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Discussione: migranti

  1. #46
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    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    Sono mezzi di trasporto es per le tecnologie spaziali, tlc, ricerca medica, fisica, materiali etc e, in prospettiva sarebbero tir interplanetari, oltre alle ricadute consumerà di massa che hanno certe sperimentazioni spinte.
    insomma il gioco vale la candela. perché ci mangiano tutti?

    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    Per altro anche la f1 poi da ricadute sulle utilitarie.

    si. quello che non mi spiego è il circuito mediatico che sta dietro a ste benedette corse. c'è gente che rischia la vita correndo, per far guadagnare i soliti...sia per quanto riguarda le corse che per quanto riguarda le utilitarie...che vengono prodotte in regime di mono/oligopolio.



    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    In Cina, sul discorso della diversa valutazione fra risultati intellettuali e della fatica, si decise di alternare ogni 6 mesi scienziati e contadini.
    L'esperimento duro' poco
    ma è chiaro che non funziona. per la fatica serve il fisico. per i progetti intellettuali serve per l'appunto l'intelletto. quello che non mi spiego è perché privilegiare l'uno a livello "meritocratico" piuttosto che l'altro o viceversa.

  2. #47
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    Perche' i facchini e' facile trovarli, istruirli per il minimo che serve e sostituirli a semplice necessita'.
    Un progettista e' un elemento chiave il cui risultato si traduce in guadagni, o perdite, notevoli e ben complesso da sostituire considerato pure il bagaglio di conoscenze pregresse specifiche del progetto che quello si porta dietro e non replicabile da un'altra testa.
    Tanto per dire la morte di Marchionne ebbe effetti in borsa, ti liberi di 1000 operai e hai solo da guadagnare.

  3. #48
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    e quindi? marginalità in che senso?
    nel senso di marginalismo, la teoria matematica che governa l'allocazione ottima delle risorse, dei fattori di produzione, ecc...


    questa è l'economia reale che sperimenta una prima "finanziarizzazione", nel senso di crediti e debiti su cui si può in qualche modo speculare a livello razionale e di profitto. non c'entra però quella che chiami legge di scarsità. se non a livello di percezione e di ragionamento. non vale di più quello che si trova dovunque ma quello che, in base alle informazioni di cui si dispone, è in qualche modo "scarso" o magari teoricamente introvabile come sgt. pepper dei beatles. ovviamente anche qui ci sono tanti fattori da considerare, ad esempio che il mercato dei dischi rari non è il mercato dei pomodori ecc.
    quello che conta è il rapporto tra domanda e offerta; io posso guadagnare tantissimo su un disco rarissimo e sconosciuto, perché conosco quelle 4 0 5 persone al mondo che lo pagano con l'osso del cu.. mentre il venditore non ha idea di cosa sia; con uno ho comprato un auto, usata, ma bella

    Sgt. Pepper's non è così raro; anche dell'originale inglese ne hanno stampati milioni; è difficile trovarne una copia perfetta; in vita mia, ne avrò comprate almeno 300 copie...
    vabbè: c'è il brevetto che è come dire un modo "artificioso" per fare guadagnare al creatore - cioè l'ingegnere che lo ha progettato - una barca di quattrini, prima che lo stesso brevetto scada. vedi, è questo che io non condivido. speculare sul proprio lavoro, quando il mercato, se non fosse inquinato da simili "costruzioni anticoncorrenziali", funzionerebbe in modo molto più equilibrato. non è per ripetermi, ma forse marx qualche volta serve...
    allora, anche in questo caso si tratta di principi fondamentali, che si possono benissimo contestare; tuttavia, sarebbe anche bene comprendere tutte le conseguenze;

    per esempio, senza il lucro del brevetto, il privato che ora investe in ricerca, con la prospettiva di perdere comunque l'esclusiva dopo 16 anni, tenderebbe ad accumulare beni materiali, e avresti meno sviluppo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #49
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    In ogni caso un ponte non lo brevetti tuttavia non e' un capomastro a calcolare gli elementi e coordinarne il montaggio.
    Fin dalle piramidi uno pensava e coordinata e mille schiavi tiravano le funi senza problemi se ne rimanevano acciaccati la meta' o di piu'.

  5. #50
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    nel senso di marginalismo, la teoria matematica che governa l'allocazione ottima delle risorse, dei fattori di produzione, ecc...
    vabbè. in altri termini? non è che voglio avvalermi del tuo "sapere" senza pagare eh. però potresti essere anche più chiaro...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quello che conta è il rapporto tra domanda e offerta; io posso guadagnare tantissimo su un disco rarissimo e sconosciuto, perché conosco quelle 4 0 5 persone al mondo che lo pagano con l'osso del cu.. mentre il venditore non ha idea di cosa sia; con uno ho comprato un auto, usata, ma bella
    si. allora come ti dicevo contano le informazioni. ma conta anche un certo margine di rischio...cioè la tua percezione della rarità può fondarsi su una quantità di informazioni non esatte...quanto all'auto anche quelle usate vanno registrate. in più se il venditore è un polentone come vega, che crede di avere a che fare con un ignorante, ti propina una menata per cui va a finire che, oltre alla registrazione ci paghi anche il passaggio di proprietà...

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    Sgt. Pepper's non è così raro; anche dell'originale inglese ne hanno stampati milioni; è difficile trovarne una copia perfetta; in vita mia, ne avrò comprate almeno 300 copie...
    mah. io non mi permetto di contestare. tuttavia non ho ancora capito che caxxo fai nella vita, espedienti? o mi prendi in giro? guarda puoi dirlo se è così, tanto non mi offendo...nonostante il testosterone.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    allora, anche in questo caso si tratta di principi fondamentali, che si possono benissimo contestare; tuttavia, sarebbe anche bene comprendere tutte le conseguenze;
    si. puoi essere più chiaro?

