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Discussione: la Samaritana

  1. #1
    abstract L'avatar di Yele
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    la Samaritana

    C’è questo ministro leghista che va a una conferenza sulla famiglia e dice che “ama il prossimo tuo come te stesso” vuol dire “ama quello in tua prossimità”, insomma per questo ministro Gesù col comandamento dell’amore voleva invitarci a voler bene ai vicini di casa. Ora. I vangeli sono senz’altro testi suscettibili di molteplici e divergenti interpretazioni: non avrebbero avuto tanto successo se non fossero, come tanti altri testi sacri e no, abbastanza spugnosi da imbeversi di tutti i significati che vogliamo trovarci. Però, accidenti, come si fa a ricordare il comandamento dell’amore senza pensare che nel Vangelo di Luca (10,25-37) il “prossimo” viene immediatamente identificato con il buon samaritano?

    Un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui…


    Ogni volta che i giornali pubblicano la storia eroica di un immigrato che salva sulla spiaggia un bambino che sta annegando, o sventa una rapina, o soccorre un vecchietto con un malore, e noi progressisti ci commuoviamo… perché ci commuoviamo? Perché troviamo il soccorso dello straniero più commovente dell’autoctono? Forse perché un certo settore del nostro immaginario morale è stato plasmato da una paginetta vergata 2000 anni fa dell’evangelista Luca. Oppure Luca è stato uno dei primi a capire come funziona quel certo settore del nostro immaginario. Fatto sta che il buon samaritano ci conforta: ci fa sentire che una certa legge morale è universale, e che ovunque ci trovassimo nei guai, qualcuno completamente diverso da noi per lingua, cultura e religione, si sentirebbe comunque tenuto a soccorrerci (oltre a farci un po’ vergognare per aver anche soltanto per un istante diffidato di lui: è il retrogusto amarognolo che fa meglio digerire ogni precetto morale).


    Un ragazzo samaritano durante una processione all’alba per la Pasqua ebraica, sulla cima del monte Garizìm, Nablus, Cisgiordania, 27 aprile 2016

    Dei quattro evangelisti, Luca è il più vicino alla nostra moderna sensibilità progressista: quello che più offre la ribalta a donne, poveri e altri emarginati. È il vangelo di Maria di Nazareth, quello della natività coi pastori (Matteo ci mette i re Magi, tutt’un’altra idea di presepe): il vangelo che corregge la parabola dei talenti dividendo il budget in parti uguali tra i servi. Luca collaborava con Saul/Paolo, e ne condivideva evidentemente le idee ecumeniche, il progetto di evangelizzare anche i non circoncisi. Bisogna ammettere però che persino lui, per definire il concetto di “prossimo” non andò a pescare un personaggio così straniero per lingua, cultura e religione. Avrebbe potuto farlo, senza forzare più di tanto la verosimiglianza. La Palestina del primo secolo era già un crogiuolo, dove Gesù incontra senza andarseli a cercare centurioni romani, donne siro-fenicie e re idumei. Ma il prossimo della parabola è un samaritano, e i samaritani sono ebrei, a modo loro. Non riconoscono il tempio di Gerusalemme, ma offrono sacrifici sul monte Garizim. Sono ebrei scismatici? Dal loro punto di vista, ovviamente, gli scismatici sono tutti gli altri. L’ipotesi tradizionale è che discendano dagli abitanti del regno di Israele che non furono deportati dagli Assiri nel 722 aC, mescolati con altre popolazioni pagane che gli Assiri avevano deportato lì. Anche ai tempi però le sostituzioni etniche funzionavano fino a un certo punto: dai documenti assiri sappiamo che gli emigrati coatti furono poco più di ventimila. Gran parte della popolazione era rimasta lì, conservando leggi e tradizioni di matrice mosaica, anche se sensibilmente diverse da quelle rielaborate dai giudei che vivevano un po’ più a sud, deportati a Babilonia intorno al 600. Eppure quando settant’anni dopo i discendenti di questi ultimi ritornano nella Terra Promessa, lo scontro di culture in principio non sembra inevitabile. La Torah samaritana non differisce moltissimo da quella ebraica (anche se è scritta in un alfabeto più simile al fenicio), il che oggi fa pensare agli storici che in un primo momento la situazione tra le due comunità e le due narrative fosse più fluida. A un certo punto però avviene un irrigidimento, ed è forse l’evento raccontato nel Libro di Esdra: i matrimoni misti vengono annullati, le mura di Gerusalemme ricostruite imponendo una gerarchia precisa tra capitale e contado, che gli autoctoni samaritani rifiutano.


