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Discussione: L'infanzia fa schifo

  1. #1
    Superstite L'avatar di Doppio
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    L'infanzia fa schifo

    Di norma detesto i bambini, quindi il mio atteggiamento nei confronti del loro disagio oscilla tra l'indifferenza e un vago sentimento di soddisfazione per aver ormai superato quella fase, ma siamo sotto Natale, la loro festa preferita, perciò ho pensato di dedicargli un topic che metta in luce un aspetto poco condiviso, ma a mio avviso assolutamente evidente.
    Molti sono abituati a considerare l'infanzia come un momento gioioso e spensierato, costituito unicamente dal gioco e lontano dai problemi veri che faranno la parte del leone durante l'età adulta. Secondo me questa è opinione del tutto falsa che deriva principalmente da un paio di bug della psiche umana: in primo luogo la selettività dei ricordi che tende a farci dimenticare le cose spiacevoli in favore di quelli piacevoli, mettendo sempre più rosa nel filtro dell'ottica che guarda al passato mano a mano che la memoria si fa più sfumata; in secondo luogo la nostra attitudine ad adottare il nostro metro di giudizio anche dove non avrebbe senso farlo, ignorando in tal modo che, per quanto ci possano apparire insignificanti da adulti, i problemi che avevamo da bambini erano montagne insormontabili e tra l'altro ci toccava affrontarli disponendo di un vocabolario di parolacce e bestemmie assai più povero, cosa davvero frustrante.

    Entriamo nel vivo, dell'analisi, andiamo indietro indietro, non possiamo ricordarlo ovviamente, ma sappiamo bene quale è stata la primissima cosa che abbiamo fatto appena nati: abbiamo pianto. Non ci è dato sapere il perché, ma è un dato incontrovertibile: la prima azione volontaria che un essere umano compie al momento di venire al mondo è esplicitare la sua sofferenza. Il pianto ci accompagnerà a lungo nel nostro viaggio, dapprima sarà quasi l'unico modo di relazionarci agli altri, poi impareremo a parlare, ma continueremo comunque a piangere molto spesso (è vero, i bambini ridono anche molto spesso, ma crescendo si perde certamente di più il pianto di quanto non si perda il riso, non è così illogico pensare che si impari col tempo a soffrire un po' di meno, mentre nei primi anni si manchi degli strumenti di difesa adeguati).
    Assodato che sofferenza e tristezza siano ben lungi dall'essere retaggio esclusivo dell'età adulta, passiamo ad un altro sentimento che permea la vita di ogni bambino: la paura. Il mondo sa essere un luogo davvero terrificante, non so voi, ma io ben poco riesco a ricordare che mi abbia sconvolto di più dei miei incubi ricorrenti dell'infanzia, ancora oggi sono stampati indelebilmente nella mia memoria, e ancora oggi riescono a provocarmi un brivido, ma quello è niente... a volte ho l'impressione che nessuno ricordi cosa significasse avere paura del buio, niente e nessuno può difenderti dal buio, non sparirà certo chiudendo gli occhi. Inoltre gli adulti, teoricamente unica fonte di rassicurazione per queste paure molto spesso sono del tutto impotenti, loro nemmeno li vedono i mostri che si celano sotto il letto o nell'armadio, che mai potrebbero fare?
    Gli altri bambini non mancano a rendere l'infanzia un'esperienza atroce, sono egoisti, non tengono in nessun conto i sentimenti altrui, l'empatia si sviluppa con il tempo, prima che questo accada prepotenza, discriminazione e bullismo saranno la norma, il branco sarà coeso perché nessuno sarà davvero consapevole di stare ferendo il diverso/debole di turno.
    In ultimo torniamo al rapporto con gli adulti, questo è a mio avviso l'aspetto peggiore di tutta la faccenda: l'opinione del più stupido adulto sarà presa in considerazione più di quella del più intelligente tra i bambini, lui saprà tutto e tu niente e contraddirlo susciterà solo ilarità. Ricordo di essere stato da piccolo a vedere uno spettacolo dell'illusionista David Copperfield, sapevo bene che si trattava di trucchi, tra l'altro il mago stesso lo dichiarava all'inizio dello spettacolo, nondimeno, il giorno dopo, raccontando la mia esperienza a un qualche zio percepivo chiaramente l'atteggiamento di dileggio insito nella convinzione che io, in quanto bambino, fossi ovviamente convinto di aver assistito a delle vere magie, ma il punto più alto si raggiunse quando mi trovai a parlare del famoso numero di levitazione, ricordo ancora le parole esatte che accompagnavano quella che era pura e semplice derisione: "È attaccato a dei fili, quelli per pescare", neanche non fossi stato in grado di comprendere la parola nylon (o forse non la conosceva lui, ma si sentiva comunque in grado di smerdarmi con la sua incredibile perspicacia), io provavo a spiegare che sapevo bene che non stava veramente volando, ma che anche disponendo di fili di nylon che reggano i novanta/cento chili di un essere umano rimanendo comunque invisibili agli occhi indagatori di un teatro intero, appendersi agli stessi senza rimanerne affettati sarebbe meno plausibile di una propulsione a scoregge, ma non c'era niente da fare... quel bieco pezzetto di letame se la rideva e non mi ascoltava nemmeno più, e il bello è che sono convinto che non si sia minimamente reso conto ne di stare offendendo la mia intelligenza, ne di essere lui quello che stava dicendo qualcosa di ridicolo, solo io lo sapevo in quel momento. e mi mortificava da morire non poterlo fare capire a nessuno, oggi invece sono più libero dai giudizi altrui, non me ne importerebbe più di tanto, ma per il me bambino, giustamente in cerca di riconoscimentonon era un problema da nulla.

