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Discussione: migranti

  1. #76
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    fino a prova contraria però, l'italia è una nazione, anche e soprattutto per merito vostro. mi riferivo quindi all'italia, non all'europa o quant'altro....
    di prove contrarie ne hai a bizzeffe; no, l'Italia è ancora giuridicamente "nazione" per pochissimi e relativamente marginali aspetti; il fisco, soprattutto; per il resto, è percepita come tale solo per cultura; se, per ipotesi, domani mattina noi avessimo tutti gli italiani in grado di parlare e scrivere il francese e il tedesco correttamente, immediatamente tutta questa gente si accorgerebbe che attraversando quella che un tempo era una frontiera non cambia assolutamente nulla, non più che andando da Perugia a Milano, o da Salerno a Torino;
    non stiamo parlando di mutazioni genetiche, ma di una scuola che ti prende sin dall'asilo e ti fa diventare libero con la cultura, a partire dai cartoni animati in lingua originale.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #77
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    Citazione Originariamente Scritto da axeugene Visualizza Messaggio
    infatti, non si pagano; le dichiarazioni private medie da roma in giù sono nella no-tax-area; a parte la mia personale simpatia per il sud, avrei proprio tante critiche al modo nordista di rappresentare la questione, ma qui sarebbe argomento troppo complesso;
    ho solo citato la questione per mostrare come un provvedimento apparentemente neutrale e teoricamente equo può in realtà produrre effetti politici radicali, anche se molto meno vistosi di una polemica contro le caste, i politici, gli immigrati: Tanta scena e poca sostanza;

    scusa mi sono perso...quale tipo di provvedimento è "apparentemente neutrale"? quello dell'aereo?


    Citazione Originariamente Scritto da axeugene Visualizza Messaggio
    sì, in una grande misura è la presa d'atto che solo creando ricchezza questa si può redistribuire; un modo socialdemocratico, molto "tedesco";

    allora è una garanzia...

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    ma no... Quale comunismo; si tratta di differenze di mezz'ora;

    ah, allora...

    Citazione Originariamente Scritto da axeugene Visualizza Messaggio
    quando vado in olanda in aereo e non in furgone, compro il biglietto due mesi prima, per risparmiare; da ogni scalo ci sono 4 o 5 voli al giorno, e questa possibilità è proprio il frutto del consorzio o dell'accordo; alitalia e klm hanno i loro sistemi di prenotazione ed incasso, ma dirottano i passeggeri tra le opzioni a coprire i posti insieme, per una questione di efficienza: Dato un costo fisso del volo - poniamo 10mila euro - che ci sia un passeggero o 100, entrambe le compagnie hanno tutto l'interesse a collaborare, incassando i sodi dei biglietti ma operando il volo insieme;

    allora è chiaro. adesso capisco...

    Citazione Originariamente Scritto da axeugene Visualizza Messaggio
    è come se tu avessi un negozio di ortofrutta e facessi un accordo col tuo concorrente: Se tu hai finito le pesche che ti chiede un cliente, lo mandi da lui; e lui farà lo stesso con le zucchine, col risultato che entrambi eviterete di veder deperire la merce sugli scaffali; che c'entra il comunismo; state solo facendo un accordo per evitare di buttar via della merce che avete già pagato e soddisfare la clientela, che avrà la possibilità di comprare comunque le pesche e le zucchine;

    si. però in questo c'entra un complesso di "capacità di collaborare", di libertà mentale, di "umanità" che sono molto rare. credo che tu ti riferisca a un mondo "ideale di fantasia", che giudico tale, ovviamente, sulla base di esperienze personali. se io ho un concorrente sul mercato cerco di dargli filo da torcere, non di farmelo amico. altro discorso quando la collaborazione con l'avversario è "necessaria" e soprattutto è sentita come tale dagli operatori...ad esempio in questi casi è a fondamento di realtà come monopoli o oligopoli. ma si tratta di capitali enormi in ottemperanza al cui incremento si accettano compromessi che, nel piccolo sarebbero inaccettabili, per una questione se non altro di "dignità personale".