    Van Gogh

    Cinque secoli più tardi, samaritani ed ebrei sono sudditi della stessa provincia romana, ma danno ancora l’impressione di non parlarsi volentieri. Il samaritano di Luca, più che uno straniero in terra straniera, è davvero il vicino di casa che suscita diffidenza: perché lo conosciamo poco o perché temiamo che ci conosca fin troppo bene? In un altro versetto di Luca, però (17,18), è Gesù stesso a chiamare “straniero” un samaritano, l’unico di dieci lebbrosi da lui miracolosamente guariti che si fermi a ringraziarlo:

    Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

    La fede salva anche gli stranieri.

    https://www.ilpost.it/leonardotondel...la-samaritana/


    l'articolo è molto lungo............

  2. #2
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Leggi la frase che ho in firma ed avrai conferma che il nostro Prossimo, per Gesù Cristo, è sempre colui che si trova nel bisogno. E che spesso etichettiamo come nemico....come diverso...come lontano da noi.
    amate i vostri nemici

  3. #3
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    La croce e la spada non raramente hanno viaggiato a braccetto.....per la conversione dei popoli al vero dio....proprio.
    La spada, pure, secono come la si tiene diventa una croce ......o una mazza.


  4. #4
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    Nel prossimo sono compresi anche i nemici, fin dal Levitico (Lv 19-18), insomma i nemici sono definiti così perchè potrebbero minare i confini dello Stato d'Isrele.

  5. #5
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    Quindi amarli o mandare gli sminatori?

  6. #6
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    La croce e la spada non raramente hanno viaggiato a braccetto.....per la conversione dei popoli al vero dio....proprio.
    La spada, pure, secono come la si tiene diventa una croce ......o una mazza.
    Secondo me è proprio vero...
    La religione soprattutto quella cristiana, ha incontrato fedeli assidui ma anche nemici implacabili! E i primi si dovevano pur difendere qualche volta...

  7. #7
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    Magari, nella loro ottica, come altri ,. andare al martirio da vivi comportava ricchi premi da morti.
    Ovviamente chi non conta su tale mercimonio manca di motivazione al martirio sacrificale e preferisce soluzioni piu' pragmatiche.

  8. #8
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    Da tenere pure in conto la possibilita', certa per alcuni, di essere pagati 100 volte la puntata, magari in tempi indefiniti e, avendo pure poco da perdere, magari si tenta la fortuna, specialmente in condizioni di relativa sicurezza.
    Non a caso le forze dell'ordine lo fanno per mestiere a fronte di un modesto stipendio.

  9. #9
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Non credo che sia un divertimento il martirio...

  10. #10
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da ReginaAutunno Visualizza Messaggio
    Non credo che sia un divertimento il martirio...
    qualche appeal lo deve avere, se c'è così tanta gente che si fa esplodere, o cerca di parcheggiare un 737 a Manhattan in nome di Dio; così come in passato.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #11
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    Una sublimazione di dolore e paura probabilmente aiuta molto a renderle decisione irrevocabile, almeno quel tanto che porta al punto di non ritorno degli eventi e, li, in genere, e' questione di secondi, se non meno.
    In ogni caso, se lo spirito di autoconservazione e' ragionevole non ci si imbarca in certe situazioni.

  12. #12
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    qualche appeal lo deve avere, se c'è così tanta gente che si fa esplodere, o cerca di parcheggiare un 737 a Manhattan in nome di Dio; così come in passato.
    Quello si chiama Kamikaze, e non ha niente a che fare con la religione...

    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    Una sublimazione di dolore e paura probabilmente aiuta molto a renderle decisione irrevocabile, almeno quel tanto che porta al punto di non ritorno degli eventi e, li, in genere, e' questione di secondi, se non meno.
    In ogni caso, se lo spirito di autoconservazione e' ragionevole non ci si imbarca in certe situazioni.
    Sono d'accordo con te!

  13. #13
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da ReginaAutunno Visualizza Messaggio
    Quello si chiama Kamikaze, e non ha niente a che fare con la religione...
    beh, se si dà una motivazione religiosa, certo che ha a che fare con la religione; non è che ci sia qualcuno che possa dare e negare le patenti di "credente".
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #14
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    In giappone l'imperatore era una semidivinita' ed, in ogni caso, la disciplina e la forma mentis dei samurai e aspiranti tali in una educazione sociale, personale e militare coerenti costruivano lo stesso un comportamento sacrificale, anche se per la patria e per l'imperatore.
    Fenomeni su scala molto ridotta sono comunque presenti ovunque e su cio' si ha l'azione eroica sacrificale, pietro micca, enrico toti, diversi incursori con i maiali es.

  15. #15
    I kamikaze comunque si schiantavano su obbiettivi militari ed erano votati a morte certa. Gli incursori erano soldati impavidi che affrontavano missioni molto rischiose, ma non necessariamente votati al sommo sacrificio.

    Il fenomeno dei kamikaze odierni è solo fanatismo e vigliaccheria.
    Bambol utente of the decade

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