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    per esempio, senza il lucro del brevetto, il privato che ora investe in ricerca, con la prospettiva di perdere comunque l'esclusiva dopo 16 anni, tenderebbe ad accumulare beni materiali, e avresti meno sviluppo.
    se ha il brevetto ha già investito a suo tempo. e anche senza può guadagnare quello che può sul mercato anche senza la "rendita" che il brevetto gli garantisce. tanto le idee di per sé non costano niente. quanto ai beni materiali ancora con marx. cioè berlusconi che è il maggior immobiliarista in italia dovrebbe investire in ricerca? per fare cosa? milano3?

  6. #51
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    Perche' i facchini e' facile trovarli, istruirli per il minimo che serve e sostituirli a semplice necessita'.
    Un progettista e' un elemento chiave il cui risultato si traduce in guadagni, o perdite, notevoli e ben complesso da sostituire considerato pure il bagaglio di conoscenze pregresse specifiche del progetto che quello si porta dietro e non replicabile da un'altra testa.
    Tanto per dire la morte di Marchionne ebbe effetti in borsa, ti liberi di 1000 operai e hai solo da guadagnare.
    si. per fare il facchino però ci vuole il c.d. fisico. e personalmente di ingegneri competenti per quanto i facchini hanno fisico ne conosco pochi. non siamo a manhattan ma in italia.
    poi scusa, questa me la voglio godere...in che senso la morte di marchionne ha avuto effetto in borsa?
    marchionne reggeva la "baracca"?
    Ultima modifica di sandor; 25-04-2019 alle 15:09

  7. #52
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    In un certo senso, le azioni avevano un valore in previsione di una certa politica di sviluppo industriale e nella capacita' di realizzarla legata alla persona che la coordinava, capacita' certificata dai risultati pregressi ottenuti.
    Quello muore e che ne so cosa i sostituti pensano e sono capaci di fare? Cosa per cui valuto diversamente l'opportunita' di vendere, comprare fca ad un certo prezzo, cosa che comporta un riequilibrio dell'assetto FCA in borsa.
    Viene chiuso uno stabilimento che non produce utili e si traduce in una riduzione di costi cosa che migliora il bilancio è il valore azionario.

  8. #53
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    vabbè. in altri termini? non è che voglio avvalermi del tuo "sapere" senza pagare eh. però potresti essere anche più chiaro...
    per esempio, è marginalista la teoria che calcola il vantaggio di un paese nel commerciare a partire dalla sua disponibilità di fattori di produzione: se tu produci vino e io stoffa, se per 3 unità di vino io te ne do una di stoffa, ti può sembrare iniquo; ma se produrre la stoffa da te ti costerebbe di più di produrre quelle tre unità di vino, ti conviene, marginalisticamente; oppure è marginalistico il calcolo che ti dice quanto è il profitto in rapporto alla quantità/prezzo prodotti, come da domanda-offerta; es.: se, data la domanda, oggi posso vendere 10 auto, che mi costano 50 a 100 ognuna, avrà un profitto di 500; se ne producessi e offrissi di più - poniamo 20 - per venderle tutte dovrei prezzarle meno; è marginalistico il calcolo che mi dice quale sarebbe il punto d'indifferenza, in cui il profitto, allo stesso costo ma con un ricarico minore, è lo stesso; e questo mi suggerisce le strategie ottimali; è marginalistico il conseguente calcolo di efficienza dei fattori di produzione, cioè di quanto incrementa il mio profitto assumere, o licenziare...

    si. allora come ti dicevo contano le informazioni. ma conta anche un certo margine di rischio...cioè la tua percezione della rarità può fondarsi su una quantità di informazioni non esatte...quanto all'auto anche quelle usate vanno registrate. in più se il venditore è un polentone come vega, che crede di avere a che fare con un ignorante, ti propina una menata per cui va a finire che, oltre alla registrazione ci paghi anche il passaggio di proprietà...
    l'auto l'ho comprata a Lodi, ma Vega è toscana; comunque, per convenzione il passaggio spetta all'acquirente;

    mah. io non mi permetto di contestare. tuttavia non ho ancora capito che caxxo fai nella vita, espedienti? o mi prendi in giro? guarda puoi dirlo se è così, tanto non mi offendo...nonostante il testosterone.
    il camorrista

    si. puoi essere più chiaro?
    che se vuoi contestare il brevetto si tratta di contestare il principio di proprietà privata dei mezzi di produzione, visto che questa è una proprietà intellettuale, con la quale si produce; una cosa comunista, senza se e senza ma;

    se ha il brevetto ha già investito a suo tempo. e anche senza può guadagnare quello che può sul mercato anche senza la "rendita" che il brevetto gli garantisce. tanto le idee di per sé non costano niente. quanto ai beni materiali ancora con marx. cioè berlusconi che è il maggior immobiliarista in italia dovrebbe investire in ricerca? per fare cosa? milano3?
    le idee costano tantissimo, e sono un rischio, perché la ricerca è in gran parte a fondo perduto, tentativi andati a vuoto per trovare la strada giusta;

