Citazione Originariamente Scritto da Jerda Visualizza Messaggio
Credo che non sia passato il messaggio. Io parlo del problema della riproduzione di soggetti malati che moltiplicano i problemi genetici delle generazioni avvenire come oggi succede in diversi campi.
nella procreazione umana non succede questo, guarda caso perché la dominanza e la recessività dei caratteri sono distribuite; infatti, l'esogamia è statisticamente premiante; stai tranquilla, che tra 500 anni avranno tutti la pelle più scuretta, non trasparente;

ti resta da definire chi sia "malato" e in relazione a quali circostanze ambientali e tecnologiche; è malato un miope che deve portare gli occhiali ? chi è figlio di genitori con l'alzheimer e ha probabilità di incorrervi o trasmetterlo per familiarità, chi ha casi di tumore in famiglia, dovrebbe evitare di procreare ? e chi ha un temperamento irascibile per motivi ormonali, con punte di antisocialità ?
siamo tutti "malati", a seconda del criterio di definizione, che è arbitrario;

Non fare roghi di malati ma pensarci bene a procreare creature che vorranno a loro volta procreare finché non avremo la pelle trasparente e il sistema immunitario sarà qualcosa di appartenente al passato, che è ciò che succederà.
Soluzioni o opinioni non ne ho date, ma rinunciare alla procreazione quando si hanno malattie rare o tare che già oggi si moltiplicano, lo trovo molto ammirabile e coraggioso. Posso?
ha'voglia te... e se quello non rinuncia perché non condivide la tua nozione di patologico ?
E spesso la colpa è nostra, ambientale, ma anche dalla riproduzione di soggetti che in natura non avrebbero chance, da qui malattie, intolleranze alimentari, celiachia, malattie neurodegenerative, poliallergie, un cervello di 300 cm cubi in meno ai nostri antenati e così via.
ma quale natura ? rispetto alle mani nude, è artificio anche la lancia del Neanderthal

il bambino col cancro in natura non avrebbe chances; se fai questo discorso, lo devi lasciar morire; e, per coerenza, non dovresti ricorrere ad alcun artifizio della medicina che modifichi il naturale decorso di una malattia; se guarisci coi tuoi soli mezzi genetici, bene; altrimenti, crepi; altrimenti, dovresti spiegare con quale criterio scegli chi possa essere curato e chi no, e dire il perché; sono caxxi, da' retta ...

Se solo pensare al problema deve far inorridire perché la testa entra in loop tra un problema che vogliamo ignorare perché le soluzioni non le accettiamo deve scatenare i peggiori istinti ok, ma non ho proposto castrazioni di massa. Ma anche non agire è una scelta.
certo; in Toscana, c'è un modo di dire: mangassi l'ovo 'n culo; mangiare l'uovo quando è ancora nel culo della gallina per dire, anticipare in modo sgradevole gli eventi;
tu vorresti eliminare coloro che eventualmente la natura eliminerebbe, per paura di quella futura eliminazione; che senso avrebbe ?

Secondo me l'eugenetica sarebbe l'unica soluzione, figurati, sebbene non risvegli bei ricordi, non deve essere necessariamente utilizzata al peggio, e poi con le conoscenze genetiche per scatenare guerre batteriologiche o le armi nucleari oggi disponibili a migliaia, credo che correggere le tare che permettere a persone che hanno deficit genetici in modo da non far diventare tra due generazioni un'umanità con la consistenza del semolino e pluriammalati, per salvare vite e dare la possibilità di procreare, con i rischi connessi da un uso sbagliato certo, ma di alternative praticabili si deve parlare, giusto?
si può parlare di tutto; ma qualsiasi tesi, per essere considerata, dovrebbe essere formulata in modo corretto, scientificamente, intendo; l'umanità dalla consistenza di semolino è una bufala, proprio in senso biologico;

Strano ma umano che la presa di coscienza di un problema che pone già nella formulazione un dilemma morale getti su chi osa farlo notare la paternità di soluzioni mai nominate.
infatti, basterebbe nominare le soluzioni: si dovrebbe fare - d'autorità, ovviamente, altrimenti non è normazione - questo, questo e quest'altro;
prima definisci cosa sia patologico, chi sia malato; poi quello che si dovrebbe fare, e poi annamo a discute'... vediamo se l'idea ha un senso coerente, una qualche utilità sociale che la può far ritenere di pregio, a quali costi.