Da "Le lezioni di San Giovanni d’Acri":

34 La confessione di fede di Pietro. (Testo completo)

Domanda: Nel Vangelo di S. Matteo è detto: “Tu sei
Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia chiesa” (26:18).
Qual è il significato di questo versetto?

Risposta: Questa espressione di Cristo è una conferma
della dichiarazione di Pietro, quando Cristo chiese:
“Chi credi che io sia?” E Pietro rispose: “Io credo che
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
Allora Cristo gli disse: “Tu sei Pietro” - poiché Cefa
in aramaico significa roccia - “e su questa pietra io edificherò
la mia chiesa”. Perché gli altri in risposta a Cristo
dissero che egli era Elia, e qualcuno disse Giovanni Battista,
e alcuni altri Geremia o uno dei Profeti.
Cristo desiderava, per suggerimento o per allusione,
confermare le parole di Pietro; così nei riguardi della appropriatezza
del nome, Pietro, egli disse: “E su questa
pietra io edificherò la mia chiesa”, volendo dire, la tua
certezza che Cristo è il figlio vivente di Dio, sarà la base
della Religione di Dio; e su questa fede poggeranno le
fondamenta della chiesa di Dio
, che è la Legge di Dio.
L’esistenza della tomba di Pietro a Roma è dubbia;
essa non è stata provata; alcuni dicono che essa sia in
Antiochia.
Inoltre, confrontiamo la vita di alcuni papi con la religione
di Cristo. Cristo, affamato e senza tetto, si cibava
di erbe del deserto, ed era contrario a ferire i sentimenti
di chicchessia. Il papa si sposta in una carrozza coperta
di ori e trascorre le sue giornate nella più grande magnificenza,
fra comodi e lusso, ricchezze e adorazione, quali
i re non hanno mai avuto.
Cristo non fece male a nessuno, ma alcuni papi sacrificarono
gente innocente: riferitevi alla storia. Quanto
sangue è stato versato unicamente per mantenere il loro
potere temporale! Per una semplice differenza di opinione
fecero arrestare, imprigionare e sopprimere migliaia
di servitori dell’umanità e dotti che avevano scoperto i
segreti della natura. A che punto essi ostacolarono la verità!
Riflettete sulle istruzioni di Cristo ed esaminate le
abitudini e le usanze dei papi. Considerate: vi è nessuna
rassomiglianza fra gli insegnamenti di Cristo e il modo
di governare dei papi? Noi siamo contrari alle critiche,
ma la storia del Vaticano è veramente straordinaria.
Il contenuto del nostro ragionamento è questo, che gli
insegnamenti di Cristo sono una cosa e i metodi del governo
pontificio sono tutt’altra cosa; essi non concordano.
Quanti Protestanti furono uccisi per ordine dei papi!
Quante tirannidi e oppressioni furono favorite,
quante punizioni e torture furono inflitte! Può nessuna
delle dolci fragranze di Cristo essere ritrovata in queste
azioni? No! In nome di Dio! Questa gente non obbedì a
Cristo mentre Santa Barbara, il cui ritratto è davanti a
noi, obbedì a Cristo, seguì le sue orme e mise in pratica i
suoi comandamenti. Fra i papi vi furono anche alcune
anime benedette che seguirono le orme di Cristo, specialmente
nei primi secoli dell’era cristiana, quando
mancavano i beni temporali e le prove imposte da Dio
erano dure. Ma quando i papi entrarono in possesso del
potere temporale e acquisirono prosperità e onori mondani,
il governo papale, dimentico interamente di Cristo,
si occupò del potere temporale, di grandezze, di agi e di
lussi; soppresse persone, si oppose alla diffusione della
cultura, tormentò gli uomini di scienza, ostacolò la luce
della conoscenza ed emanò ordini di uccisioni e di saccheggi.
Migliaia di anime, uomini di scienza e senza
peccato, perirono nelle prigioni di Roma. Con tutti questi
metodi e azioni, come si poteva credere all’esistenza del
Vicariato di Cristo?
La sede papale ebbe costantemente a ostacolare la conoscenza;
perfino in Europa si ammette che la religione
si oppone alla scienza, e che la scienza distrugge le fondamenta
della religione. Mentre la Religione di Dio
promuove la verità, è fondatrice della scienza e della conoscenza,
è piena di benevolenza per gli uomini di
scienza, è la civilizzatrice dell’umanità, scopre i segreti
della natura e illumina gli orizzonti del mondo. Di conseguenza,
come si può dire che si oppone al sapere? Dio
non voglia! Anzi, per Dio, la conoscenza è il più munifico
dono dato all’uomo e la più nobile delle umane perfezioni.
Opporsi alla conoscenza è ignoranza, e colui che
detesta il sapere e la scienza non è un uomo, ma piuttosto
un essere senza intelligenza. Perché la conoscenza è
luce, vita, felicità, perfezione, bellezza, e indica la facoltà
di avvicinarsi alla Soglia dell’Unità. La conoscenza è
l’onore e la gloria del mondo dell’umanità e la più grande
generosità di Dio. La conoscenza è guida; la non conoscenza
è vero errore. Felici coloro che trascorrono il
tempo nell’accrescere il loro sapere, nello scoprire i segreti
della natura e nel penetrare le sottigliezze della pura
verità! Miseri coloro che vivono contenti della loro ignoranza,
coloro i cui cuori si rallegrano nelle futili imitazioni,
che sono caduti nelle più basse profondità
dell’ignoranza e della stoltezza, e hanno sprecato le loro
vite!