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Discussione: Priorità soggettiva della conoscenza di fede.

  1. #61
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    No, scusa, se dobbiamo affrontare i testi in maniera storica e accademica, allora dobbiamo riconoscere che “lo zelota eccentrico” non fondo’ nessuna nuova religione («Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. Matteo 5, 17-19). A fondare una nuova religione fu il cittadino romano Saulo di Tarso, poi chiamato Paolo, che non incontrò mai Gesù.
    beh, certo; questo lo riconosce persino la Chiesa cattolica nella Nostra Aetate;

    Anche riguardo alla condanna, fu una rosicata maggioranza del Sinedrin a farlo, non “gli ebrei”. Se mi passi il paragone, non furono i “tedeschi” a firmare i protocolli di Wannsee, ma un gruppo ristretto di funzionari di diversi uffici e ministeri, tutti appartenenti al partito di governo. Se altri hanno pregato nei secoli “pro perfidis Judaeis” se ne assumano direttamente la responsabilità.
    il punto è che tali riconoscimenti non sono avvenuti motu proprio, in seguito ad esegesi, ma per l'imbarazzo, prima, e lo sgomento, poi, causato dalla Shoah, e anche per il rischio di veder processata la propria dottrina;
    ma era solo un esempio;

    ripeto: il punto non è stabilire la responsabilità, ma l'attitudine di un testo ad escluderla, ed escludersi dall'istigazione, come invece avviene per ogni fonte atta a normare;
    tu non passi col rosso al semaforo, immagino; e nessuno sosterrebbe che il codice della strada lo consenta; perché il codice è molto chiaro in proposito;

    ora, se per secoli devoti lettori delle scritture, credenti in Cristo e nei Vangeli hanno potuto ritenere lecite determinate prassi, vuol dire che quei testi non hanno la stessa forza significante del Codice della strada;
    se il "musulmano medio" non manifesta contro le esecuzioni dei gay o le lapidazioni di adultere, ma hai invece masse di pachistani che manifestano a favore dell'esecuzione di una ragazza, presunta blasfema, vuol dire che quel testo di riferimento religioso è ampiamente fraintendibile o ambiguo, tanto per restare sul prudente;
    per questo ha poco senso parlare di "abusi"; mentre ne avrebbe certamente si trattasse di violazioni del c.d.s.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #62
    رباني L'avatar di King Kong
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    Ok, axe. Ho capito il tuo punto di vista ma non lo condivido e ripeto brevemente le mie ragioni:
    1) Non credo che si possa imputare di una qualche responsabilità un testo frainteso o volontariamente abusato.
    2) Anche nell'esempio da te citato della ragazza pachistana, il testo coranico é esplicito: "quando sentite che vengono smentiti o sbeffeggiati i segni di Allah, non sedetevi con coloro che fanno ció, fino a che non scelgano un altro argomento, altrimenti sareste come loro" (sura IV, 140). Diversamente gli articoli 295-B e 295-C del codice penale pachistano che prevedono una pena dall'ergastolo alla pena di morte.

    Continuo ad insistere sul fatto che una attenta lettura dei testi e un'esegesi libera da altri interessi se non quello storico e religioso, da sola assolverebbe i testi di cui stiamo parlando.
    Aut hic aut nullubi

  3. #63
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Ok, axe. Ho capito il tuo punto di vista ma non lo condivido e ripeto brevemente le mie ragioni:
    1) Non credo che si possa imputare di una qualche responsabilità un testo frainteso o volontariamente abusato.
    tu "non credi"; ma se il fraintendimento è di massa, e avviene per secoli o millenni, è una tesi un po' ardua da sostenere;
    2) Anche nell'esempio da te citato della ragazza pachistana, il testo coranico é esplicito: "quando sentite che vengono smentiti o sbeffeggiati i segni di Allah, non sedetevi con coloro che fanno ció, fino a che non scelgano un altro argomento, altrimenti sareste come loro" (sura IV, 140).
    ti sembra una frase chiara, esplicita, atta a normare ?
    quali sarebbero i "segni di Allah" ? che vuol dire "non sedersi" ?