    infatti, negli anni 90, tanti pavidi imprenditori nazionali hanno dismesso investimenti nel loro settore di rischio d'impresa per comprare settori "sicuri" dismessi dallo stato, telefoni, assicurazioni, gas, elettricità... es. La Fiat, che invece di fare auto migliori e investire nella ricerca, col rischio di non riuscire a farle meglio dei tedeschi, ha comprato assicurazioni (Toro) e immobiliare (Gabetti); tanto, la gente la rcauto la deve pagare per legge, quindi non c'è rischio.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #54
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    per esempio, è marginalista la teoria che calcola il vantaggio di un paese nel commerciare a partire dalla sua disponibilità di fattori di produzione: se tu produci vino e io stoffa, se per 3 unità di vino io te ne do una di stoffa, ti può sembrare iniquo; ma se produrre la stoffa da te ti costerebbe di più di produrre quelle tre unità di vino, ti conviene, marginalisticamente; oppure è marginalistico il calcolo che ti dice quanto è il profitto in rapporto alla quantità/prezzo prodotti, come da domanda-offerta; es.: se, data la domanda, oggi posso vendere 10 auto, che mi costano 50 a 100 ognuna, avrà un profitto di 500; se ne producessi e offrissi di più - poniamo 20 - per venderle tutte dovrei prezzarle meno; è marginalistico il calcolo che mi dice quale sarebbe il punto d'indifferenza, in cui il profitto, allo stesso costo ma con un ricarico minore, è lo stesso; e questo mi suggerisce le strategie ottimali; è marginalistico il conseguente calcolo di efficienza dei fattori di produzione, cioè di quanto incrementa il mio profitto assumere, o licenziare...

    si. se non erro il marginalismo attiene all'utilitarismo di un mill. il marginalismo ti dice che se riesci ad ottenere un'allocazione di beni produttivi, oppure di acquisto di prodotti, di profitto ecc. che siano pienamente soddisfacenti, mettendo il tutto su un grafico hai una curva crescente fino a un certo rapporto beni/utilità, dopo il quale la curva può presentarsi o come "piana" o come "leggermente decrescente". questo per dire che la crescita dell'utilità per unità di prodotto non sale all'infinito ma solo fino a un certo punto di massima soddisfazione possibile.

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    l'auto l'ho comprata a Lodi, ma Vega è toscana; comunque, per convenzione il passaggio spetta all'acquirente;

    convenzione in che senso? c'è una norma?

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    il camorrista

    bello...

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    che se vuoi contestare il brevetto si tratta di contestare il principio di proprietà privata dei mezzi di produzione, visto che questa è una proprietà intellettuale, con la quale si produce; una cosa comunista, senza se e senza ma;

    il brevetto come sai non c'entra con la proprietà ma con la limitazione all'accesso. come sono ad esempio gli albi dei professionisti intellettuali oppure come lo è la licenza per i farmacisti o per i venditori di tabacchi...non sarebbe comunista auspicare un superamento della logica puramente commerciale, ma un gesto di civiltà da parte del legislatore...


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    le idee costano tantissimo, e sono un rischio, perché la ricerca è in gran parte a fondo perduto, tentativi andati a vuoto per trovare la strada giusta;

    si. ma se la strada non è buona non è per via delle idee. è per via della loro applicazione. ecco: rendere libera la circolazione delle idee per consentire a più operatori economici di trovare come dici tu, la strada giusta...

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    infatti, negli anni 90, tanti pavidi imprenditori nazionali hanno dismesso investimenti nel loro settore di rischio d'impresa per comprare settori "sicuri" dismessi dallo stato, telefoni, assicurazioni, gas, elettricità... es. La Fiat, che invece di fare auto migliori e investire nella ricerca, col rischio di non riuscire a farle meglio dei tedeschi, ha comprato assicurazioni (Toro) e immobiliare (Gabetti); tanto, la gente la rcauto la deve pagare per legge, quindi non c'è rischio.
    non direi pavidi ma opportunisti e raccomandati.

  10. #55
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    si. se non erro il marginalismo attiene all'utilitarismo di un mill. il marginalismo ti dice che se riesci ad ottenere un'allocazione... fino a un certo punto di massima soddisfazione possibile.
    sì, sostanzialmente è l'approccio che si avvale di questa matematica, marginalista perché il calcolo-base è la redditività di un'unita aggiuntiva - marginale, appunto - di un fattore di produzione, sia esso il lavoro, il capitale, ecc...

    convenzione in che senso? c'è una norma?
    nel senso consuetudinario, che dovresti conoscere;

    bello...
    di secondo lavoro, da diversi decenni commercio in dischi rari; negli anni 90/2000 ci ho girato il mondo, lavorando con un negozio;

    il brevetto come sai non c'entra con la proprietà ma con la limitazione all'accesso. come sono ad esempio gli albi dei professionisti intellettuali oppure come lo è la licenza per i farmacisti o per i venditori di tabacchi...non sarebbe comunista auspicare un superamento della logica puramente commerciale, ma un gesto di civiltà da parte del legislatore...
    il brevetto determina un sostanziale usufrutto limitato nel tempo, che si atteggia a dominio proprietario, sebbene l'esclusività sia modulata diversamente, in considerazione dell'utilità dell'idea; hai una disciplina analoga per la proprietà intellettuale in genere, dove lo sfruttamento da parte di terzi è soggetto al pagamento dei diritti e può essere impedito solo quando avvenga in modi che ledono il diritto morale - es.: all'integrità dell'opera, come concepita;