    Citazione Originariamente Scritto da axeugene Visualizza Messaggio
    se alitalia volesse operare da sola, in breve il costo fisso delle tratte non sarebbe compensato dai biglietti venduti, e fallirebbe, come avviene puntualmente ogni volta che mancano questi accordi e si vuole tenere in piedi tutta la baracca a costi insostenibili; poi paga pantalone, cioè noi, con la baffa dell'"italianità", che in questo caso è solo prenderla italianamente nel culo; in cambio di che ?
    se alitalia volesse operare da sola dovrebbe entrare di sana pianta nel "mercato" e accettarne le regole. ovviamente per i motivi che ti dicevo, cioè inerenti all'economia interna, il costo dei biglietti diverrebbe insostenibile, cioè inadatto a compensare il costo di un viaggio per la compagnia. è un problema che come giustamente dici nasce a monte, che cioè attiene al livello di crescita, al reddito procapite e altri parametri. alitalia è la punta di un iceberg...

  3. #78
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    di prove contrarie ne hai a bizzeffe; no, l'Italia è ancora giuridicamente "nazione" per pochissimi e relativamente marginali aspetti; il fisco, soprattutto; per il resto, è percepita come tale solo per cultura; se, per ipotesi, domani mattina noi avessimo tutti gli italiani in grado di parlare e scrivere il francese e il tedesco correttamente, immediatamente tutta questa gente si accorgerebbe che attraversando quella che un tempo era una frontiera non cambia assolutamente nulla, non più che andando da Perugia a Milano, o da Salerno a Torino;
    non stiamo parlando di mutazioni genetiche, ma di una scuola che ti prende sin dall'asilo e ti fa diventare libero con la cultura, a partire dai cartoni animati in lingua originale.
    guarda non dico a livello giuridico ma a livello di sentimento popolare cioè "diffuso". poi...studiare le lingue straniere è un fattore di crescita, però da questo a ritenere che l'europa sia in definitiva come andare da salerno a reggio mi pare una "minchiata" sinceramente. non mi risulta che francesi e tedeschi siano tanto propensi a rinunciare alle proprie rispettive "culture" in cambio di una identità comune. ci tengono a vedere l'europa come fonte di risorse, ma sempre usate secondo la propria forma mentis che è un portato di identità "nazionale" forte, che, hai ragione, a noi italiani manca.
    soprattutto riguardo ai francesi mi viene da pensare che la maggior parte di loro considera solo parigi "città", tutto il resto della francia come "provincia", quando invece ad esempio marsiglia ha centinaia di migliaia di abitanti, un porto tra i più attivi del mondo ecc. per dirti che a volte sei abbastanza "idealista"...abbi pazienza...

  4. #79
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    scusa mi sono perso...quale tipo di provvedimento è "apparentemente neutrale"? quello dell'aereo?
    no, la flat-tax;
    si. però in questo c'entra un complesso di "capacità di collaborare", di libertà mentale, di "umanità" che sono molto rare. credo che tu ti riferisca a un mondo "ideale di fantasia", che giudico tale, ovviamente, sulla base di esperienze personali. se io ho un concorrente sul mercato cerco di dargli filo da torcere, non di farmelo amico. altro discorso quando la collaborazione con l'avversario è "necessaria" e soprattutto è sentita come tale dagli operatori...ad esempio in questi casi è a fondamento di realtà come monopoli o oligopoli. ma si tratta di capitali enormi in ottemperanza al cui incremento si accettano compromessi che, nel piccolo sarebbero inaccettabili, per una questione se non altro di "dignità personale".
    è solo una questione di cultura; ovviamente, nel commercio di servizi sofisticati intervengono competenze di livello più elevato, che adottano strategie studiate a livello di comportamento razionale; per questo il sistema italiano delle piccole imprese è fatalmente inefficiente non appena le questioni si complicano, al di là della percezione intuitiva del piccolo imprenditore;

    se alitalia volesse operare da sola dovrebbe entrare di sana pianta nel "mercato" e accettarne le regole. ovviamente per i motivi che ti dicevo, cioè inerenti all'economia interna, il costo dei biglietti diverrebbe insostenibile, cioè inadatto a compensare il costo di un viaggio per la compagnia. è un problema che come giustamente dici nasce a monte, che cioè attiene al livello di crescita, al reddito procapite e altri parametri. alitalia è la punta di un iceberg...
    esattamente; la necessità di ragionare internazionalmente è neutrale; la menzogna è negarlo, senza specificare il costo di questa negazione, che abbiamo già pagato diverse volte, senza averlo approvato;