    Diversamente gli articoli 295-B e 295-C del codice penale pachistano che prevedono una pena dall'ergastolo alla pena di morte.
    articoli redatti in pieno contesto culturale islamico, col vaglio di autorità clericali;

    Continuo ad insistere sul fatto che una attenta lettura dei testi e un'esegesi libera da altri interessi se non quello storico e religioso, da sola assolverebbe i testi di cui stiamo parlando.
    è un'opinione rispettabile, ma debolissima;

    capisci bene che se dopo 14 secoli di Islam la tua idea esegetica non è emersa come egemone, in modo tale da rendere inaccettabili determinate prassi da ogni buon musulmano, o quantomeno da rendere consolidata la consapevolezza dell'illiceità dei comportamenti in oggetto, il testo non ha forza significante;

    non hai bisogno di attenta lettura ed esegesi libera per comprendere questo:

    Chiunque cagiona per colpa [43] la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

    Se il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro (2) la pena è della reclusione da due a sette anni (1).

    Se il fatto è commesso nell'esercizio abusivo di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di un'arte sanitaria, la pena è della reclusione da tre a dieci anni (6).

    [Si applica la pena della reclusione da tre a dieci anni se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale da:

    1) soggetto in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell'articolo 186, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni;
    2) soggetto sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope.](5)

    Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone [582], si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici (3).


    questo sì che è un testo a cui non possono essere imputate inattitudini normative;
    al punto che dal semplice dettato si può risalire a gran parte dell'architettura dei principi su cui il testo si fonda, tanto la logica è forzosa;

    ora, io non ce l'ho col Corano, e tantomeno sono islamofobo;
    sto solo facendo presente - alla luce dello storico - il rischio implicito di adoperare quale riferimento morale dei testi che non si esprimano in modo esclusivo o inequivoco, rimandandoli a "Dio"; che è un po' come dare un'arma e una divisa da carabiniere al primo che passa per strada, dicendogli: fai osservare l'ordine pubblico e garantisci la sicurezza.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #64
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    Bisogna tenere presente che in certi stati islamici si dà forza legislativa non al Corano, ma ad altri testi di tradizione islamica, probabilmente non rivelati da Dio e nemmeno tramandati da Maometto.
    Quindi non si tratta di fraintendimento del Corano, ma di dare valore assoluto a tradizioni orali o scritte non rivelate da Dio.
    E' un po' come dare valore assoluto al catechismo cattolico.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  5. #65
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Bisogna tenere presente che in certi stati islamici si dà forza legislativa non al Corano, ma ad altri testi di tradizione islamica, probabilmente non rivelati da Dio e nemmeno tramandati da Maometto.
    Quindi non si tratta di fraintendimento del Corano, ma di dare valore assoluto a tradizioni orali o scritte non rivelate da Dio.
    E' un po' come dare valore assoluto al catechismo cattolico.
    Arco, non è questo il punto;

    la questione è se un testo che manifestamente ispiri comportamenti diversi, magari opposti, possa essere eletto a norma morale;
    la cosa è talmente rilevante che la riconosce la stessa legge:
    se tu imbocchi una corsia preferenziale, e il monitor ti individua, ti arriva la multa a casa, e la paghi;
    ma se, come te, altri 300 automobilisti lo stesso giorno hanno commesso la stessa infrazione, e fanno ricorso, la sanzione viene cancellata, poiché è palese che la segnaletica era inadatta a manifestare il divieto;

    analogamente, in via generale ed astratta, se si sostiene che un certo testo prescriva un determinato comportamento, ma una metà dei destinatari lo fraintende è "colpa" del testo, che è evidentemente ambiguo, inadatto a precettare;

    si può procedere ad un'esegesi tecnica di un testo; ma se questo ha un senso - linguisticamente - "forte", autosufficiente, dopo poco tempo la discussione giunge a risultati concludenti e la questione si dirime; non servono secoli o millenni...
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #66
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    Un testo che descriva esattamente Dio non è stato ancora inventato dall'uomo.......altrimenti gli uomini andrebbero d'accordo

  7. #67
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    la questione è se un testo che manifestamente ispiri comportamenti diversi, magari opposti, possa essere eletto a norma morale;.
    La questione è che un testo fa norma morale finché non viene sostituito o integrato da un testo più recente e adatto ai tempi. Se poi la norma morale si basa sul catechismo cattolico o su un catechismo islamico redatti da uomini, è evidente che diventa discutibilissima da chi non appartenga a quella religione.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  8. #68
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    La questione è che un testo fa norma morale finché non viene sostituito o integrato da un testo più recente e adatto ai tempi.
    questo ha un senso solo ove vi sia un'autorità effettiva - cioè, che abbia il potere effettivo di imporre, se non l'osservanza totale, quanto meno la consapevolezza totale della doverosità della nuova norma; cioè, chi non osservi il testo più recente lo fa di nascosto, consapevole di trasgredire un valore condiviso dalla collettività;

    ma se non hai un'autorità riconosciuta - come lo stato - che impone il valore morale della nuova norma, sono solo opinioni, prive di effettività ed attitudine ad atteggiarsi a norma;