    si. ma se la strada non è buona non è per via delle idee. è per via della loro applicazione. ecco: rendere libera la circolazione delle idee per consentire a più operatori economici di trovare come dici tu, la strada giusta...
    la questione della ricerca è che servono investimenti ingenti; per trovare un farmaco efficace servono migliaia di costosi esperimenti a tappeto su combinazioni di molecole diverse, protocolli di conferma, ecc... una farmaceutica investe miliardi, soldi dei risparmiatori; in teoria, si potrebbe dire: lo faccia lo stato, con gli stessi soldi; in pratica si è visto che lo stato è meno efficiente come imprenditore; cioè, i soldi dei risparmiatori sarebbero spesi peggio per produrre quel farmaco; poi. il vero punto, che si dovrebbe sottolineare a proposito della successiva:
    non direi pavidi ma opportunisti e raccomandati.
    è che l'inefficienza, al contrario, di una privatizzazione, dipende dal cartello, e dal fatto che lo stato non vigila abbastanza sulla concorrenza; es. nel caso della telefonia, dopo una decina d'anni, la concorrenza ha prodotto un calo dei costi del servizio; con le assicurazioni ci è voluto di più, anche per motivi diversi; ma 7/8 anni fa, passando da una compagnia on-line ad un'altra - entrambe molto note e grandi - al rinnovo ho pagato 370 euro contro i 710 di prima.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #56
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    sì, sostanzialmente è l'approccio che si avvale di questa matematica, marginalista perché il calcolo-base è la redditività di un'unita aggiuntiva - marginale, appunto - di un fattore di produzione, sia esso il lavoro, il capitale, ecc...

    si. ma lo stesso ragionamento vale anche per i consumi, oltre che per gli investimenti...

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    nel senso consuetudinario, che dovresti conoscere;

    si. ovviamente se si prescinde dal fatto che la consuetudine non è legge. ad esempio per gli acquisti immobiliari funziona in altro modo. se li fai con l'assistenza di una agenzia la commissione la pagano sia l'acquirente che il venditore. il notaio beh, ci si mette d'accordo. parlo per esperienza.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    di secondo lavoro, da diversi decenni commercio in dischi rari; negli anni 90/2000 ci ho girato il mondo, lavorando con un negozio;

    grande. scusa se ho parlato di espedienti...


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    il brevetto determina un sostanziale usufrutto limitato nel tempo, che si atteggia a dominio proprietario, sebbene l'esclusività sia modulata diversamente, in considerazione dell'utilità dell'idea; hai una disciplina analoga per la proprietà intellettuale in genere, dove lo sfruttamento da parte di terzi è soggetto al pagamento dei diritti e può essere impedito solo quando avvenga in modi che ledono il diritto morale - es.: all'integrità dell'opera, come concepita;

    si. questo però non sempre e non sempre su stretta base giuridica. ad esempio con la musica hai la siae, che è in sostanza un sindacato, molto influente peraltro. l'usufrutto poi penso sia un'altra cosa. innanzitutto perché dura per l'intera vita del titolare, poi perché si parla relativamente ad esso di beni immobili, quindi tangibili, cosa che non è una semplice idea, per quanto originale.
    ti ripeto: il pagamento dei diritti è a mio avviso nella generalità dei casi non congruo, perchè si presta a facili abusi. nel mondo della musica come in quello delle idee, il plagio e ad es. lo spionaggio industriale sono nell'ordine delle cose. posso copiare una canzone modificando tonalità e accordi e spacciarla per originale. posso venire a conoscenza del progetto di un farmaco e modificare qualche componente per avere qualcosa di nuovo. insomma a mio avviso la tutela della proprietà intellettuale è solo un modo, neanche troppo nascosto, per spartirsi denaro da parte dei soliti. credo sia anche per questo che le multinazionali diventano sempre più potenti. economia e elitarismo non possono andare a braccetto. pena la "lealtà" del mercato. di qualsiasi mercato.


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    la questione della ricerca è che servono investimenti ingenti; per trovare un farmaco efficace servono migliaia di costosi esperimenti a tappeto su combinazioni di molecole diverse, protocolli di conferma, ecc... una farmaceutica investe miliardi, soldi dei risparmiatori; in teoria, si potrebbe dire: lo faccia lo stato, con gli stessi soldi; in pratica si è visto che lo stato è meno efficiente come imprenditore; cioè, i soldi dei risparmiatori sarebbero spesi peggio per produrre quel farmaco; poi. il vero punto, che si dovrebbe sottolineare a proposito della successiva:

    ma in definitiva penso che anche i farmaci si prestino all'arbitrio, in fase di produzione e di commercio. in italia come giustamente dici le farmaceutiche si avvalgono dei contributi e del gettito tributario dello stato per vendere i farmaci più costosi a gratis o quasi. mi domando: ci guadagnano? poi guarda le molecole non sono infinite. si parla di sostanze che, se assunte con un farmaco diventano legali perché cambia qualche parametro, se invece assunte "illegalmente" nella loro forma originale e che sempre quella è, beh allora sei passibile di galera o cmq porti addosso il marchio del "drogato". sia i farmaci che la droga a lungo andare uccidono. la differenza attiene a calcoli puramente speculativi su cose che "favoriscono" quella "pulizia sociale" che è un portato antico.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    è che l'inefficienza, al contrario, di una privatizzazione, dipende dal cartello, e dal fatto che lo stato non vigila abbastanza sulla concorrenza; es. nel caso della telefonia, dopo una decina d'anni, la concorrenza ha prodotto un calo dei costi del servizio; con le assicurazioni ci è voluto di più, anche per motivi diversi; ma 7/8 anni fa, passando da una compagnia on-line ad un'altra - entrambe molto note e grandi - al rinnovo ho pagato 370 euro contro i 710 di prima.
    penso che, pur non essendo un esperto, le privatizzazioni intervengano quando un determinato settore possa contare sulla concorrenza come fattore di crescita. cioè si privatizza in previsione di una domanda del prodotto tale per cui il costo può essere spalmato su una platea che è in grado di assorbirlo, e quindi non è più necessaria la presenza "calmierante" dello stato.
    non capisco relativamente alle assicurazioni che già erano private, e assistite da un obbligo di legge. in che senso sono state privatizzate?
    sulla telefonia, quella fissa o quella "cellulare"?