    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    guarda non dico a livello giuridico ma a livello di sentimento popolare cioè "diffuso". poi...studiare le lingue straniere è un fattore di crescita, però da questo a ritenere che l'europa sia in definitiva come andare da salerno a reggio mi pare una "minchiata" sinceramente. non mi risulta che francesi e tedeschi siano tanto propensi a rinunciare alle proprie rispettive "culture" in cambio di una identità comune. ci tengono a vedere l'europa come fonte di risorse, ma sempre usate secondo la propria forma mentis che è un portato di identità "nazionale" forte, che, hai ragione, a noi italiani manca.
    soprattutto riguardo ai francesi mi viene da pensare che la maggior parte di loro considera solo parigi "città", tutto il resto della francia come "provincia", quando invece ad esempio marsiglia ha centinaia di migliaia di abitanti, un porto tra i più attivi del mondo ecc. per dirti che a volte sei abbastanza "idealista"...abbi pazienza...
    non è una minchiata, ma a te sembra così proprio perché la lingua costituisce un ostacolo; infatti, in qualche modo percepisci che i "francesi" non sono affatto omogenei; se tu andassi a Marsiglia sapendo bene la lingua, riconosceresti una città gemella o molto sorella di Napoli; un marsigliese che sapesse l'italiano si troverebbe infinitamente meglio a Napoli che a Verona ; se attraversi la Francia profonda, vedi che il carattere, e persino la complessione fisica, sono assolutamente analoghe a quelle delle province italiane del centro; i francesi un po' meno gioiosi;
    un ligure che vada a stare a Barcellona si sente subito a casa, pure con la lingua, che capisce certamente meglio di quanto tu ed io potremmo capire il genovese;
    un millennio fa, la catena era ininterrotta tra Genova e la Catalogna, visto che anche nel midi francese si parlava l'occitano; se passi un po' di tempo in quelle regioni, ti accorgi che i locali sono infinitamente più affini ai nostri meridionali che ai francesi un po' più a nord, per non parlare dei parigini, normanni, bretoni e altri...

    guarda che la lingua fa veramente tanto, per unire e dividere, esattamente come in Italia per un secolo; l'unità italiana non l'ha fatta Garibaldi o i piemontesi, ma la tv, soprattutto quella di Berlusconi, quando a Napoli o Bari i ragazzini degli anni '80 hanno cominciato a guardare "Drive in" e a ridere di Beruschi, o vedere i film di Renato Pozzetto, saltando a piè pari l'esperienza 30ennale dei parenti integrati al nord; pure questa è "lingua", solo che l'approccio è stato più facile reciproco;
    a Milano, terroni o indigeni, da 30 anni tutti esclamano minchia !, che non è proprio una tradizione meneghina
    se ti capita, riguardati "Così parlò Bellavista" di de Crescenzo

    quando in tv vedi delle élites - culturali, non economiche - il direttore francese o tedesco di un museo, un impiegato ministeriale, pagato 3mila euro, non milioni, la scrittrice palermitana che vive da 50 anni a Londra e non ha perso nemmeno na'nticchia di inflessione quando parla italiano, ti fa impressione perché tocchi con mano - direbbe Ringhio Gattuso - cosa sarà l'Europa delle persone, gente nata in Francia o Germania che sta qui e ama le nostre abitudini e città come la sua, e viceversa per i nostri; è solo questione arricchire tutti di quello che hanno gli altri, e poi si avranno simpatiche alleanze tra terroni marsigliesi e baresi contro quei polentoni di Verona e Strasburgo
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #80
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    no, la flat-tax;

    Ok.

