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Discussione: Massa ed élite in Europa secondo Baricco

  1. #16
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    mi sembra un discorso molto eurocentrico, e un po' a sproposito, visto che l'Europa rappresenta meno del 10% della popolazione mondiale; Baricco ha scritto interessanti pagine di musicologia, ma qui sconfina in una materia di cui è dilettante, se va bene;

    peraltro, per loro natura secolare, le élites europee sono tutt'altro che distaccate dal popolo, per una banalissima questione di territorio e antropizzazione; al contrario degli USA, dove i ricchi possono effettivamente isolarsi dai poveri e dalla gente qualsiasi, in quartieri-villaggi presidiati da polizie private, dove non arriva alcun disagio, le élites europee - si tratti di semplici agiati e potenti o di influencers dal reddito molto inferiore ma dalle capacità di incidere sull'ideologia generale - vivono tutte al più a poche centinaia di metri dal "disagio"; tutto il territorio europeo in questo senso è promiscuo;

    poi, è un falso storico che l'idea di Europa sia stata imposta; è ovvio che le generazioni di oggi, cresciute nella pace, apprezzano poco; le guerre sembrano preistoria, ma abbiamo avuto nei Balcani un esempio di quello che può succedere quando le cose sfuggono di mano;

    ma anche quella storia per cui in certi paesi dopo decisioni "populiste" si sia tornato votare per inficiarle è una cazzata; semplicemente - come per la Brexit - una maggioranza ha prima deciso, poi acceso il cervello, per ricredersi;
    i greci si sono resi conto che uscire dall'euro sarebbe costato di più che accettare la Troika; fine; e così i britannici ora;

    il vero problema delle élites europee è che si trovano a dover prospettare alle masse l'alternativa tra il peggio e il meno peggio, a fronte di una domanda pressante e costante, risultato delle pressioni esterne degli emergenti, il resto del mondo;
    perciò quelli balbettano, perché sarebbe più facile la leadership in una situazione apocalittica, di guerra o altro.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #17
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Ma solo a me Barrico fa cascare le ovaie?
    Boh, non riesco a leggerlo. Ci ho provato più volte ma nada.
    Poi quando leggo che i giornalisti fanno parte dell'élite che possiede una bella fetta di denaro, le ovaie mi rotolano proprio via, rumorosamente.


    Anch'io ho faticato un po' a seguirlo, ma l'ho riletto un paio di volte. Proprio per questo volevo sapere se voi condividete quello che scrive, visto che ultimamente se ne parla molto.

  3. #18
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    mi sembra un discorso molto eurocentrico, e un po' a sproposito, visto che l'Europa rappresenta meno del 10% della popolazione mondiale; Baricco ha scritto interessanti pagine di musicologia, ma qui sconfina in una materia di cui è dilettante, se va bene;

    peraltro, per loro natura secolare, le élites europee sono tutt'altro che distaccate dal popolo, per una banalissima questione di territorio e antropizzazione; al contrario degli USA, dove i ricchi possono effettivamente isolarsi dai poveri e dalla gente qualsiasi, in quartieri-villaggi presidiati da polizie private, dove non arriva alcun disagio, le élites europee - si tratti di semplici agiati e potenti o di influencers dal reddito molto inferiore ma dalle capacità di incidere sull'ideologia generale - vivono tutte al più a poche centinaia di metri dal "disagio"; tutto il territorio europeo in questo senso è promiscuo;

    poi, è un falso storico che l'idea di Europa sia stata imposta; è ovvio che le generazioni di oggi, cresciute nella pace, apprezzano poco; le guerre sembrano preistoria, ma abbiamo avuto nei Balcani un esempio di quello che può succedere quando le cose sfuggono di mano;

    ma anche quella storia per cui in certi paesi dopo decisioni "populiste" si sia tornato votare per inficiarle è una cazzata; semplicemente - come per la Brexit - una maggioranza ha prima deciso, poi acceso il cervello, per ricredersi;
    i greci si sono resi conto che uscire dall'euro sarebbe costato di più che accettare la Troika; fine; e così i britannici ora;

    il vero problema delle élites europee è che si trovano a dover prospettare alle masse l'alternativa tra il peggio e il meno peggio, a fronte di una domanda pressante e costante, risultato delle pressioni esterne degli emergenti, il resto del mondo;
    perciò quelli balbettano, perché sarebbe più facile la leadership in una situazione apocalittica, di guerra o altro.
    Oggi la risposta di Mariana Mazzucato

    Chi manovra la collettività è la vera élite

    13 GENNAIO 2019
    Ma davvero è tutta colpa dell’Unione Europea e dei “poteri forti”? Capire realmente i meccanismi di Bruxelles e attivarci per modificarne i difetti potrebbe farci riscoprire cittadini consapevoli. L'economista interviene nel dibattito lanciato da Baricco

    DI MARIANA MAZZUCATO


    Nel suo articolo dell’11 gennaio Alessandro Baricco riassume un dibattito largamente diffuso e trattato in diversi ottimi recenti libri come Strangers in their own land di Arlie Hochschild. Secondo Baricco la crisi che stiamo attraversando e’ innanzitutto una crisi di fiducia delle masse nei confronti delle élite. Mi pare una lettura semplificante. Se non comprendiamo chi sono e come funzionano le élite, rischiamo di consolidarne le posizioni e il potere. Quindi, raccogliendo la sua sfida a “non farci fottere dalla apparente semplicità delle cose”, proviamo a guardare meglio dentro la sua analisi.

