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Discussione: La necessità di cambiare.

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    La necessità di cambiare.

    Da Messaggi Scelti (vol. III):

    Gli uomini non potranno mai entrare nel cielo con i loro vecchi gusti, inclinazioni, idoli, idee e teorie. Il cielo non sarebbe un luogo di gioia per loro, perché tutte le cose contrasterebbero con i loro gusti, appetiti e inclinazioni, e si opporrebbero ai tratti naturali e spontanei del loro carattere. {MS3 159.5}
    La felicità è il risultato della santità e della conformità alla volontà di Dio. Coloro che desiderano essere santi nel cielo devono prima essere santi sulla terra, perché quando lasciamo questa terra, porteremo il nostro carattere con noi e questo significa che porteremo alcune delle caratteristiche celesti che ci furono impartite [sulla terra] attraverso la giustizia di Cristo. {MS3 159.6}
    Review and Herald, 19 agosto, 1890 {MS3 159.7}


    Qui per cielo si può benissimo interpretare Regno dei Cieli in Terra.
    E' da notare che sorella White non crede alla reincarnazione, fidandosi dei versetti dell'Antico Testamento che fanno affermare agli autori che alla morte sopravvive solo lo spirito che ritorna a Dio. La stessa posizione dei Testimoni di Geova.
    Chi si fida di tutte le rivelazioni divine crede nella reincarnazione delle anime. E in questo consiste la risurrezione dei morti. Tutti reincarnati in nuovi corpi: alcuni per la vita - quelli che risorgono anche spiritualmente - e altri per la seconda morte (inferno) - quelli che non risorgono spiritualmente, restando legati a comportamenti non conformi al regno dei Cieli -.
    Abbiamo visto, però, che ci sono anche altre destinazioni dopo il giudizio finale.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  2. #2
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    Cosa ci sia al di là dell’aldilà nessuno lo sa, invece i credenti nelle tre religioni monoteiste abramitiche sono convinti di saperlo, sanno cosa li attende post mortem.

    Cosa non ci sarà nell’aldilà ? Forse il mio ego, la mia memoria, entrambi connessi al mio cervello. Con la morte si dissolve il cervello e con questo anche il mio ego, la mia memoria, i miei sentimenti. Ovviamente questi possono svanire anche prima della morte a seguito di una grave lesione cerebrale o di una malattia degenerativa.

    La morte è l’ultimo capitolo del libro della vita, allora perché non pensarci, non meditare sulla sua inesorabilità.

    Se la morte di un giovane viene considerata grave avversità del destino, quella di un vecchio è un approdo. Cosa ci aspetta dopo ? Il nulla, il buio assoluto o la luce eterna ? Sprofonderemo in un baratro, cupo e senza via di risalita e di scampo, o attraverseremo un ponte che ci traghetta chissà dove ?

    Quando sarà il mio “momento” mi piace pensare che una forza misteriosa mi attirerà a sé, l’universo mi risucchierà in un vortice ed io mi abbandonerò ai suoi magnetici flussi. Diventerò una particella infinitesimale di un cosmo infinito.

    La vita è solo un banco di prova delle nostre virtù e dei nostri vizi, delle nostre debolezze e dei nostri eroismi.

    In attesa della Parca continuo a svolgere il mio dovere.

  3. #3
    Opinionista
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    Gli uomini non potranno mai entrare nel cielo con i loro vecchi gusti, inclinazioni, idoli, idee e teorie. Il cielo non sarebbe un luogo di gioia per loro, perché tutte le cose contrasterebbero con i loro gusti, appetiti e inclinazioni, e si opporrebbero ai tratti naturali e spontanei del loro carattere. {MS3 159.5}
    Non sono d’accordo!

    Se nell’aldilà avrò il permesso da colui che tutto può sarò un girovago, un “senza fissa dimora”, errante tra il Paradiso, l’Inferno, il Purgatorio e il “Limbo”, come Dante Alighieri nella sua “Commedia”. Ma egli non poté muoversi liberamente in quei luoghi sconosciuti. Ebbe come guida gratuita Virgilio, illustre accompagnatore nel suo viaggio immaginifico, perché “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”, disse Virgilio agli spiriti infernali che protestavano al passaggio dei due visitatori.

    Nel mio salire e scendere di livello farò soste e brevi vacanze.

