Nello “Srimad Bhagavatam” (1):

Commento a 17:15:

Gli abitanti dei pianeti celesti sono chiamati amara, o immortali, perchè vivono molto più a lungo degli esseri umani. Per un uomo, che vive al massimo cento anni, un essere che può vivere milioni di anni è senz’altro considerato immortale. La Bhagavad-gita ci informa, per esempio, che sul pianeta Brahmaloka un giorno dura 4 miliardi 320 milioni (4.320.000.000) dei nostri anni solari. Su altri pianeti superiori occorrono sei mesi terrestri per formare un giorno e gli abitanti vivono per dieci milioni dei loro anni. Su tutti i pianeti superiori, dunque, la durata dell’esistenza è molto più estesa che sulla Terra, perciò ci s’immagina che gli abitanti di questi pianeti siano esseri immortali, sebbene in realtà nessuno sia immortale nell’universo materiale.