    Baricco afferma che la democrazia funziona quando le élite, pur proteggendo e incrementando i loro privilegi, riescono magnanimamente a dispensare una forma di convivenza accettabile per le masse. Non credo sia così. La democrazia ha creato società meno inique quando gli “esclusi” hanno saputo rappresentarsi e strappare alle élite concessioni che hanno reso meno penosa e più piena la vita di tutti (spesso anche delle élite stesse). Ma qui non c’è niente di deterministico. Ci sono voluti sindacati, movimenti ecologisti, movimenti femministi. Le otto ore di lavoro, condizioni decenti in fabbrica, il sistema sanitario nazionale, il voto alle donne, anche qui si potrebbe andare avanti per pagine … non sono stati graziosamente concessi dalle élite.

    Anzi, in quasi tutti questi casi, le élite hanno pervicacemente tentato di negare questi diritti. Sono state conquiste costate carissime ai milioni che hanno saputo organizzarsi, rappresentarsi, creando piattaforme comuni e forme di dibattito, ma anche di lotta. Certo, è vero che queste conquiste si sono consolidate quando una parte delle classi agiate le ha riconosciute come giuste e non più rimandabili. Ma c’è voluto il sangue. E, ancora più importante, dopo aver ottenuto il minimo dei diritti necessari, queste “non élite” hanno anche saputo tenerli in vita e innovarli, riempirli di senso. Prendiamo la scuola per tutti o il sistema sanitario nazionale. Milioni di donne e uomini, che non sono élite e a cui non interessa essere élite, hanno lavorato e continuano a lavorare giorno dopo giorno nelle scuole e negli ospedali, combattendo con mezzi limitati contro le inerzie sfinenti dell’ignoranza e della malattia, contro l’ignavia dei colleghi scansafatiche e le furberie degli amorali, per far sì che quelle istituzioni collettive fossero bene comune e dispensassero il meglio per tutti. Dove sono questi milioni nell’equazione di Baricco?

    È ristretta la veduta di chi considera solo le élite che incontra ogni giorno, in quel recinto protetto che Baricco pennella così bene, e l’oklos, la massa che sbraita in tv con i gilerini gialli. Guardando così, sembra che tutto stia avvenendo irrevocabilmente, come per influsso astrale. Nel mio libro Il valore di tutto parlo del bisogno di riscoprire il valore collettivo, proprio per lottare contro la logica delle disuguaglianze che hanno creato rabbia nella “gente”.

    L’odio per le élite, l’averne abbastanza, hanno ragioni profonde, inclusa la sequenza dei trattati comunitari fatti trangugiare come oche da ingrasso ai cittadini europei. Ma questo odio è stato attizzato, rinfocolato e indirizzato da chi scientemente ha costruito una narrazione semplificatoria, ma articolata, e ha capito prima di tutti che la diffusione planetaria del web avrebbe permesso di registrare ed elaborare miliardi di frammenti, componendoli in tanti ritratti individuali. Così da poter inoculare quella narrazione nei soggetti predisposti, con gli ingredienti giusti e il dosaggio necessario ad indirizzare l’odio e quindi usarlo. Il problema non è che un italiano su due stia su Facebook: ma che cosa c’è dentro Facebook e come lo usa chi lo controlla. E non succede tutto a Cupertino. Il Movimento 5 Stelle, che continuiamo ad analizzare come movimento ultramoderno e populista, è controllato da una piattaforma digitale posseduta in termini pressoché feudali da una famiglia, i Casaleggio, che secondo lo statuto del movimento può farne ciò che vuole.

    Prendiamo l’Europa. L’omeopatia dell’odio che passa attraverso Facebook eviterà sempre di raccontate come l’Unione Europea sia anche una forza collettiva che ha migliorato le condizioni di lavoro, imposto regole severe contro lo strapotere delle multinazionali, cercato di limitare la devastazione dell’ambiente, investito largamente nella costruzione di una cultura comune, speso miliardi per la ricerca scientifica collaborativa e collettiva laddove nessun soldo privato si arrischierebbe, laddove però si trovano i risultati più inattesi e dirompenti per curare. E, soprattutto, nasconderà che questi progressi ottenuti non sono stati una gentile concessione delle élite, ma sono frutto della pressione continua di cittadini, movimenti, gruppi ecologisti, avvocati dei diritti umani. Solo alla fine di un processo, fatto di lotte, sconfitte e vittorie queste proposte diventano leggi e regolamenti. Intendiamoci: la Ue ha fatto molti errori—fra cui l’ossessione di ridurre i deficit—e non e’ riuscita a fare sentire vicina alla vita quotidiana.