    Se poi la norma morale si basa sul catechismo cattolico o su un catechismo islamico redatti da uomini, è evidente che diventa discutibilissima da chi non appartenga a quella religione.
    il punto è che nello storico sono discutibilissimi gli stessi testi fondamentali, nel momento in cui non vi è uniformità tra gli appartenenti ad una stessa religione:
    cattolici e protestanti - si parla di centinaia di milioni di fedeli per parte, non di frazioni - partono dagli stessi testi, dai quali traggono precetti moralmente molto diversi; e quei testi non hanno la forza autonoma per imporre una sola lettura, uniforme, che faccia morale per tutti;

    al contrario, un autentico testo che fa norma materiale - es: è vietato mettersi in uniforme da carabiniere e girare armati - è ermeneuticamente significativo quanto a ratio sovrastante - è abusivo millantare l'autorità attribuendosi i segni distintivi di quella;
    e, se qualche delinquente trasgredisce la norma, nessuno ne fraintende il senso;

    questo non avviene coi testi sacri, dal momento che i fedeli, in massa, valutano diversamente gli stessi testi; il preteso esegeta può discutere del senso dei vangeli o del Corano, ma se la sua interpretazione non è condivisa vuol dire che il testo è inadatto a far legge morale, per sue prerogative strutturali;

    il che, equivale effettivamente alla circolazione di un'idea per cui chiunque può ritenersi moralmente autorizzato ad indossarle l'uniforme di Dio e fare giustizia in Suo nome; si tratti di un legislatore teocratico, di un terrorista o di un fondamentalista biblico che entra armato in una clinica in cui si praticano aborti e fa una strage; questi sono convinti della moralità delle loro azioni, e sono sostenuti da grandi masse più o meno d'accordo, anche se non sempre capaci di compiere gli stessi gesti; e non c'è nessuno che abbia l'autorità per distoglierli da quell'interpretazione.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #69
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    Rimane il fatto che se viene violata la legislazione dello Stato, il credente viene punito.
    La normativa dei testi sacri vale per i credenti in quei testi. Lo Stato teocratico, attualmente, non dovrebbe esistere, essendo frammisti credenti e atei. Uno stato islamico per esistere dovrebbe espellere gli atei e gli appartenenti ad altre religioni. Lo stesso discorso vale per uno Stato cristiano che volesse imporre a tutti riti cristiani come battesimo e comunione.

    Comunque, spesso non si tratta nemmeno di interpretazioni diverse dello stesso testo sacro, ma di conseguenze diverse tratte dallo stesso verso. Le conseguenze che se ne traggono sono del tutto arbitrarie. E' questo per esempio il caso di tutti i dogmi cattolici.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  10. #70
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Rimane il fatto che se viene violata la legislazione dello Stato, il credente viene punito.
    questo è un altro paio di maniche, indipendente da quanto affermato dal testo sacro, quanto meno in senso univoco; infatti, questa supremazia dello stato - cioè l'attitudine a relativizzare il precetto sacro e ad espungerlo dalla legge - è storicamente nata contro quella della legge religiosa;
    La normativa dei testi sacri vale per i credenti in quei testi. Lo Stato teocratico, attualmente, non dovrebbe esistere, essendo frammisti credenti e atei.
    idea che, personalmente, condivido; ma non è condivisa da un numero rilevantissimo di credenti; infatti:
    Uno stato islamico per esistere dovrebbe espellere gli atei e gli appartenenti ad altre religioni. Lo stesso discorso vale per uno Stato cristiano che volesse imporre a tutti riti cristiani come battesimo e comunione.
    non è necessario il totalitarismo religioso; basta che il credente persegua l'uniformità della legge civile a quella che egli ritiene essere la legge religiosa; pertanto, avrai una maggioranza di musulmani che non protesta o si oppone all'esecuzione dei gay, poiché non la ritiene contrastante con un'interpretazione legittima della Sharia;
    e avrai un certo numero di cattolici che si batte perché la legge civile osservi la propria nozione di "famiglia" - desunta dal testo - impedendo forzosamente a chi non la condivida di perseguirne un'altra;