  12. #57
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    si. ma lo stesso ragionamento vale anche per i consumi, oltre che per gli investimenti...
    certo, nella misura i cui il consumatore è razionale;

    si. questo però non sempre e non sempre su stretta base giuridica. ad esempio con la musica hai la siae, che è in sostanza un sindacato, molto influente peraltro. l'usufrutto poi penso sia un'altra cosa. innanzitutto perché dura per l'intera vita del titolare, poi perché si parla relativamente ad esso di beni immobili, quindi tangibili, cosa che non è una semplice idea, per quanto originale.
    ti ripeto: il pagamento dei diritti è a mio avviso nella generalità dei casi non congruo, perchè si presta a facili abusi. nel mondo della musica come in quello delle idee, il plagio e ad es. lo spionaggio industriale sono nell'ordine delle cose. posso copiare una canzone modificando tonalità e accordi e spacciarla per originale. posso venire a conoscenza del progetto di un farmaco e modificare qualche componente per avere qualcosa di nuovo.
    devono ricorrere analogie significative; per la chimica il principio attivo, distinto dagli eccipienti; per la musica una successione di un tot di battute con la stessa melodia; difficile argomentare il plagio, dato che le progressioni armoniche sono comunque limitate nel nostro sistema diatonico e diversivi; insomma, se prendi una canzone qualsiasi, ce ne sono certamente altre centinaia con la stessa progressione, molto più significativa di una semplice melodia di otto battute:

    insomma a mio avviso la tutela della proprietà intellettuale è solo un modo, neanche troppo nascosto, per spartirsi denaro da parte dei soliti. credo sia anche per questo che le multinazionali diventano sempre più potenti. economia e elitarismo non possono andare a braccetto. pena la "lealtà" del mercato. di qualsiasi mercato.
    beh, ma pensa ad uno che deve vivere di musica, uno scrittore, un giornalista free lance; creo una canzone, un cantante famoso me la copia senza pagare diritti e vende milioni di copie; oppure decine di milioni di utenti la scaricano gratis e a me non viene nulla: lo stesso per un articolo, un libro, ecc...

    non siamo più nel mondo in cui la creazione intellettuale è una cosa di élites già ricche per nascita, che in qualche modo poteva giustificare una mancata tutela;


    ma in definitiva penso che anche i farmaci si prestino all'arbitrio, in fase di produzione e di commercio. in italia come giustamente dici le farmaceutiche si avvalgono dei contributi e del gettito tributario dello stato per vendere i farmaci più costosi a gratis o quasi. mi domando: ci guadagnano?
    questo è un altro paio di maniche, e cioè la gestione del servizio pubblico di acquisto;
    la questione che ti devi porre a monte è: meglio che investa un privato, mosso dal profitto e tassabile a valle, o lo stato, che strutturalmente spreca ?
    la risposta maturata nella prassi è che lo stato intervenga laddove la ricerca non è sufficientemente remunerativa per garantire un servizio che si vuole comunque, come le malattie rare, ecc...

    [quote]penso che, pur non essendo un esperto, le privatizzazioni intervengano quando un determinato settore possa contare sulla concorrenza come fattore di crescita. cioè si privatizza in previsione di una domanda del prodotto tale per cui il costo può essere spalmato su una platea che è in grado di assorbirlo, e quindi non è più necessaria la presenza "calmierante" dello stato.[quote]
    in teoria, se lo stato regola la concorrenza, è così; in molti settori, tuttavia - soprattutto ex-pubblicistici, permangono criteri distorsivi, anche solo in via transitoria, a causa delle garanzie che gli operatori devono fornire al servizio:
    non capisco relativamente alle assicurazioni che già erano private, e assistite da un obbligo di legge. in che senso sono state privatizzate?
    sulla telefonia, quella fissa o quella "cellulare"?
    il settore assicurativo assolve anche a funzioni di ordine pubblicistico, obbligatorio - es.; immobili, rcauto - analogamente a quanto avvenuto col settore bancario, fino agli anni 90 di diritto pubblico, la privatizzazione implica meccanismi di tutela connessi al fine pubblico-strategico di quei settori; idem per la telefonia, le poste, le autostrade, i trasporti, ecc...
    quando un privato investe in questi settori, si determina un rischio d'impresa attenuato, al quale dovrebbe corrispondere una riduzione dei profitti, a vantaggio del consumatore, via concorrenza; dal punto di vista di sistema è una circostanza di "basso profilo", perché si determina, sì, un vantaggio per il consumatore-utente, laddove funziona la concorrenza, ma si offre al capitale privato una via di fuga di fronte al rischio d'impresa elettivo;
    cioè, se io produco automobili, il mio core-business dovrebbe implicare una ricerca e sviluppo per fare buone auto; quando lo stato, privatizzando, mi offre l'opportunità di destinare capitali ad attività alternative a rendimento basso, ma garantito, come le cd "utilities", erogazioni, elettricità, telefonia, gas, assicurazioni... andrebbe compiuto un calcolo marginalistico di ordine politico-economico:

    da un lato il consumatore-utente, se funziona la concorrenza, ha un'utilità; dall'altro, quei settori privatizzati, per vocazione più consoni, vista la bassa redditività e la relativa "sicurezza", al piccolo risparmio privato, sottraggono risorse al rischio d'impresa e al sistema industriale, in un modo che può essere strutturalmente indesiderabile, come scelta politica, beninteso;
    poi, non si può impedire l'esercizio della libertà di investire, cioè che la Fiat compri pacchetti azionari assicurativi invece di investire; ma si può fare comunque in modo di modulare l'investimento in questi settori che conservano finalità pubbliche in modo da non distrarre risorse al vero e proprio circuito privato.
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #58
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    certo, nella misura i cui il consumatore è razionale;

    perché non dovrebbe?

