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Discussione: A proposito di carsimi...

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  1. #10
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Continuiamo a non capirci ab ovo. Ti viene contestato proprio, e non solo da me, che esista un campo predeterminato...
    Pazza, si può dialogare con calma? qua non si tratta di parlare di un problema muovendo dagli angoli opposti dell'essere credenti o non credenti. E' proprio un sapere condiviso (da Freud a Jung a Lacan a molti altri) quello che Padre e Madre rappresentano nella psiche dei Figli. Tantissime problematiche che le persone si portano appresso tutta la vita, muovono appunto da conflitti e incomprensioni vissuti coi Padri e con le Madri in età infantile e adolescenziale. Leggi qui, per favore:

    L’archetipo paterno, tra principio di realtà e principio spirituale
    Il padre generalmente è considerato come il portatore di un ‘principio di realtà’, mentre la madre di un ‘principio di sentimento’ (per non dire solo ‘principio del piacere’ che sembra riferirsi soltanto al godimento e per nulla alla responsabilità). La madre, in linea generale, invita più del padre ad una responsabilità relativa al sentimento piuttosto che alla ragione. Il padre esorta, e a volte costringe, a considerare la realtà e quindi a seguire regole e a prendersi gli impegni. Anche la madre fa questo, ma il bambino la percepisce come più accomodante, più incline a soddisfare bisogni che presumono una minore intransigenza e una maggiore sensibilità sentimentale. Il padre è dunque più duro, ma a fin di bene, insegna che ‘la vita è dura’ – quindi, per essere affrontata necessita di una certa ‘durezza’. Il modo di ragionare del padre – poiché esorta tipicamente al ‘realismo’ – è spesso concepito come più ‘meccanico’, con ingranaggi logici piuttosto spietati, ai quali ci si deve adeguare, altrimenti la realtà, la vita non funziona… ma le cose non stanno proprio così, perché le leggi della vita non sono ‘meccaniche’… del resto il Padre archetipico’ lo sa, ed è quindi anche portatore di un ‘principio spirituale’, di un’apertura verso la trascendenza, per un essere nella vita che è nella realtà, ma anche ‘oltre la realtà’.
    Il SI’ e il NO del padre
    Mentre nell’immagine materna il modo prevalente di proporre l’esperienza relazionale ai figli è il ‘sì, o il ‘forse’, o ‘ci accordiamo’, ‘adesso no’, oppure ‘non si può’, insomma la madre è considerata come più accomodante, più disponibile a sopportare i capricci. Il ‘No’ della madre viene sentito come più ‘rivedibile’ e meno ‘legittimo’ rispetto a quello del padre. Non tanto perché una madre sia effettivamente più debole del padre come persona, ma perché il materno è stato assimilato sin dal periodo dell’allattamento come un oggetto che nutre senza nulla dover dare, e quindi inconsciamente viene considerato prevalentemente in tal senso, come una fonte di ‘amore incondizionato. Nell’immagine paterna, invece l’amore appare come ‘condizionato’ e quindi sottoposto a regole, che devono risultare chiare e poco accomodabili. Perciò nella relazione con il padre bisogna accettare che esiste il ‘Sì’ ma anche il ‘No’, e quando ‘è No’, non sempre è giusto o è possibile spiegare il perché. Certamente un padre deve anche spiegare le ragioni del suo NO, ma fino ad un certo punto, cioè non fino allo sfinimento provocato dall’accettazione dei capricci ricattatori del figlio. Del resto, il figlio non sempre è in grado di comprendere e di accettare la spiegazione. Perciò un padre deve spesso assumersi la responsabilità che è ‘No perché è No e basta!’. Anche questo può apparire meccanico, rigido, ma ha un suo senso formativo e spirituale, in quanto incute timore e rispetto verso un’autorità che guida, che si assume la responsabilità di nutrire e di proteggere. Inoltre incute il desiderio di maturare per poter oltrepassare il limite posto dal padre, e quindi per poter riuscire a decidere autonomamente. Ovviamente, il padre deve saper equilibrare coerentemente il No e il Sì, entro una relazione d’amore che i figli possono percepire nel cuore e nella mente. Inoltre, se occorre, prima di dire: ‘Si’ o No’, il padre ha diritto di prendersi del tempo per ‘pensarci bene’; i figli devono comprendere che il padre è uno che alle cose ci pensa a fondo, ed è per questo che in certi momenti può permettersi anche di agire d’impulso.

    Va subito chiarito che qui parliamo di funzioni e configurazioni archetipiche della paternità, le quali possono essere espresse anche dalla madre. In tal senso: una funzione e una configurazione archetipica paterna può riscontrarsi anche dentro una donna, così come una funzione e una configurazione archetipica materna può riscontrarsi in un uomo. Del resto donne e uomini, spesso sono entrambi chiamati ad esercitare sia funzioni paterne e sia funzioni materne. Addirittura in certi casi – oggi piuttosto comuni – e’ la madre che fa il padre e viceversa! Più comunemente c’è un mix o un’alternanza della funzione paterna e di quella materna tra padre e madre. Ricordo che questa è una riflessione ‘archetipica’ sul padre al fine di poter interpretare certe funzionalità e certe disfunzionalità della figura del padre e dei ruoli genitoriali.

    http://www.albedoimagination.com/201...i-sul-padre-2/

    Mi sembra abbastanza chiaro, no?
    Spero di rileggerti martedì mattina. Ciao!
    Ultima modifica di conogelato; 08-03-2019 alle 02:08
    amate i vostri nemici

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