    [/quote]Comunque, spesso non si tratta nemmeno di interpretazioni diverse dello stesso testo sacro, ma di conseguenze diverse tratte dallo stesso verso.[/quote]
    che differenza c'è ? le conseguenze diverse non sono frutto di una diversa interpretazione del costrutto ?
    Le conseguenze che se ne traggono sono del tutto arbitrarie. E' questo per esempio il caso di tutti i dogmi cattolici.
    a parte i dogmi cattolici, che hanno una genesi extra-testuale, ed evidentemente la tua obiezione è fondata per questo motivo, i problemi si originano dal testo stesso; prendi il verso di Matteo sull'indissolubilità del matrimonio, e comparalo alla procedura esegetica che avviene nella legge civile:

    ora, nella prassi di quest'ultima, le norme di un testo vengono valutate da tutti in base ad un comune criterio scientifico che ne stabilisce la gerarchia: per cui, se la nozione di "famiglia" contrasta con una di rango più elevato, come per esempio quella di "uguaglianza", anche il giurista cattolico o conservatore dovrà convenire su una determinata interpretazione; questo perché c'è un comune denominatore sulle regole;

    teoricamente, si potrebbe fare lo stesso per il passo di Matteo, e affermare che è inconcepibile che una norma generale e sovraordinata come quella di amare il prossimo come se stessi ammetta l'unilateralità afflittiva di voler trattenere un coniuge contro la sua volontà;
    teoricamente; perché se, al contrario di una procedura di vaglio costituzionale, le autorità religiose non riconoscono un arbitro, poiché esse stesse si atteggiano ad interpreti autentici, arbitri, che vuoi dirimere ?

    l'asimmetria, però, è tra morali laiche, che riconoscono come fine la libertà da darsi vincoli ulteriori rispetto a quelli della legge civile - es.: non divorziare, non mangiare carne o derivati - e morali religiose, le quali storicamente, proprio per la natura dei testi su cui si basano, si prestano ad interpretazioni totalitarie ed aggressive, in cui quel limite che io ammetto come scelta volontaria, si tenta di imporlo anche a chi non lo condivide in nome di una sua origine "divina", quindi come Sommo Bene, superiore;
    perché questa, purtroppo, è stata la norma; e dove ha smesso di esserlo non è mai stato per spontanea ritrazione dei religiosi, ma per l'intervento dello stato a reprimere quella propensione.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #71
    رباني L'avatar di King Kong
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    Mi sembra che emergano piú elementi:
    i testi sacri non sono normativi nel senso degli articoli di legge civile e penale , come non lo é una Costituzione o la Carta dei Diritti dell'Uomo.
    Questi, come quelli, sono i punti di riferimento ai quali poi il legislatore dará la sua interpretazione per ordinare le formule generali in articoli particolari.
    Restando all'esempio dell'articolo sulla blasfemia nel codice pakistano e del carabiniere che deve difendere la legge, ció non viene regolato dal versetto del Corano citato e nemmeno nell'articolo 2 della Costituzione Italiana. Per derivare l'articolo di legge dal testo di riferimento devo prima capirne il senso e poi cercare il modo migliore per vedere applicato il principio. Non sempre la prima soluzione é la migliore, e forse nemmeno la seconda o la terza, per questo gli articoli di legge vengono riformati e reinterpretati. Che la correzione di una norma abbia bisogno di un anno o un secolo non mi agita, alcune caratteristiche della vita sociale cambiano piú velocemente di altre. Non mi agita nemmeno il fatto che alcune norme vengano cambiate a motivo di pressioni "esterne", la Storia é fatta di lotte per la conquista dei diritti nelle societá con forti riferimenti religiosi cosí come nelle societá laiche. Quello che mi sembra piú rilevante é che motivi religiosi, ma anche laici, vengano regolarmente strumentalizzati per affermare i rapporti di forza all'interno della dialettica politica. Una verginitá in questo senso non esiste né da una parte né dall'altra. Che la legislatura laica super partes sia nata per contrastare il potere religioso é in questo senso e per quel che mi riguarda, irrilevante. Il diritto romano esisteva prima della chiesa cattolica e della sua influenza sulla societá civile. In realtá si tratta sempre di rapporti di forza. Quanto all'interpretazione totalitaria ed aggressiva dei testi, anche in questo caso non mi sembra un'esclusiva "religiosa". Le leggi razziali del fascismo e del nazismo non hanno avuto origini religiose come nemmeno gli espropri, le confische, l'immoralitá della proprietá privata e le "purghe" per i dissidenti, veri o presunti, negli stati socialisti, nè tantomeno sono stati motivi religiosi ad armare la mano di Kemal Ataturk per fare strage delle popolazioni curde, armene e dell'elite religiosa ottomana. Rifiuto anche l'obbligatorietá di una interpretazione unica dei testi di riferimento. L'interpretazione del testo religioso, come l'interpretazione della storia, é dialettica, non perchè l'origine é incompleta o "debole", ma perchè le nostre capacitá interpretative maturano nel tempo, né piú né meno come le capacitá di interpretare i fenomeni della fisica, della chimica, della biologia.
    Alla fine, per quel che mi riguarda in questa lunga discussione, ribadisco la mia convinzione secondo la quale i testi sacri sono in primo luogo punto di riferimento per chi intraprende un percorso di ricerca di fede che parte da una visione soggettiva e che pertanto hanno una valenza diversa da quella che qui si vuole loro attribuire. Che altri vogliano abusare dei testi per armare la mano degli ingenui é deplorevole, ma caratteristica di chi, con impressionante ripetitività, lancia di volta in volta ideali come l'illuminismo, il nazionalismo, il socialismo, per reclutare la mano d'opera da mandare al macello.
    Aut hic aut nullubi