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    è solo una questione di cultura; ovviamente, nel commercio di servizi sofisticati intervengono competenze di livello più elevato, che adottano strategie studiate a livello di comportamento razionale; per questo il sistema italiano delle piccole imprese è fatalmente inefficiente non appena le questioni si complicano, al di là della percezione intuitiva del piccolo imprenditore;

    no, non è questione di cultura ma di scelte politiche. se devi collaborare col fruttivendolo concorrente qualcuno potrebbe consigliarti di mettere su una cooperativa, ma non è facile. a livello di forma mentis, di abitudini, di un modo in cui la politica liberale e liberista ha inciso sul sentire comune, sulla morale, sul calcolo di una certa rispettabilità...


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    esattamente; la necessità di ragionare internazionalmente è neutrale; la menzogna è negarlo, senza specificare il costo di questa negazione, che abbiamo già pagato diverse volte, senza averlo approvato;

    si.


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    non è una minchiata, ma a te sembra così proprio perché la lingua costituisce un ostacolo; infatti, in qualche modo percepisci che i "francesi" non sono affatto omogenei; se tu andassi a Marsiglia sapendo bene la lingua,

    allora. qualcuno mi ha sempre detto che se riesci a parlare con un marsigliese, allora puoi parlare con chiunque, anche ostrogoto...questo per dire che capire gli accenti, le pronunce, anche da persona a persona è quasi impossibile. più probabile che qualche francese parli l'italiano, anche a Marsiglia.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    riconosceresti una città gemella o molto sorella di Napoli; un marsigliese che sapesse l'italiano si troverebbe infinitamente meglio a Napoli che a Verona ; se attraversi la Francia profonda, vedi che il carattere, e persino la complessione fisica, sono assolutamente analoghe a quelle delle province italiane del centro; i francesi un po' meno gioiosi;

    questi sono giudizi personali, anche a loro modo "poetici", che però non cambiano la situazione. vero è che a napoli i francesi ci sono stati per secoli, e non mi meraviglia che si capiscano coi napoletani. verona, se vogliamo metterla sul piano storico e di lingua, è più affine alle regioni limitrofe, parlo sempre a livello di lingua, perché ovviamente non ci sono stato. la lingua può unire anziché dividere, anche fra persone che parlano in modo diverso, abitualmente. la lingua però da sola non basta, ci vogliono i legami economici, politici, culturali. se questi ci fossero da sempre, come la lingua che porti a esempio di unità, ci sarebbe davvero stata la necessità tutta "politica", di creare organismi sovranazionali? non era bastato l'impero, come fattore di omogeneizzazione "culturale" e di incontro tra popoli...?


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    un ligure che vada a stare a Barcellona si sente subito a casa, pure con la lingua, che capisce certamente meglio di quanto tu ed io potremmo capire il genovese;

    si guarda. quanto al catalano, esso ha anche forti affinità con il dialetto di alcune parti della sardegna...ma questo non vuol dire che il catalano ragiona come il sardo...insomma.



    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    un millennio fa, la catena era ininterrotta tra Genova e la Catalogna, visto che anche nel midi francese si parlava l'occitano; se passi un po' di tempo in quelle regioni, ti accorgi che i locali sono infinitamente più affini ai nostri meridionali che ai francesi un po' più a nord, per non parlare dei parigini, normanni, bretoni e altri...

    si, ma il discorso dove porta? cioè vuoi dire che le affinità contano più delle differenze? anche la tettonica a zolle di un wegener, allora mi verrebbe da dire, serve a provare scientificamente che il mondo è paese. però capirai che è un poco ridicolo...o no?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    guarda che la lingua fa veramente tanto, per unire e dividere, esattamente come in Italia per un secolo; l'unità italiana non l'ha fatta Garibaldi o i piemontesi, ma la tv, soprattutto quella di Berlusconi, quando a Napoli o Bari i ragazzini degli anni '80 hanno cominciato a guardare "Drive in" e a ridere di Beruschi, o vedere i film di Renato Pozzetto, saltando a piè pari l'esperienza 30ennale dei parenti integrati al nord; pure questa è "lingua", solo che l'approccio è stato più facile reciproco;
    a Milano, terroni o indigeni, da 30 anni tutti esclamano minchia !, che non è proprio una tradizione meneghina
    se ti capita, riguardati "Così parlò Bellavista" di de Crescenzo