    Nel Paradiso mi tratterrò non più di una settimana alla volta, anche se l’Eden è un luogo notoriamente piacevole, verdeggiante, panoramico, silenzioso ma purtroppo noioso: si va continuamente in estasi, si hanno visioni beatifiche; per rallegrare gli astanti San Pietro a volte chiama gli angeli musicanti per far cantare e ballare gli ospiti. Lui pensa a tutto e tutto promette a tutti.

    Lo scrittore statunitense Mark Twain (1835 – 1910) in un suo aforisma scrisse: “Il paradiso lo preferisco per il clima, l’inferno per la compagnia”.

    Farò delle brevi soste anche in Purgatorio. Questo luogo di purificazione, somiglia agli stabilimenti termali dove ci si va per la cura dell’apparato biliare, dell’intestino. Le anime di coloro che muoiono in uno stato di grazia bevono molta acqua minerale per depurarsi e prepararsi per accedere nel Paradiso. Secondo la teologia cattolica è "la condizione di coloro che, morti nella grazia di Dio, non sono ancora perfettamente purificati e devono quindi purificarsi al fine di ottenere la santità necessaria per essere ammessi alla visione di Dio".
    Secondo alcuni storici della Chiesa il Purgatorio fu inventato per lucrare ai fedeli il pagamento delle preghiere, destinate ad attenuare le pene cui i penitenti defunti erano sottoposti. In effetti Dante Alighieri sottolinea più volte nella Cantica che i fedeli possono abbreviare la permanenza delle anime nel Purgatorio, ma ciò indipendentemente dal denaro versato o meno alle istituzioni ecclesiastiche.

    All’Inferno ci andrò spesso perché è un ambiente vivace. I peccatori sono simpatici, allegri, non hanno rimorsi. Infatti per il malvagio che desidera il male l'inferno non è un luogo penoso ma territorio adatto alla sua natura e ci sta perversamente bene. Per lui il vizio è un premio a se stesso. Invece sarebbe giusta punizione l’acquisizione della consapevolezza del male compiuto, con conseguente orrore, rimorso, non rimediabile.
    All’Inferno spero di diventare amico di alcuni suoi inquilini, per esempio di Paolo e Francesca, Insieme leggeremo l’Ars amatoria di Ovidio e il Kamasutra.

    Ovviamente prima di accedere nell’inferno propriamente detto mi riposerò nell’Antinferno area situata tra la porta di accesso nell’Inferno e il fiume Acheronte, che scorre nel mondo sotterraneo dell'oltretomba, attraverso il quale Caronte traghetta nell'Ade le anime dei “trapassati”.
    Nell’Antinferno ci sono le anime degli ignavi: essi non meritano di entrare nell'Inferno. Sono colpevoli di viltà: non fecero del bene e neanche il male. Ma si può sostenere che essi furono colpevoli ?
    Con loro sono puniti gli angeli che rimasero neutrali nella rivolta di Lucifero contro Dio; essi sono condannati a correre vanamente dietro un'insegna che non rappresenta nulla.

    Complanare all’Antinferno c’era il Limbo, ma poi l’hanno tolto perché il costo per il suo mantenimento era troppo elevato. Antinferno e Limbo erano separati dal fiume Acheronte.
    Il Limbo ospitava i bambini morti senza battesimo e le anime di quanti non furono cristiani, ma vissero da uomini giusti, perciò non meritarono l'Inferno né il cammino verso Il Paradiso. La loro sorte veniva decisa da Dio…
    Il Limbo fu “eliminato” il 20 aprile 2007 dal pontefice Benedetto XVI. Il documento elaborato dalla Commissione teologica internazionale ed approvato dal papa afferma che il tradizionale concetto di limbo - luogo dove i bimbi non battezzati vivono per l'eternità senza comunione con Dio - riflette una “visione eccessivamente restrittiva della salvezza”. Invece la misericordia di Dio “vuole che tutti gli esseri umani siano salvati”. La Grazia ha priorità sul peccato, e l'esclusione di bambini innocenti dal Paradiso non sembra riflettere lo speciale amore di Cristo per “i più piccoli”.
    La Chiesa, spiega il documento, ha continuato a parlare del limbo perché, a causa del peccato originale, il battesimo è la via ordinaria per la salvezza e per questo si motiva i genitori a battezzare i figli. Ma, riflettendo sulla misericordia di Dio c’è la speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica.