  12. #72
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da King Kong Visualizza Messaggio
    Mi sembra che emergano piú elementi:
    i testi sacri non sono normativi nel senso degli articoli di legge civile e penale , come non lo é una Costituzione o la Carta dei Diritti dell'Uomo.
    Questi, come quelli, sono i punti di riferimento ai quali poi il legislatore dará la sua interpretazione per ordinare le formule generali in articoli particolari.
    beh, no; non è lo stesso;
    per quanto suscettibili di interpretazioni evolutive, le Carte che citi sono strutturate e scritte con un certo grado di rigidità concettuale che si impone al momento dell'interpretazione, e in modo tale che non sia possibile derogare rispetto ai principi fondamentali, ma solo raffinare - e in modo tassativo - in casi speciali - es., un trattamento di favore per categorie svantaggiate;

    a differenza dei testi sacri, una Carta è ordinata e scritta già disponendo una gerarchia di principi, e non precetti contraddittori - a) predicate ai solo ebrei; b) predicate alle nazioni - o formule anodine - che la tua destra non sappia...

    Restando all'esempio dell'articolo sulla blasfemia nel codice pakistano e del carabiniere che deve difendere la legge, ció non viene regolato dal versetto del Corano citato e nemmeno nell'articolo 2 della Costituzione Italiana. Per derivare l'articolo di legge dal testo di riferimento devo prima capirne il senso e poi cercare il modo migliore per vedere applicato il principio. Non sempre la prima soluzione é la migliore, e forse nemmeno la seconda o la terza, per questo gli articoli di legge vengono riformati e reinterpretati.
    qui introduci una valutazione di merito, che non c'entra col punto e mostra una confusione tra cose diverse, la volontà politica e l'esegesi di un testo:
    se interviene una valutazione di ordine politico a modificare l'attuazione di un principio, ciò accade sempre per estensione o, più raramente, limitazione, dei destinatari di una norma, soggetti di un diritto, ecc... - es. l'estensione della nozione di "famiglia" alle cd. famiglie di fatto, 1975;

    ma questo non riguarda assolutamente la "correzione" di un precedente "errore" in vista di un "miglioramento", bensì una decisione politica, autoritativa; cioè, la precedente interpretazione era perfettamente intesa ed attuata, in quanto l'architettura normativa era chiara; non è che nel 1946 i costituenti si sono "sbagliati" quando hanno scritto "fondata sul matrimonio", per poi doversi correggere; non c'era equivoco nel testo, e qualunque giudice o cittadino alfabetizzato era in grado di comprendere il senso della norma; difficilmente una legge dispone in modo errato, tale da produrre ictu oculi effetti diversi da quelli intesi; e l'errore emerge e viene corretto in tempi brevissimi e senza controversie particolari;

    evidentemente, non è così per i testi sacri, se per molti secoli sono stati intesi in modo tanto difforme e le esegesi tanto diverse;