    allora questa è una minchiata sulla minchiata. non c'entra certo dallas a cassette o twin peaks. berlusconi poteva fare presa con i suoi melò solo su gente che abitava territori sostanzialmente "dominati" dalla miseria e dalla malavita, insomma dimenticati persino da Dio. ma poi: beruschi parlava italiano? lo parlava pozzetto? la presunzione dei forzisti, dei polentoni ebrei nei riguardi di gente sveglia ma svantaggiata dalle circostanze mi manda in bestia. se fosse stata colonizzazione "tedesca" l'avrei accettato. dal meneghetti di selene e della fottuta mortadella che ti si scioglie in bocca beh allora no.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quando in tv vedi delle élites - culturali, non economiche - il direttore francese o tedesco di un museo, un impiegato ministeriale, pagato 3mila euro, non milioni, la scrittrice palermitana che vive da 50 anni a Londra e non ha perso nemmeno na'nticchia di inflessione quando parla italiano, ti fa impressione perché tocchi con mano - direbbe Ringhio Gattuso - cosa sarà l'Europa delle persone, gente nata in Francia o Germania che sta qui e ama le nostre abitudini e città come la sua, e viceversa per i nostri; è solo questione arricchire tutti di quello che hanno gli altri, e poi si avranno simpatiche alleanze tra terroni marsigliesi e baresi contro quei polentoni di Verona e Strasburgo
    axe, mi pare tu stia sforando nel soliloquio, abbi pazienza. l'europa della gente non è solo l'europa delle lingue e dei pittoreschi quadri ad acquerello che vai dipingendo. è l'europa che si vorrebbe garante di alcuni principi fondamentali, a livello politico, economico, sociale, culturale in senso ampio.
    le istituzioni europee servono a questo, se no basterebbero le serali, e qualche corso di lingue a pagamento, abbi pazienza...un conto è andare a fare il turista, altro conto è cercare di impiantare ad esempio una attività commerciale, intellettuale, imprenditoriale ecc. in paese che non sia quello di nascita. poi non è che mussolini mandasse noi meridionali in america per fare una sorta di ponte culturale, ma perché la gran parte dei meridionali dell'epoca era talmente miserabile e ignorante che come ti dicevo non era in grado neanche di provvedere a mettere insieme il pranzo con la cena, figuriamoci sostenere una politica di potenza...
    Ultima modifica di sandor; 28-04-2019 alle 18:39

  6. #81
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    ho solo detto la mia cono. non è che io meriti per questo di ardere "all'inferno".




    appunto: fa la storia perché è una rarità. allo stesso tempo è per così dire "l'eccezione che conferma la regola". io la vedo così.



    i nobel pochi e di "propaganda", come quello per la pace a obama. presidente quest'ultimo solo "simbolicamente", per quello che ha rappresentato non per quello che realmente ha fatto. ti risulta che l'africa sia sfruttata? ci sei stato? sai come vive quella gente? insomma cono...
    L’Africa non è povera, ma ricca. Poco rimane all’Africa di questa ricchezza, però. Se i Paesi africani hanno indubbi benefici dagli investimenti stranieri, dovrebbero poter regolamentare questi flussi finanziari tramite leggi che oggi non hanno. Al contrario, alle multinazionali viene permesso di razziare legalmente molto di ciò che ricavano dal continente, attraverso i paradisi fiscali. Secondo un’inchiesta di Al Jazeera, i cosiddetti “flussi finanziari illeciti” superano il 6% del Pil dell’intero continente, tre volte più di quanto l’Africa riceva in aiuti. Senza contare i 30 miliardi di dollari che queste società rimpatriano: tutti profitti fatti in Africa ma prontamente trasferiti a casa madre, gestiti dalle piazze finanziarie europee, americane e, da poco, orientali.

