Conte: «Per chi mi ha attaccato al parlamento Ue è stato il canto del cigno. I gilet gialli? Piaccia o meno sono il nuovo»
Il premier: «Il nostro governo esprime il cambiamento in Italia ed Europa: per questo mi attaccano, molti di loro non verranno rieletti». Le critiche al grillino Di Battista: «Non ha un ruolo di governo. E le sue posizioni non lo rispecchiano»

«Me li aspettavo, gli attacchi. Non prevedevo la scompostezza, le falsità. Ho avuto l’impressione che per alcuni parlamentari europei, il discorso di martedì sia stato un po’ il canto del cigno...». Serafico, e confermando la sua fama di incassatore, il premier Giuseppe Conte racconta l’aggressione verbale che ha subito nell’aula di Strasburgo, come un prezzo inevitabile pagato a quello che ritiene di rappresentare. «Il mio», osserva, «è un governo che esprime il cambiamento in atto in Italia e in Europa. Per questo mi hanno attaccato. Molti di loro sanno che non verranno rieletti. Sono figli di forze con una vecchia ispirazione. Il nuovo vento li spiazza. Ma dispiace solo che per colpirmi siano ricorsi a falsità, tipo che facciamo morire i bambini africani in mare o che difendiamo il venezuelano Nicolàs Maduro».

Eppure, quegli insulti hanno materializzato l’immagine di un’Italia accerchiata, isolata dagli alleati storici: nonostante il paradosso per il quale le parole più dure sono state pronunciate da Guy Verhofstadt, il leader liberale e europeista belga che due anni fa aveva trattato a lungo un accordo con i Cinque Stelle per farli entrare nel suo gruppo Alde. Lo spettacolo di martedì ha mostrato quanto tempo, politicamente, sia passato da allora; ma anche soltanto da dicembre, quando Conte riuscì a concludere una mediazione difficile con le istituzioni europee, evitando una procedura di infrazione contro l’Italia a causa della sua manovra economica: esito che sembrava quasi inevitabile. Il dubbio che gli attacchi segnino un logoramento della credibilità di Conte emerge spontaneo. Ma il premier lo scansa. Non avverte i limiti della maggioranza Cinque Stelle-Lega, né le diffidenze diffuse e trasversali che raccoglie; o meglio, le osserva da una prospettiva opposta a quella avversaria. «Semmai, ho visto nella polemica contro di me il tentativo di esorcizzare le novità di cui il mio governo è portatore», sostiene. «Tutti parlano di stabilità finanziaria, meno di stabilità politica e sociale. E si trascura il consenso interno altissimo che la mia maggioranza ha, altri Paesi no. Il premier socialista Pedro Sanchez, in Spagna, sta andando diritto verso il voto anticipato. In Belgio sul fiscal compact c’è stata una crisi di governo».

L’Italia, invece, a sentire Conte, rimarrebbe un’isola di stabilità circondata dall’instabilità altrui. «Nei quaranta minuti del mio intervento ho cercato di far capire lo stato di crisi dell’Unione europea e di indicare le strategie per uscirne. Sono stato critico e costruttivo. Loro, invece, no. Doveva essere la loro vetrina, ma non l’hanno occupata bene».

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Come si fa a dire che è un burattino? Perchè tutti scambiano sempre calma, eleganza e pacatezza per mancanza di carattere?
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