    Quanto all'interpretazione totalitaria ed aggressiva dei testi, anche in questo caso non mi sembra un'esclusiva "religiosa". Le leggi razziali del fascismo e del nazismo non hanno avuto origini religiose come nemmeno gli espropri, le confische, l'immoralitá della proprietá privata e le "purghe" per i dissidenti, veri o presunti, negli stati socialisti, nè tantomeno sono stati motivi religiosi ad armare la mano di Kemal Ataturk per fare strage delle popolazioni curde, armene e dell'elite religiosa ottomana.
    certo; ma il punto in questo caso è proprio quello a cui voglio arrivare:
    qualunque dottrina radicale non religiosa incontra il pregresso di imperativi e sentimenti morali, tali che l'ideologo e i suoi seguaci devono nascondere le proprie intenzioni ed azioni, percepite come immorali e sono in qualche modo inibiti da questa circostanza nel perseguire i loro fini criminali; questo è anche il meccanismo base di funzionamento del diritto internazionale;

    non è così nel caso della Legge di Dio, che si sostituisce alla morale precedente e ne crea una radicalmente nuova; e non è nemmeno un caso che le dittature che citi in effetti hanno cercato di atteggiarsi a rigenerazione morale di tipo religioso, creando caste, liturgie vere e proprie, su cui c'è una copiosa letteratura, in particolare nel caso del Nazismo;

    Rifiuto anche l'obbligatorietá di una interpretazione unica dei testi di riferimento. L'interpretazione del testo religioso, come l'interpretazione della storia, é dialettica, non perchè l'origine é incompleta o "debole", ma perchè le nostre capacitá interpretative maturano nel tempo, né piú né meno come le capacitá di interpretare i fenomeni della fisica, della chimica, della biologia.
    cioè, fammi capire: secondo te il testo di un vangelo o del Corano presenta le incognite della fisica ? può darsi, nel caso in cui - come per la fisica - dovessero emergere elementi nuovi, ossia extratestuali; ma quello che sto affermando è che il testo disponibile, di per sé, non si presta a dettare in modo univoco una filosofia morale, a normare le azioni umane; e la riprova è la difformità di massa dei comportamenti conseguenti;
    Alla fine, per quel che mi riguarda in questa lunga discussione, ribadisco la mia convinzione secondo la quale i testi sacri sono in primo luogo punto di riferimento per chi intraprende un percorso di ricerca di fede che parte da una visione soggettiva e che pertanto hanno una valenza diversa da quella che qui si vuole loro attribuire.
    puoi anche essere convinto che le armi da fuoco siano un passatempo divertente per chiunque, al poligono; ma difficilmente puoi ignorare che esse sono usate in guerra, per rapine, omicidi e altro; ora, la tua personale opinione sul tiro sportivo dovrebbe indurti ad una minor cautela nel disciplinare la vendita di armi da fuoco ?

    Che altri vogliano abusare dei testi per armare la mano degli ingenui é deplorevole, ma caratteristica di chi, con impressionante ripetitività, lancia di volta in volta ideali come l'illuminismo, il nazionalismo, il socialismo, per reclutare la mano d'opera da mandare al macello.
    l'illuminismo non è un'ideologia coordinata;
    a parte questo, mi pare che tu insista nel ritenere "abuso" ciò che è tale solo per una tua personale convinzione, ma non in quella di centinaia di milioni di persone che hanno la stessa tua libertà di interpretare un testo; li convinci tu i gerarchi iraniani che è coranicamente abusivo impiccare i gay ? i vescovi darebbero retta a me se dicessi loro che l'indissolubilità del matrimonio contraddice lo spirito evangelico ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #73
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ...evidentemente, non è così per i testi sacri, se per molti secoli sono stati intesi in modo tanto difforme e le esegesi tanto diverse;

    ...quello che sto affermando è che il testo disponibile, di per sé, non si presta a dettare in modo univoco una filosofia morale, a normare le azioni umane; e la riprova è la difformità di massa dei comportamenti conseguenti; ...
    In "Dottrina e alleanze" (58), si ha la conferma di ciò che affermo:

    21 Che nessuno infranga le leggi del paese, perché colui che osserva le leggi di Dio non ha bisogno di violare le leggi del paese. 22 Siate dunque soggetti ai poteri esistenti fino a che regni colui, il cui diritto è di regnare e che assoggetti tutti i suoi nemici ai suoi piedi. 23 Ecco, le leggi che avete ricevute dalla mia mano sono le leggi della Chiesa e le stimerete sotto questa luce. Ecco, qui sta la saggezza.