    Non solo, circa 29 miliardi di dollari all’anno vengono razziati all’Africa con i disboscamenti, la caccia e la pesca illegali. E il danno che la società e l’economia africana sopportano a causa della lotta ai cambiamenti climatici ammonta a 36 miliardi. Gli africani non possono utilizzare i combustibili fossili per svilupparsi così come ha fatto storicamente l’Europa. La crisi climatica non è stata favorita né innescata dagli africani, ma sono loro a pagarne gli esiti più dei tutti gli altri. Aiutarli a casa loro? I governi occidentali si atteggiano a generosi benefattori che fanno il possibile per “aiutare chi non sarebbe in grado di aiutare se stesso”. Ipocrisie spesso propagate dai media. Meglio invece se smettessero di perpetuare il danno che stanno facendo, costringendo i governi africani ad aprire la loro economia alla privatizzazione e i loro mercati alla concorrenza sleale. E non trasferire in Africa le pulsioni sovraniste che si stanno imponendo in Europa e in Usa.

    Nel 1980, il Pil pro-capite angolano era un ventesimo di quello statunitense. Nel 2017, il gap è sceso: per fare un americano bastano “soltanto” 14 angolani, ma non sono sufficienti 33 congolesi. Non sono argomenti di alto profilo finanziario, ma banale e forse velleitaria economia domestica, per di più soggetta all’eterna lezione di Mark Twain, giacché “se i fatti sono testardi, le statistiche sono malleabili”. E conosciamo tutti i polli di Trilussa. Le disuguaglianze che tormentano i Paesi guida del mondo, e innescano turbolenze politiche impensabili fino a pochi anni fa, si trasferiscono tal quali nei Paesi africani. Qui si amplificano attraverso antiche ostilità tribali e nuove rivalse che alimenteranno futuri conflitti. E se ogni abitante della Terra consuma quasi 15 chili di pollo all’anno, il Paese che ha inventato il fried chicken lascia poco più delle ossa a chi vive nell’Africa equatoriale. Ma non dimentichiamo i 165mila africani molto ricchi, con un patrimonio complessivo di 860 miliardi di dollari – in media più di 5 milioni a testa – per più della metà custoditi al riparo dei paradisi fiscali.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/201...hezza/4827459/

    «La terra è un prezioso dono di Dio all’umanità» si legge nell’Elenco Finale delle Proposizioni dell’Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi consegnate al Papa. «I Padri sinodali rendono grazie a Dio per le abbondanti ricche risorse naturali dell’Africa. Ma essi affermano che i popoli d’Africa, invece di goderli come benedizione e fonte di reale sviluppo, sono vittime di una cattiva gestione pubblica da parte delle locali autorità e dello sfruttamento da parte di poteri stranieri».

    "Quanto valgono le risorse africane?" si chiede oggi l'agenzia di stampa vaticana Fides. Secondo David Beylard uno studioso congolese che ha pubblicato un’inchiesta su “Les Afriques” (una rivista economica panafricana), l’ammontare delle ricchezze africane è pari a 46.200 miliardi di dollari. «Il valore finanziario dei giacimenti africani di materie prime, finora scoperte, è di 46.200 miliardi di dollari! Perché l’Africa non riesce a valorizzare una simile ricchezza che equivale a 13 volte il reddito annuale della Cina? Un patrimonio largamente sufficiente per trasformare il continente in una delle prime potenze mondiali» scrive Beylard.

    Con il 12% di questa somma l’Africa potrebbe finanziare la costruzione di infrastrutture di livello europeo. Secondo lo studioso africano, una della cause del mancato sviluppo dell’Africa è il modello economico fondato sulla finanza speculativa: «alcune società minerarie senza mezzi adeguati, a volte persino senza personale, né uffici, appartenenti ad azionisti anonimi, registrate in paradisi fiscali, riescono grazie a promesse e a messe in scena, a convincere i governi africani ad affidare loro delle enormi concessioni minerarie. Una volta intascato il contratto, queste società si precipitano in borse poco regolamentate, in genere canadesi, per sfruttare i loro titoli africani e intascare dei profitti prima ancora che un solo grammo di minerale sia estratto dalla concessione a loro affidata». In pratica, si crea sulla carta una ricchezza garantita dalle risorse africane, senza che queste vengano realmente sfruttate e, soprattutto, senza che apportino reali benefici agli africani. Una situazione scandalosa se si pensa che il sistema finanziario internazionale continua ad esigere il pagamento degli interessi sui debiti contratti dai Paesi africani. «Perché accordare così poco credito all’Africa, che dispone di un patrimonio di risorse naturali gigantesco, capace di assicurare la solvibilità ben oltre i suoi bisogni? Mentre il sistema finanziario internazionale accetta di investire in società occidentali, anonime, opache, prive di competenze e di capitali, sulla sola garanzia di un contratto africano?» domanda Beylard.