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    devono ricorrere analogie significative; per la chimica il principio attivo, distinto dagli eccipienti; per la musica una successione di un tot di battute con la stessa melodia; difficile argomentare il plagio, dato che le progressioni armoniche sono comunque limitate nel nostro sistema diatonico e diversivi; insomma, se prendi una canzone qualsiasi, ce ne sono certamente altre centinaia con la stessa progressione, molto più significativa di una semplice melodia di otto battute:

    si. gli eccipienti servono a indorare "la pillola". penso all'amido che di solito riveste la compressa. per non parlare di quei farmaci che vengono somministrati per endovena.
    la canzone: melodia come identità di note o come identità cmq sia di tonalità?
    la limitatezza del diatonico non mi convince. ci sono le scale, c'è una tastiera - pianoforte - che può dare combinazioni tendenzialmente infinite.
    la progressione se le note sono le stesse, proporzionalmente, cambiando chiave o tono, può essere la stessa. a un orecchio grezzo cambia molto.
    poi il genere. penso ai sex pistols e a my way di sinatra. puoi dire che ci sia stato plagio?


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, ma pensa ad uno che deve vivere di musica, uno scrittore, un giornalista free lance; creo una canzone, un cantante famoso me la copia senza pagare diritti e vende milioni di copie; oppure decine di milioni di utenti la scaricano gratis e a me non viene nulla: lo stesso per un articolo, un libro, ecc...

    succede spesso direi. non succede spesso che un dilettante o uno sconosciuto copi la canzone di uno famoso. perché? perché la celebrità è soldi, i soldi sono attenzione dell'opinione pubblica, influenza ecc. pensa se al bano non fosse un artista internazionale: chi avrebbe dato credito alle sue accuse di plagio?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non siamo più nel mondo in cui la creazione intellettuale è una cosa di élites già ricche per nascita, che in qualche modo poteva giustificare una mancata tutela;

    beh. io credo che la musica proprio questo dovrebbe essere: un hobby non retribuito. in definitiva penso chele canzoni siano di per sé stesse, patrimonio dell'umanità.



    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    questo è un altro paio di maniche, e cioè la gestione del servizio pubblico di acquisto;
    la questione che ti devi porre a monte è: meglio che investa un privato, mosso dal profitto e tassabile a valle, o lo stato, che strutturalmente spreca ?
    la risposta maturata nella prassi è che lo stato intervenga laddove la ricerca non è sufficientemente remunerativa per garantire un servizio che si vuole comunque, come le malattie rare, ecc...

    no, axe. lo stato interviene dovunque. i profitti delle farmaceutiche sono gli stessi. quello che lo rende possibile è il welfare, che toglie ai ricchi per dare ai poveri, i quali nella gran parte dei casi sono anche malati di un qualche "tumore" o cmq di qualche grave malattia. guarda caso.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    in teoria, se lo stato regola la concorrenza, è così; in molti settori, tuttavia - soprattutto ex-pubblicistici, permangono criteri distorsivi, anche solo in via transitoria, a causa delle garanzie che gli operatori devono fornire al servizio:

    si. ad esempio occorre guardare alla natura sostanziale o formale soltanto, delle privatizzazioni...se lo stato privatizza ma rimane maggior azionista, a che serve la privatizzazione?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    il settore assicurativo assolve anche a funzioni di ordine pubblicistico, obbligatorio - es.; immobili, rcauto - analogamente a quanto avvenuto col settore bancario, fino agli anni 90 di diritto pubblico, la privatizzazione implica meccanismi di tutela connessi al fine pubblico-strategico di quei settori; idem per la telefonia, le poste, le autostrade, i trasporti, ecc...

    si. da quello che dici sembra che sia stato "privatizzato tutto". mentre invece non è così...penso alle poste...hai detto un'enormtà...



    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quando un privato investe in questi settori, si determina un rischio d'impresa attenuato, al quale dovrebbe corrispondere una riduzione dei profitti, a vantaggio del consumatore, via concorrenza; dal punto di vista di sistema è una circostanza di "basso profilo", perché si determina, sì, un vantaggio per il consumatore-utente, laddove funziona la concorrenza, ma si offre al capitale privato una via di fuga di fronte al rischio d'impresa elettivo;
    cioè, se io produco automobili, il mio core-business dovrebbe implicare una ricerca e sviluppo per fare buone auto; quando lo stato, privatizzando, mi offre l'opportunità di destinare capitali ad attività alternative a rendimento basso, ma garantito, come le cd "utilities", erogazioni, elettricità, telefonia, gas, assicurazioni... andrebbe compiuto un calcolo marginalistico di ordine politico-economico:

    sempre i soliti noti che si spartiscono i settori strategici...guadagnando in un modo o nell'altro...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio

    da un lato il consumatore-utente, se funziona la concorrenza, ha un'utilità; dall'altro, quei settori privatizzati, per vocazione più consoni, vista la bassa redditività e la relativa "sicurezza", al piccolo risparmio privato, sottraggono risorse al rischio d'impresa e al sistema industriale, in un modo che può essere strutturalmente indesiderabile, come scelta politica, beninteso;
    poi, non si può impedire l'esercizio della libertà di investire, cioè che la Fiat compri pacchetti azionari assicurativi invece di investire; ma si può fare comunque in modo di modulare l'investimento in questi settori che conservano finalità pubbliche in modo da non distrarre risorse al vero e proprio circuito privato.
    questa non l'ho capita tanto. ovviamente per mia colpa...