    Della mancanza del Limbo me ne farò una ragione. Era un’area niente male, seppur senza gioia e senza pena. E’ esistita per secoli. Dante l’ha descritta nella “Divina Commedia”, seppur mai ufficializzata e definita dalla Chiesa. Era una ipotesi teologica provvisoria, durata secoli, in attesa di una soluzione più soddisfacente e, come tale, superabile grazie a una migliore comprensione della parola di Dio.

  4. #4
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Doxa, ti consiglio di leggere la mia discussione "A ciascuno il suo posto", a pag. 14 di questo forum.
    Lì sono descritte le diverse destinazioni, dopo il giudizio finale.
    Qualcosa sappiamo anche del post mortem attuale. Ci sarebbe un primo giudizio con premi e punizioni in cielo, in attesa di reincarnazione.
    Fate l'amore, non la guerra.
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  5. #5
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  6. #6
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Cosa ci sia al di là dell’aldilà nessuno lo sa, invece i credenti nelle tre religioni monoteiste abramitiche sono convinti di saperlo, sanno cosa li attende post mortem.

    Cosa non ci sarà nell’aldilà ? Forse il mio ego, la mia memoria, entrambi connessi al mio cervello. Con la morte si dissolve il cervello e con questo anche il mio ego, la mia memoria, i miei sentimenti. Ovviamente questi possono svanire anche prima della morte a seguito di una grave lesione cerebrale o di una malattia degenerativa.

    La morte è l’ultimo capitolo del libro della vita, allora perché non pensarci, non meditare sulla sua inesorabilità.

    Se la morte di un giovane viene considerata grave avversità del destino, quella di un vecchio è un approdo. Cosa ci aspetta dopo ? Il nulla, il buio assoluto o la luce eterna ? Sprofonderemo in un baratro, cupo e senza via di risalita e di scampo, o attraverseremo un ponte che ci traghetta chissà dove ?

    Quando sarà il mio “momento” mi piace pensare che una forza misteriosa mi attirerà a sé, l’universo mi risucchierà in un vortice ed io mi abbandonerò ai suoi magnetici flussi. Diventerò una particella infinitesimale di un cosmo infinito.

    La vita è solo un banco di prova delle nostre virtù e dei nostri vizi, delle nostre debolezze e dei nostri eroismi.

    In attesa della Parca continuo a svolgere il mio dovere.
    Continua ad amare! Ama: E poi fa quel che vuoi, dice Sant'Agostino. Se uno nella sua esistenza mette l'Amore a Dio e al Prossimo al primo posto, non ha bisogno di fare ipotesi o lasciar spazio all'immaginazione, sull'Aldilà. Sa già che vedrà Dio....che vivrà eternamente....realizzato e felice. Per sempre!

    Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. [32]E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, [33]e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. [34]Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. [35]Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, [36]nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. [37]Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? [38]Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? [39]E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? [40]Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. [41]Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. [42]Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; [43]ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. [44]Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? [45]Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. [46]E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

    MATTEO 25
    amate i vostri nemici

  7. #7
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    Per quanto eloquentemente i Vangeli descrivano la sofferenza del Gesù vivente fino alla morte ed alla sua sepoltura, altrettanto parchi, come del resto è naturale, sono sul tempo che va dalla sepoltura all'evento della resurrezione. E per questo ne siamo grati perché la morte richiede questo silenzio, non solo per quanto riguarda la tristezza dei sopravvissuti, ma soprattutto per ciò che riguarda la conoscenza su dove sia andato a finire e sullo stato del morto.
    Quando noi attribuiamo ai morti (nei miti e nelle nostre fantasie) forme di attività diverse e tuttavia in continuità con quelle terrene non è solo segno della nostra perplessità su quello che accade sull'altro lato della morte; noi lo facciamo anche contro una convinzione più forte che ci dice che la morte non è un avvenimento parziale, bensì avvenimento che afferra l'uomo nella sua totalità, anche se con ciò non si vuole affatto considerare annientato il soggetto, e che questo stato consiste principalmente nel lasciar dietro le proprie spalle qualsiasi forma di attività spontanea, e sta quindi ad indicare passività, uno stato nel quale si trae, forse in maniera misteriosa, la somma di tutta l'attività vitale conclusa.

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