    Chi ha creato gli strumenti di manipolazione collettiva non l’ha fatto per il piacere di veder ballare i burattini. L’ha fatto perché è pagato da persone che hanno interessi economici precisi. Da persone che vedono nell’Unione Europea uno dei pochi ostacoli all’espansione planetaria del capitalismo senza regole. Infangare la Ue rende soldi perché un’istituzione pubblica indebolita e insicura di sé sarà più prona ai desiderata della grande industria, come pare già stia succedendo nell’agricoltura.
    E di che cosa parliamo quando parliamo di “usare i dati”? I dati possono essere usati per controllare e manipolare, ma possono essere anche adoperati per diffondere il bene comune. Prendiamo l’esempio di Barcellona, dove la sindaca Ada Colau con il progetto Decode sta provando a usare i dati sugli spostamenti dei cittadini generati da app come Citymapper per informare e disegnare un sistema di trasporto pubblico migliore per tutti. O i movimenti che, in molti paesi, vogliono che i dati sulla salute personale vengano usati non per arricchire le case farmaceutiche, ma per migliorare il servizio sanitario. Tutte queste nuove soluzioni arrivano alla Commissione europea e vengono poi discusse dalla DG-Connect, che elabora le politiche in materie di digitale e innovazione. Ma non sono le élite che le hanno proposte. Sono i movimenti, grazie a questa nuova ed evoluta forma di interazione tra élite e cittadini.

    La soluzione di Baricco è “lasciare il telefono a casa, camminare, e affidarsi alle intelligenze del Game”. No. Bisogna guardare queste nuove forme di relazione, capirle e moltiplicarle. Smettere di usare parole come “gente” e pensarci invece tutti come “cittadini”. Smettere di descrivere l’Unione Europea come un pachiderma sonnacchioso, irrazionale e imperscrutabile, e provare veramente a capire come funziona, denunciare le sue sclerosi e proporre soluzioni diverse. E lottare, con o senza telefonino, per questo.

  4. #19
    Chiamatemi Margherita L'avatar di Magiostrina
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Ma solo a me Barrico fa cascare le ovaie?
    Boh, non riesco a leggerlo. Ci ho provato più volte ma nada.
    Poi quando leggo che i giornalisti fanno parte dell'élite che possiede una bella fetta di denaro, le ovaie mi rotolano proprio via, rumorosamente.
    Più che altro possiedono il potere di manipolare l'opinione pubblica...
    Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.

  5. #20
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    Oggi la risposta di Mariana Mazzucato

    Chi manovra la collettività è la vera élite...
    a me sembra un po' frettolosa pure questa risposta;

    in effetti, oltre al fatto di essere tali, le élites non mostrano troppi elementi di omogeneità nei rispettivi gruppi;
    durante la seconda rivoluzione industriale, aristocrazia della rendita agraria e alta borghesia industriale erano certamente entrambe élites; ma la prima non aveva alcun interesse particolare ad un miglioramento della condizione economica dei ceti popolari;
    mentre la seconda, non per "bontà", ma per interesse, e quindi per cultura, aveva bisogno di consumatori che potessero spendere e tecnici da promuovere per potenziare la produzione, e quindi istruzione;

    quindi, anche la narrazione delle lotte e della contrapposizione è un po' ingabbiata nella dicotomia; di fatto, i leader delle masse popolari provenivano quasi sempre dalle élites, o trovavano ampi settori collaborativi e appoggi politici negli strati elitari della società.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #21
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Va bene: però oggi contano molto di più l'opinione pubblica ed il voto popolare.

  7. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Magiostrina Visualizza Messaggio
    Più che altro possiedono il potere di manipolare l'opinione pubblica...
    Non certo Baricco...

  8. #23
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    Va bene: però oggi contano molto di più l'opinione pubblica ed il voto popolare.
    beh, se pensi solo a tutte le perplessità che suscita ogni definizione di "élite"... quella di Baricco include i libri, anche se si è poveri; altri immaginano chissà cosa; ma se la parola non evoca qualcosa di convenzionalmente intuitivo e più o meno esatto, significa anche che non si tratta di un gruppo ideologicamente e politicamente omogeneo, che persegue fini altrettanto omogenei e contrapposti a quelli delle "masse";
    Trump, Putin e Boris Johnson sono élite ? direi di sì; Merkel e Draghi ? pure; perseguono gli stessi fini ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #24
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Mi pareva chiaro che la riflessione riguardasse solo l'Europa, sebbene Baricco non lo avesse detto esplicitamente.

    Comunque sono d'accordo con te: non ci può essere una definizione chiara, univoca e certa del termine élite, sebbene la gente percepisca tutti i poteri forti come tale.

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