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non esistono caratteristiche positive, perché queste sono tali solo rispetto a fini che possono variare nell'apprezzamento e alla circostanze ambientali, e per segmenti di efficienza molto elementari, che non danno luogo a caratteri "morali", dovuti invece all'educazione; tu puoi avere un individuo predisposto ad una determinata eccellenza sportiva molto specializzata, ma se quello non si allena, chi è meno predisposto ma si applica lo batte;

no. allora se poni - come devi - l'ordine sociale come costante, devi anche ricavarne la conseguenza che attraverso la selezione si possono "ottimizzare" le prestazioni all'interno della società. la morale ti posso assicurare, per esperienza personale, che non è conseguenza dell'educazione. l'uomo è sempre autodeterminato. se nasce bene è più probabile che viva "meglio" di uno scarsamente dotato a livello "naturale" ma che è stato educato in certo modo. poi con le discipline sportive sei fissato. ad oggi le discipline sportive vengono praticate dai cc.dd. "infiniti", e sono truccate come il calcio.

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premiante privarsi di chi inventa l'atomica e poi ti spiana ? dell'ingegnere pakistano che inventa il software di gioco che sbaraglia la concorrenza ?
senza fare morali buoniste, l'idea di razza era non solo scientificamente stupida, dal momento che già avevano elementi a sufficienza per smentirla, ma anche propagandisticamente poco efficiente, perché la tensione all'esclusività, a voler creare un'aristocrazia razziale, in ambiente moderno genera una diffidenza sottotraccia dei più, i quali hanno il momentaneo sollievo di distanziarsi dagli inferiori, ma la persistente sensazione di poter essere a loro volta gli inferiori di qualcun altro; e, come nel calcio, la vittoria il giorno dopo è dimenticata; ma le sconfitte bruciano per decenni; cioè, la natura umana è proiettata alle aspettative, paure e speranze; un clima di feroce competizione stressa quasi tutti in brevissimo tempo;

si. il concetto di "razza" è tale da suscitare sentimenti contrastanti, ma fu proprio questa la sua forza. si sarebbe data qualunque cosa pur di essere considerati di razza pura, perché all'epoca la "ricchezza" non era fatta di soldi ma di valore personale, individuale. se io dico che la nazione tedesca merita di dominare il mondo perché è di razza pura, allora, ovviamente con una propaganda "martellante" posso instillare nel popolo un movimento tale da mobilitare le sue forze migliori nell'ottica della vittoria, prima economica all'interno, poi militare all'esterno. come peraltro accadde immancabilmente. non so se mi spiego.

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no, è una procedura il cui fine è spiegare, ma aperta a confutazione; è un mezzo; es.: ti spiego come devi costruire un aereo, se vuoi che voli; poi, deciderai se andare in vacanza in Grecia o bombardare Guernica; la religione invece si fonda sull'auto-assertività ed implica un fine morale;

ma anche la religione "spiega". il problema è che il fondamento "epistemologico" della scienza e della religione è lo stesso. anche per osservare batteri al microscopio serve una buona dose di fiducia, così come nella religione. dice perché? perché l'occhio umano, il senso della vista, non è oggettivamente in grado di operare una percezione esatta, ossia uguale per tutti. ecco perché einstein la pensava in un modo, bohr in un altro, galilei in un altro ancora ecc. anche "lo scientismo" ha i propri dogmi di fede, solo li chiama in un altro modo, cioè "assiomi", "postulati", "principi" e così via.

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al più, ognuno avrebbe un'idea più chiara delle probabilità di ammalarsi di una certa patologia o di un'altra.
questa è una delle funzioni e neanche la più importante.