  14. #59
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    perché non dovrebbe?
    perché in un sistema consumistico la maggior parte dei consumi ha una componente immateriale distinta dal mero valore d'uso, che è quello comparabile e razionalizzabile; pensa alle auto e alla differenza di prezzo tra marche, e praticamente a quasi tutti i prodotti...

    la canzone: melodia come identità di note o come identità cmq sia di tonalità?
    come relazione melodica, anche trasposta di tonalità; una successione di intervalli tra note;
    la limitatezza del diatonico non mi convince. ci sono le scale, c'è una tastiera - pianoforte - che può dare combinazioni tendenzialmente infinite.
    la progressione se le note sono le stesse, proporzionalmente, cambiando chiave o tono, può essere la stessa. a un orecchio grezzo cambia molto.
    tu hai un'armonia, la progressione, e una melodia; un caso tipico sono certi jingles pubblicitari in cui hai chiaramente l'evocazione di un hit famoso, tramite la sua progressione, ma con una melodia nella stessa tonalità dell'originale, la stessa scala, ma a note invertite; per cui, l'effetto è assolutamente analogo all'originale, ma non tacciabile di plagio in base alle regole;
    [quote]poi il genere. penso ai sex pistols e a my way di sinatra. puoi dire che ci sia stato plagio?[7quote] certo che no; è proprio una cover, su cui si pagano i diritti; il plagio è ipotizzabile quando il brano viene presentato come creazione originale;

    succede spesso direi. non succede spesso che un dilettante o uno sconosciuto copi la canzone di uno famoso. perché? perché la celebrità è soldi, i soldi sono attenzione dell'opinione pubblica, influenza ecc. pensa se al bano non fosse un artista internazionale: chi avrebbe dato credito alle sue accuse di plagio?
    data la natura del sistema tonale occidentale e della limitatezza della forma-canzone, è inevitabile, anche il fenomeno del cd "plagio inconscio"; ci sono progressioni tipiche e comunissime che hanno - a meno di capacità compositive molto sofisticate - esiti quasi forzosi;

    beh. io credo che la musica proprio questo dovrebbe essere: un hobby non retribuito. in definitiva penso chele canzoni siano di per sé stesse, patrimonio dell'umanità.
    in questo caso, non potresti avere una gran qualità; un musicista davvero preparato deve investire molto tempo per conseguire capacità compositive ed esecutive all'altezza, anche se ci possono essere dilettanti di genio;

    no, axe. lo stato interviene dovunque. i profitti delle farmaceutiche sono gli stessi. quello che lo rende possibile è il welfare, che toglie ai ricchi per dare ai poveri, i quali nella gran parte dei casi sono anche malati di un qualche "tumore" o cmq di qualche grave malattia. guarda caso.
    è una questione del tipo di intervento, che sia regolatore o diretto, e della valutazione di convenienza per gli utenti-consumatori;

    si. ad esempio occorre guardare alla natura sostanziale o formale soltanto, delle privatizzazioni...se lo stato privatizza ma rimane maggior azionista, a che serve la privatizzazione?
    a liberare capitali, negoziandone un onere, modicamente retribuito ai privati; si garantisce la pubblicità del fine e i suoi vincoli, mentre si privatizza la gestione, per sottrarla ai vincoli del regime pubblicistico quanto a procedure operative;

    si. da quello che dici sembra che sia stato "privatizzato tutto". mentre invece non è così...penso alle poste...hai detto un'enormtà...
    le poste sono private, pur dovendo concorrere a garantire un servizio; c'è un pluralismo, ma di fatto le PI scremano il mercato, come tutti i privati;

    questa non l'ho capita tanto. ovviamente per mia colpa...
    non è questione facile: un governo, nel nostro sistema, deve rispettare le libertà private e la concorrenza, con alcune prerogative rispetto a settori strategici; a monte, la politica può porre in essere alcune norme - purché generali ed astratte, non discriminatorie - che favoriscano un indirizzo di pubblico benessere, per esempio nel senso di attrarre investimenti;

    fatto 100 un potenziale di investimento nel sistema, se questo fosse "chiuso" le norme o le leggi DEF avrebbero l'effetto di convogliare risorse in certi canali o in altri, con effetti a catena; es. più spesa corrente aumenta il debito, lo spread e la quota che le banche devono destinare ai titoli pubblici, contraendo il credito; in un sistema aperto la cosa è ancora più complessa;
    analogamente, le modalità di una privatizzazione possono spostare i capitali secondo modalità che producono maggiore o minore crescita, a seconda dell'interazione di molti fattori;
    un caso tipico, potrebbe essere il decennale balletto della nazionalizzazione di Alitalia e i suoi costi, opportunità mancate e pagate dai contribuenti e clienti, sulla base di valutazioni politiche.
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #60
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    perché in un sistema consumistico la maggior parte dei consumi ha una componente immateriale distinta dal mero valore d'uso, che è quello comparabile e razionalizzabile; pensa alle auto e alla differenza di prezzo tra marche, e praticamente a quasi tutti i prodotti...

    si, forse ho capito: c'entra ad esempio la percezione soggettiva del valore del prodotto, come un'orologio di pregio o una macchina costosa, che per molti non vuol dire solo guardare l'ora e viaggiare, ma anche mostrare il prodotto acquistato per i più vari motivi: ad esempio perché avere quel prodotto e mostrarlo è uno status symbol, ecc.


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    come relazione melodica, anche trasposta di tonalità; una successione di intervalli tra note;

    si. trasponendo la tonalità e cambiando qualche nota hai o non hai una "nuova" melodia?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    tu hai un'armonia, la progressione, e una melodia; un caso tipico sono certi jingles pubblicitari in cui hai chiaramente l'evocazione di un hit famoso, tramite la sua progressione, ma con una melodia nella stessa tonalità dell'originale, la stessa scala, ma a note invertite; per cui, l'effetto è assolutamente analogo all'originale, ma non tacciabile di plagio in base alle regole;

    si. questo si. anche se l'effetto diciamo di "riconoscimento" da parte del consumatore medio è molto limitato. ma forse è proprio questo il meccanismo: una variazione su una melodia nota, non passibile di plagio e che agisce sullo spettatore "musicalmente non edotto" come un qualsiasi messaggio subliminale a favore dell'acquisto.