    Secondo uno studio effettuato da una società di consulenza specializzata negli investimenti in Africa - riporta l'agenzia Fides - nel continente vi sono 10 milioni di giacimenti di materie prime (sia su terraferma che in mare), ma solo 100mila sono sfruttati. Nove milioni 900.000 giacimenti, ovvero il 90% del totale, non sono messi in valore. Eppure sono conosciuti e catalogati da un’apposita banca dati, che si avvale delle più avanzate tecnologie satellitari e informatiche. La situazione potrebbe cambiare grazie anche alla “fame” di energia e di materie prime dei Paesi asiatici. Occorre però tenere alta la vigilanza affinché non si assista ad una nuova “corsa all’Africa”, da parte di grandi e medie potenze, con il rischio di provocare nuove guerre per il controllo delle risorse strategiche.

    «Oggi esiste una stretta connessione tra lo sfruttamento delle risorse naturali, il traffico di armi e l’insicurezza deliberatamente mantenuta» affermano i Padri Sinodali. «Noi chiediamo alle istituzioni della Chiesa che operano in quelle società perché facciano pressione allo scopo di ottenere che quelle popolazioni gestiscano in proprio le loro risorse naturali. Per parte sua la Chiesa cercherà di istituire nelle varie nazioni del continente un tavolo di monitoraggio della gestione delle risorse naturali».

    http://www.vita.it/it/article/2009/1...lafrica/94822/
    Ultima modifica di conogelato; 30-04-2019 alle 02:53
    amate i vostri nemici

  7. #82
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    cono, non capisco il senso del tuo post. la realtà delle cose è che gli africani, non dirò quelli del nord che più o meno stanno bene, ma quelli del centro/sud sono poveri in canna. la tua bella utopia, che è anche del sinodo, di riuscire un giorno a consentire agli africani di sfruttare autonomamente le immense risorse del territorio, hanno già provato a realizzarla i nostri antenati, europei e poi anche italiani, senza però risultati apprezzabili. tranne qualche morto "bianco" di troppo a causa dell'inciviltà di quei popoli, che sono gli stessi dei tempi della schiavitù, quando un capopopolo qualsiasi vendeva i propri consanguinei per un paio di occhiali o una sveglia da mettere al collo. poi dice che c'è stata la schiavitù. la schiavitù era un affare. e come sai per fare un affare occorre che ci siano le proverbiali due parti. una era lo spagnolo di turno, l'altra il capotribù che vendeva i propri cari. chi era peggio? ovviamente quest'ultimo e per ovvie ragioni.

  8. #83
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    Si, l'ho postato apposta....Alla fine le vittime vere sono sempre i poveracci: Bianchi neri gialli o rossi. Quelli che salgono sui barconi lasciandosi dietro soprusi, angherie, violenze d'ogni genere, familiari, affetti....
    E noi li trattiamo come li trattiamo, Sandor. Come appestati....come razza inferiore....come invasori, addirittura.
    Ci costruiamo sopra le campagne elettorali e ci andiamo al potere, strumentalizzando la questione. Che invece è enorme!
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  9. #84
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    Si, l'ho postato apposta....Alla fine le vittime vere sono sempre i poveracci: Bianchi neri gialli o rossi. Quelli che salgono sui barconi lasciandosi dietro soprusi, angherie, violenze d'ogni genere, familiari, affetti....

