6 Ecco, così dice il Signore: - E’ un discendente tanto d’Isai quanto di Giuseppe, al quale appartiene di diritto il sacerdozio, come pure le chiavi del Regno, per servire da stendardo per il raduno del mio popolo negli ultimi giorni. -

In conclusione, ci si riferisce al Cristo del secondo avvento, che evidentemente non è il pur grande Bahá’u’lláh.