Il tradimento sembra qualcosa di antitetico rispetto ai patti basati sulla fiducia ma in realtà il tradimento esiste solo all'interno di tali unioni. L'amore è una di esse. A tradire infatti non sono i nemici e tanto meno gli estranei, ma i padri, le madri, i figli, i fratelli, gli amanti, le mogli, i mariti, gli amici. Solo loro possono tradire, perchè su di loro un giorno abbiamo investito il nostro amore.
Hillman (psicoanalista, saggista e filosofo statunitense) nel "Il tradimento" descrive come si possa reagire al tradimento. Le varie reazioni sono descritte tentando di mettere a fuoco quelle "positive" e quelle "negative".

1 - La vendetta.
E' una risposta emotiva che mira a saldare il conto ma non emancipa la coscienza perché quando è immediata non ha altro significato se non quello di scaricare una tensione, mentre quando è procrastinata restringe la coscienza in fantasie di astiosità impedendole di fare qualsiasi altra esperienza.
2 - La negazione.
Questo meccanismo si concretizza nel negare il valore dell'altro prima idealizzato. Si tratta di un eccesso speculare e contrapposto all'amore che inficia le acquisizioni precedenti.
3 - Il cinismo.
Non solo si nega il valore dell'altro, ma dell'amore stesso. Anche in questo caso le acquisizioni affettive rischiano di venire perdute e le nuove acquisizioni rischiano di non poter avvenire.
4 - Il tradimento di sè.
E' un meccanismo che porta a considerare le nostre espressioni sincere di affetto, dei nostri bisogno affettivi e i nostri valori emotivi più profondi facendoli diventare cose ridicole delle quali si prova vergogna di aver sentito e di sentire.
5 - La scelta paranoide.
Essa consiste nella ricerca di un rapporto esente dalla possibilità del tradimento. Può trattarsi di un rapporto palesemente senza amore, ma anche di un rapporto serratissimo basato su conferme continue e patti. Il controllo eccessivo non solo non è mai appagato ma allontana dall'amore.
6 - Il perdono.
Riconoscendo il tradimento e passando oltre, il perdono toglie all'amore il suo aspetto più infantile, che è l'ingenuità ma anche l'incapacità di amare se si affaccia un pericolo.

Questo dice Hillman, ma si può davvero perdonare, se è vero che l'Io si mantiene vitale solo grazie al suo amor proprio? Anche quando vorremmo sinceramente perdonare, scopriamo che proprio non riusciamo, perchè il perdono non viene dall'Io.
L'ideale sarebbe spiegarsi reciprocamente, ma traditore e tradito possono farlo?
Io ritengo che il tradimento possa avere sviluppi positivi solo se è l'individuo tradito a fare un passo avanti, dandosi da sè una spiegazione dell'accaduto.
Paradossalmente in questo può aiutare il fatto che il traditore non giustifichi il suo tradimento, non tenti di attenuarlo con spiegazioni razionali in quanto questa elusione di ciò che è realmente accaduto è di tutte le offese la più bruciante per il tradito, e quindi il tradimento continuerà, anzi si accentuerà.

Voi che ne pensate?