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Risultati da 31 a 45 di 151

Discussione: Che cos'è la fede

  1. #31
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    tu nessuno, visto che alludi e basta; quando ti si chiede svicoli;
    Mi sembra che sei tu a svicolare non avendoli detti; comunque sappi che non ho imperativi morali, poiché, e ritorniamo ad un vecchio discorso, se non uccidere è un imperativo morale io e tanti altri non lo abbiamo avendolo superato per il fatto che non uccidiamo; un altro, se è un imperativo morale non desiderare la donna d'altri, per me ed per altri come me non è un imperativo morale in quanto non la desideriamo.
    Succede già ciò che non dovrebbe succedere.

  2. #32
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    ; quando ti si chiede svicoli; ma sei l'eccezione; sempre posto che ti riferisci ad una narrazione consolidata, di per sé atta a suggerire guai; la differenza che passa tra la probabile realtà storica di uno zelota eccentrico e la narrazione evangelica sono "solo" qualche decina di milioni di ebrei perseguitati e trucidati perché "deicidi"; guarda un po' che combina la religione...

    Se tu in Gesù Cristo ci vedi tutto quello, io non ce lo vedo; vedo solo un messaggio male inteso per fini personali e non cristiani.
    Se poi per te Gesù era uno Zelota allora si capisce.
    Pietro non è Gesù come i Papi non sono Pietro.

  3. #33
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    non è normale che tu non veda, o faccia finta di non vedere, il potenziale violento delle idee religiose, come mostrato dalla storia; ma sei andato a scuola ? chiediti perché non si fanno guerre sul disciplinare del Verdicchio o sulla ricetta dei vincisgrassi, ma su "Dio" si ammazza gente ogni giorno, da migliaia di anni...
    Mi sembra che tu confonda il messaggio col messaggero.
    Vuoi forse darmi nel 2019 la responsabilità degli eccidi della religione? Allora è meglio che io beva il Verdicchio, se poi è il Rosso Conero è anche meglio perché è più sanguigno.

  4. #34
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    Nonostante non capisca comunque mi pare di aver capito che sono proprio quei precetti morali a dividere; ma quando arriva un Gesù Cristo che insegna come comportarsi per far piacere a Dio, e questo comportamento è tutto da scoprire dentro se stessi,
    eh, appunto: questa è una tesi tutta tua, ma non condivisa, né rappresenta la realtà del discorso religioso;

    perché la quasi totalità dei cristiani non afferma che il comportamento sia da scoprire dentro se stessi, ma sia prescritto oggettivamente; salvo poi litigare tra loro su quale sia il comportamento effettivamente prescritto; quando Cono ti bacchetta, avviene esattamente questo, perché la regola - nel senso di ciò che è quasi sempre - è che il credente abbia un'idea precisa e oggettiva, derivata o esplicitamente prescritta da una dottrina eteronoma, su ciò che vada fatto in una determinata circostanza, e afferma che quello sia il comportamento giusto, da intendersi come legge, e che fare diversamente sia peccato; non che ognuno possa decidere come gli pare;

    mi spighi tu dove sta l'oggettività od il precetto morale?
    a me lo chiedi, quando io ho posto la domanda ?

    nei vangeli ci sono oggettivamente precetti morali, oppure si tratta di una manuale di training autogeno, dove se vuoi seguire le istruzioni, bene; ma se vuoi fare il contrario va bene lo stesso, perché quello che si enuncia è indifferente, una mera questione di gusto e benessere personale, che in nulla inficia la vita pubblica ?

    Io penso che il comportamento verso Dio sia soggettivo al massimo, ne è la prova che un Dio oggettivo non esiste, ma esiste, poiché lo sperimento io come tantissimi altri credenti, un Dio dentro di noi, nel nostro intimo, e ne è la prova le conversioni che avvengono e sono conversioni personalissime, che per uno va bene ma per altri no.
    questo non lo credi davvero; e la prova è che se uno che affermi di credere si comporta in un modo che disapprovi, come non conforme alla tua idea di piacere a Dio, non gli riconosci la qualità di credente; e questo perché crede in un dio che precetta diversamente dal tuo; il kamikaze che si fa esplodere è un credente, ma tu non lo assolvi; evidentemente perché "Dio" per te si lega a determinati precetti, e non a qualsiasi precetto, ad libitum; implica sempre una legge morale, non interscambiabile con altre, ma definita;

    pertanto, questa libertà soggettiva è fittizia, sottintende che poi il tuo sia il dio "giusto", tale perché precetta quello che tu ritieni di pregio, o perché ti sembra coerente, incontra la tua sensibilità;
    niente di male, sia chiaro; ma il senso della predicazione o dell'enunciazione religiosa non è soggettivista; bensì rimanda a più o meno precisi precetti a fronte di circostanze concrete.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #35
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio

    è lo stesso fuocherello che nelle nostre società liberal-democratiche da alcuni secoli a questa parte ha progressivamente messo la mordacchia ai preti di tutte le risme, obbligandoli ad estrema cautela nell'enunciare idee poco generalmente condivise, oltre ad un generale e generico volemose bbene...
    ma qui, sotto casa, ad un metro dal tuo uscio, c'è ancora gente che disquisisce sui diritti e le libertà altrui, che si adopera per negarle o limitarle, in nome di "Dio";

    e a me sta pure bene, purché poi quelli siano disposti a discutere alla pari;

    ma poi, cosa ancora più importante:
    io a te non ho contestato nulla di quanto affermi, così come a chi crede nel dio che risiede sul pianeta Kobol o altro; ti incazzi, ma io ti ho chiesto solo il significato di quello che vai dicendo, in concreto; e il perché non sei d'accordo con gli altri fan di Gesù, dal momento che questo disaccordo sembrerebbe indicare che Gesù in effetti non ci dice nulla di definitivo, puntuale e "forte"; posso ? ti offende che io riporti la realtà e la storia che si studia a scuola ?

    a me sembra sia questa semplice domanda ad accendere fuocherelli che bruciano...
    Non mi offendo per niente essendome , come ho detto altre volte, uscito dalla cosiddette Chiesa, rischiando così l'inferno.
    Ormai sono per la religiosità e non per la religione, poiché la religiosità è una formazione continua della coscienza mentre la religione è una formazione ferma che procede a quanti, quando e se si muove.
    Infine, a scuola ci sono andato ed ho imparato, si ho imparato ad essere responsabile e a non dipendere più di tanto dall'altrui bocca.
    Io sono l'artefice della mia vita, non certo la storia, anche se, come ha detto il filosofo: la storia dovrebbe insegnare a non ripetere nel presente gli errori del passato.

  6. #36
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    Non mi offendo per niente essendome , come ho detto altre volte, uscito dalla cosiddette Chiesa, rischiando così l'inferno.
    Ormai sono per la religiosità e non per la religione, poiché la religiosità è una formazione continua della coscienza mentre la religione è una formazione ferma che procede a quanti, quando e se si muove.
    questo lo posso capire; ma la narrazione su cui ti appoggi è quella, è "forte", se non per messaggio esplicito, per gli argomenti che tocca; puoi avere certamente una tua sensibilità personale, ma non puoi sentirti ab-soluto dal contesto di riferimento, perché poi il precetto morale sta sempre lì, per la natura stessa del testo cui ti riferisci;
    io troverei più "sano" declinarlo, a modo tuo, ma in modo esplicito e concreto, questo si fa, questo no; tanto, che vuoi che sia un gallo in più a cantare ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #37
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    Che vuoi cantare se non c'è la musica.Scherzo.
    Voglio solo dire che la vita vissuta mi ha forgiato raffinandomi quella religiosità di cui ti ho parlato, quindi quando devo decidere o quando agisco so già se faccio bene o faccio male; se faccio bene sono soddisfatto e se faccio male sono insoddisfatto e cerco di correggermi. Per me ormai è semplice, come se avessi un catalizzatore costante che mi rivela se sono acido o basico.

  8. #38
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    Che vuoi cantare se non c'è la musica.Scherzo.
    Voglio solo dire che la vita vissuta mi ha forgiato raffinandomi quella religiosità di cui ti ho parlato, quindi quando devo decidere o quando agisco so già se faccio bene o faccio male; se faccio bene sono soddisfatto e se faccio male sono insoddisfatto e cerco di correggermi. Per me ormai è semplice, come se avessi un catalizzatore costante che mi rivela se sono acido o basico.
    ma questa che descrivi non è religiosità, perché in nulla si distinguerebbe da qualsiasi etica individuale; non è che basta agganciarla al nome di un soggetto religioso;

    per essere religiosità è necessario un comune denominatore convenzionale con altre persone, tale che quelle confidino nei tuoi valori come tu nei loro, e che questo insieme di persone includa voi, ma escluda altri in modo manifesto, per dichiarazione esplicita di appartenenza.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #39
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    Infatti il comune denominatore con altri è Gesù.
    E' inutile negarlo ogni cristiano adatta il suo credere a Gesù con sfumature diverse e personali; vedi il credere di cono, il mio e di tanti altri che in quella figura credono.
    Non siamo tutti uguali, siamo tutti diversi e le sfumature sono tante ( i talenti), ma quello che ci unisce è credere proprio in Gesù, e quello è il nostro valore assoluto.