    E voi? Siete convinti che l'infanzia sia un'isola felice o vi trovate meglio adesso? Avete qualche aneddoto che vi ricorda che almeno a volte essere un bambino faceva schifo?
    Non avete ancora visto niente

    Moderatore droghe

  2. #2
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Direi che condivido la tua analisi, sotto un certo punto di vista: da bambino non hai molti strumenti di difesa e spesso chi dovrebbe proteggerti, ossia l'adulto, in realtà ti ferisce più di quanto ti stia in realtà aiutando.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #3
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    L'infanzia è decisiva. Le esperienze che si fanno da piccoli e il modo col quale le elaboriamo e le superiamo, formano la Persona che diveniamo da adulti.
    amate i vostri nemici

  4. #4
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    L'infanzia oggi è molto protetta e i bambini che hanno la fortuna di avere una famiglia di media qualità non se la passano tanto male. Fra scuola, programma di monitoraggio sanitario, famiglia e attività extra-scolastiche il loro mondo ruota intorno a buoni punti di riferimento. Detto questo, crescere è una fatica abbastanza sofferta, ma vuoi mettere farlo in una famiglia schifosa o addirittura senza?
    Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.

  5. #5
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    Gli altri bambini non mancano a rendere l'infanzia un'esperienza atroce, sono egoisti, non tengono in nessun conto i sentimenti altrui, l'empatia si sviluppa con il tempo, prima che questo accada prepotenza, discriminazione e bullismo saranno la norma, il branco sarà coeso perché nessuno sarà davvero consapevole di stare ferendo il diverso/debole di turno.
    si ho sofferto pure io..
    ma li assolvo tutti per incapacitá di intendere e volere al momento dei fatti e dato la minore etá nessuna annotazione sulla fedina penale

    le cose cambiano in etá adulta ..se uno é rimasto lo stesso bullista e usa le identiche dinamiche é un grande idiota ai miei occhi
    (e ce ne son tanti!!)
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  6. #6
    Opinionista L'avatar di follemente
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    La mia infanzia tutto sommato è stata bella, anche se le percosse ed i calci di mio padre non li dimenticherò e nemmeno il vittimismo di mia madre.

  7. #7
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Può darsi che l'infanzia faccia schifo, ma l'età adulta è peggio, quindi...

  8. #8
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    ...quindi teniamoci uno straccio di avatar pe nasconderci la faccia
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  9. #9
    Mia madre, da buon insegnante, ha sempre adottato il metodo Montessori, con me.

    In vita mie le avrò rotto una cinquantina di cucchiai di legno ed almeno una trentina di manici di scopa dal 1981 al 1986!!

    Un record credo.
    Bambol utente of the decade

  10. #10
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Jung, Freud e quasi tutti gli psicanalisti sono concordi, in questo: Il Padre e la Madre, i nostri rapporti con loro durante l'infanzia, rivestono sempre un ruolo decisivo nella formazione della nostra personalità. Dopo vengono fratelli e sorelle.
    amate i vostri nemici

  11. #11
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    Di norma detesto i bambini, quindi il mio atteggiamento nei confronti del loro disagio oscilla tra l'indifferenza e un vago sentimento di soddisfazione per aver ormai superato quella fase, ma siamo sotto Natale, la loro festa preferita, perciò ho pensato di dedicargli un topic che metta in luce un aspetto poco condiviso, ma a mio avviso assolutamente evidente.
    Molti sono abituati a considerare l'infanzia come un momento gioioso e spensierato, costituito unicamente dal gioco e lontano dai problemi veri che faranno la parte del leone durante l'età adulta. Secondo me questa è opinione del tutto falsa che deriva principalmente da un paio di bug della psiche umana: in primo luogo la selettività dei ricordi che tende a farci dimenticare le cose spiacevoli in favore di quelli piacevoli, mettendo sempre più rosa nel filtro dell'ottica che guarda al passato mano a mano che la memoria si fa più sfumata; in secondo luogo la nostra attitudine ad adottare il nostro metro di giudizio anche dove non avrebbe senso farlo, ignorando in tal modo che, per quanto ci possano apparire insignificanti da adulti, i problemi che avevamo da bambini erano montagne insormontabili e tra l'altro ci toccava affrontarli disponendo di un vocabolario di parolacce e bestemmie assai più povero, cosa davvero frustrante.

