Originariamente Scritto da
doxa
Il Dio dello scrittore israeliano Amos Oz, sorprendentemente disinteressato della dimensione religiosa, fa il paio con il tema de “la sconfitta di Dio” del teologo ed esegeta Sergio Quinzio o con la proposta di un “cristianesimo non religioso” del teologo luterano tedesco Dietrich Bonhoeffer.
Il presunto esaurimento della funzione pubblica di Dio in Occidente, l’eclissi del sacro, la fine della religione, la secolarizzazione della società, l’oblio di Dio sono solo slogan ? Il Vangelo di Luca pone questo interrogativo: “…Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra ?” (18, 8).
Troverà il Male e la sconfitta di Dio !
Dal Vangelo di Marco: “Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: ‘Ecco, chiama Elia!’. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: ‘Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce’. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò” (15, 33 – 37)
Gesù morente sulla croce invocò Dio o il profeta Elia ? "Gesù gridò a gran voce:
“Eloì, Eloì, lemà sabactàni...”
Alcuni dei presenti dicevano:
“Ecco chiama Elia!"
(Mc 15, 34-35)
Sorprende questa confusione che si genera negli spettatori durante quel momento tragico della vita terrena di Gesù. Egli è là sulla croce mentre stanno scoccando gli ultimi istanti della sua esistenza terrena e sta per precipitare nei due abissi estremi, il silenzio di Dio che non risponde alle sue invocazioni e la morte, “Lanciando un forte urlo, spirò” (Mc 15,37). Le sue ultime parole sono un grido angosciato che l’evangelista ci riferisce nella lingua popolare di allora, l’aramaico. Ma quelle parole sono l’incipit del Salmo 22: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni”, tradotto in greco: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. L’invocazione Eloì non è aramaica, come il resto della citazione, perché dovrebbe essere Elahî: forse Marco è stato trascinato dall’influsso dell’ebraico Elohîm, “Dio” ?
Come hanno potuto però i presenti scambiare quelle parole gridate come un’implorazione al profeta Elia? Questo, oltre a essere considerato come il precursore redivivo del Messia (Matteo 17,10-13), secondo la tradizione giudaica era venerato come il protettore degli agonizzanti e delle persone in grave pericolo di vita. I presenti, udendo quel grido straziato di Gesù, potevano scambiare la prima parola(Eloì o Elahî o, in ebraico, Elì) come un’invocazione del profeta da parte di Gesù moribondo ?
La fiducia di Gesù nel Padre è esplicitato dall’evangelista Luca che narra l’estrema invocazione di Cristo, anch’essa desunta dai Salmi: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46; cfr. Salmo 31,6).