Originariamente Scritto da
axeUgene
è irrilevante; sempre di un messaggio si tratta, a cui si può attribuire o meno un senso univoco;
ma è irrilevante anche per un altro motivo, che ho spiegato più volte, ma che evidentemente devo reiterare:
a me non importa un tubo delle credenze
private di chicchessia, e relative pratiche religiose, purché lecite; non è affar mio, e io non devo ficcare il naso nella sfera privata delle altre persone; non vado certo a citofonare ai cattolici dicendo:
guarda che la tua dottrina è sbagliata eh !
che tu creda in Gesù, osservi la dottrina del Corano, di sorella White o di Hitler, per me è irrilevante, finché la cosa resta nel privato; ci siamo ?
è solo nel momento in cui i valori che si desumono da un testo - religioso o laico, non importa - vengono enunciati pubblicamente come
pregiati e tradotti in precetti/comportamenti di rilievo collettivo che io ne valuto il contenuto, alla pari di qualsiasi altra ideologia;
è per questo che non condivido certe critiche che assimilano la fede alla superstizione e non discrimino negativamente chi ispira i propri valori a Gesù, al Corano o altro, dato che i miei valori non sono meno arbitrari;
ho da obiettare solo quando quei valori si pretendono "veri" e superiori ai miei, disponendo un'idea di Bene che confligge con la mia, ma pretende di farlo da una posizione di superiorità morale o in base ad un falso storico; così nel caso in cui si pretende che il credente sia più virtuoso del non-credente, e allora ho da obiettare, perché quell'idea tende a porre le mie idee su un piano di inferiorità morale, di minor pregio, nel dibattito pubblico; e questo mi costringe a difendermi e argomentare sui fondamenti di fede, sui quali altrimenti nulla avrei da obiettare;
se uno dice:
gli ebrei sono deicidi, oppure
l'Islam è necessariamente terrorista e violento, o ancora
i preti sono necessariamente pedofili o
i credenti sono inferiori e superstiziosi o
i non-credenti sono immorali, quello va ad introdurre un elemento di conflitto, un'aggressione pubblica; e io gli vado a contestare le sue affermazioni sul piano del riscontro reale dei testi; mi sono spiegato ?
è solo a quel punto e per quel motivo di ordine pubblico che sono obbligato - per scelta di civiltà e dialogo, invece della violenza - a far presente che i testi fonte di quella morale non si prestano a fare legge, dettare regole, perché - tanto per fare un esempio di comprensione intuitiva ed immediata - lo stesso Gesù, in base agli stessi testi, per Cono e i suoi precetta il matrimonio indissolubile e la famiglia tradizionale, mentre per i riformati consente il divorzio e persino i matrimoni omosessuali; non sono due gatti, quasi un miliardo di persone, e sul divorzio più dei cattolici;
ora, se tu hai frainteso l'importo di una tassa, ti tocca pagare la sanzione; ma se a fraintendere siete stati un milione di persone, l'agenzia delle entrate cancella la sanzione, perché è palese che il testo era equivoco, non si prestava a far legge.