    Quindi le leggi date da Dio sono per la Chiesa, non per gli atei o chicchessia. La saggezza sta nel capire questo.

    Dio ha dato anche dei criteri per stabilire se una interpretazione di testo sia corretta o sbagliata. Per esempio si possono valutare i frutti di quella interpretazione. Oppure si valuta se quelle prescrizioni siano state confermate da rivelazioni successive.
    Se i frutti sono stragi di gay o di presunti blasfemi, l'interpretazione è errata o ci si rifà a testi troppo antiquati per poter dettare legge oggi. Di sicuro non è il Corano a prescrivere quelle stragi. E' solo nell'AT che Dio prescrisse stragi di popoli e lapidazioni per violazioni di regole (adulteri, sabato senza lavoro, blasfemia, ecc.).
    Quindi non puoi affermare che i libri di Dio siano ambigui e inadatti a fare normativa per i credenti, proprio perché ci sono dei criteri per stabilire la corretta interpretazione.

    Infine, come ha ben detto 'Abdu'l-bahà, ci sono normative variabili nel tempo - come quella sul matrimonio su cui tu insisti molto - che rappresentano un corollario della fede, e altre inossidabili, che rappresentano il fulcro della fede.
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ...a parte questo, mi pare che tu insista nel ritenere "abuso" ciò che è tale solo per una tua personale convinzione, ma non in quella di centinaia di milioni di persone che hanno la stessa tua libertà di interpretare un testo; li convinci tu i gerarchi iraniani che è coranicamente abusivo impiccare i gay ? i vescovi darebbero retta a me se dicessi loro che l'indissolubilità del matrimonio contraddice lo spirito evangelico ?
    Chi deve convincere chi è irrilevante. Le cose stanno così, anche se in Pakistan si continuerà a far strage di gay e nelle chiese cattoliche si continuerà a prostrarsi in preghiera davanti a crocifissi, statue e dipinti.

    Il fatto che tutti gli uomini fossero perversi ai tempi di Noè, non li giustificò davanti a Dio; allo stesso modo il fatto che ci siano centinaia di milioni di persone che seguono interpretazioni errate dei testi sacri, non li giustifica davanti a Dio e non rende le loro interpretazioni corrette.
    Ripeto che ci sono dei criteri per stabilire se una interpretazione sia corretta o meno.

    E tu continui a giudicare i libri di Dio, cercando di screditarli, nonostante io abbia già postato quanto affermato da sorella White in "Manoscritti scelti":

    Altri per ragioni differenti, mettono in dubbio i brani della Parola di Dio. Per questa ragione essi camminano sul sentiero preparato dal nemico. Ora, non è compito dell’uomo pronunciare giudizi contro la Parola di Dio e condannarne i versetti. Quando si pretende di poterlo fare, Satana creerà un tale clima per bloccare la crescita spirituale. Quando un uomo si sente molto saggio da poter criticare la Sua Parola, Dio considera la sua saggezza niente altro che stoltezza. {MS 28.4}
    Fate l'amore, non la guerra.
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  14. #74
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    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    Dio ha dato anche dei criteri per stabilire se una interpretazione di testo sia corretta o sbagliata. Per esempio si possono valutare i frutti di quella interpretazione. Oppure si valuta se quelle prescrizioni siano state confermate da rivelazioni successive.
    Se i frutti sono stragi di gay o di presunti blasfemi, l'interpretazione è errata o ci si rifà a testi troppo antiquati per poter dettare legge oggi. Di sicuro non è il Corano a prescrivere quelle stragi. E' solo nell'AT che Dio prescrisse stragi di popoli e lapidazioni per violazioni di regole (adulteri, sabato senza lavoro, blasfemia, ecc.).
    Quindi non puoi affermare che i libri di Dio siano ambigui e inadatti a fare normativa per i credenti, proprio perché ci sono dei criteri per stabilire la corretta interpretazione.
    criteri, evidentemente, non condivisi; infatti:

    Chi deve convincere chi è irrilevante. Le cose stanno così, anche se in Pakistan si continuerà a far strage di gay e nelle chiese cattoliche si continuerà a prostrarsi in preghiera davanti a crocifissi, statue e dipinti.
    eh, come il famoso avvocato, che, rivolto al suo assistito, fece: ti fatte 'sti vent'anni, che a 'sta corte fetente ci penso io...
    tu vivi qui, e oggi; se legittimi un testo senza poterne imporre un'interpretazione - così come fa lo stato con le sue leggi - ti metti in mano all'arbitrio;

    E tu continui a giudicare i libri di Dio, cercando di screditarli
    ho fatto solo notare la storia, che tu dovresti aver appreso a scuola, come tutti; quanto sangue è stato versato in nome di "Dio", anche da persone in buona fede ? se i testi non sono bastati ad impedire quell'uso, non è certo colpa mia;

    vedi, qui poi mostri tutta la tua colossale ingenuità, quasi infantile:
    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    In "Dottrina e alleanze" (58), si ha la conferma di ciò che affermo:

    21 Che nessuno infranga le leggi del paese, perché colui che osserva le leggi di Dio non ha bisogno di violare le leggi del paese. 22 Siate dunque soggetti ai poteri esistenti fino a che regni colui, il cui diritto è di regnare e che assoggetti tutti i suoi nemici ai suoi piedi. 23 Ecco, le leggi che avete ricevute dalla mia mano sono le leggi della Chiesa e le stimerete sotto questa luce. Ecco, qui sta la saggezza.

    Quindi le leggi date da Dio sono per la Chiesa, non per gli atei o chicchessia. La saggezza sta nel capire questo.
    perché ciò avvenga, le leggi dello stato devono essere quelle di Dio;
    se non sono le stesse, il credente si trova per forza in stato di conflitto, anche grave;
    pensa al credente obbligato a fare apostasia dalla legge sello stato, o a quello costretto ad ottemperare a norme in cui si dispongono comportamenti opposti a quelli dei sui testi sacri;
    sei avventista ? poniamo che domani, le leggi del tuo paese ti costringono a sterminare tutti i fedeli, che so, cattolici; che fai ?
    se il dettato che hai citato valesse come regola, non dovresti avere problemi, no ?

    ma se cominci ad eccepire, vuol dire che quella che hai enunciato non è una regola, dal momento che i maggiori crimini della storia sono stati compiuti legalmente;

    è incredibile che ad una persona interessata all'argomento religioso sfugga questo, che è il primo problema di quasi tutti i credenti: come atteggiarsi quando la legge di Dio e quella dello stato confliggono ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #75
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    perché ciò avvenga, le leggi dello stato devono essere quelle di Dio;
    se non sono le stesse, il credente si trova per forza in stato di conflitto, anche grave;
    pensa al credente obbligato a fare apostasia dalla legge sello stato, o a quello costretto ad ottemperare a norme in cui si dispongono comportamenti opposti a quelli dei sui testi sacri;
    sei avventista ? poniamo che domani, le leggi del tuo paese ti costringono a sterminare tutti i fedeli, che so, cattolici; che fai ?
    se il dettato che hai citato valesse come regola, non dovresti avere problemi, no ?

    ma se cominci ad eccepire, vuol dire che quella che hai enunciato non è una regola, dal momento che i maggiori crimini della storia sono stati compiuti legalmente;

    è incredibile che ad una persona interessata all'argomento religioso sfugga questo, che è il primo problema di quasi tutti i credenti: come atteggiarsi quando la legge di Dio e quella dello stato confliggono ?
    Non mi sfugge niente. Se le leggi dello Stato confliggono con le leggi divine, il credente dovrà obbedire alle seconde, a costo di essere perseguitato o addirittura ucciso. Su ciò Dio è chiaro, non equivoco.
    Spesso, però, lo Stato non obbliga a violare le leggi di Dio attraverso le sue. Lo Stato può permettere l'aborto, il divorzio, le coppie di fatto, la morte assistita, ecc., ma non obbliga nessuno a tali pratiche.
    Diverso il caso pakistano di omicidi di gay e blasfemi. In Pakistan bisognerebbe opporsi a tali norme ed eventualmente andarsene, se non si vuole essere vittima di rappresaglie governative. Lo stesso discorso vale se lo Stato precetta per guerre e azioni militari contro popoli o gruppi di persone che non meritano queste azioni governative.

    Ciò che ho citato vale come regola per i credenti, ma quando mai i credenti hanno obbedito fedelmente alle regole? Alcuni sì, ma molti no.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

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