    per tornare seri: quelli che vanno sui barconi sono l'1% del totale. gli altri muoiono. peraltro quelli che si mettono in testa di percorrere 10.000 km, che partono mettiamo dallo zanzibar per arrivare in libia, sono plagiati dai loro simili più consapevoli, allo stesso modo in cui le loro donne vengono convinte dagli occidentali a usare il latte in polvere per allattare i propri figli appena nati, e che così facendo rendono quelle stesse donne prive di "latte naturale", che ovviamente "dagli oggi" e "dagli domani" con i prodotti artificiali, si perde. questo per dirne una. ma dico io: se sti benedetti africani congolesi fossero in tutto e per tutto esseri umani come lo siamo noi, perché, con tutte le risorse naturali di cui dispongono, si adoprerebbero per speculare sulle migrazioni di massa? neanche il nehandertal lo faceva. si limitava a seguire gli spostamenti di animali per cacciarli, non per sfruttarli, e tanto meno lo avrebbe fatto coi propri simili. insomma cono...

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    E noi li trattiamo come li trattiamo, Sandor. Come appestati....come razza inferiore....come invasori, addirittura.
    Ci costruiamo sopra le campagne elettorali e ci andiamo al potere, strumentalizzando la questione. Che invece è enorme!
    allora quelli che vengono qua sono i più stupidi di una realtà razziale già di per sé precaria e non buona. li vuoi far lavorare? in che modo? mi permetterei di dire che quelli che raccolgono pomodori sono i migliori. non a caso vengono da marocco o senegal. insomma cono questi negri nella gran parte non servono a un cazzo. quando arrivano portano in italia malattie, prostituzione, droga. insomma dimmi tu...
    Ultima modifica di sandor; 30-04-2019 alle 16:25

  10. #85
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Si, l'ho postato apposta....Alla fine le vittime vere sono sempre i poveracci: Bianchi neri gialli o rossi. Quelli che salgono sui barconi lasciandosi dietro soprusi, angherie, violenze d'ogni genere, familiari, affetti....
    E noi li trattiamo come li trattiamo, Sandor. Come appestati....come razza inferiore....come invasori, addirittura.
    Ci costruiamo sopra le campagne elettorali e ci andiamo al potere, strumentalizzando la questione. Che invece è enorme!
    pensa te che ci hanno costruito sopra una Chiesa S.P.A con tanto di franchising col Padreterno il tutto sulla pellaccia dei diseredati...
    fai un po te..
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  11. #86
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    Sì, la questione è enorme. Come enormi sono le responsabilità, soprattutto della sinistra, per aver favorito negli anni un'immigrazione incontrollata ed illegale di clandestini che ci ha portato al neoschiavismo, alle infinite morti in mare, all'espandersi della prostituzione, dello spaccio di droga, degli stupri, delle rapine e via dicendo. Tutti quei milioni di poveretti che stanno morendo di fame nelle regioni più povere dell'Africa non sono gli stessi che sono in grado di percorrere migliaia di chilometri nel deserto e terribili traversate marine. Non hanno neanche la forza di tenersi in piedi. Cosa hanno fatto per loro le grandi organizzazioni mondiali che dovrebbero provvedere a salvarli dalla fame e dalla sete? Quali stipendi principeschi percepisce un impiegato della FAO? Quali festini milionari organizzano alla faccia dei bambini che muoiono e che loro in teoria dovrebbero salvare? Ma di cosa stiamo parlando?

  12. #87
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    ti ripeto caro amico. rilassati e soprattutto non copiare. siamo in vacanza. (ma a roma c'erano i mercatini sulla tiburtina?).

  13. #88
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    Non avevo letto affatto il tuo post, Sandor, l'ho visto solo adesso, non avevo capito il fatto di aver copiato...credici o no, fa lo stesso. Forse la pensiamo in modo simile.

  14. #89
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    si, carissimo, a parte il fatto che non ho ancora capito tu come la pensi...cmq "benvenuto", non te l'avevo ancora detto.

  15. #90
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    Grazie. Sono anch'io un "profugo" dalla Valle, dove avevo un altro nick, il mio di qui è un anagramma del cognome. Mi pare che in questi ultimi giorni ci sia stata una mezza invasione di valligiani... Mi sembra un forum vivo e accogliente! A presto

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