  10. #40
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    Infatti il comune denominatore con altri è Gesù.
    E' inutile negarlo ogni cristiano adatta il suo credere a Gesù con sfumature diverse e personali; vedi il credere di cono, il mio e di tanti altri che in quella figura credono.
    Non siamo tutti uguali, siamo tutti diversi e le sfumature sono tante ( i talenti), ma quello che ci unisce è credere proprio in Gesù, e quello è il nostro valore assoluto.
    Sono pienamente d'accordo con te, chi crede in Lui ha l'unico punto di riferimento per ogni cristiano che vuole avere una fede solida!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  11. #41
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Infatti il comune denominatore con altri è Gesù.
    E' inutile negarlo ogni cristiano adatta il suo credere a Gesù con sfumature diverse e personali; vedi il credere di cono, il mio e di tanti altri che in quella figura credono.
    Non siamo tutti uguali, siamo tutti diversi e le sfumature sono tante ( i talenti), ma quello che ci unisce è credere proprio in Gesù, e quello è il nostro valore assoluto.
    se "Gesù" vi dice cose diverse, l'unico comune denominatore è il nome, come per Dio; ma il significato di quello che ci mettete dentro non è comune, ma diverso;
    il kamikaze islamista potrebbe dire che ha in Dio il comune denominatore con te, oppure potrebbe farlo il mafioso devoto; ma non credo tu saresti d'accordo...
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #42
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Infatti il comune denominatore con altri è Gesù.
    E' inutile negarlo ogni cristiano adatta il suo credere a Gesù con sfumature diverse e personali; vedi il credere di cono, il mio e di tanti altri che in quella figura credono.
    Non siamo tutti uguali, siamo tutti diversi e le sfumature sono tante ( i talenti), ma quello che ci unisce è credere proprio in Gesù, e quello è il nostro valore assoluto.
    Ogni tanto ci dài perle di saggezza Crep: Riflessione di spessore
    amate i vostri nemici

  13. #43
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    eh, appunto: questa è una tesi tutta tua, ma non condivisa, né rappresenta la realtà del discorso religioso;

    perché la quasi totalità dei cristiani non afferma che il comportamento sia da scoprire dentro se stessi, ma sia prescritto oggettivamente; salvo poi litigare tra loro su quale sia il comportamento effettivamente prescritto;

    Beh, ti sembra che sia oggettivo se poi le interpretazioni sono diverse?
    A parte che non mi sembra appropriato affermare che la maggior parte dei cristiani si comporti coscientemente secondo le regole dettate dal clero; io ritengo sia più corretto affermare che la maggior parte dei cristiani segue la propria coscienza, cioè segue ciò che risulta dai Vangeli: Dio è dentro di noi, e chi predica lo deve dimostrare, proprio perché Dio, se mi consenti il modo di dire, prima di essere una proprietà comune è una proprietà personale. Altrimenti mi spieghi il senso di un Dio accessibile solo a pochi.

  14. #44
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    quando Cono ti bacchetta, avviene esattamente questo, perché la regola - nel senso di ciò che è quasi sempre - è che il credente abbia un'idea precisa e oggettiva, derivata o esplicitamente prescritta da una dottrina eteronoma, su ciò che vada fatto in una determinata circostanza, e afferma che quello sia il comportamento giusto, da intendersi come legge, e che fare diversamente sia peccato; non che ognuno possa decidere come gli pare;

    Se cono mi bacchetta io gli levo la manoe gli dico prima comprendimi bene e se ho sbagliato bacchettami pure, visto che non sai né chi sono e né come mi comporto.
    Nel Vangelo non ci sono regole eteronome, infatti Gesù si è sempre adeguato alle situazioni del momento rifiutando proprio le regole eteronome giudaiche, proprio perché esse, essendo eteronome non prendevano in esame il singolo caso ma lo adattavano erroneamente alle regole generali che avrebbero dovuto essere valide per tutti; e questo per me denota mancanza di sensibilità.
    Le prescrizioni vanno solo a vantaggio del clero e della classe dirigente, caricando gli altri di pesanti fardelli.

  15. #45
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    nei vangeli ci sono oggettivamente precetti morali, oppure si tratta di una manuale di training autogeno, dove se vuoi seguire le istruzioni, bene; ma se vuoi fare il contrario va bene lo stesso, perché quello che si enuncia è indifferente, una mera questione di gusto e benessere personale, che in nulla inficia la vita pubblica ?


    .
    Nei Vangeli non ci sono né regole morali né si tratta di un manuale, ma descrivono il comportamento di Gesù in svariate circostanza affinché chi li legga creda in Lui; è il credere in Gesù che mette in atto tutta una serie di stati d'animo e di conseguenza di comportamenti.
    E' credere nel Gesù descritto nei Vangeli la porta per un mondo nuovo; se uno non ci crede si tiene il mondo che ha.
    Il Vangelo per me descrive l'urgenza del cambiamento, sempre ché si voglia cambiare.

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