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    certo che no; è proprio una cover, su cui si pagano i diritti; il plagio è ipotizzabile quando il brano viene presentato come creazione originale;

    ma mi domando. le leggi sul copyright in america sono le stesse che in italia? altra domanda: dei punk sotto effetto come i sex, avrebbero avuto i soldi per pagare i diritti? mah, dimmi tu...


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    data la natura del sistema tonale occidentale e della limitatezza della forma-canzone, è inevitabile, anche il fenomeno del cd "plagio inconscio"; ci sono progressioni tipiche e comunissime che hanno - a meno di capacità compositive molto sofisticate - esiti quasi forzosi;

    quello orientale è diverso?
    poi: bisogna essere davvero dei dilettanti per anche solo pensare di comporre una musica su un inizio notorio. eppure a quanto ho modo di sapere succede...


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    in questo caso, non potresti avere una gran qualità; un musicista davvero preparato deve investire molto tempo per conseguire capacità compositive ed esecutive all'altezza, anche se ci possono essere dilettanti di genio;

    penso che in definitiva la musica sia un po' come il lavoro di un buon artigiano. non conta solo l'orecchio ma anche la competenza tecnica, la conoscenza del lavoro di altri, la raffinatezza ecc. non si tratta alle volte di genialità ma di una pratica costante cui si può anche dedicare la vita.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    è una questione del tipo di intervento, che sia regolatore o diretto, e della valutazione di convenienza per gli utenti-consumatori;

    si. peraltro la valutazione di convenienza la opera un'autorità superiore quale è lo stato. l'utente spessissimo non ne è in grado, per i più vari motivi. questo lo lascia in balìa della struttura pubblica con tutte le conseguenze "orribili" che si possono immaginare...


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    a liberare capitali, negoziandone un onere, modicamente retribuito ai privati; si garantisce la pubblicità del fine e i suoi vincoli, mentre si privatizza la gestione, per sottrarla ai vincoli del regime pubblicistico quanto a procedure operative;

    non mi pare che questa sia la logica corretta. penso alle privatizzazioni fatte in russia, le uniche ad aver avuto luogo negli anni 90/2000 in un altro stato dell'europa. questo forse a causa del fatto che, pur non essendo l'italia propriamente una democrazia "popolare" o "socialdemocratica", è stata tuttavia connotata dalla presenza di un fortissimo partito comunista che, non a caso dopo il crollo dell'urss, si è sciolto per dar luogo a un partito non solo formalmente ma anche sostanzialmente democratico (in senso occidentale ovviamente).

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    le poste sono private, pur dovendo concorrere a garantire un servizio; c'è un pluralismo, ma di fatto le PI scremano il mercato, come tutti i privati;

    cioè offrono un servizio a pagamento? io sapevo che le poste sono l'ultimo baluardo dello stato nell'ambito dei servizi pubblici. quando nel 2009 studiavo diritto amministrativo erano credo, ancora in mano pubblica. adesso no? da quando?


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non è questione facile: un governo, nel nostro sistema, deve rispettare le libertà private e la concorrenza, con alcune prerogative rispetto a settori strategici; a monte, la politica può porre in essere alcune norme - purché generali ed astratte, non discriminatorie - che favoriscano un indirizzo di pubblico benessere, per esempio nel senso di attrarre investimenti;

    si. però la legge ad personam ci scappa, volendo comunque. ad esempio nel senso che il legislatore formuli in termini generali e astratti un dettato normativo che si adatta pur essendo "generale e astratto" agli interessi di pochi fortunati. altre volte, ciò che è perfettamente lecito, emana leggi di un'unica disposizione che ad esempio costituiscono un ente pubblico virtualmente "inutile" se non per "sistemare" qualche politico "trombato"...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    fatto 100 un potenziale di investimento nel sistema, se questo fosse "chiuso" le norme o le leggi DEF avrebbero l'effetto di convogliare risorse in certi canali o in altri, con effetti a catena; es. più spesa corrente aumenta il debito, lo spread e la quota che le banche devono destinare ai titoli pubblici, contraendo il credito; in un sistema aperto la cosa è ancora più complessa;

    "chiuso" vorrebbe dire "socialista", "autarchico" o cosa altro? la spesa corrente a quanto ne so aumenta il "deficit", se deficit c'è. lo spread poi mi pare una trovata mediatica, insomma di propaganda. cioè se tra i titoli italiani e quelli tedeschi c'è una grande differenza in termini di "interessi" ciò non giova certo all'economia nostra italiana. ma siamo sicuri che da loro i tedeschi non abbiano criteri diciamo più complessi per valutare la salute economica della germania? cioè siamo sicuri che sto spread sia dirimente in proposito?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    analogamente, le modalità di una privatizzazione possono spostare i capitali secondo modalità che producono maggiore o minore crescita, a seconda dell'interazione di molti fattori;
    un caso tipico, potrebbe essere il decennale balletto della nazionalizzazione di Alitalia e i suoi costi, opportunità mancate e pagate dai contribuenti e clienti, sulla base di valutazioni politiche.
    alitalia però a quanto mi ricordi fu non "nazionalizzata" ma privatizzata, ovviamente facendo guadagnare gli amici "degli amici". ma forse è stato meglio così. d'altra parte non costituisce più un pozzo senza fondo.

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