    Entriamo nel vivo, dell'analisi, andiamo indietro indietro, non possiamo ricordarlo ovviamente, ma sappiamo bene quale è stata la primissima cosa che abbiamo fatto appena nati: abbiamo pianto. Non ci è dato sapere il perché, ma è un dato incontrovertibile: la prima azione volontaria che un essere umano compie al momento di venire al mondo è esplicitare la sua sofferenza. Il pianto ci accompagnerà a lungo nel nostro viaggio, dapprima sarà quasi l'unico modo di relazionarci agli altri, poi impareremo a parlare, ma continueremo comunque a piangere molto spesso (è vero, i bambini ridono anche molto spesso, ma crescendo si perde certamente di più il pianto di quanto non si perda il riso, non è così illogico pensare che si impari col tempo a soffrire un po' di meno, mentre nei primi anni si manchi degli strumenti di difesa adeguati).
    Assodato che sofferenza e tristezza siano ben lungi dall'essere retaggio esclusivo dell'età adulta, passiamo ad un altro sentimento che permea la vita di ogni bambino: la paura. Il mondo sa essere un luogo davvero terrificante, non so voi, ma io ben poco riesco a ricordare che mi abbia sconvolto di più dei miei incubi ricorrenti dell'infanzia, ancora oggi sono stampati indelebilmente nella mia memoria, e ancora oggi riescono a provocarmi un brivido, ma quello è niente... a volte ho l'impressione che nessuno ricordi cosa significasse avere paura del buio, niente e nessuno può difenderti dal buio, non sparirà certo chiudendo gli occhi. Inoltre gli adulti, teoricamente unica fonte di rassicurazione per queste paure molto spesso sono del tutto impotenti, loro nemmeno li vedono i mostri che si celano sotto il letto o nell'armadio, che mai potrebbero fare?
    Gli altri bambini non mancano a rendere l'infanzia un'esperienza atroce, sono egoisti, non tengono in nessun conto i sentimenti altrui, l'empatia si sviluppa con il tempo, prima che questo accada prepotenza, discriminazione e bullismo saranno la norma, il branco sarà coeso perché nessuno sarà davvero consapevole di stare ferendo il diverso/debole di turno.
    In ultimo torniamo al rapporto con gli adulti, questo è a mio avviso l'aspetto peggiore di tutta la faccenda: l'opinione del più stupido adulto sarà presa in considerazione più di quella del più intelligente tra i bambini, lui saprà tutto e tu niente e contraddirlo susciterà solo ilarità. Ricordo di essere stato da piccolo a vedere uno spettacolo dell'illusionista David Copperfield, sapevo bene che si trattava di trucchi, tra l'altro il mago stesso lo dichiarava all'inizio dello spettacolo, nondimeno, il giorno dopo, raccontando la mia esperienza a un qualche zio percepivo chiaramente l'atteggiamento di dileggio insito nella convinzione che io, in quanto bambino, fossi ovviamente convinto di aver assistito a delle vere magie, ma il punto più alto si raggiunse quando mi trovai a parlare del famoso numero di levitazione, ricordo ancora le parole esatte che accompagnavano quella che era pura e semplice derisione: "È attaccato a dei fili, quelli per pescare", neanche non fossi stato in grado di comprendere la parola nylon (o forse non la conosceva lui, ma si sentiva comunque in grado di smerdarmi con la sua incredibile perspicacia), io provavo a spiegare che sapevo bene che non stava veramente volando, ma che anche disponendo di fili di nylon che reggano i novanta/cento chili di un essere umano rimanendo comunque invisibili agli occhi indagatori di un teatro intero, appendersi agli stessi senza rimanerne affettati sarebbe meno plausibile di una propulsione a scoregge, ma non c'era niente da fare... quel bieco pezzetto di letame se la rideva e non mi ascoltava nemmeno più, e il bello è che sono convinto che non si sia minimamente reso conto ne di stare offendendo la mia intelligenza, ne di essere lui quello che stava dicendo qualcosa di ridicolo, solo io lo sapevo in quel momento. e mi mortificava da morire non poterlo fare capire a nessuno, oggi invece sono più libero dai giudizi altrui, non me ne importerebbe più di tanto, ma per il me bambino, giustamente in cerca di riconoscimentonon era un problema da nulla.

    E voi? Siete convinti che l'infanzia sia un'isola felice o vi trovate meglio adesso? Avete qualche aneddoto che vi ricorda che almeno a volte essere un bambino faceva schifo?
    Condivido tutto.

    Però l'età adulta che io ho vissuto e vivo è peggio. Da bambino, anche se puoi avere problemi, sai che prima o poi crescerai, hai una speranza concreta anche se le cose non vanno bene, da adulto sai che diventerai vecchio e sarà sempre peggio.

  12. #12
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Perdonami Tiberio, puoi dirmi quanti anni hai?
    amate i vostri nemici

  13. #13
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    io comunque lo farei cambio.

    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Perdonami Tiberio, puoi dirmi quanti anni hai?
    https://discutere.it/member.php?3063...outme&simple=1
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  14. #14
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Forse il problema sta nel protrarre qualsiasi fase della vita troppo a lungo.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  15. #15
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Tiberio Visualizza Messaggio
    Sei ancora un ragazzo: Su con la Vita, cavolo!!!
    amate i vostri nemici

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